Titolo:
Missing PieceAutrice:
Shining UmbreonCapitolo:
Prologo/??Rating:
PG13Pairing:
Yuki x ShuichiDisclaimers:
Shuichi e co. appartengono a Murakami-sama ed alla Sony Magazines. Questa fanfiction non esiste a scopo di lucro, spero soltanto che la legga e l'apprezzi un po' di gente.Author's note:
la mia prima fanfic su Gravitation, ed anche la prima fanfic shounen ai ^_^. Vi avverto fin da ora che sarà abbastanza triste, le ammiratrici di Yuki mi malediranno, lo so, ma preferisco le storie tristi a quelle banali e tutte felici e contente (e comunque, anch'io sono un'ammiratrice di Yuki ^_^!). Nei dialoghi ho deciso di usare anche alcuni termini giapponesi, così oltre che a leggere la fanfic imparerete anche un po' di giapponese, no? ^^ Il dizionario sarà alla fine di ogni capitolo (sempre che in ogni capitolo ci siano termini nuovi). Seconda cosa: questa ff è scritta dal POV (point of view) di Shuichi (linea di separazione composta da = ) e di Yuki (linea di separazione composta da * ). Beh, mi pare di aver detto tutto. Per cui, invece di continuare ad annoiarvi, vi auguro buona lettura!Missing Piece
Prologo – 0th day
A quanto pare, le nostre aspettative si stavano avverando. Diventare una band famosa in tutto il mondo era sempre stato il nostro sogno. Ed ora ne avevamo finalmente l'occasione.
"Ma ci pensi? Un tour in America, il massimo delle nostre aspettative! Sono così felice, non sto più nella pelle, ma sono anche nervoso. Insomma, sono due mesi che non ci esibiamo più di fronte ad un pubblico, spero di non aver dimenticato come si fa! Ma no, mi sto soltanto facendo prendere dall'angoscia! Piuttosto, non riesco a capire l'atteggiamento di Seguchi-san, Sakano-san e Kei-san… continuano a ripetermi di dare il meglio di me, di impegnarmi al massimo… pensano davvero che io non abbia quell'intento? Così non fanno altro che moltiplicarmi l'ansia! E poi detesto essere trattato come se fossi un bambino, è come se –"
"Urusai." Smisi di parlare al suono della sua voce.
"Huh?" Mi girai, per vedere un aspetto d'irritazione sulla sua faccia. Non mi sembrava di aver parlato poi tanto, ma intuivo che fosse quello il motivo della sua espressione. Perché si comportava di nuovo così? Pensavo che stesse cominciando a trattarmi meglio. Negli ultimi tempi era sempre stato gentile, invece quel giorno sembrava essere tornato come era qualche tempo fa. Scorbutico e insensibile.
"E' da quando siamo usciti che non fai altro che parlare; non c'è bisogno di farla così lunga per uno stupido tour in America!" Mi diede un'occhiata intimidatoria, ed espirò una grande quantità di fumo sulla mia faccia; cominciai a tossire. Possibile che proprio in un momento per me importante come questo Yuki dovesse comportarsi così con me? Quel che mi fece ancora più rabbia fu il fatto che cominciò a sogghignare alla vista della mia insoddisfazione.
"Per noi questo tour è una grande occasione…" sussurrai, come se volessi parlare più a me stesso che a Yuki. "E poi, mi spieghi perché mi stai accompagnando a fare spese?"
Lui si voltò verso di me, e ne approfittai per mostrargli la più addolorata delle mie espressioni. "Se il tuo intento è trattarmi male puoi anche andartene… Pensavo sarebbe stato bello scegliere gli abiti per il tour insieme a te… Ma la cosa che volevo di più era passare qualche ora in tua compagnia!" Finalmente le mie parole cominciavano a fare effetto. Yuki allargò gli occhi, probabilmente rendendosi conto del suo comportamento. Mi trattenni dal sorridere quando scosse la testa e cominciò a parlare meccanicamente. "Hai ragione. Perdonami," Non riuscii più a trattenere il sorriso. Yuki era così incredibilmente carino, anche quando si sforzava di essere gentile. In fondo, lo amavo per quello che era, non per quello che faceva finta di essere. La sua intrattabilità faceva parte del suo carattere, e nonostante questo avevamo passato dei bellissimi momenti assieme. O forse ero soltanto io a ricordarli come belli. Magari per Yuki non erano mai stati così splendidi come lo erano stati per me.
