Ho una cosa da dire, prima ancora delle note.
Ringrazio Risa Lilian Slytherin, Mooneydora ed Imperio per i deliri in chat su facebook, che hanno dato il via a questa storia. Loro hanno idee meravigliose che io non vedo l'ora di applicare u.u perciò… GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE: siete le migliori.
Detto questo… Già dal titolo l'avrete intuito, no?
Questa è una storia assolutamente DEMENZIALE. Non me la sento neppure di definirla parodia, comunque, perché… Perché è a sé stante. Un trionfo di cliché assieme a degli anticliché per eccellenza; l'ultimo anno dei Malandrini come non potete – davvero, NON POTETE – davvero immaginare. Siccome nasceva per essere una raccolta di cose demenziali, questo primo capitolo probabilmente non sarà il primo in senso cronologico. O forse sì, ed inserirò dei flashback. Non ho ancora deciso u.u
Detto questo: siete davvero sicuri di voler leggere? XD
Beh, chiunque avrà il coraggio di seguirmi… Ben venga u.u
Ho già in mente alcune cose, sappiatelo, e tutto avrà un senso, più o meno… Per quanto possa avere senso… Ma non so dove andrò a finire con questa storia. Né so quanto potranno essere costanti gli aggiornamenti, io metto le mani avanti.
Bene, detto questo, gustatevi pure la storia! =D
La giornata tipo non proprio tipo di Sirius Black
Sirius Black era un ragazzo affascinante, su questo erano tutti d'accordo. Un po' aiutavano i capelli lunghi e scuri, un po' la sua espressione perennemente scocciata e gli occhi grigi così penetranti, un po' il suo passato tormentato di Black ripudiato e Grifondoro. In ogni caso, il fenomeno dello "svenimento da passaggio di Sirius nei corridoi" era così esteso che persino i Malandrini, i suoi migliori amici, ne erano stupiti.
Forse non aiutava il fatto che il ragazzo girasse con la camicia inamidata sempre aperta sul petto e con dei pantaloni così attillati che il pacco sembrava esplodere. James ogni tanto si toccava, per paura che divenisse sterile anche solo a guardarlo e che, quindi, non potesse dare degna discendenza alla Evans.
Sirius, comunque, ignaro del giudizio del suo migliore amico, si sentiva estremamente comodo nelle sue vesti e, anzi, premeva perché le ragazze lo notassero: era un diciassettenne con gli ormoni a mille e il suo fascino lo aiutava nell'arduo compito di soddisfare la sua voglia perenne.
Anche quel giorno, quindi, si mise a fare il giro delle ragazze. Ormai seguiva uno schema prestabilito: aveva Julia che l'attendeva poco prima di colazione dietro una statua del terzo piano; Jennifer dopo mangiato che si faceva trovare già pronta vicino all'aula della sua prima lezione; Tiffany che lo attendeva nel bagno dei prefetti all'intervallo – gli aveva dato la parola d'ordine apposta –; Natasha con cui si sollazzava dietro le serre dopo pranzo, mentre si fumava una bella sigaretta; Charlotte che trovava sempre dietro l'arazzo di Barnabo il Babbeo una volta finite le lezioni pomeridiane; Roxanne prima di cena, nel bagno di Mirtilla Malcontenta, perché amava farsi guardare dal fantasma della ragazza – interessante perversione –; Lucy dopo cena, in uno sgabuzzino delle scope che si trovava appena scese le scale per andare nei sotterranei; e infine Margaret, con cui consumava amplessi da favola nella Torre di Astronomia, poco prima che scattasse il coprifuoco. Naturalmente, se nei suoi vari giri trovava altre ragazze ben disposte a concedersi a lui, non si faceva scappare l'occasione. E ne trovava, oh sì.
Julia si rivelò estremamente vogliosa, quella mattina, così, dopo che ebbero finito, Sirius uscì dalla nicchia con la camicia un po' stropicciata e due evidenti succhiotti sul collo. Non fece in tempo a voltare l'angolo che i toni soavi provenienti dall'altra parte lo avvisarono della presenza di Lily e James.
