*One Piece - Lust Garden*

Nami aprì gli occhi lentamente, emergendo a poco a poco dalle tenebre. Alla ragazza fu subito chiaro che qualcosa non andava: non riusciva a muovere ne braccia ne gambe, e l'ambiente che le si presentava davanti agli occhi non era certo la sua cabina sulla Going Merry.

La navigatrice della ciurma del pirata Cappello di Paglia, finalmente, comprese di essere immobilizzata da delle strane morse bianche, di forma vagamente cilindrica e dalla consistenza dura e rigida. Probabilmente - pensò la diciottenne - era la stessa sostanza che componeva la stanza in cui si trovava ora; quest'ultima era di forma quadrata, con delle piccole finestrelle rotonde su due delle pareti e, sulla terza, una porta anch'essa bianca.

"Oh, finalmente si è svegliata."

Una voce dal tono fastidioso, mai udita prima, costrinse la giovane ladra a voltarsi, rotolando sul fianco per avere una visione più chiara di chi avesse parlato: ciò che le si presentò di fronte furono, anch'essi legati mani e piedi, Zoro e Bibi, sdraiati accanto a lei e apparentemente ancora addormentati; poco più in la, quattro individui, uno più strano dell'altro, erano intenti ad osservarla, i loro volti segnati da espressioni mostranti diverse gradazioni di interesse. C'era un tipo con gli occhiali, vestito con un gilet a righe verticali che alla giovane sembrò orrendo, anche più dell'acconciatura a forma di '3' dei suoi capelli, affiancato da una ragazzina con cappello e trecce che, dalla faccia che aveva, sembrava capitata li per caso. Al loro fianco c'era un uomo alto, vestito di nero e dalla pelle scura e, infine, una donna bionda che indossava un abito completamente giallo e decorato da disegni di limoni. Questi ultimi erano due personaggi ben noti alla ragazza dai capelli arancioni, che poté infine rendersi del tutto conto della situazione in cui ora si trovava.

"Voi tutti… siete della Baroque Works!"

"Oooh, oh oh oh… non ti sfugge niente, eh, signorina?" le rispose il tipo dal gilet orrendo, portandosi al contempo alle labbra una tazza di tè.

"Maledetti… che cosa volete farci?"

"Oh, a dir la verità siamo interessanti solo alla principessa, …" continuò il misterioso individuo, facendo un cenno in direzione di Bibi. "…voi due… " e stavolta indicò la giovane e Zoro. "…avete solo avuto la sfortuna di capitarci tra i piedi e, credimi, non siamo molto bendisposti con i ficcanaso."

L'individuo con i capelli a forma di '3' posò la tazza su di un tavolino rotondo, anch'esso evidentemente formato da quella strana sostanza bianca, alzandosi poi in piedi.

"Abbiamo un lavoretto da fare su quest'isola… ma visto che abbiamo ancora un po' di tempo… credo che possiamo utilizzarlo per rilassarci un po'."

Il tono con cui l'uomo pronunciò l'ultima parte della frase non piacque affatto alla giovane navigatrice, che cominciò a divincolarsi, cercando di liberare i polsi dalla morsa in cui erano bloccati.

"E' inutile che ti sforzi." riprese l'individuo misterioso. "Quelle manette sono composte dalla mia cera indistruttibile. Nessuno al mondo può liberarti… a parte me, ovviamente."

Mentre diceva questo, i capelli dell'uomo dal gilet orrendo presero improvvisamente fuoco e, quando costui mosse un braccio, le ganasce che immobilizzavano i piedi di Nami si liquefecero all'istante, trasformandosi in una pasta biancastra che andò a unirsi a quella che componeva il pavimento della stanza. La ragazza dai capelli arancioni, però, non ebbe il tempo di stupirsi di tale subitanea trasformazione: il pavimento si era come animato, trasformandosi in due mani che le avevano afferrato le caviglie, costringendola a mettersi seduta e a spalancare le gambe, per poi solidificarsi di nuovo. Ora le mutandine di Nami, ben visibili sotto la corta minigonna indossata dalla ragazza, erano esposte alla vista dei quattro agenti dell'organizzazione criminale nota come Baroque Works e, sotto lo strato di paura che la pervadeva, la diciottenne non poté evitare di provare un moto di imbarazzo.

