Nota dell'autore.
Questa è la versione rivisitata e corretta del primo capitolo di questa mia fanfiction. Si può dire anche che è la traduzione precisa di come la ho pubblicata fino ad ora in inglese.
Perché faccio questo?
Semplice, dovete sapere che io scrivo questa fic in Italiano, la traduco in Inglese e poi la spedisco al mio amico e Betareader Codaram (che è Americano). Lui la corregge e mi da la sua opinione a riguardo, a volte facendomi notare che certi eventi possono essere cambiati in meglio, così li devo riscrivere. Capirete quindi, che la prima scrittura risulterà sensibilmente differente rispetto a quella che lui mi rimanda indietro, così mi tocca ri-tradurla in Italiano. Per fare tutto ciò ci vuole un sacco di tempo, per questo i miei aggiornamenti sono poco frequenti anche nella versione inglese della fic, che nell'ultimo anno è anche stata l'unica che è andata avanti.
Seguiranno a breve anche gli altri capitoli. Per coloro che hanno già letto la fanfiction ho un annuncio particolare: Grazie per la fedeltà e la pazienza che avete avuto fin'ora. Vi invito a leggere queste nuove versioni dei capitoli, non solo perché sono migliori, ma anche perché la storia cambierà in maniera sensibile. Non saranno cambiamenti radicali, ma certi eventi e certe situazioni si evolveranno in maniera diversa, dando alla storia tutta un'altra qualità e un altro aspetto.
Cercherò inoltre di aggiornare la storia con molta più frequenza, visto e dato che ormai è praticamente un anno che è ferma.
Un ringraziamento speciale va a fan. Sei tu che mi hai dato una svegliata con la tua review ^_^
Credo che per re-iniziare sia tutto, vi auguro una buona lettura e vi invito a dirmi cosa ne pensate.
Naruto: Cronache della Fine
Un nuovo inizio.
Puoi riconoscere con certezza il momento esatto in cui qualcosa di nuovo ha inizio?
Era una bella giornata tra le foreste che circondavano il grande villaggio di Konoha. Il sole risplendeva e una brezza leggera soffiava tra le fronde degli alberi, portando con sé i suoni degli animali nascosti nella folta vegetazione. Era la perfetta definizione di pittoresco...
Se solo non fosse stato per un piccolo gruppo di viaggiatori che percorrevano lentamente la strada, unico neo di un quadro di natura incontaminata altrimenti perfetto.
Indossavano abiti decisamente pesanti per quel periodo dell'anno, essendo coperti da testa a piedi in nero. Lunghi cappotti scendevano ondeggiando dalle loro spalle fino quasi a toccare terra, mentre dei vistosi cappucci nascondevano le loro facce. Indossavano tutti lo stesso tipo di stivali in pelle, i quali schiacciavano le fragili foglie che ricoprivano il sentiero sotto di loro, lasciando profonde impronte sul terreno. Solo il quarto membro del gruppo indossava qualcosa di differente, il suo cappotto era di un bianco candido mentre il suo cappuccio era dello stesso colore nero degli altri suoi compari.
Il clima caldo non sembrava dargli fastidio più di tanto, ma considerando tutti gli avvenimenti recenti, sarebbe stata comunque una ragione poco valida per essere infastiditi.
Nonostante le ingenti vittime di quello che è stato il più sanguinoso e brutale dei conflitti nella storia del mondo degli shinobi, l'Alleanza delle cinque Grandi Terre dei Ninja era riuscita a sconfiggere Madara Uchiha e il suo esercito di immortali. Anche se nessuna delle nazioni poteva accollarsi più merito delle altre, una persona in particolare si era distinta come la più coraggiosa di tutte, un vero eroe tra gli eroi.
Naruto Uzumaki, il giovane shinobi di Konoha, aveva sbaragliato tutti i pronostici e sconfitto sonoramente il folle Uchiha, nonostante la sua apparente immortalità. Molti pensavano che il ragazzo sarebbe semplicemente corso verso la propria morte, ma se ci fu una cosa che venne insegnata al mondo degli shinobi quel giorno, era che Naruto Uzumaki era tutto fuorché prevedibile.