Il mio pensiero venne inghiottito immediatamente dalle sue braccia attorno a me. Per un momento stentai a credere che Yuki mi stesse abbracciando, che mi stesse stringendo così intimamente a sé. Ma era normale, lui riusciva sempre a sorprendermi. Non ero ancora perfettamente abituato al suo cambiamento. Chiusi gli occhi ed adagiai le testa contro il suo maglione morbido. Dilettandomi nel suo calore, sfregai il muso contro il tessuto parecchie volte. L'aria per qualche istante seppe soltanto di lui, di quelle sigarette che fumava ogni momento. Per un secondo mi chiesi come avrei fatto a passare quei due mesi senza di lui. Ero così abituato alla sua presenza. Ogni volta che tornavo a casa, lui era sempre là, seduto davanti al computer portatile. Ultimamente usciva così raramente, ed infatti ero rimasto stupito dal fatto che avesse accettato di accompagnarmi a fare spese, quella mattina.
"Shu-chan," Appena alzai lo sguardo, Yuki mi afferrò per le spalle e mi allontanò da lui. "Forse è meglio non esporci troppo." Mi girai, e notai un gran numero di persone incuriosite che ci fissavano e parlavano tra di loro. Yuki fece cadere la sigaretta sul marciapiede e la pestò, in attesa di una mia risposta.
"Hai. Suppongo che tu abbia ragione…" Feci finta di niente, presi Yuki per il braccio e lo trascinai via da tutta quella folla di corsa. Mi fermai non appena notai l'insegna del negozio di abbigliamento nel quale avevo programmato di andare. Improvvisamente, Yuki allentò la mia presa sul suo braccio con violenza.
"Baka!" esclamò. "Così facciamo molta più scena di quanta non ne stessimo facendo prima!"
Mi accorsi con imbarazzo che Yuki aveva ragione. Tutte le persone presenti su quel marciapiede ci osservavano con aria interrogativa, persino le commesse del negozio dove saremmo dovuti entrare. Sorrisi timidamente di fronte a tutti quegli occhi indiscreti, e riportai la mia attenzione a Yuki.
"Go- gomen…" mormorai, abbassando lo sguardo.
"Non importa," rispose Yuki. Riprese quella sua solita faccia noncurante e si appoggiò al muro. Frugò nella sua tasca e tirò fuori un pacchetto di sigarette. Sospirai, mentre ne estraeva una e l'accendeva. "Yuki, nel negozio è vietato fumare."
Lui mi fissò come se l'avessi schiaffeggiato, e per un attimo rimasi fulminato dal suo sguardo. I suoi occhi a volte mi spaventavano proprio. "Y- Yuki," balbettai. "Scusa, ma non sei tu quello che ha detto di sbrigarci? Sbaglio o hai un appuntamento con Mizuki-san?"
Detto fatto. Yuki lasciò cadere la sigaretta per terra, mi afferrò per le spalle e mi spinse quasi con forza all'interno del negozio. Sbuffai, rendendomi conto di sentirmi vagamente frustrato. Kanna non era mai stata un problema per me come negli ultimi tempi, dopo averla conosciuta. Aveva un debole per Yuki, questo era certo, lo vedevo da come lo fissava e da come gli parlava. Ma soprattutto, da come guardava me; era invidiosa, ne ero certo. Invidiosa del fatto che Yuki fosse il mio amante. E che dunque lei avesse perso ogni possibilità con lui. Dal giorno in cui la conobbi avevo avuto seriamente paura di lasciar andare Yuki ai suoi appuntamenti con lei, nonostante fossero soltanto di lavoro. Fortunatamente quel giorno avrei potuto tenere d'occhio quella strega. Io e Yuki dovevamo passare presumibilmente tutta la giornata assieme, dato che lui aveva accettato anche di partecipare al party organizzato da me e Hiroshi prima del viaggio in America. Una sorta di festa per salutarci con i parenti e gli amici. Non riuscivo ancora a capire come mai Yuki avesse accettato. Solitamente a lui non piacevano i posti affollati e le feste. Ma forse voleva solo passare un po' più tempo con me. Forse.
