30. Mass graves remain unturned

Roma, 24 marzo 1944

L'aveva percepito subito. Una fitta gli aveva trafitto il cuore e aveva subito capito cos'era successo.
Doveva prevederlo. E forse lo aveva anche fatto.
Ma nonostante ciò, non riusciva a non guardare il Tedesco con orrore. Ludwig non poteva essere capace di tanto. Ludwig non poteva essere così.
Che suo fratello avesse sempre avuto ragione? Che fosse stato solo ingannato da Ludwig?
- Ho solo eseguito gli ordini.
Aveva risposto semplicemente, mentre si toglieva il cappotto sporco di sangue. Aveva quindi sparato anche lui? Si era macchiato in prima persona dell'uccisione della sua gente?
Non erano forse alleati, loro due?
- Erano sospettati di tradimento. Collaboravano con la Resistenza.
Aveva sputata la parola in italiano, mentre tutto il resto lo aveva detto in tedesco, come faceva sempre. Aveva tolto i guanti. Lentamente aveva allentato il cinturone, togliendo poi la pistola.
E lui non faceva che guardarlo. Aveva chiesto spiegazioni. Voleva sapere il motivo. Voleva capire. Perché quella era la sua gente.
Dieci italiani per ogni tedesco ucciso.
- Italia, il tuo popolo cospira contro la tua autorevolezza.
Si era morso le labbra. Non era uno stupido. Sapeva cosa stava succedendo tra la sua gente. Il malcontento non faceva che crescere.
E Lovino si era liberato dei tedeschi.
- Dimmi, Italia.
Feliciano aveva quasi tremato al suono della sua voce bassa.
- Vuoi venderti anche tu agli inglesi e agli americani, come ha fatto tuo fratello?
Gli aveva quasi letto nel pensiero.
Oppure lo conosceva fin troppo bene.
Aveva semplicemente scosso la testa.
Ci avrebbe pensato Lovino a salvare il Belpaese.
Lui sarebbe rimasto fedele ai propri sentimenti, al fianco di Ludwig, fino alla fine.

NdA: Mh... Ho visitato recentemente le Fosse Ardeatine. E pochi giorni fa, mi hanno racconto dell'uccisione di un Mongolo cristiano, che stava dalla parte dei russi. Me ne ha parlato una persona che all'epoca non doveva avere più di 13 anni, e che ha assistito all'esecuzione.
Lui ha detto che non visiterà mai un lager o simili, proprio perché non può dimenticare quell'omicidio. Ma noi che siamo nati in un'epoca diversa non possiamo capire le dinamiche della guerra.
Certo, io sono nata nell'ex Jugoslavia, ma in una zona in cui non ho mai assistito in prima persona alla guerra. Ho solo risentito delle sue conseguenze, e mi ritengo una persona molto fortunata. Non ho dovuto lasciare la mia casa, non è morto nessuno della mia famiglia.
E quindi noi, fortunati che non abbiamo assistito agli orrori delle guerre, non dobbiamo mai dimenticare le efferatezze commesse in tempo di guerra.