Come se non avesse guadagnato già abbastanza riconoscimenti, il giovane aveva anche sconfitto il discendente di Madara nonché suo migliore amico prima che tradisse il villaggio, Sasuke Uchiha. Solo pochi fortunati poterono assistere al loro scontro, ma tutti coloro che lo videro, affermarono che sarebbe entrato nella leggenda come una delle battaglie più distruttive della storia. L'ultimo membro rimanente dell'un tempo nobile clan Uchiha dovette rinunciare al suo desiderio di vendetta contro il villaggio di Naruto, e il mondo poté finalmente godere di un po' di pace, anche se solo per poco.
La persona vestita di bianco cominciò a fare passi sempre più lunghi, distanziando il resto del gruppo. Non si allontanò più di tanto però, prima che uno dei suoi compagni lo raggiungesse.
"Toraku, non c'è alcun bisogno di accelerare il passo!" Lo richiamò con tranquillità, la sua voce quella di un uomo. Non aveva alzato la voce, ma il suo tono inspirava comunque autorità, insieme a calma e sicurezza. "Arriveremo presto al villaggio della Foglia; a cosa serve fare le cose di corsa anche se ci farà arrivare solo un giorno prima?"
Quello vestito di bianco sembrò rallentare alle parole del suo compagno, anche se con un po' di riluttanza.
"Cerca di capire la sua agitazione caro." Un altro di loro rispose gentilmente, questa volta si trattava di una donna. "È emozionato all'idea di vedere la sua nuova casa, e ne ha tutte le ragioni! Ad essere onesta, anche io sono un po' agitata all'idea di vedere come è cambiato il villaggio dopo tutti questi anni!" Sembrava molto più rilassata rispetto agli altri, persa nella propria nostalgia per il villaggio che, a quanto pare, una volta chiamava casa.
Quello di nome Toraku prese le sue parole come un incoraggiamento, e tornò immediatamente alla sua andatura precedente. "Sì, acceleriamo! Voglio vedere se ci sono dei ninja forti che valga la pena sfidare! Rimarranno tutti di stucco quando vedranno cosa sono in grado di fare!"
Il quarto membro del loro piccolo gruppo sbuffò alla boria di Toraku, scuotendo la testa. "Ma fammi il favore... con le tue capacità non sarebbe esagerato dire che verresti preso a calci nel sedere dal più scarso dei genin!" Un'altra donna, ma con una indole molto più provocatoria e sicura di sé, sembrava sfidare chiunque a contraddirla, anche solo col proprio portamento.
"Proprio tu hai il coraggio di parlare, zia Mitzuru?" Toraku le urlò indietro. "Se ricordo correttamente, avrei vinto io il nostro ultimo combattimento se tu non avessi barato all'ultimo secondo! E comunque non eri forse stata tu a proporre di non usare le nostre abilità innate perché così sarebbe stato più interessante?" Disse poi imitando la voce di Mitzuru, riuscendo così a colpire un nervo scoperto.
"Poi fingi una ferita solo per approfittarti del mio buon cuore, e intrappolarmi in quel tuo stupido Genjutsu!"
"Basta bisticciare voi due! Sembrate due bambini punzecchiandovi in quel modo." Disse l'uomo che aveva parlato per primo. Un piccolo sorriso si allargò sul suo viso al di sotto del cappuccio. "Anche se, a essere onesto, sarà bello vedere di nuovo Minato e mostrargli quando dono diventato più forte. Potrei anche riuscire a strappargli il titolo di Hokage!"
La donna che gli camminava accanto giocherellò col proprio mantello, sospirando all'ipocrisia dell'uomo. "Sono passati 17 anni dall'ultima volta che hai visto Minato... e la prima cosa a cui pensi è sfidarlo? Humpf, comincio a capire da chi Toraku abbia preso il suo carattere competitivo! Non vuoi rivedere Kushina, o conoscere suo figlio, Naruto? Ahh, immagina solo quanto deve essere cresciuto! Shiku, pensi che sarà più simile a suo padre o a sua madre?"
L'uomo, ora conosciuto come 'Shiku' alzò le spalle distrattamente. "Personalmente, preferirei che fosse più simile a sua madre. Minato sa essere così noioso a volte, sempre serio di qua e autoritario di là!"