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"Arigatou, Yuki,"
"Huh? E per che cosa?" domandò, mentre infilava la chiave della macchina nel cruscotto. Io sorrisi.
"Beh…" sussurrai. "… Per avermi aiutato con gli abiti… per aver portato fino alla macchina tutti i pacchi, per esserti trattenuto poco con Mizuki-san, per avermi invitato a pranzo e per… beh, ti dirò che la cosa che mi fa più piacere è il fatto che tu ora sia qui con me…"
"Baka," mormorò Yuki scherzosamente, dandomi un leggero pugno sulla testa. Mi voltai di scatto verso di lui, distogliendo lo sguardo dal finestrino. Giusto il tempo di girarmi, e ritrovai le labbra di Yuki sulle mie, le sue mani vagando tra i miei capelli. Chiusi gli occhi e posai delicatamente le mie mani sulle sue guance, per poi spingerle più in avanti, sempre di più, fino ad avvolgere completamente le braccia attorno al suo collo. I suoi baci erano sempre meravigliosi. Le sue mani cullavano la mia testa dolcemente, avevano il potere di sciogliere qualsiasi tensione, di renderla manovrabile. Realizzai improvvisamente di non sapere che ore fossero, ed aprii gli occhi per poter vedere l'orario dal grande schermo dell'edificio di fianco all'auto, mi accorsi con stupore di quanto fosse tardi. Mentre il bacio si faceva più profondo, allentai il mio abbraccio su Yuki e cominciai a lamentarmi nella sua bocca, tentando disperatamente di fargli capire. Quando finalmente il bacio fu rotto, entrambi non avevamo più fiato. Anche se adoravo i momenti in cui ci mancava il respiro e ci guardavamo negli occhi, dovevo avvisarlo dell'ora.
"Yuki…"
"Shh, non parlare," respirò lui, continuando ad accarezzare i miei capelli, ed avvicinò le sue labbra alle mie un'altra volta. Stavo per chiudere gli occhi nuovamente. Sarebbe stato bello prolungare il momento, anche perché era uno di quelli veramente rari. Ma era troppo tardi. Hiroshi sicuramente era preoccupato per noi.
"Yuki," dissi di nuovo, con più forza questa volta. "Yuki, il party cominciava alle otto. Sono le otto e mezza." I suoi occhi si allargarono di colpo. Mi diede una beccata leggera sulle labbra, dopodiché si sedette in modo composto sul sedile e mise in moto la macchina. Lo guardai per qualche secondo, in parte deluso del fatto che quel magico momento con lui fosse finito. Le luci della strada illuminavano leggermente il volto di Yuki, dandogli una strana atmosfera.
"Yuki…"
I suoi meravigliosi occhi color nocciolo si focalizzarono su di me. "… Nani?"
"Arigatou… di nuovo." mormorai, quasi in imbarazzo. "Oggi è stata una giornata splendida."
"Sì, in effetti c'era un bel sole… ma io cosa centro?"
Scrollai, detestando il suo sarcasmo. "Non parlavo del clima. Parlavo del tempo trascorso insieme."
Sentii una risata bassa; mi girai verso di Yuki e notai che stava ridacchiando. Per un attimo rimasi sbalordito. Rideva o sorrideva davvero raramente, ogni volta che lo faceva restavo incantato. Era ancora più bello con il sorriso sulle labbra.
"Baka," mormorò. "So bene che non parlavi del clima… Shu-chan, domani partirai per l'America, e non ti vedrò per due mesi." Quelle parole mi dissero tutto. Avvicinai la mia mano a quella di Yuki, posata sulla marcia. L'accarezzai leggermente, come se volessi imprimere nella mente la sua morbidezza, e cercai di avvicinarmi alla spalla di Yuki il più possibile. Una volta sistemata la testa sul tessuto, la sua mano destra si scostò dalla mia. Percorse tutta l'estensione della mia schiena per arrivare alla mia spalla e spingermi di più a sé. Aggrappai al tessuto del suo maglione la mano che prima stringeva quella di Yuki, chiudendo gli occhi e rilassandomi nel momento. Riuscivo a sentire il rumore della macchina a stento.