"NO, NO, NO E POI NO, POTTER!" stava difatti strillando lei, il viso rosso almeno quanto i suoi capelli "NON USCIRO' CON TE NEMMENO SE L'INFERNO GELERA', QUINDI SMETTILA!"
"Andiamo, Lily…"
"NON CHIAMARMI LILY!"
"Evans, allora… Se tu ti dessi un po' da fare come il nostro Sirius qui" disse, avvicinandosi al ragazzo e circondandogli le spalle con un braccio "Sono sicuro che riusciresti a tenere a bada la tua aggressività."
Dalle narici della ragazza sembrava uscire del fumo, tanto che Peter, come al solito, intervenne: allungò a Lily un pacchetto rosa e quadrato. La ragazza iniziò a scartarlo, quasi squarciandolo.
"Ma vedi, Evans… Io potrei propormi come amante, solo per te, lo giuro… Così saresti visibilmente più distesa…"
"VATTENE VIA!" urlò quindi la ragazza, troppo arrabbiata persino per arrabbiarsi in modo coerente, mentre gettava via l'involucro dell'assorbente e se lo passava sulla fronte, a mò di salvietta. Peter convenne che gliene servisse un altro, quindi lo ripescò dalla cartella e glielo porse di nuovo.
James, profondamente offeso e con gli occhi da cerbiatto bastonato, decise di desistere. Anche perché Remus, gli occhi incollati al libro che stava leggendo, lo afferrò per la manica e lo trascinò giù per le scale, non prestando assolutamente attenzione alle sue minacce.
Sirius, ormai abituato a quelle scene quotidiane, ignorò il tutto e li seguì in Sala Grande. Mentre mangiava i suoi tre toast della colazione, già pensava a Jennifer e si pregustava il momento.
Come al solito, trovò la ragazza vicino all'aula di Pozioni, nei sotterranei, dato che di lunedì la loro giornata scolastica iniziava con quella materia. Lei lo trascinò in un'aula vuota lì vicino e Sirius ne riemerse solo mezz'ora dopo, con un graffio ben in evidenza sul petto scoperto. Quella Jennifer era letteralmente una pantera, quando faceva certe cose. I segni rossi erano la sua firma.
"Signor Black… È in ritardo…" esordì Lumacorno, quando aprì la porta dell'aula.
"Professore… Sa… Sono una persona molto richiesta…"
"Anche io vorrei essere molto richiesto!" si intromise James, mentre Sirius andava a sedersi accanto a lui "Però solo dalla Evans!"
"POTTER! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI FARLA FINIITA?! ANCHE A LEZIONE ADESSO, NON TI SOPPORTO!"
"Peter, la scorta d'emergenza." sussurrò Remus al suo compagno di banco, sempre senza staccare gli occhi dal libro. Il ragazzo frugò di nuovo nella borsa finché non trovò un assorbente per la notte, di quelli lunghi, e si alzò per porgerlo a Lily, che sembrò calmarsi subito.
Sirius passò il resto delle lezioni osservando annoiato il professore di turno, finché non fu il momento di vedere Tiffany: allora, come sempre, si fiondò verso il bagno dei Prefetti e, con enorme giubilo dei suoi ormoni, trovò la ragazza nuda che lo attendeva nella vasca vuota.
"Riempimi di te." disse, e Sirius si affrettò ad eseguire.
Tornò appena in tempo per l'inizio delle lezioni, con un livido sul ginocchio, fortunatamente nascosto dai pantaloni. Farlo direttamente sul marmo del pavimento si era rivelato parecchio scomodo, ma ne era valsa la pena.
Di nuovo le lezioni passarono nella noia più totale, almeno fino a che non arrivò l'ora di pranzo, dove ad accoglierlo trovò il solito battibecco fra Lily e James.
"Ma amore! Come puoi non capire che i miei sentimenti sono sinceri?"
