Questa storia nasce per colpa di Risuccia Slytherin u.u come al solito u.u dopo che ha letto un'altra Tom/Ginny stupenda, per una serie di cose ci ho pensato e… E' uscito questo. Doveva essere una OS e invece sto già scrivendo il quarto capitolo, mannaggia a lei e al tempo che non ho è.é
Bene, quindi… Gustatevi questo prologo e fatemi sapere che ne pensate =)
Prologo
"Quando il contenitore magico è ancora intatto, il frammento di anima che conserva può volare dentro e fuori da chi si avvicina troppo all'oggetto. Non dico se lo si tiene in mano troppo a lungo, toccarlo non c'entra. Parlo di una vicinanza emotiva. Ginny aveva versato il cuore in quel diario e si era resa vulnerabile. Se ci si affeziona troppo a un Horcrux o si dipende da esso, sono guai."
Hermione Granger, Harry Potter e i Doni della morte
In quel momento, quando aveva visto il rimbalzo del suo stesso incantesimo venirgli incontro, aveva davvero avuto paura di morire. Si era sentito in trappola, spaventato come il bambino che non avrebbe mai voluto essere, perché se le parole di Potter erano vere… Se tutti i suoi Horcrux erano stati distrutti…
Poi l'incantesimo l'aveva colpito.
Aveva sentito qualcosa, qualcosa che non era suo ma che in un certo senso gli apparteneva.
Aveva sentito il cuore gonfiarsi di sollievo ed emozione, aveva visto Potter circondato dai combattenti di Hogwarts, che esultavano e l'abbracciavano, aveva teso una mano, una mano esile e sottile e piena di lentiggini, come per raggiungerlo… E poi era riemerso da quel miscuglio di sensazioni che non gli appartenevano e si era reso conto di essere vivo, dopotutto.
Aveva capito subito cos'era successo e non c'era tempo per chiedersi il come e il perché fosse avvenuta una cosa simile – un'idea ce l'aveva, però avrebbe dovuto indagare più a fondo.
Nella confusione di quelli stolti che credevano di aver vinto si rialzò, disarmò una persona qualsiasi prendendola alle spalle – cogliendola di sorpresa – e ricominciò ad uccidere, per poter arrivare finalmente, una volta per tutte, a Potter.
Presto ricominciarono le urla e la gente si rese conto di quello che era successo: anche i suoi Mangiamorte ripresero a combattere, più temibili ed entusiasti che mai, ma Lord Voldemort non aveva tempo di crogiolarsi nell'esultanza della battaglia: aveva due missioni importantissime da portare a termine, prima che qualcuno facesse quello che non avrebbe dovuto mai e poi mai fare.
Individuò Potter, che era impallidito e combatteva assieme agli altri, e stavolta si premunì di ucciderlo sul serio: non con un Avada, a cui il ragazzo sembrava immune, ma con un bel Sectumsempra. Dopo aver scavalcato il corpo morente del ragazzo, ed avergli rubato dalle mani la bacchetta di sambuco, Voldemort cambiò rotta e obbiettivo e si mise a cercare la ragazza, Ginny Weasley.
La trovò qualche minuto più tardi, schiacciata al muro che combatteva con due dei suoi, gli occhi pieni di lacrime. Uno strappo allo stomaco gli fece capire che lei aveva visto Potter senza vita, che si stava disperando e che stava soffrendo. Per amore. Bah, povera stolta…
"Lasciatela stare! Lei è mia." disse Voldemort, avvicinandosi. Era fondamentale che nessuno la uccidesse. I suoi si fecero subito da parte e lui la schiantò, facendola svenire. Si avvicinò e la prese fra le braccia; poi, poco prima di smaterializzarsi, urlò ai Mangiamorte di continuare a combattere in attesa del suo ritorno.
La portò al Malfoy Manor, che da quel momento si sarebbe chiamato Riddle Manor: Narcissa avrebbe pagato caro il suo tradimento, e con lei tutta la sua famiglia. Chiamò qualcuno a gran voce e vennero le sorelle Greengrass ad accoglierlo.
"Voi due! Statemi bene a sentire. Dovete portare questa ragazza in una delle stanze più belle e provvedere a che non si svegli finché non sarò tornato. Sono stato chiaro? Che non le venga torto neanche un capello, altrimenti dovrete risponderne a me personalmente."