"Ai shiteru…"
Per un attimo sentii lo sguardo di Yuki su di me. Anche se non lo vedevo, potevo sentirlo.
"Shu-chan…" Era bello sentire il mio nome pronunciato dalle sue labbra, quella voce così dolce e profonda era musica per le mie orecchie. Anche se da lui avrei voluto sentire anche altre parole. Perché non mi diceva mai di amarmi? Stavamo insieme da parecchio, mi aveva dato e tuttora mi dava tantissime attenzioni, ma non capivo se lo facesse per amore o soltanto perché mi voleva bene.
"Shu-chan," replicò Yuki, come se volesse da me qualche segno per capire che lo stessi ascoltando.
"Nani?"
"Prima del party… vorrei –"
Non riuscii a sentire il resto della frase. O forse Yuki non la finì neanche. Sta di fatto che tantissimi giornalisti erano radunati di fronte al locale del party, e stavano circondando la macchina impedendoci di farci passare. La situazione divenne una confusione di voci, flash e colpi ai vetri dell'auto. Dannazione, pensai. Kei doveva sicuramente aver dato la notizia ai giornalisti in modo che venissero qui.
In un momento di panico totale, feci la cosa più stupida che avrei potuto fare. Aprii il finestrino, inizialmente con l'intento di ordinare ai giornalisti di andarsene. Che idea stupida. Mi ritrovai di fronte agli occhi almeno dieci microfoni, le voci si fecero più forti, talmente forti che riuscii difficilmente a capire qualche domanda.
"P- per favore…" Cercai di fare ciò che era il mio scopo iniziale, ma era tutto inutile, la mia sola voce non riusciva a sbaragliare tutte le altre. Mi girai verso Yuki, aveva una faccia irritata, tuttavia notavo che cercasse di mantenere la calma. L'ultima cosa che volevo era che lui si arrabbiasse; non era giusto, i giornalisti stavano rovinando una giornata che volevo ricordare come meravigliosa.
Improvvisamente, Yuki fermò l'auto ed aprì la portiera. Non capivo cos'avesse in mente, e cominciai a pregare che non volesse fare a botte con i cronisti. Invece no, tentò di districarsi da loro durante il tragitto verso il mio lato della macchina. Nell'attimo in cui finalmente capii il suo intento, aprii la portiera e spinsi via da me i giornalisti fino a quando Yuki non mi acchiappò per il braccio e mi trascinò verso il locale aprendosi un varco tra tutti quegli scocciatori.
Una volta all'interno del locale, Yuki mi prese per mano e mi condusse verso le scale.
"Yuki," mormorai. "Non sei arrabbiato… vero?"
"Iie." rispose, indifferente.
"Honto ni?"
"Hai. Ora è meglio raggiungere Hiroshi e gli altri."
Chinai il capo in risposta. Era già molto tardi, sicuramente Sakano stava avendo una delle sue crisi di panico. Strinsi più forte la mano di Yuki, mentre arrivavamo alla stanza del party.
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"Pensavamo che non saresti più venuto neanche tu…"
Hiroshi era veramente triste. Aveva invitato sia la sua famiglia che Ayaka, ma nessuno di loro era potuto venire. Io invece non avevo neanche pensato di invitare i miei o mia sorella. Non sapevo nemmeno se fossero a conoscenza della mia relazione con Yuki, e non avevo mai avuto il coraggio di chiederglielo. Non sapevo in che modo l'avrebbero presa.
"Gomen nasai, Hiro…" mi scusai. "Il tempo con Yuki è passato così in fretta… e poi è stato così gentile oggi, rispetto al solito…"
Lui sorrise, strofinando una mano sui miei capelli affettuosamente.
"Sono felice per te, Shuichi," disse. "Ho notato che ultimamente sei sempre sereno, sono due mesi che non ti sento parlare di litigi con Yuki o delle sue cattiverie."