"SEI SOLO UN PALLONE GONFIATO, NON TI VOGLIO STARE A SENTIRE, GIRAMI ALLA LARGA…!"
Peter ormai aveva tirato fuori tutta la confezione di assorbenti e ne passava uno ogni mezzo minuto alla povera ragazza, che ne aveva già aperti un paio e se li sventolava come per farsi aria. In effetti sembrava stesse per morire per insufficienza respiratoria, tanto era rossa la sua faccia e sgranati i suoi occhi.
Persino Remus aveva smesso di leggere, scocciato, data la sua nomea da secchione che non riusciva a mantenere, e aveva iniziato a giocare con il mega rasta che gli partiva da dietro la nuca. Sirius si era sempre chiesto che cosa ci facesse, ma aveva un qualche ricordo sfuocato di una volta che lui, Remus e James avevano fumato qualcosa di strano e così, tutte le volte che la domanda gli sovveniva, un brivido gli attraversava la schiena e lui sapeva che non voleva davvero saperlo. Era una sensazione curiosa.
Comunque, stava per far tardi da Natasha, così si ficcò una fetta intera di torta alla melassa in bocca e corse fuori, ignorando Remus che gli tirava pezzi di cioccolata contro, dicendogli di masticare piano.
La ragazza era una favola in quanto a sesso, ma forse non avrebbero dovuto farlo in mezzo ai rovi: Sirius tornò al castello in tempo per le lezioni ma con i fantastici pantaloni attillati strappati, proprio all'altezza del ginocchio con il livido.
Pace, mi farà sembrare affascinante in modo ancora più assurdo, si disse, vedendo ben cinque ragazze svenire al suo solo passaggio e trovando una sesta già svenuta dopo aver girato l'angolo, che probabilmente l'aveva visto solo da lontano.
Stava ancora meditando sul suo nuovo look quando finì anche la lezione di Divinazione.
"Black!" lo richiamò una tizia, che aveva degli occhiali enormi e un sacco di bracciali con le perline. Era la Cooman, una loro compagna Corvonero.
"Sì?" chiese lui, ma la ragazza lo stava già trascinando in un'aula vuota.
Gli altri Malandrini, abituati a quelle uscite, lo ignorarono bellamente, anche perché la Evans aveva ripreso ad urlare contro James.
"Ma Lily, devo solo dirti che la McGranitt vuole che tu…"
"NO! STAI LONTANO DA ME! ZITTO!"
"Ma la McGranitt…"
"NON USCIRO' CON TE, DANNAZIONE!"
Peter, ormai sconsolato, continuava a passare assorbenti a Lily. James approfittò di una pausa in cui lei ci si soffiò il naso per dirle, tutto d'un fiato: "La McGranitt vuole che tu vada nel suo ufficio alle otto!"
Remus, da bravo secchione ignaro, ignorò tutti e, sempre con il libro incollato al naso, andò a sbattere addosso ad una statua di un Troll.
Sirius, comunque, non vide tutto questo, perché la Cooman iniziò a blaterare in modo strano cercando di attirare la sua attenzione.
"Perché vedi, io ho visto… E se non ti togli quei pantaloni e non dai aria lì… Diventerai sterile… Buuuuuuuh…"
Era sinceramente ridicola, con quegli occhiali enormi e l'aria spiritata. Ma da quando in qua gli ormoni badavano a dettagli futili come quelli?
Sirius iniziò a slacciarsi i pantaloni. Proprio mentre stava per mostrare, orgoglioso, la sua svettante e già pronta erezione ad una imbarazzatissima e vogliosissima Sibilla, la porta dell'aula si aprì.
Era la McGranitt.
Per un lungo, interminabile, secondo, la professoressa rimase a fissare i due, che erano ancora in quella posizione assurda: lui con l'"idrante" in mano e lei china ad osservarlo.
Poi la donna tossicchiò, entrò nell'aula, si chiuse la porta alle spalle e iniziò ad armeggiare con lo chignon.