Era più che evidente che il tipo dall'insolita capigliatura possedeva i poteri del Frutto del Diavolo, in questo caso relativi - come l'individuo stesso aveva affermato poco prima - al controllo della cera. Se a questo si aggiungevano il tipo dai poteri esplosivi, Mr. 5, e la ragazza dal peso variabile, Miss Valentine, ben tre degli individui che la tenevano prigioniera - pensò velocemente la giovane ladra - erano dotati di abilità speciali, cosa che, unita al fatto di essere immobilizzata mani e piedi, rendeva vana ogni possibilità di fuga. Anche la ragazzina con le trecce, ora intenta ad addentare un biscotto, doveva essere una nemica, vista la mancanza di restrizioni, e probabilmente anche lei doveva avere qualche potere nascosto…

Le riflessioni della ragazza dai capelli arancioni, ad un tratto, vennero interrotte dalla voce di uno degli individui presenti.

"Vuoi favorire tu per prima, Miss Valentine?" disse l'uomo dalla pelle scura, in un tono che alla giovane navigatrice non piacque neanche un po'.

"Galante come sempre, Mr.5." rispose la ragazza bionda in tono falsamente gentile, voltandosi poi verso la piratessa, fissandola con uno sguardo predatorio. Nami, sulla cui tempia cominciava a colare una goccia di sudore freddo, deglutì.

Un secondo più tardi la giovane vestita di giallo si inginocchiò a terra, esattamente tra le gambe aperte della diciottenne, andando poi ad appoggiare un dito sulle mutandine della stessa, all'altezza del suo sesso. Namì rabbrividì a quel contatto, comprendendo all'istante cosa avesse voluto dire il tipo dal gilet orrendo con il termine 'rilassarsi', e a quel pensiero percepì una scarica percorrerle la spina dorsale, come un fulmine gelato. La ragazza cercò istintivamente di chiudere le gambe, ma la cera che le bloccava i piedi e le caviglie glielo impedì, permettendo così all'agente della Baroque Works di continuare il suo lento lavoro di stimolazione delle parti intime della navigatrice. Ad un tale tocco, la giovane ladra non poté evitare di emettere un gemito, seguito poco dopo da molti altri.

"Ah… no, smettila… gh…" disse la ragazza dai capelli arancioni, ormai completamente percorsa da brividi.

"Ma come, carina, non ti piace?" rispose la bionda, sorridendo malignamente ed intensificando la pressione delle sue dita sul capo d'abbigliamento intimo della ladra.

"No… ah… non mi piace per niente…" rispose Nami, tra un gemito e l'altro.

"Bugiarda…"

E così dicendo, il membro femminile dell'organizzazione criminale Baroque Works afferrò le mutandine di Nami all'altezza dei fianchi, portandogliele di scatto alle ginocchia ed esponendo così alla vista di tutti i presenti il sesso della ragazza, decorato da un ciuffo di peli pubici arancioni. Nami arrossì violentemente.

"Guarda, sei già tutta bagnata…"

Un istante più tardi l'indice di Miss Valentine penetrò nel corpo della giovane navigatrice, che inarcò la testa all'indietro, la bocca aperta in un silenzioso grido di sorpresa e paura. Subito dopo, la sensazione di intrusione e, incredibilmente, di piacere che in quel momento Nami aveva provato, scomparve così com'era venuta, permettendo alla piratessa di recuperare il controllo di sé e di voltare nuovamente la testa in direzione della sua torturatrice. La donna bionda era ancora inginocchiata a terra, una mano appoggiata vicino - troppo vicino - al sesso esposto della ragazza, mentre l'altra era tenuta in alto dalla sua proprietaria, all'altezza del viso della giovane navigatrice. Il volto della bionda era deformato da un ghigno predatorio, simile a quello di un gatto che ha messo il topo con le spalle al muro.