Chinai il capo e presi un bicchiere di birra dal tavolino di fronte. Ne presi un sorso, meditando sul gusto leggermente amaro. Infine, decisi di rispondere verbalmente.
"Hai…" La mia voce suonava distesa, pronunciai quella parola come un sospiro di sollievo. C'erano stati momenti in cui avevo seriamente dubitato che la mia storia con Yuki non potesse funzionare, in cui avevo pensato di arrendermi all'evidenza che fossi soltanto una scocciatura per lui. Ora però ero felice di non aver lasciato perdere. Lui era ancora con me, ed il nostro rapporto migliorava di giorno in giorno. "Se penso che non lo vedrò per due mesi…"
"Shuichi, esistono tanti mezzi per comunicare a distanza," rispose lui, con voce rassicurante. "Ci sono i telefoni, le lettere, internet… e poi sono sicuro che questi due mesi passeranno in fretta."
"Lo spero proprio…" sussurrai, prima di prendere un altro sorso di birra dal bicchiere. "Dopo il tour saremo liberi fino all'estate prossima… Ehi, ma dimmi un po' di te! Come va' con Ayaka-chan?"
"Oh," Hiroshi sembrava sorpreso dalla mia domanda. Non era ancora abituato a non vedermi come un ingenuo. "Va tutto bene. Ha promesso che domani verrà a salutarmi all'aeroporto."
"Sugoi!" esclamai. "Allora non fare quella faccia triste, vedi di goderti la festa, altrimenti rischi di far preoccupare gli altri!" Gli diedi due pacche sulla schiena in segno d'incoraggiamento, dopodiché mi alzai dalla sedia.
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"Come vanno le cose con Shindou-san?"
Odiavo quella domanda da parte di Tohma. Con quel tono. Era come se mi stesse chiedendo Quanto ancora hai intenzione di sopportarlo?. Sospirai, appoggiandomi al muro.
"Va tutto benissimo, grazie." risposi con noncuranza. Negli occhi di Tohma si fece strada purissima sorpresa, probabilmente non si aspettava da me una risposta del genere.
"Sai, pensavo che mancasse poco al tuo punto di rottura…" commentò. "Evidentemente hai molta più pazienza di quanto immaginassi." Guardai Tohma con occhi truci, come se quelle parole fossero state un insulto.
"Se non sopportassi Shuichi l'avrei già lasciato da tempo…" ribattei con tono offeso. Lui mi fissò di nuovo con quell'espressione stupita, ma non si smentì neanche in quel momento.
"Suvvia, sai più di me quanto Shindou-san ti renda manovrabile, in ogni situazione riesce sempre a costringerti a restare con lui." A quel punto trovai davvero un punto di rottura. Smisi di sorreggermi sul muro per fissare Tohma dritto negli occhi. "Stammi bene a sentire," mormorai. "Forse inizialmente era così, ma solo inizialmente. Ora gli sono grato per non avermi permesso di andare via da lui. Shuichi per me è molto più importante di quanto tu immagini." Non riuscii quasi a riconoscermi mentre pronunciavo quelle parole. Non era assolutamente da me fare certi discorsi, senza contare che non avevo mai preso le difese di Shuichi, né tantomeno le difese del nostro rapporto. Anche Tohma rimase stupito, forse più di me.
"… Mi stai dicendo che lo ami?"
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"Huh? Yuki?" domandò Sakano. "L'ho visto una mezz'oretta fa con il presidente… sono andati sul tetto, volevano parlare e prendere una boccata d'aria."
Annuii, guardandomi intorno per trovare l'ascensore. Mi sentivo un leggermente pesante e disorientato, dovevo avere bevuto un po' troppo. Così mi lasciai completamente andare sulla parete metallica dell'ascensore, mentre aspettavo che mi portasse sul tetto. Le parti laterali erano degli specchi, e notai immediatamente l'aspetto disordinato che avevo in quel momento. I capelli scompigliati, la giacca sottosopra, i pantaloni macchiati di birra… sembravo quasi un barbone. Sorrisi, immaginando che faccia avrebbe fatto Yuki quando mi avrebbe visto.
