Kathryn entrò di soppiatto nel proprio alloggio e si diresse verso la camera da letto. Si tolse l'uniforme e cercò nella penombra la sua camicia da notte, dopodiché andò nel bagno. Solo quando chiuse la porta dietro di sé sussurrò. "Computer, luci." Non voleva disturbare la persona che dormiva con lei. Si lavò, si cambiò, tornò in camera da letto e s'infilò sotto le coperte, scivolando vicino al corpo addormentato. Si voltò su un fianco per guardare intensamente l'esile figura e quando i suoi occhi si abituarono al buio, poté vedere i lineamenti del suo dolce volto. Sorrise teneramente e non riuscì a trattenersi dall'impulso di accarezzarle i capelli. Udì un respiro profondo e un mugolìo e capì di averla svegliata. "Ciao Kessy." Mormorò dolcemente. Kes si sforzò di aprire gli occhi. "Kathy! Ma che ore sono?", "E' tardi." Disse lei accogliendola tra le sue braccia. "Mi dispiace di averti svegliata." Si scusò la donna. "A me no." Rispose Kes, poi la baciò dolcemente e si schiacciò ancora di più contro di lei, continuando a lamentarsi compiaciuta.
Da quando, un mese prima, Kes era tornata inaspettatamente a bordo della Voyager, dopo l'esperienza extracorporea durata due anni, esperienza che le aveva allungata notevolmente la vita, le due donne capirono quanto fosse sciocco nascondere il loro legame ad un equipaggio che ormai era la sola famiglia che restava loro. Avevano capito di amarsi solo qualche mese prima che Kes fosse costretta a lasciare la nave e quella volta, Kathryn credette che fosse meglio tenere gli altri all'oscuro di tutto. Ma dopo che la ragazza partì, lei si trovò a dover fronteggiare e nascondere un segreto troppo doloroso. I due anni passati furono i peggiori della sua vita. Non ebbe il coraggio di sfogarsi con nessuno e cadde lentamente nel baratro, fino a quando B'Elanna si decise a prenderla per i capelli e a riportarla in superficie. Quando il Capo Ingegnere se la trovò in Sala Macchine, quella sera, stava lavorando ad un esame di routine con Harry Kim. Kathryn arrivò col sorriso sulle labbra e i modi energici, troppo esuberanti, alla luce dell'umore tetro che l'accompagnava ormai da troppo tempo. In ogni caso, Torres parve essere la sola persona a bordo che intuì la sua menzogna. L'unica persona che avvertì il bisogno di agire. La mattina seguente si avviò al suo alloggio, decisa ad offrire il proprio aiuto, e si scontrò letteralmente con Kathryn che, con la vivacità del giorno prima, stava per affrontare una partita di tennis sul Ponte Ologrammi. Poco più tardi iniziarono un combattimento a corpo a corpo che non giunse mai a termine.
"Ho studiato il Kung-Fu e il Tae-Kwan-Do all'Accademia… ed ho anche avuto modo di approfondire alcuni attacchi della lotta a corpo a corpo di Klingon." Informò Kathryn cercando di trovare il punto debole di B'Elanna. "Non penserà di battermi, Capitano!" Ribatté divertita lei. "Vedremo B'Elanna, vedremo…" Concluse l'altra con aria di sfida, dopodiché sferrò il primo attacco. Il Tenente anticipò la mossa e il Capitano si trovò a faccia a faccia con il pavimento. Si rialzò di scatto e con disinvoltura. "Allora…di cosa voleva parlarmi?" B'Elanna le fu subito addosso, il suo braccio si fermò a pochi centimetri dal volto dell'avversaria, che era riuscita a bloccarlo. Adesso le due donne stavano cercando di prevalere l'una sull'altra e si guardavano negli occhi. "Non crede che sia giunto il momento di parlare con qualcuno del suo problema, Capitano?" Chiese B'Elanna quasi con cattiveria. Kathryn reagì spingendola indietro, la ragazza non riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde a sedere sul tappetino, con lo sguardo infuocato. "Io non ho nessun problema." Affermò con totale calma la donna. Quella falsità incrementò il disagio di B'Elanna che rimase a fissarla incapace di alzarsi. Il Capitano le fece cenno di muoversi e lei accettò l'invito. "Davvero? Non mi costringa a ricordarle che cosa NON ha fatto negli ultimi tempi!" Kathryn trattenne la rabbia. "E cosa NON avrei fatto?" Chiese passeggiandole intorno con la lentezza che uno squalo concede alla propria preda, guardandola con nervosismo e sprezzo. "Perché non me lo dice lei Kathryn?" Le urlò Torres. Il Capitano si fermò irrigidendosi sotto quella provocazione, era furiosa, ma ancora una volta riuscì a fingersi noncurante. "Credo che il nostro incontro sia terminato, Tenente!" Poi