Le due ragazze annuirono, spaventate, e Voldemort ficcò con poca grazia Ginny nelle mani di Daphne.
Tornò alla battaglia e, forte della sua ritrovata immortalità e della bacchetta di sambuco di cui ora era il legittimo padrone, aiutò i suoi Mangiamorte a fare una strage.
Da quel giorno iniziò l'era di Lord Voldemort.
Una volta tornato al Manor il Signore Oscuro si fece curare le poche ferite riportate, convocò la famiglia Malfoy per punirla adeguatamente – senza ucciderla, perché gli serviva Lucius in vita per il trasferimento di proprietà del Manor – e si fece dare un bilancio della guerra appena svoltasi. Avevano perso un sacco di persone, di fedeli Mangiamorte, però l'Ordine era stato decimato e della resistenza non rimaneva che uno sparuto gruppo disorganizzato. Voldemort sorrise nell'apprendere quella notizia, poi convocò le sorelle Greengrass e chiese notizie di Ginny Weasley.
Venne a parlargli Daphne, poiché Astoria era rimasta con la ragazza. Gli disse che l'avevano curata dalle ferite riportate in battaglia e che Ginny sembrava stare tutto sommato bene. Non si era ancora svegliata.
"Portatemela qui, subito." disse Voldemort.
Daphne si inchinò e si affrettò ad eseguire gli ordini.
Voldemort aveva congedato tutti i suoi Mangiamorte e aveva ordinato loro di andarsene dal Manor prima di chiamare le sorelle Greengrass, quindi ora era solo mentre aspettava la ragazza. Stava camminando avanti e indietro nel grande salone principale della villa e rifletteva sulle teorie che aveva elaborato durante la battaglia.
Ginevra Weasley aveva agito per lui come un Horcrux, su questo non vi era dubbio. Come mai? Possibile che una parte dell'anima che lui stesso aveva imprigionato nel diario fosse rimasta aggrappata a lei? Forse perché quella stupida ragazzina aveva riversato il suo cuore nel diario… E quando ci si affeziona ad un Horcrux, esso può entrare e uscire dalla persona al contenitore che lo ha ospitato…
Strana cosa, il cuore. Voldemort era stato costretto ad ascoltare le lagne di quella ragazza per ben un anno e mai come in quel momento aveva creduto che la cosa potesse ritornargli così utile. Tanto da salvargli la vita… Avrebbe dovuto trovare al più presto un modo per trasferire quel pezzo di anima da Ginny a qualcos'altro. Non era mai saggio affidarsi ad un essere vivente per custodire certe cose. E se Potter aveva ragione, se tutti i suoi altri Horcrux erano andati distrutti… La sua anima era troppo lacerata per poterla spezzare di nuovo. Avrebbe dovuto affidarsi solo a Ginevra Weasley, mentre cercava il modo di sbarazzarsene e conservare intatta quella piccola parte di anima.
In quel momento Ginny era la sua unica debolezza, la sola cosa che lo separava dalla morte, e per questo aveva insistito a che nessuno ne venisse a conoscenza. Avrebbe legato le sorelle Greengrass a sé con un Voto Infrangibile e, d'ora in avanti, Malfoy Manor sarebbe stata la dimora sua e di quella ragazzina. Siccome prevedeva una convivenza difficile, aveva già in mente un piano.
Daphne tornò, portando di nuovo in braccio la ragazza, aiutata da Astoria. Ad un cenno di Voldemort la poggiò sul tappeto pregiato che si trovava in mezzo al salone.
"Prima di congedarvi… Avete parlato a qualcuno della presenza di Ginevra in questa casa?"
Le due ragazze impallidirono, intimidite dalla sola presenza di Voldemort.
"No, mio signore."
L'uomo, non del tutto convinto, usò la Legilmanzia su di loro. Una volta appurato che no, non mentivano, chiese loro di stringere il Voto Infrangibile. Ovviamente le due non potevano neanche pensare di opporsi.
"Bene, ascoltate attentamente quello che dico" disse Voldemort, una volta che il rito fu eseguito "D'ora in avanti voi due vivrete qui e vi occuperete di Ginevra a tempo pieno. Dovrete soddisfare ogni sua richiesta, per quanto minima, senza però farla uscire dal Manor o scappare in alcun modo. Non deve neppure avere l'occasione di mettersi in contatto con i suoi parenti o con la resistenza rimasta: la tratterete come la signora del Manor e sarete per lei le sua dame di compagnia. Tutto chiaro?"