Appena le porte scorrevoli si aprirono, mi ritrovai davanti Tohma e Yuki, mi fissavano, sorpresi. Ma non ci feci caso, appena vidi il mio scrittore adorato non riuscii a trattenere né la mia voce né i movimenti del mio corpo.
"Yukiii… " Avvolsi le braccia attorno al suo collo possessivamente, facendolo barcollare, prima che si abituasse al mio peso. "Shu-chan, che è successo di sotto?" domandò Yuki, con tono meravigliato. "Una guerra?" Cominciò ad accarezzare i miei capelli, forse nel tentativo di rimetterli in ordine. Sospirai soddisfattamente. Era una bella sensazione. Con la testa nascosta nel suo petto, il mondo esterno sembrava quasi intirizzirsi, diventarmi estraneo.
"Beh, ragazzi, non so voi…" s'intromise Tohma, fermando con una mano le porte dell'ascensore che si chiudevano. "… ma io me ne torno al piano inferiore; sta cominciando a fare troppo freddo."
Come allontanai la testa dal torso di Yuki, notai che il presidente mi sorrideva. "Sei molto fortunato, Shindou-san… Davvero molto fortunato." E detto questo, entrò nell'ascensore e lasciò andare gli sportelli. Non capivo a cosa si riferisse. Al mio rapporto con Yuki? Al tour in America? A qualcos'altro? Prima che la mia mente cominciasse anche solo a pensarci, Yuki prese la mia faccia tra le sue mani e mi baciò sulle labbra teneramente. Provai leggermente a spostarmi, ma le sue braccia mi vincolavano a lui con una forza quasi dolorosa. Anche dopo il bacio, non voleva lasciarmi andare. Lasciò riposare il mento sulla mia fronte, e senza dire una parola, continuammo a restare in quella posizione per qualche minuto.
"Shu-chan…"
"Hai?"
Rimase in silenzio, dopo la mia domanda, come se non sapesse cosa dire. Sentivo la sua bocca prendere fiato per parlare, e subito dopo un sospiro, come se le parole non uscissero. Dopo la quarta volta, il sospiro divenne più pesante. "… è meglio se torniamo anche noi al piano di sotto." Anche se erano le ultime parole che avrei voluto sentire, non obiettai. Il freddo cominciava ad aumentare, e la mia giacca non era in grado di proteggermi adeguatamente. "Hai." Alla mia risposta, Yuki premette il pulsante per chiamare l'ascensore, ed attendemmo in silenzio che arrivasse.
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"Che ore sono?" Non guardavo più l'orologio nel locale da un'eternità. Doveva essere tardissimo.
"Le quattro meno un quarto…" sospirò Yuki.
"Shimatta!" esclamai. "Domani è un miracolo se riuscirò a svegliarmi in tempo!" Cercai di seguire il passo di Yuki, ma la mia andatura era troppo barcollante per permettermi di camminare veloce. Lui si girò e mi guardò con aria divertita. "Pensa ad ora, piuttosto… sei ubriaco."
"Non è vero." ribattei, anche se sapevo che Yuki aveva ragione. Tornò indietro verso di me e mi diede un leggero colpo sulla schiena, facendomi perdere l'equilibrio che tentavo di mantenere mentre camminavo. Prima che toccassi il cemento del marciapiede, Yuki mi afferrò e mi mise a sedere sulla sua schiena, le sue braccia avvolsero le mie ginocchia, ed io abbandonai la testa sulla sua spalla. Il mio orecchio destro sfiorava i suoi capelli incredibilmente morbidi, sembravano fatti di seta. Mentre chiudevo gli occhi, sentii la voce di Yuki.
"Shu-chan… posso chiederti una cosa?"
Ridacchiai debolmente. "Hai bisogno del mio permesso per potermi fare una domanda?"
Anche Yuki cominciò a ridere. Rimase qualche secondo in silenzio, poi riprese a parlare.
"Sei felice… in questo momento?" Le sue parole suonavano come se si fosse esercitato a dirle parecchie volte.