Toraku si intromise nella loro conversazione, mettendosi in mezzo a loro. "Spero che sia abbastanza forte, così potrò sfidarlo!" scherzò allegramente, agitato all'idea di affrontare il figlio dell'Hokage, soprattutto dato che avevano la stessa età.
Mitzuru sghignazzò di nuovo, rovinando così il buon'umore di Toraku. "Sarà sicuramente più forte di te, non che ci voglia più di tanto per quello!" Disse mettendo una mano sulla spalla di Toraku, il quale la allontanò con rabbia.
"Stai zitta! Sei solo invidiosa del fatto che io abbia solo 16 anni e sia più forte di te, che hai già quasi 35 anni! Io devo ancora raggiungere il mio apice, ma a te restano pochi anni prima che tu rimanga solo una vecchia zitellona!"
I due continuarono a bisticciare tra di loro, diventando completamente ignari degli altri due che stavano rimanendo indietro.
Shiku sospirò. "Quei due andranno avanti così per ore a meno che non li fermiamo. Ti dispiace occupartene tu, Tsushika? Sei sempre stata la migliore nel risolvere le loro piccole... Tsushika?"
Tsushika non rispose, il suo sguardo perso nel nulla con un'espressione seria sul viso. Shiku le agitò una mano di fronte alla faccia, facendola uscire da quello stato ti trance.
"Mi stavi ascoltando almeno?" Domandò, abbattuto dal fatto che ora anche sua moglie lo stava ignorando.
"Oh, scusami Shiku! È solo che è passato così tanto tempo da quando abbiamo visto l'ultima volta il villaggio, la nostra casa... dovremmo davvero fare un piccolo scherzo all'Hokage! Sai giusto per dirgli ciao alla nostra personale maniera!"
Shiku sorrise al lato più smaliziato di sua moglie. "Amo quando fai così. OK, ci sto, e dovremmo anche coinvolgere Mitzuru e... oh, cavolo!" Esclamò improvvisamente, sorprendendo anche sua moglie.
"Caro? Che problema c'è?" La preoccupazione era evidente nella sua voce.
"Mi sono appena ricordato che siccome Toraku è nato al di fuori del villaggio, dovrà essere registrato e tutto il resto! Oh, le scartoffie da sole saranno la mia morte... Te ne occuperai tu vero, Tsushika?"
Sua moglie sembrò resistere al lecchinaggio con cui aveva riempito la sua voce, e accelerò per raggiungere suo figlio e Mitzuru.
"Vedremo caro... Vedremo..." Rispose tranquillamente, agitando la mano come per allontanare la sua richiesta.
A Shiku non piacque il suono della sua frase, e accelerò per raggiungerla e cercare di convincere sua moglie ad accollarsi la probabile montagna di scartoffie che li avrebbe aspettati una volta giunti alle mura di Konoha.
Con la guerra finalmente terminata, il villaggio di Konoha poteva concentrarsi sulla completa riparazione degli edifici del villaggio, niente di troppo facile considerando quanto poco era rimasto dopo la distruzione causata dall'attacco di Pain: era più semplice e veloce ricostruire da zero anziché riparare gli edifici danneggiati.
Tsunade avrebbe voluto procedere con la ricostruzione durante la guerra, ma gli unici shinobi rimasti al villaggio in quel periodo erano i genin, i quali erano troppo giovani per scendere in battaglia, ed erano necessari come guardie al villaggio nel caso alcuni banditi avessero cercato di approfittare della difficile situazione di Konoha. Così solo i civili che avevano esperienza nel ramo edilizio aveano potuto iniziare i lavori di costruzione, e con le loro capacità non poterono fare molto. Ma ora che i chunin e i jonin del villaggio erano tornati, la ricostruzione era a pieno regime, e gli abitanti del villaggio erano meravigliati dalla velocità con cui gli edifici spuntavano dalle macerie.
Separato dal resto del villaggio, si trovava uno dei campi d'addestramento che punteggiavano il paese. Precisamente, il campo d'allenamento che il Team 7 usava solitamente per allenarsi, e dove un certo membro di quel team si stava attualmente allenando, i suoi capelli biondi erano madidi di sudore mentre combatteva con uno dei suoi cloni, facendo semplice pratica di combattimento.