"Ehm… Ecco… Immagino che, in questa occasione, ci si possa…" le sue labbra si strinsero, come cercando le parole giuste "Sciogliere i capelli…" concluse.
Il cuore di Sirius perse un battito.
Perché era quello, da sempre, il suo desiderio segreto e proibito.
No, non i rapporti a tre, non quello di farsi una donna matura… Ma lui, Sirius Balck, giovane ragazzo affascinante e pieno di donne, in realtà era perdutamente e assurdamente innamorato di Minerva McGranitt.
Amava il suo cipiglio severo che nascondeva un sorriso un po' malizioso quando rimproverava i Malandrini.
Amava il suo corpo con le curve perfette nonostante l'età.
Amava le rughe sulla sua fronte, che le donavano un'espressività unica.
E soprattutto amava i capelli raccolti sempre in modo ordinato, tanto che nei suoi sogni erotici non vedeva l'ora di scioglierli e toccarli tutti.
E ora il suo sogno erotico si stava realizzando. Minerva McGranitt si era rivelata una donna dai lunghi capelli grigi e… Dalla biancheria di pizzo. Non male.
Sirius non fece in tempo a rigirarsi che si sentì placcare da qualcosa: Sibilla gli si era avvinghiata contro, e solo in quel momento lui si rese conto che era completamente nuda. Probabilmente si era spogliata prima, mentre lui ammirava estasiato i movimenti sensuali della McGranitt che si toglieva la veste.
Il ragazzo ricambiò il bacio passionale della Cooman, correndo con le mani sul suo corpo ed eccitandosi al pensiero che la professoressa stesse assistendo. Ad un certo punto, sentì delle mano sfilargli i pantaloni, e capì che era la McGranitt, che esitava sui glutei e sulle cosce più a lungo del necessario. Anche la camicia finì in terra e Sirius si trovò schiacciato fra le due donne, che lo toccavano e che si toccavano fra di loro.
Il ragazzo, dopo aver passato un po' di tempo a pomiciare con Sibilla, si girò, solo per trovarsi davanti la faccia della professoressa, rossa dall'eccitazione.
Sirius le lasciò una scia di baci bollenti sul collo e scese, fino a trovare i capezzoli già turgidi. Le tette della donna erano incredibilmente sode, nonostante l'età.
"Professoressa!" esclamò la Cooman, che nel frattempo si stava masturbando osservando la scena, seduta sopra un banco "Come ha fatto a tenerle così?"
"Queste, dici? Ah…" cercò di rispondere lei, toccandosi un seno e gemendo per le attenzioni che le dava Sirius "Merito del Quidditch…"
La sua ultima frase si perse in un sospiro eccitato, mentre Sirius continuava a scendere con la bocca. Trovò la sua intimità già bagnata e si accorse che odorava di fragoline di bosco, come il detergente intimo che una volta le aveva trovato curiosando fra i cassetti della sua scrivania, mentre era in punizione e lei si era dovuta allontanare.
"Minnie…" sussurrò Sirius, dopo avergliela leccata.
"Black… Che fa… Non può lasciarmi così… La metto in punizione…"
La donna, infatti, non era ancora soddisfatta, e fu con disappunto che constatò che il ragazzo si era allontanato per prestare attenzione a Sibilla.
Quella ragazzina non le era mai piaciuta, con la fissazione per Divinazione, materia ridicola e assolutamente superflua, ed in quel momento la odiò più che mai.
"Signor Black…" disse di nuovo, il tono un po' più fermo e un po' meno intriso di piacere.
Sirius, che nel frattempo aveva aggiunto le sue dita al divertimento della Cooman, fece segno alla McGranitt di avvicinarsi.
Quando la professoressa fu abbastanza vicina, lui si girò – senza togliere le dita da Sibilla – e la tirò a sé, dal dietro, facendosi aiutare da lei per riuscire a penetrarla.