"Hai, certo." risposi. "Mi basta stare al tuo fianco per essere felice…"
"Devo essere sincero con te…" mormorò. Non capivo perché parlasse in questo modo. "Ho sempre pensato che prima o poi ti saresti stancato di me…"
"Yuki, mai!" lo interruppi bruscamente. "Mai, non mi stancherei mai di te! Anche se avessi continuato a trattarmi male come una volta, io avrei continuato ad amarti!"
Yuki sorrise timidamente, uno di quei sorrisi che in lui non avevo mai visto, neanche raramente. Tuttavia, quell'espressione svanì quasi subito. Il suo comportamento stava cominciando a preoccuparmi. "Doushita no?" domandai, preoccupato.
"Iie…" La sua bocca voleva dire di più, lo sentivo dai suoi respiri profondi, dalla sua espressione esitante. "… Siamo arrivati." mormorò, posandomi sul cofano anteriore della macchina. Prese la chiave, tuttavia fermò la mano non appena fu vicina alla portiera. "Abbiamo lasciato l'auto aperta."
"Ops…" commentai. Mentre tentavo di spostarmi dal cofano della macchina, sentii che c'era qualcosa sotto la mia mano. Come l'alzai, notai un foglietto bianco scritto in nero con delle specie di decorazioni rosse. Inizialmente pensai che si trattasse di pubblicità… poi presi tra le mani il foglio e lo guardai bene. "Ops!" replicai, allarmato.
"Che succede?"
"Hai parcheggiato la macchina dove non potevi…" Dopodiché, porsi il foglio a Yuki. Chiuse gli occhi in esasperazione, e mi scappò una risata, forse per la sua espressione.
"Una multa…" Non riuscivo più a fermare le risate, non sapevo neanche perché stessi ridendo tanto. Forse era l'alcol a rendermi un po' pazzo. "Urusai, Shu-chan… siamo vicini ad un palazzo, sveglierai tutti…"
Niente da fare, le risa continuavano ad uscire involontariamente dalla mia bocca senza fermarsi un secondo. Cominciai a pensare che sarei soffocato a furia di ridere. Forse in preda alla disperazione, Yuki s'inclino contro di me e catturò le mie labbra in un bacio. Inutile dire che la ridarella mi passò immediatamente. "Urusai. Baka." sussurrò, la sua voce era così bassa che sembrava il vento.
"N- non so cosa mi sia preso…" balbettai, agitato.
"Non importa."
Stavo per chiedergli cos'è che tentava di dirmi prima, ma non riuscii ad elaborare una frase prima che Yuki mi prendesse in braccio e mi portasse fino al lato destro della macchina, depositandomi sul sedile. Stava per allontanarsi e chiudere la portiera, ma afferrai l'orlo della sua manica.
"Huh?"
"Yuki… arigatou…" sussurrai, oscillante tra sonno e veglia. "Ultimamente sei così gentile… così dolce… così… come ti vorrei sempre…"
Yuki strinse la mia mano. "Io… potrei…" cominciò, ma s'interruppe subito. Forse perché ormai avevo chiuso gli occhi e stavo per cadere nel mondo dei sogni. Spostò dalla mia fronte qualche trefolo di capelli, poi disse, "… ne parliamo un'altra volta."
"Okay…" sussurrai, abbandonando completamente la testa sul sedile. Il sonno cominciò a sbarcare nelle mia mente, l'ultimo suono percettibile fu quello della portiera chiusa da Yuki.
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"Yuki…" Sarà stata la millesima volta che Shuichi chiamava il mio nome. "Onegai…"
"Iie…" risposi, quasi freddamente. Lui reagì come se quella parola per lui fosse stato un colpo fisico, assunse un'espressione mortificata e indietreggiò nel mio abbraccio. Quando riportò i suoi occhi sui miei, c'era una scintilla di speranza in loro. "Onegai…" sussurrò, le sue mani scivolarono sul tessuto del mio maglione, ma le fermai non appena ne raggiunsero l'orlo.
"Iie." replicai, con meno freddezza. Lasciai che il mio sguardo si sciogliesse in un sorriso. "Devi svegliarti presto, domani… sei stanco e hai bisogno di riposare." Le sue mani tentarono di fare forza alle mie, mentre parlavo.