'Cosa devo fare...' Pensò tra sé e sé, cercando di colpire il clone con più forza di quanta intendeva usarne. 'Non posso evitarti ancora... Fin da quando mi hai salvato da Pain, non ho avuto nessuna possibilità di parlarti.'
Naruto sussultò quando il suo clone lo colpì alla coscia, impedendogli silenziosamente di continuare ad accampare scuse.
'No... non è così. Non è che non abbia ancora avuto la possibilità di parlarti... è che non ho il coraggio di farlo! Dannazione, perché è così difficile?! E poi ci sono anche Sasuke e il Villaggio... argh!'
Le parate di Naruto divennero imprecise mentre la sua mente si faceva pesante a causa del peso degli avvenimenti recenti. Il suo clone non se la cavava meglio, e presto nessuno dei due vide più alcun senso nel continuare. Naruto cancellò la copia, la quale sparì senza dire una parola.
Il biondo era così perso nei suoi problemi, che non si accorse nemmeno della ragazza che lo avvicinò da dietro. Lei fece un ultimo incerto ed insicuro passo verso di lui, guardandolo con timidezza con i suoi occhi bianco perla.
"Na...Naruto-kun?" Chiamò lei con esitazione, il suo cuore palpitava nel solo pronunciare il nome di lui.
Naruto si girò di soprassalto, frustrato dal fatto che qualcuno fosse riuscito a prenderlo alle spalle con tanta facilità. Dallo sguardo sul suo viso, era visibilmente scosso dalla persona che si trovava di fronte.
"H-Hinata... Ciao. Scusa non ti avevo notata... Cosa stai facendo qui?" Domandò lui, grattandosi la nuca come spesso faceva quando era nervoso.
La Hyuga cominciò a giocherellare con i propri indici, segno inconfondibile che lei era nervosa almeno quanto lui.
"E-ero venuta per allenarmi un po', e qu-quando ho visto che eri q-qui, mi sembravi un po' a disagio." Balbettò lei, la sua faccia diventava più rossa ad ogni secondo. "...Scusami, pensavo che a-avrei potuto aiutarti ma non voglio darti fastidio. M-me ne vado subito!"
"Aspetta!" Naruto le gridò, con voce più alta di quanto non volesse. Guardò in basso e notò che la sua mano aveva inconsciamente afferrato quella di Hinata per impedirle di andarsene. "Pe-per favore, non andartene... stavo pensando a te, dopotutto..."
Anche se aveva a malapena sussurrato l'ultima parte, l'imbarazzo sul suo viso stava diventando sempre più evidente.
La faccia di Hinata era diventata sempre più rossa a partire dal momento in cui lo aveva avvicinato, e in quel preciso istante non riusciva nemmeno lei a capire se era più agitata per il fatto che Naruto le stesse tenendo la mano, o per quello che le aveva appena detto.
'Stavo pensando a te, dopotutto... N-Naruto-kun ha davvero detto così?' Hinata domandò a se stessa. 'Stava pensando a me, anche dopo tutto questo tempo?'
Il suo cuore cominciò ad accelerare mentre immaginava cosa stesse pensando lui che avrebbe potuto riguardarla.
'Non può essere che lui mi ami... Anche dopo tutto l'allenamento che ho fatto, tutta la fatica fatta per proteggere Naruto-kun, è lui che ha finito per salvare me... chi mai potrebbe amare uno shinobi debole ed inutile come me...'
Hinata si girò lentamente indietro per guardare in faccia Naruto, l'oggetto del suo affetto sin da quando aveva memoria. Lo stesso Naruto che le era entrato nel cuore senza nemmeno provarci... Lo stesso Naruto per il quale lei aveva quasi sacrificato la sua vita in un patetico tentativo di salvare quella di lui.
Fortunatamente, lui era riuscito a scappare, ma nonostante ciò l'opinione che Hinata aveva di sé stessa non fece altro che sprofondare ancora più in basso. Lei non aveva fatto niente di utile, almeno per come la vedeva lei. Ma lui era sopravvissuto, ed Hinata aveva ringraziato il cielo ogni giorno per quello.