Le due annuirono e Voldemort le congedò.
"Bene bene… Siamo soli… Veniamo a noi, Ginevra. Reinnerva!"
La ragazza spalancò gli occhi e si sedette. Si guardò intorno, confusa, e poi vide il Signore Oscuro osservarla con pacato interesse. Per un momento il terrore s'impadronì dei suoi occhi, poi essi divennero sprezzanti e la sua bocca si piegò in una smorfia di dolore. Ginny si mise velocemente in piedi.
"TU! Come osi farmi prigioniera?! Credi che ti dirò qualcosa?! Che cederò alle tue torture?! Piuttosto mi faccio uccidere!"
Cercò di sputargli addosso, con scarsi risultati. Si pulì il viso con la manica della veste e continuò a puntargli contro l'indice. Tremava.
"Harry Potter è morto." disse Voldemort, sorridendo.
La sua era una gioia crudele, finalmente il suo nemico era stato sconfitto: ma, nello stesso momento in cui pronunciò quelle parole, sentì il cuore stringersi e il dolore farsi spazio nel suo corpo. O meglio, nel corpo di Ginevra. A quanto pare erano più interconnessi di quanto pensasse… Era un altro ostacolo da aggirare: odiava doversi sentire come una ragazzina infatuata e disillusa, ma sarebbe comunque durato poco. Il tempo di attuare il suo piano e, forse, quella dote sarebbe potuta tornargli utile.
Almeno avrebbe saputo quanto le avrebbe fatto male.
"E credi che cederò per questo?! TI SBAGLI! IO NON LO TRADIRO' MAI!"
Il sorriso di Voldemort si fece ancora più largo.
"Tu l'hai già tradito."
Lei parve rimanere interdetta. Si riscosse quasi subito.
"Menti! Cosa mi hai fatto?!"
"Oh, ma hai fatto tutta da sola, cara Ginevra. Ti ricordi il tuo bellissimo diario? Quello che tenevi al primo anno di scuola, quello a cui raccontavi tutto?"
Lord Voldemort camminava per il salone, il sorriso smagliante su quella faccia non più umana. Sentiva il dubbio insinuarsi in lei e godeva di quella sensazione.
"Tu mi hai solo usato, all'epoca, ero una ragazzina ingenua!"
"Oh, sì, ti ho usato. Ma con risvolti ancor più… Come dire… Grandi? Di quelli programmati all'inizio. Vedi, se tu non avessi aperto il tuo cuore a quella parte di me… Ora io sarei probabilmente morto. E invece… Hai dato uno spazio ad una parte di me dentro di te, sei diventata tu stessa un Horcrux e, grazie a quello, io ancora vivo! Non vedi la portata del tuo tradimento?"
Voldemort sentì tutta la disperazione, la consapevolezza, il dolore dentro al corpo della ragazza. Lo sentì e Ginny ne fu schiacciata, tanto che le sue gambe cedettero e lei si trovò in ginocchio di fronte a lui.
Il Signore Oscuro rise, fino a che la ragazza si riscosse e si rimise in piedi, di nuovo tremante, ma più determinata che mai.
"E allora morirò, e ti porterò con me nella tomba!" urlò, cercando di affondare le sue stesse mani nella carne.
Lord Voldemort smise di ridere.
"Non credo proprio."
La immobilizzò prima che potesse ferirsi sul serio e lei lo guardò malissimo. Piangeva, e nei suoi occhi c'era il dolore e la rabbia.
"Credi davvero che ti avrei detto tutto questo, se non fossi stato sicuro al cento per cento di poterti impedire di ucciderti? OBLIVION."
Gli occhi di Ginny divennero vacui mentre Lord Voldemort pregustava il suo trionfo. Con un altro colpo di bacchetta la fece cadere in un sonno profondo e la liberò dalla pastoia. Chiamò di nuovo le sorelle Greengrass e la fece portare via.
Ora avrebbe dovuto solo aspettare, vedere quanto la ragazza ricordasse della sua vecchia vita e, nel frattempo, cercare un modo per preservare la sua parte di anima all'interno di un altro contenitore, opportunamente designato.
Lord Voldemort rise, chiamò un Elfo e si fece consegnare del vino, con cui brindò, da solo, alla sua vittoria.