"Demo… demo…" Cercò di trattenere uno sbadiglio, ma il tentativo gli fece lacrimare gli occhi. Posai le mie labbra sulle sue palpebre, baciando via le gocce di cristallo tra le sue ciglia. Liberai Shuichi dal mio abbraccio, gli presi la mano e lo condussi nella mia stanza. "Puoi dormire nel mio letto, però, se ti fa piacere…"
I suoi occhi si spalancarono. "Honto ni?!"
"Hai." sussurrai. "Potremmo provare a dormire insieme più spesso, dopo il tour… cosa ne pensi?"
"Yuki, è meraviglioso!" esclamò Shuichi. "Svegliarmi al tuo fianco tutte le mattine… mi sembra quasi un sogno!" Ero felice di vederlo così gioioso. Ultimamente il sorriso di Shuichi stava diventando per me una delle cose più appaganti al mondo. E bastava così poco per renderlo felice…
"Aspettami qui," mormorai. "Torno subito. Nel mentre cambiati, indossa pure una delle mie camicie." Le mie camicie gli stavano così larghe da arrivargli quasi fino alle ginocchia. Shuichi annuì, sorridendomi. "Arigatou, Yuki…"
Chinai il capo ed uscii dalla stanza. Il corridoio era completamente oscuro, ma non volevo accendere la luce, i miei occhi ormai erano abituati all'oscurità. Mi appoggiai sul tavolo, frugando nelle mie tasche alla ricerca dell'oggetto che m'interessava. Una volta tra le mie mani, lo fissai, meditando. Negli ultimi giorni… soprattutto questi ultimi giorni mi comportavo in modo diverso da prima. Tutto per colpa di quell'oggetto. Mi maledissi per averlo preso. Tanto era inutile.
"Non ce la farò mai…" sussurrai a me stesso, mentre lo riponevo al suo posto. Osservai la leggera luce che filtrava dalla porta della mia stanza, ricordandomi che Shuichi mi aspettava. Afferrai dal divano del soggiorno il suo cuscino e camminai in direzione del corridoio.
Entrai nella stanza, e sorrisi alla vista del mio amante sotto le coperte e con la testa premuta sul mio guanciale. "Odora di te," sussurrò, gesticolando con il mento al cuscino.
"Ovvio, ci dormo ogni notte," commentai, e mi sedetti al lato del letto. Gli porsi il suo cuscino cortesemente. "Tieni. Senza il tuo cuscino non riesci a dormire, no?"
"Hai…" mormorò Shuichi, lentamente e quasi esitantemente, come se stentasse a credere che chi avesse di fronte fossi proprio io. Il più delle volte mi capitava di tirargli il cuscino in faccia.
Mi cambiai gli abiti il più in fretta possibile, dopodiché spensi le luci e m'inclinai sul letto, lasciandomi avvolgere dalle braccia sottili di Shuichi. Ci sistemammo sul materasso e ci stringemmo in un caldo abbraccio. "Yuki, ai shiteru…"
Chiusi gli occhi, ascoltando il respiro ed i battiti del cuore di Shuichi. Lasciandomi cullare da quella sorta di ninnananna, mi abbandonai in quel che sarebbe stato uno dei sonni più sereni della mia vita.
To Be Continued…
"Urusai":
"Taci" oppure "Stai zitto""Hai":
"Sì", "Già.""Baka":
"Stupido", "Sciocco""Gomen":
"Mi dispiace""Arigatou":
"Grazie""Nani?":
"Cosa c'è?""Ai shiteru":
"Ti amo""Iie":
"No""Honto ni?":
"Davvero?", "Sul serio?""Demo":
"Ma", "Però""Gomen nasai":
"Mi dispiace tantissimo", "Ti prego, perdonami""Sugoi":
"Wow""Shimatta":
"Accidenti", "M***a""Doushita no?":
"C'è qualcosa che non va'?""Onegai":
"Ti prego", "Per favore"Author's Note:
beh, che vi sembra? Vi è piaciuta? ^_^ Lo so che Yuki è moooolto OOC, ma penso che con il tempo tutti possano cambiare, no? Beh, per ora vi saluto, al prossimo capitolo! ^^By Shining Umbreon