Ora, lui era lì di fronte a lei, e anche se lei non lo sapeva, era perso nei suoi bellissimi occhi. Non sapeva cosa fare da lì in poi, tratteneva ancora gentilmente la delicata mano di Hinata, ma non aveva ancora pensato a niente, non ancora fino in fondo. Per il momento era soddisfatto di poter perdersi nei suoi occhi, studiando i suoi delicati lineamenti, i quali di volta in volta lo lasciavano più colpito senza che lui nemmeno se ne rendesse conto. Infatti, avrebbe trovato difficile descrivere Hinata in modo diverso da 'bellissima'.
Dopo alcuni interminabili secondi di scambio di sguardi, Hinata abbassò timidamente la testa, e Naruto poté finalmente tornare a pensare in maniera chiara.
"Penso di doverti le mie scuse..." Naruto mugugnò, lasciando finalmente andare la mano di Hinata.
"N-Naruto-kun, perché dovresti scusarti con me? N-non hai fatto nulla di male!" Protestò lei, gli occhi di lei scrutarono i suoi in cerca di risposte.
"È esattamente quello il problema! Non ho fatto assolutamente niente!" Rispose Naruto, stringendo i denti. "Non ho più parlato veramente con te da quando..." Si fermò, fece un respiro profondo, e sembrò vergognarsi di sé stesso. L'orribile immagine di Pain che infilzava spietatamente la carne di Hinata con la sua barra di chakra... non riusciva a togliersela dalla testa.
Cogliendolo di sorpresa, Hinata iniziò a parlare. "Lo so... da quando ho rovinato la nostra amicizia con quello che ho detto. Ma ero sincera, Naruto-kun, ero sincera per davvero con tutto il mio cuore! Ogni parola che ho detto quel giorno era ciò che volevo dirti da tantissimo tempo..." Le stava diventando sempre più difficile parlare, ma Hinata puntò i piedi e continuò, attingendo ad una forza che nemmeno lei stessa sapeva di avere. Se voleva almeno rimanere amica con Naruto, doveva almeno mostrargli che era onesta con lui, a fargli vedere che era forte.
Il respiro di Naruto gli si bloccò in gola. "Hi-Hinata... tu..."
"Ti ho sempre ammirato, Naruto-kun." Disse Hinata, interrompendolo. "All'inizio, era solo una cotta infantile, ma questi sentimenti che provavo per te iniziarono a crescere sempre più forti! Quando vidi ciò che Pain ti aveva fatto... e cosa stava per farti... non potevo rimanere immobile. Avevo paura... paura di perderti, di non vedere più il tuo sorriso o di non sentire più il suono della tua voce... non era un mondo in cui avrei voluto vivere! Se sacrificare la mia vita servisse a salvare la tua, sarei disposta a ripeterlo migliaia di volte. Il mio unico rimpianto sarebbe stato quello di non essere stata completamente onesta con te, allora non ho più potuto nascondere quello che provavo veramente per te!"
Naruto rimase in silenzio per alcuni minuti, guardando il viso di lei mentre parlava col cuore in mano e mostrava la sua anima unicamente per lui. Fu solo dopo aver finito di parlare che Hinata notò di non aver balbettato una singola volta, e non poté fare a meno di provare conforto da ciò.
"...Quando hai iniziato a provare tutto questo?" Naruto domandò infine, la sua voce appena un sussurro.
Hinata arrossì. "È stato molto tempo fa. Fin da quando mi salvasti da quei bulli, vicino all'accademia."
'Ha davvero tenuto a me così tanto per tutto questo tempo?' Si domandò Naruto. 'Ho sempre corso dietro a Sakura-chan, senza mai accorgermi che Hinata si sentiva in questo modo verso di me. Mi domando come deve essersi sentita in tutti questi anni, vedendomi inseguire qualcun'altro mentre avevo proprio di fronte a me qualcuno per tutto il tempo... Hinata... io sono...'
"Mi dispiace, Naruto-kun... quando eravamo all'accademia, quando eravamo ancora dei bambini, sapevo che eri solo e non avevi amici. Avrei voluto superare la mia timidezza e parlarti, passare del tempo con te ed esserti amica così che tu non fossi solo tutto il tempo... Mi dispiace, Naruto-kun!" I suoi occhi si fecero lucidi, e Naruto sentì un nodo formarglisi in gola, sentendosi in colpa per tutto il dolore che le stava facendo provare.