"Vedi?" disse Miss Valentine, facendo nel contempo sfregare tra loro l'indice e il medio, tra i quali, immediatamente dopo, fu visibile una sottile striscia di un liquido vischioso, una sostanza inconfondibile.

Nami, vedendo esposta la sua intimità ancor più di quanto già non fosse, arrossì fino a diventare scarlatta, il suo imbarazzo cresciuto ad un livello tale da superare la paura che la ragazza provava. Ma in quel momento, sopra ogni altra cosa, la diciottenne dai capelli arancioni provava disgusto per sé stessa: come poteva il suo corpo reagire così a quegli stimoli, per di più provenienti da una donna, nella situazione in cui lei e i suoi compagni si trovavano? A quel pensiero lo sguardo della giovane ladra si andò a posare sui volti di Bibi e Zoro, ancora addormentati, e in quel momento la piratessa pensò che avrebbe dato tutto l'oro del modo perché non si svegliassero in quel momento.

"Hoho… sei preoccupata per i tuoi amici?" disse la giovane bionda, con un tono ancor più sprezzante e maligno.

In quell'istante la navigatrice dei pirati di Cappello di Paglia comprese di aver appena commesso un grave errore: spostando la sua attenzione sui suoi compagni di equipaggio aveva permesso alla sua torturatrice di accorgersi della sua paura e del suo disagio dovuti alla loro presenza, offrendo così alla donna un'altra arma contro di lei.

"Che dici, li invitiamo a partecipare?" disse la bionda, spostando una mano verso il viso rilassato di Zoro.

"No! Ti, prego, non lo fare…" esclamò istintivamente Nami, ancor prima che il suo cervello potesse decidere come agire. La ragazza dai capelli arancioni sapeva bene che mostrarsi deboli, in situazioni come quella, serviva solo a scavarsi la fossa con le proprie mani, ma non aveva altra scelta: non poteva sopportare l'idea che Zoro o - peggio - Bibi la vedessero in quelle condizioni. Se fosse accaduto, la giovane ladra era certa che sarebbe morta per la vergogna.

Un istante più tardi la giovane vestita di giallo, il cui braccio si era fermato a pochi centimetri dal viso del ragazzo dai capelli verdi, si voltò nuovamente verso la sua prigioniera, permettendole così di osservare il sorriso di soddisfazione che ora le attraversava il volto.

"No, dici?" disse l'agente della Baroque Works, in un tono falsamente triste che non poteva nascondere un senso di trionfo trattenuto a stento. "Non vuoi che li svegli?"

A quella domanda la giovane dai capelli arancioni capì di essere ormai alla mercé della sua aguzzina, in un modo assai più vincolante delle manette di cera che le immobilizzavano ancora le estremità. Lo comprese, ma non poteva farci niente.

"Si, ti prego… farò qualunque cosa…" disse Nami, firmando consapevolmente la sua condanna. Un istante più tardi Miss Valentine ampliò ancor più il suo sorriso, il sorriso della vincitrice.

"Ehi, Mr.3!" disse all'improvviso la donna dai capelli biondi, rivolta senza dubbio al tipo con i capelli legati a formare proprio quel numero. "Ti dispiacerebbe dare maggiore libertà di movimento alla mia giovane amica?"

"Come desideri, mia affascinante Miss Valentine." rispose l'uomo in questione, tenutosi finora in disparte e ancora intento a sorseggiare il suo tè. Un secondo più tardi, ad un gesto dell'uomo, le manette e i blocchi di cera che imprigionavano le estremità dalla piratessa si sciolsero, liberandola completamente. Nami avrebbe voluto utilizzare la ritrovata mobilità, prima di ogni altra cosa, per afferrare le proprie mutandine e farle aderire nuovamente al pube, ma la consapevolezza che qualunque azione anche solo apparentemente ribelle l'avrebbe cacciata in guai ancora più seri la costrinse a rimanere immobile, seduta sul pavimento bianco, il suo capo intimo ancora all'altezza delle ginocchia.

