Ok, c siamo… questa è la mia prima ff (nn si vede, nooooooooooo!!! *snickers *)……..
Disclaimer: GW non è mio, non lo è ora e mai lo sarà *sigh : *
Rating: PG-13 x futuri capitoli…
Pairing: nessuno x ora………………….. ^__^ ;
Avvertenze: violenza, morte, possibile futuro shonen-ai (forse d +, nn lo so ancora),
= Un Incarico Come Tanti =
Poteva sembrare un edificio abbandonato: situato in uno dei quartieri poveri della città, decadente, la quasi totale assenza di finestre e di qualsiasi oggetto che ne dimostrasse un utilizzo da parte d'uomo. La pesante atmosfera che gravava sulla casa era dovuta al silenzio costante che la avvolgeva, ma era la comune conoscenza dell'identità di colui che vi abitava a far sì che in pochi si avventurassero in quella zona. La sua carriera era iniziata anni prima e la sua fama era dilagata come un incendio per tutto il regno in breve tempo, per poi diffondersi anche in quelli vicini. Sebbene corressero voci che quella casa ospitasse un noto assassino, in questo lato della città incursioni delle guardie erano rarissime, e mai si avventuravano fin là. Nessuno era tanto pazzo da sfidare l'ira del miglior assassino sulla piazza, e voci e leggende sul suo conto si spargevano liberamente.
*-*-*-*-*
Sperando di non essere seguito, l'uomo si strinse nel mantello e, guardandosi attorno con occhio critico, inspirò e si decise a percorrere i pochi metri che lo separavano dalla casa. La pesante porta di legno non sembrava aver alcun tipo di maniglia o batacchio per avvisare l'ospite della propria presenza. L'ansia per quell'incontro cominciava a farsi sentire: con palmi sudati e mani leggermente tremolanti spinse la porta, che si spostò docilmente senza emettere alcun rumore. Non fosse stato avvisato forse da chi era stato lì prima di lui, forse da qualche voce rivelatasi poi veritiera, la vista che gli si presentò davanti gli avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene. Nuda. La stanza in cui si trovava era completamente nuda. La pietra che costituiva muri e pavimento era stata lasciata grezza e sporgeva qua e là, rendendo il locale ancora più piccolo agli occhi di un visitatore; le finestre erano sprovviste di vetri o altro materiale lasciando liberamente circolare l'aria, ma questo non faceva che aumentare il disagio provato. Ad un esame più attento si poteva notare che ad una parete era attaccata una specie di tenda di una tinta simile a quella della pietra: sollevandola venne rivelato uno stretto corridoio drappeggiato con altri tessuti che pendevano dal soffitto in modo casuale che finiva dopo qualche metro con una tenda simile alla precedente, ma di colore nero, che nascondeva la presenza di un'ulteriore porta.
La stanza, più grande della precedente, era spartana e poco illuminata, nell'aria una lieve nebbia che faceva bruciare gli occhi e l'intenso profumo di incenso. A prima vista poteva sembrare un ripostiglio vuoto, ma appena gli occhi si abituavano alla penombra si poteva distinguere un rialzo del pavimento nel lato opposto alla porta. Ad una più vicina ispezione si mostrava un palchetto drappeggiato con un tappeto simile ad un arazzo, non di pregiata fattura, dalle tinte scure e disegni che evocavano scene macabre. Sul tappeto si distingueva una figura in nero seduta, gambe piegate davanti a sé, schiena dritta appoggiata alla parete, mani sulle ginocchia, testa leggermente reclinata e occhi chiusi. La sua postura sembrava indicare un sonno profondo, o la morte, supportata da un'immobilità quasi marmorea del corpo. Non un suono era udito oltre ai passi e al respiro alterato del visitatore, che si fermò e si inginocchiò davanti all'immobile forma dell'ospite, soggezione visibile nello sguardo. L'unica fonte di luce era una stretta finestrella vicino al tetto, sul muro a sinistra dell'uomo in nero, e gettava tremolanti raggi nella stanza: uno di questi cadendo vicino alla figura sul tappeto, illuminava una ciocca di capelli raccolti come in un'acconciatura femminile, dandole un colore castano dorato.
-Chi vuoi che uccida?-
Immerso nella contemplazione della figura, l'uomo trasalì quando questa parlò con una voce maschile profonda, melodiosa e sensuale.
-Un uomo che abita nel villaggio di Lowe. Il suo nome è J, è uno scienziato[1]…..è conosciuto da tutti nella zona.-
-Solo lui?-
-N-no, ah…no! Anche i suoi colleghi: in totale, sarebbero cinque persone.
-E quanto mi dai?-
-50.000 pezzi.-
L'assassino restò in silenzio per un attimo e il visitatore non potè fermare il brivido che gli corse lungo la schiena. Si era accorto che durante tutto lo scambio verbale l'altro era rimasto con gli occhi chiusi, non compiendo altri movimenti oltre a quello delle labbra.
-Mi chiedi di uccidere cinque uomini. Voglio 100.000 pezzi.-
- D'accordo ……d'accordo!!!-
Solo dopo che lo straniero se ne fu andato l'assassino permise ad un sorrisetto di comparirgli sulla prima stoica faccia. Lentamente, gli occhi si aprirono rivelando un inusuale colore, violetto, e uno sguardo che avrebbe fatto scappare anche il più coraggioso tra le guardie reali. Occhi che promettevano morte. Occhi di Shinigami.
Tbc
[1] * groan * che inventiva, né? Ma non mi veniva in mente nulla…. ;__ ;
Shat: * sbuffa * Che faticacciaaaaaaaa!!! Spero vi piaccia……. Fatemi sapere ^o^ !!!