"Hinata, non dovresti essere tu quella a scusarsi!" Protestò Naruto. "Ciò che è successo in passato è così e basta... passato. Può aver fatto male... ma, mi ha fatto diventare la persona che sono oggi! Devo essere sincero con te Hinata, come lo sono sempre stato. Ciò che mi hai detto di fronte a Pain, e quello che mi stai dicendo ora, io non..."
"So che a te piace Sakura..." Concluse per lui Hinata. "L'ho sempre saputo, ma ho comunque voluto dirti ciò che provavo prima di-"
Con sua enorme sorpresa, Naruto l'aveva fermata prima che potesse finire quella frase, mettendole delicatamente un dito sulle labbra, facendole diventare la faccia di un rosso acceso. Apparentemente l'aveva fatto senza pensarci, dato che appena si accorse di cosa aveva fatto, Naruto tolse immediatamente la mano, anche se un po' gli dispiaceva di non sentire più la sensazione di quelle morbide labbra sul dito.
"No Hinata, non so più cosa provo per Sakura-chan. Quando andai nel Paese del Ferro per parlare con il Raikage, Sakura-chan mi raggiunse lì e... mi confessò il suo amore."
Hinata sentì il fiato mancarle di colpo, ma prima che potesse dire qualunque cosa, Naruto continuò il suo racconto.
"Ho capito fin dall'inizio che stava mentendo, che non provava per me ciò che aveva detto di provare. Mi ricordavo bene cosa avevi detto tu... e non era la stessa cosa. Sin da allora, non sono riuscito a smettere di pensare a ciò che hai detto, a come potessi amare qualcuno come me. Non so praticamente nulla di te, ma mi sento sempre al sicuro quando sono con te. Posso aprirmi e abbassare la guardia; sei la prima persona con cui sia mai stato in grado di farlo, Hinata. Ai tempi dell'esame dei Chunin, prima del mio incontro con Neji... fu la prima volta in assoluto in cui mostrai la mia debolezza, a qualcuno. Non sono sicuro di ciò che sto cercando di dire, ma... Voglio conoscerti meglio e sapere più cose su di te. Voglio capire cosa vedi in me e vedere cosa può esserci tra di noi."
Dopodiché mugugno qualcosa di incomprensibile, e Hinata si trovò ad avvicinarsi per cercare di capire cosa lui stava dicendole.
"Na-Naruto-kun? Cosa hai detto?" Domandò lei, il suo cuore mancò un battito quando vide il rossore sul viso di lui.
Il biondo sorrise. "Ti piacerebbe... uscire con me?"
Hinata non poteva credere alle proprie orecchie. Pendeva dalle sue labbra, ma non si sarebbe mai aspettata che quella frase sarebbe uscita dalla sua bocca. Cominciò a chiedersi se stesse sognando, o se fosse tutto opera della sua immaginazione. Ma dato che Naruto rimaneva lì, senza scomparire o senza rivelare che si era trattato solo di uno scherzo crudele, Hinata comprese la domanda che le era stata posta.
Nel frattempo, Naruto stava aspettando ansiosamente una risposta. Le sue guance ora erano visibilmente rosse, e sentiva l'impulso di nascondersi all'interno della sua giacca per l'imbarazzo, una cosa che non gli era mai successa chiedendo a Sakura di uscire con lui. Non avendo ancora ricevuto una risposta, Naruto cominciò a pensare che forse la sua richiesta non era stata sentita, così si fece coraggio e chiese di nuovo.
"Hinata Hyūga, usciresti con me questa sera?"
Udire di nuovo la domanda fece uscire Hinata dal suo stato di stupore, ed anche se sentì l'impulso di svenire, riuscì ad emettere un sonoro e squillante "Sì!" in un tono inusuale per una ragazza come lei, prima che svenisse senza dire altro. Sarebbe caduta per terra se Naruto non si fosse mosso in tempo e non avesse afferrato la sua piccola figura.