"Bene, bene, bene…" disse Miss Valentine in tono sadicamente giocoso, avvicinandosi gattoni alla piratessa. "Se non sbaglio hai detto che avresti fatto qualunque cosa, pur di non svegliare i tuoi amici…"

Nami esitò, spostò velocemente il suo sguardo sui corpi addormentati di Bibi e Zoro, e annuì. La bionda sorrise. Un sorriso crudele.

"Allora afferra le tue mutandine e levatele del tutto. Ah, e anche la maglia, carina."

Era quello che Nami temeva, ma anche quello che si aspettava: visto come si era comportata fino a quel momento la donna della Baroque Works, era più che logico aspettarsi un ordine come quello, ordine a cui la giovane navigatrice non aveva più modo di sottrarsi. Lentamente, rossa più che mai, la piratessa andò ad afferrare con entrambe le mani il proprio capo di biancheria intima, facendolo scorrere lungo i suoi polpacci, le caviglie, i piedi, fino a che non se lo fu sfilato completamente. Vergognandosi come mai prima di allora, la diciottenne dai capelli arancioni lasciò cadere a terra l'indumento bianco, mettendosi subito dopo in ginocchio. Un rapido sguardo al volto della sua torturatrice fece capire alla giovane piratessa che questa non era minimamente intenzionata a rimangiarsi la seconda parte del suo comando, e così, mentre i suoi occhi cominciavano ad inumidirsi di lacrime, la ragazza afferrò il proprio capo superiore di abbigliamento e, con un colpo secco, come se velocizzare il gesto servisse a diminuire la vergogna e l'umiliazione, le lo portò sopra la testa, sfilandoselo e lasciandolo cadere poco distante.

Il seno della giovane navigatrice, coperto ora solo da un reggiseno di pizzo nero, non era particolarmente abbondante, ma ugualmente attraente. Ad una tale vista, la ragazza bionda, ancora posizionata a gattoni di fronte alla piratessa, storse per un attimo il suo viso in una smorfia di rabbia, dovuta evidentemente alla differenza di misure esistente tra i seni delle due donne. Nami, di fronte a quella, seppur piccola, ammissione di inferiorità, non poté evitare di piegare le labbra in un sorrisetto. Solo un istante più tardi capì che anche quello era stato un errore.

"Levati anche quello, carina." disse la ragazza in giallo, usando un tono di voce assai più aspro e duro rispetto a quello delle frasi precedenti. La giovane navigatrice, maledicendosi tra sé, esitò solo un attimo prima di portare le mani al fermaglio posteriore del suo reggiseno, slacciandolo subito dopo. Un secondo più tardi, una volta abbassate le spalline dell'indumento intimo, anche l'ultimo strato di stoffa posto a protezione del seno della diciottenne cadde a terra, accanto alla maglia e alle mutandine sfilate poco prima.

Le braccia della giovane piratessa corsero istintivamente a coprire le proprie nudità, gesto che però parve non venire apprezzato dalla sua aguzzina bionda.

"Tzk, Tzk. Via quelle mani." disse questa, muovendo lentamente il dito indice in un gesto di negazione. "Ti vergogni del tuo corpo, forse? Non mi sembrava che fosse così, un attimo fa…"

Sentendo crescere dentro di lei la rabbia e l'umiliazione, Nami allontanò le braccia dal proprio petto, esponendo così i propri seni, sormontati da due piccoli capezzoli rosa, alla vista di tutti i presenti. O meglio, di tutti i presenti non addormentati.

Se pochi minuti prima Nami avrebbe dato tutto l'oro del mondo pur di non farsi vedere dai suoi compagni nella situazione in cui si trovava, ora avrebbe dato tutti i tesori dei quattro mari pur di sprofondare nel terreno per sempre. Essere a petto scoperto, senza mutandine, alla più completa mercé di un gruppo di persone più che intenzionate ad usarla per soddisfare i loro bassi istinti l'aveva portata al limite del pianto. Era quasi come essere tornata sotto il giogo di Arlong…

"Bene, carina, molto bene." disse Miss Valentine, evidentemente soddisfatta, alzando subito dopo un dito e indirizzandolo verso un punto alla destra della ragazza. "Ora voltati."