si avviò verso l'uscita dando le spalle alla Klingon. "Ma certo, vada a nascondersi Kathryn, tanto ormai è l'unica cosa che sa fare!" Le abbaiò B'Elanna. Se solo il Capitano avesse visto il suo sguardo, in quel momento Torres si sarebbe tradita. Kathryn si fermò ancora e si voltò molto lentamente. "Tenente Torres, non le permetto di parlarmi così! Se non la sospendo è solo perché in questo momento non siamo in servizio né io né lei, ma l'avverto B'Elanna... Chi é andata vicina tanto così!" Disse con autorità. "Davvero? Beh, non m'interessa, prenda tutte le precauzioni che vuole, mi sospenda, mi confini nel mio alloggio, faccia lei, ma non mi venga a raccontare che sta bene, perché sappiamo entrambe che non è la verità!" L'arroganza della ragazza metteva a dura prova la resistenza di Kathryn. "Tenente, lei sta rischiando grosso, lo sa questo?", "Sarei disposta anche a rischiare di più, se sapessi che servirebbe a qualcosa, non lo capisce Kathryn? Kes se n'è andata, ma NOI siamo qui!" Al Capitano parve che Torres avesse addolcito il suo tono, ma ormai era fuori di sé e sentendo pronunciare quel nome esplose. "E non si permetta MAI più a chiamarmi Kathryn!" Sbraitò meravigliandosi nel sentire la propria voce rompersi per la rabbia. "Ma certo, Capitano…" L'apostrofò sarcastica B'Elanna, le passò accanto urtandole volutamente la spalla e si allontanò facendo un ultimo tentativo. "Le consiglio di parlarne a qualcuno, altrimenti un giorno o l'altro il nostro Capitano sarà Chakotay, ma per ora resti pure qui a fingere di divertirsi, me ne vado io!" Bisbigliò il Tenente richiamando l'uscita dal Ponte Ologrammi. Kathryn non riuscì a distogliere gli occhi da lei finché non scomparve dietro la porta scorrevole che si richiudeva e si dissolveva come se non fosse mai esistita. Quando finalmente rimase sola, si lasciò andare ai violenti tremiti che la collera le aveva provocato e alle lacrime che le rigavano il volto.
B'Elanna sedeva al piccolo tavolo nel suo alloggio, fissando le nuvole di vapore che si levavano dalla sua zuppa talassiana preferita, aveva appositamente modificato il replicatore nel proprio alloggio per migliorarne la ricetta di default ed adattarla ai suoi gusti. La discussione con il Capitano l'aveva abbattuta molto, perché non sapeva cos'altro fare per aiutarla. Continuava a rimestare il cibo nel piatto con sguardo assente, quando sentì il suono alla porta. Andò ad aprire sperando che fosse Kathryn e fu accontentata. Dopo un attimo d'imbarazzo, incrementato dalla espressione del Tenente, che si finse non interessata, l'ospite chiese se poteva entrare. B'Elanna, ancora senza dire una parola, la fece passare spostandosi da un lato e si accorse che la donna teneva in mano il suo PADD. Intanto si avviò al replicatore e chiese un caffè caldo. Conosceva abbastanza il suo superiore da sapere che quella bevanda l'avrebbe distesa, almeno un po'. Tornò indietro e le porse la tazza. "Si sieda, Capitano." La invitò indicando il divano, il suo tono uscì piatto. "Va bene, d'accordo, perché non mi chiami Kathryn, eh?" S'arrese l'altra. B'Elanna sputò fuori un sorriso, alzò lo sguardo e i loro occhi s'incontrarono. Anche Kathryn sorrise e la ragazza pensò che adesso, quella donna, era proprio il suo Capitano. Si sedettero l'una di fronte all'altra, Kathryn prese il primo sorso di caffè, dopodiché ripose la tazza sul tavolino. Teneva lo sguardo basso, e giocherellava con il PADD che aveva ancora in mano. Dopo un lungo attimo di silenzio, durante il quale B'Elanna la guardò con le braccia incrociate aspettando pazientemente, trovò il coraggio di parlare. Quando giunse al termine del suo doloroso racconto, riuscendo, con grande sforzo, a non scoppiare in lacrime, mise il PADD sul tavolo e si avvicinò all'enorme vetro che dava sull'infinito spazio ornato di stelle. Adesso era B'Elanna che fissava il pavimento, nell'intento di cacciare indietro la commozione. Con gli occhi ancora lucidi, si alzò e le posò gentilmente una mano sulle spalle. Guardò Kathryn che fissava le stelle e capì che con quel gesto sperava di poter vedere Kes tra gli astri. "Non sei sola, Kathryn, tutti a bordo tengono a te… io tengo a te! Vorrei aver avuto il coraggio di offrirmi prima." Le disse dolcemente. "Io sono sempre qui, se ti va di parlare… vorrei che lo capissi." Il Capitano si voltò e finalmente affrontò il suo sguardo.