Mentre se la faceva, coronando così il suo sogno erotico, si chinò di lato e prese in bocca il capezzolo destro di Sibilla, facendo gemere anche lei fino all'inverosimile.
La posizione era scomoda, ma quell'esperienza fu una delle migliori, per Sirius Black.
Quando tutti e tre finirono, la McGranitt fu la prima a rivestirsi e – con sommo dispiacere del ragazzo – a raccogliersi i capelli, prima di congedarsi con un cenno del capo. La Cooman, invece, non sembrava intenzionata a scollarsi di dosso, così Sirius fuggì in fretta e furia, prima che fosse troppo tardi.
Mentre scendeva le scale, diretto a cena, realizzò che ormai era troppo tardi per Charlotte, ma che si era fatta l'ora di Roxanne. Comunque, non rimpiangeva minimamente l'esperienza; anzi.
Trovò la ragazza nel solito bagno di Mirtilla, che, come lei, lo stava aspettando impaziente.
Dopo aver sbrigato anche quella faccenda, Sirius corse a cena, fermandosi solo poco prima di entrare in Sala Grande, per darsi una sistemata ai capelli. Perché andava bene l'aria da dannato, ma la chioma post-coito* non si poteva proprio vedere.
Giusto in quel momento sentì i toni soavi della Evans, segno che gli altri Malandrini erano vicini.
"POTTER, BASTA, COME TE LO DEVO DIRE CHE MI DEVI LASCIARE IN PACE?!"
"Lily, ma io…"
"COME TI HO DETTO DI CHIAMARMI GIUSTO STAMATTINA?!"
"Veramente mi ha detto solo "non Lily"…"
"PERCHE' NON DEVI CHIAMARMI E BASTA, ECCO!"
Remus, un occhio incollato ad uno dei suoi immancabili libri ed uno rivolto al cielo, stava facendo finta di impiccarsi con il rasta.
Peter, disperato, stava correndo da tutte le ragazze per chiedere loro degli assorbenti: doveva aver finito anche la scorta segreta.
Sirius si avvicinò a James e lo prese sotto braccio, trascinandolo via dalla furia mestruata della Evans.
"Felpato, tu non capisci, io la amo."
"Ramoso, io capisco solo che hai il cervello bacato."
Ma il suo migliore amico non smise di lagnarsi neppure dopo cena, tanto che Sirius dovette dare buca a Lucy. I suoi ormoni protestarono parecchio, tuttavia per amicizia questo ed altro, da parte di Sirius Black.
Alla fine, comunque, ne ebbe le palle piene – in tutti i sensi –, così abbandonò l'amico al suo destino e si diresse verso la Torre di Astronomia, per incontrare Margaret.
Mentre era nel bel mezzo di un rapporto focoso consumato sotto le stelle, Sirius sentì un rumore insolito e, con la scusa di farsi trascinare dalla passione, si avvicinò alle finestre strette che davano sulla Torre stessa: lì vide ciò che poi cercò, senza successo, di cancellare dalla mente.
Marlene McKinnon – ma quella non stava con mio fratello? – urlava come una vacca in calore mentre Remus Lupin – Remus Lupin, quello che andava in giro con un libro al posto della faccia – praticava in successione un Erecto e un Engorgio sulla punta del suo rasta… E la penetrava. Con il rasta. Mentre si masturbava sentendola gemere e osservando il suo viso.
Oh, santo Godric, pensò Sirius, improvvisamente disgustato.
Poi si spostò da quella finestrella maledetta, cercando di concentrarsi di nuovo sull'amplesso che stava consumando. Una volta finito, si assicurò che non ci fosse più nessuno nella Torre, prima di scendere.
Fu solo la sera, quando si stava ormai coricando, che si ricordò del famoso brivido strano che gli attraversava la schiena ogni volta che vedeva Remus giocare con il rasta.
No, si costrinse a pensare, prima di addormentarsi, non lo voglio sapere.
*cit. necessaria u.u delle 50 sfumature XD