Stupita da quella strana richiesta, Nami si girò nella direzione indicatale dalla donna dai capelli biondi, e sbiancò. Di fronte a lei, in piedi, si trovava l'altro agente della Baroque Works, Mr.5, ancora vestito con il suo impermeabile nero ma dal quale, all'altezza del pube, fuoriusciva un'escrescenza anch'essa nera e - pensò istintivamente Nami - di dimensioni considerevoli.

Era la prima volta che la giovane navigatrice aveva modo di osservare il membro di un individuo di colore, e la prima cosa che la colpì fu come la sua caratteristica pigmentazione avesse l'effetto di far apparire tale organo ancora più grande di quanto già non fosse. Un secondo più tardi, prima ancora che la mente della piratessa potesse elaborare la scena che ora le si presentava di fronte, l'uomo in nero fece un passo in avanti, portando il proprio sesso eretto a pochi centimetri del viso della giovane ladra e, in quel preciso istante, la voce di Miss Valentine le sussurrò nell'orecchio: "Sai quello che devi fare".

Nami, come ipnotizzata da quell'asta di carne che aveva davanti, portò la mano destra ad afferrarne la base, percependone il calore e la turgidità, e, dopo aver fatto scorrere gentilmente le dita lungo tutto l'organo dell'uomo, come in trance, avvicinò la bocca alla punta dello stesso, accogliendolo poi tutto dentro di lei.

Non era la prima volta che Nami eseguiva una fellatio ad un uomo, anche sotto minaccia, ma, durante le sue esperienze precedenti, la ragazza si era limitata ad usare le sue doti di seduttrice per far abbassare la guardia ai pirati che, credendo di averla in pugno, si lasciavano poi gabbare e derubare. In quest'occasione, invece, non c'era nessun tesoro da sottrarre, nessuna situazione pericolosa da cui poter fuggire semplicemente facendo gli occhi dolci al bellimbusto di turno: la diciottenne Nami era in balia di tre (quattro contando la ragazzina apparentemente innocua) loschi individui, evidentemente intenzionati a divertirsi con lei finché non si fossero stancati, per poi, molto probabilmente, ucciderla.

Quel pensiero fece riaffiorare la paura nel cuore della ragazza dai capelli arancioni che, pur continuando il suo lavoro con tutta l'abilità di cui era capace, cominciò a versare dagli occhi chiusi lacrime di terrore e rassegnazione, creando così delle strisce argentee lungo entrambe le guance, fino al mento.

Ad un certo punto, però, oltre alla sensazione del membro dell'uomo di colore all'interno della sua bocca, la giovane ladra percepì come un brivido freddo lungo la schiena, a cui si unì subito dopo un nuovo tocco sul suo viso, più delicato e leggero, come un bacio. Spinta dalla curiosità, Nami non poté fare a meno di aprire gli occhi, ruotandoli poi alla ricerca della persona che, con tanta gentilezza, aveva asciugato una delle sue lacrime. La cercò e la vide, e nel vederla si immobilizzò di colpo, sgranando gli occhi. Miss Valentine era ora inginocchiata al suo fianco, completamente nuda, e sul suo volto era visibile un sorriso assai diverso da quelli sfoggiati fino a quel momento dalla donna agente della Baroque Works: sembrava gentile, quasi amichevole.

Stupita e confusa da quell'improvviso mutamento nel carattere della bionda, Nami non trovò la forza di opporsi quando, ad un tratto, la ragazza le fece cenno di spostarsi da dove si trovava e, non appena ebbe lasciato uscire il sesso di Mr.5 dalla sua bocca, la giovane navigatrice osservò come in un sogno la sua aguzzina sostituirsi a lei nel lavoro di stimolazione di quel ragguardevole membro, accogliendolo tra le sue labbra ad occhi chiusi e cominciando ad andare avanti e indietro con la testa.