'Comincio a capire perché fa così ogni volta.' Naruto pensò, ridendo tra sé. 'Spero solo che non svenga ogni volta che le parlo, o iniziare una conversazione di qualunque tipo potrebbe essere più di difficile di quanto pensassi. Devo ammettere però, che potrei abituarmi a questo.'
Ciò a cui Naruto si riferiva, era il piacevole tepore che provava mentre cullava Hinata tra le sue braccia, trasportandola all'ombra di un albero perché non rimanesse al troppo caldo sole di quel giorno. Dopo averla appoggiata ad un tronco, si trovò a studiare le sue forme e i suoi lineamenti.
Era strano per lui; Naruto non aveva mai visto Hinata come niente più che una amica e una compagna della Foglia, ma guardando il suo corpo che si alzava e abbassava a causa del suo quieto respiro, si trovò meravigliato dalla sua bellezza, i suoi lineamenti così calmi e sereni.
I suoi occhi si spostarono più in basso, e si ritrovò a guardare tutto il suo corpo, studiandolo. Indossava il suo solito abbigliamento largo, con la giacca pesante, ma le curve generose ed invitanti che si nascondevano sotto di essa non sfuggirono al suo sguardo.
Uno sorriso malizioso si stampò sul suo volto mentre la immaginava in abiti più seducenti, prima di maledire sé stesso per essere diventato così simile ai suoi maestri pervertiti.
'Devo calmarmi, o rischio di rovinare questo momento! Tuttavia, dire che non sono attratto da lei sarebbe una bugia... Spero solo che non sia tutto ciò che vedo in lei. Non potrei mai stare con lei se tutto ciò che mi importasse di lei fosse solo il suo corpo. Merita meglio di questo, non è giusto nei suoi confronti e nemmeno nei miei!'
Una volta calmatosi, Naruto si accontentò di studiare il suo viso per alcuni minuti fino a quando notò che Hinata stava cominciando a svegliarsi. Si accoccolò più strettamente in qualsiasi cosa le stesse dando quel meraviglioso calore, sentendosi protetta e sicura. Ma un certo odore venne catturato dal suo naso, e cominciò a sentire il calmo battere del cuore, proprio sotto il suo orecchio. I suoi occhi si spalancarono di colpo quando si accorse che quel 'calore' era Naruto, il quale la teneva in braccio con una faccia rossa come mai prima di allora.
"Buon giorno, raggio di sole!" La salutò allegramente. "Sei svenuta così ti ho portato qui fino a quando non avessi ripreso i sensi. Ti giuro che non ho fatto nulla di inappropriato!" Aggiunse subito, mostrando i denti in un sorriso strano.
"Gr-grazie, Naruto-kun... Scusa se ti ho messo in imbarazzo..." Rispose Hinata, visibilmente scossa. Non erano mai stati così... intimi prima, almeno non da quando lei gli aveva rivelato i propri sentimenti.
Naruto aiutò Hinata ad alzarsi in piedi, appoggiandola delicatamente sull'erba, ed era ovvio che nessuno dei due era felice di interrompere quel contatto. Era piacevole essere fuori da quella situazione strana, tuttavia...
Naruto sorrise. "Allora, per il nostro appuntamento... alle sette va bene? Potremo andare a mangiare qualcosa insieme, quindi cerca di avere fame quando arriverò!"
"Certo, Naruto-kun! Alle sette va benissimo." Hinata rispose, il suo cuore faceva i salti di gioia nel vedere rivolto a lei quel suo sorriso raggiante. La salutò un'ultima volta, e con un ultimo scambio di sguardi, si girò per tornare al villaggio.
Hinata contraccambiò il saluto, anche se non si rese conto davvero di cosa gli aveva risposto. Rimase fissa in quel punto, persa nel pensiero che quel posto sarebbe rimasto per sempre il posto in cui Naruto le aveva chiesto di uscire con lui. Il ragazzo dei suoi sogni, Naruto Uzumaki, le aveva chiesto di uscire per un appuntamento.
Improvvisamente, un tornado di preoccupazioni le vorticò in testa. Cosa indossare, come comportarsi, cosa dire... Hinata si sentì leggermente sopraffatta, ma in un modo piacevole. Girò su sé stessa, e cominciò il suo viaggio di ritorno al villaggio, diretta verso la magione del clan Hyuga.