La ragazza dai capelli arancioni era sconcertata da quello che stava vedendo: non riusciva a credere che la sua torturatrice si fosse messa al suo stesso livello, condividendo con lei le sue stesse umiliazioni, e soprattutto non si sarebbe mai aspettata di poter cominciare a provare una sensazione come di empatia, di affetto per la ragazza bionda. In quel vortice di pensieri ed emozioni fu forse solo per puro istinto che, non appena la donna che fino a poco prima l'aveva sfruttata e manipolata a suo piacimento si staccò dal membro del suo compagno per riprendere fiato, Nami si avventò su quest'ultimo come se non avesse aspettato altro fino a quel momento, riprendendo il lavoro di poco prima.

La consapevolezza dell'assurdità di quel gesto fece capolino per un istante nella mente della giovane piratessa, prima che la parte più istintiva del suo cervello prendesse il sopravvento sulla parte logica e razionale, cancellando ogni dubbio dalla sua mente e facendole perdere completamente il controllo di sé. Nami cominciò a stimolare l'asta di carne dell'individuo di colore con una foga ben maggiore rispetto a poco prima, facendo a tratti cambio con l'altra donna inginocchiata accanto a lei, evidentemente altrettanto desiderosa di continuare il comune lavoro.

Ad un tratto, dopo alcuni minuti di reciproci scambi di posto, mentre entrambe le giovani erano intente a stimolare la punta dell'organo genitale dell'uomo, le loro lingue entrarono in contatto, cominciando ad accarezzarsi prima brevemente, poi sempre più appassionatamente. Entrambe le donne percepivano sull'altra il sapore del sesso dell'individuo di colore e, da qualche parte della loro mente, ne erano felici. Nami e Miss Valentine, come se l'avessero concordato, abbandonarono il membro di Mr.5 ed iniziarono a baciarsi reciprocamente, giocando ancora con le loro lingue, scambiandosi una serie di baci e carezze sempre più audaci e ricolme di lussuria.

Nami non aveva mai baciato una donna prima, ma adesso sembrava che fosse nata solo per quel momento: nella sua mente non c'erano più la rotta maggiore, i suoi compagni o il suo sogno di disegnare la mappa del mondo. C'era solo lei, la donna dai corti capelli biondi con cui stava scambiando effusioni sempre più appassionate, sempre più piacevoli…

Poi, ad un tratto, la giovane navigatrice percepì nuovamente il tocco di una mano all'altezza delle sue parti basse, ma, a differenza di poco prima, non ne fu affatto contrariata o spaventata. Al contrario, si affrettò ad allargare le gambe così da permettere alla sua amante di giocare più facilmente con la sua parte più privata, e nel contempo la sua mano si mosse come in automatico verso il sesso della giovane bionda, decorato da un ciuffo di peli dello stesso colore. Le due donne rimasero ferme così, a baciarsi e ad accarezzarsi, giocando con i rispettivi sessi, fino a che…

"N-nami?"

Quella voce carica di stupore e paura, per quanto flebile, fu sufficiente a ridestare la ragazza dai capelli arancioni dal torpore in cui era sprofondata, facendola allontanare dal volto di Miss Valentine che, un secondo più tardi, ritornò ad assumere lo stesso ghigno ricolmo di malignità sfoggiato fino a poco prima.

Terrorizzata da ciò che avrebbe visto, la giovane navigatrice si voltò verso il punto da cui aveva sentito provenire quel richiamo, e i suoi occhi incontrarono la dura realtà: Bibi era sveglia, i suoi lunghi capelli azzurri pendevano sul pavimento di cera sul quale era ancora semisdraiata, e gli occhi della sedicenne erano fissi su di lei.

Solo in quel momento la diciottenne poté rendersi conto di quello che stava facendo: era praticamente nuda, osservata da persone ben poco raccomandabili, e stava dando e ricevendo piacere da un'altra donna anch'essa completamente nuda, e non una donna qualsiasi, ma una nemica che aveva già tentato di fare del male a lei e ai suoi amici, che l'aveva rapita e costretta a subire pesanti molestie sessuali. Come aveva potuto lasciarsi andare a simili effusioni proprio con lei? Come?

*continue...*