Belichan: i personaggi sono tutti di proprietà di J. K. Rowling. Questa è la mia prima ff sul mondo di Harry Potter, speriamo in bene!

Le sorelle Black

Era una calda mattinata autunnale. La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts era ricominciata da poco e nonostante fossero passati solo pochi giorni, i "vecchi" studenti avevano già ripreso il ritmo dell'anno precedente. C'era chi studiava fino a tardi, nonostante i pochi compiti, e chi pensava d'essere ancora in vacanza. I professori, chi più e chi meno, tentavano di riportare il cervello degli studenti sui libri, la maggior parte con scarsi risultati. Nell'aula di Storia della Magia il silenzio era rotto dal respiro degli studenti che sonnecchiavano tranquilli. Solo quattro ragazzi non dormivano ma stavano seduti vicini in fondo all'aula, più per non disturbare il riposo degli altri che il professore, che tanto non si accorgeva mai di niente. Due ragazzi, uno con i capelli neri tutti scompigliati e gli occhi azzurri e l'altro dai lunghi capelli neri e gli occhi dello stesso colore, stavano seduti sui banchi davanti agli altri due, voltando le spalle al professore. Gli altri avevano entrambi i capelli e gli occhi castani, ma uno era alto e magro e l'altro invece piccolo e un po' grassottello.

"Ehi, Remus!" disse il ragazzo dai lunghi capelli neri colpendo il banco di quello magro dai capelli castani "Possibile che tu debba sempre studiare anche se siamo appena tornati?"

"Sirius ha ragione" continuò il ragazzo con i capelli ribelli che stava seduto sul banco a fianco al primo "oltretutto questa è l'unica lezione in cui possiamo riposarci e perdere tempo senza che nessuno ci dica nulla!"

Il ragazzo di nome Remus alzò un secondo lo sguardo dal libro che stava leggendo e rispose "Ragazzi, lo sapete che devo portarmi avanti, a causa di tutte queste scorribande notturne la mia media potrebbe risentirne…"

I due ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere, seguiti poi dal ragazzo grassottello. Remus sospirò e ricominciò a leggere.

"Allora James" esordì Sirius attirando l'attenzione dell'amico dai capelli ribelli "cosa pensi di fare per attirare l'attenzione di Evans oggi?"

James si voltò, girandosi verso gli altri studenti e gettando una lunga occhiata ad una ragazza dai lunghi capelli rossi seduta in prima fila. Era l'unica che si disturba a prendere appunti sulla lezione.

"Boh, non saprei…" disse James rivoltandosi.

"Come vanno le cose tra voi? Qualche sviluppo?" chiese ancora Sirius, preoccupato dal tono triste che aveva assunto la voce dell'amico.

"No…niente. Continua a rifiutarmi…"

"Uhm…" mormorò Sirius "Che ne dici se per tirarci un po' su di morale…facessimo un bello scherzetto a Piton?"

Il ragazzo cicciotello finalmente parlò "Sì che bello! Che cosa hai in mente Sirius?"

Sirius rise, un lampo divertito passò nei suoi occhi. Anche James abbozzò un sorriso e strizzandogli l'occhio all'amico rispose

"Abbiamo tutta l'ora per pensarci…mi raccomando Sirius, qualcosa di speciale, ho proprio bisogno di rallegrarmi un po'…!"

Mentre i tre amici ridevano ancora Remus abbassò il libro e si mise a fissare Sirius e James. Poi parlò "Ragazzi, non vi sembra ancora il caso di finirla con questa storia?"

"Ma dai Lunastorta!" disse Sirius ridendo "Non vedi com'è depresso James? Sai benissimo che i veri amici si vedono nel momento del bisogno! E James adesso ha proprio bisogno di farsi due risate alle spalle di Piton! Anche Peter è d'accordo…non vorrai fare il guastafeste, vero?"

Remus scosse il capo rassegnato. "Fate come volete. Tanto anche se vi dicessi qualcosa non mi dareste retta comunque…"

Peter si fregò le mani entusiasta e disse "Dai Remus, non te la prendere. Lo sai anche tu che quando Ramoso e Felpato si mettono qualcosa in testa…"

"…causano solo guai…" continuò Remus.

"…si, ma stavolta a Piton!" concluse Sirius, scoppiando a ridere e trascinando anche gli altri tre, Remus compreso, in una generale risata.

I quattro ragazzi passarono il resto della lezione a pensare ad uno scherzo da fare a Piton. Non appena l'ora fu finita e anche gli altri studenti iniziarono a svegliarsi, i quattro amici si alzarono e s'incamminarono verso le serre, dove dovevano seguire la successiva lezione della mattinata, Erbologia.

"Cos'abbiamo adesso?" chiese Peter, che trovava l'aula giusta per ogni lezione solo perché seguiva gli altri tre come un cagnolino.

"Erbologia" rispose Remus.

Sirius passò un braccio attorno alle spalle di Remus e chiese a bassa voce, in modo che solo loro potessero sentirlo "E sai che cosa significa?"

"Che finalmente dopo tre anni, anche tu e James ci aiuterete a coltivare le piante magiche?" rispose sarcastico Remus.

"Sbagliato!" disse James, affiancandosi anche lui a Remus "Che la lezione è con Serpeverde….e che io potrò divertirmi alle spalle di Piton!"

Remus scosse ancora la testa e lui e i suoi compagni entrarono nella serra.

Gli studenti erano già arrivati tutti e i quattro ritardatari presero posto in fondo all'aula. Nonostante fossero arrivati con dieci minuti di ritardo, la professoressa non si era accorta di niente, perché stava discutendo animatamente con una ragazza dai lunghi capelli corvini che dava le spalle alla classe.

"Insomma signorina!" stava dicendo la professoressa con voce abbastanza alterata "fino a prova contraria qui la professoressa sono io e non tollero certi comportamenti durante la mia lezione!"

Passò un'altra decina di minuti e la professoressa continuava la sua discussione con quella studentessa, senza essersi accorta del tempo che passava.

James e Sirius, annoiati dall'attesa, iniziarono a lanciare incantesimi a Piton, che se ne stava seduto tre file più avanti. Prima James tramutò i suoi unti capelli in uno straccio usato da Gazza, il custode, per lavare i pavimenti, poi Sirius fece apparire e rovesciare, accidentalmente, la lettiera di Mrs Purr in testa all'odiato Serpeverde! Tutti i Grifondoro scoppiarono a ridere attirando così l'attenzione della professoressa e della studentessa che si girarono verso la classe.

"Insomma! Cosa sta succedendo qui?" disse la professoressa vedendo Piton ricoperto di sabbietta viola. "Cosa ti è successo Piton?"

Piton era rosso e tremante dalla rabbia. La studentessa lo guardò e ridendo disse sarcasticamente "Devo dire che quel colore gli dona…"

La frase provocò un altro irrefrenabile scoppio di risa che durò di più del precedente.

Subito Piton le gettò un occhiata di disprezzo e rispose tutto d'un fiato "Va tutto bene professoressa. Dato che finalmente si è accorta della mia presenza, vorrei approfittarne per rammentarle che la lezione è iniziata trenta minuti fa mentre lei perdeva tempo discutendo con una persona incompetente."

Il silenzio cadde sulla stanza. La professoressa guardò prima Piton, rosso dalla rabbia, e poi la ragazza che stava in piedi, il volto bianco immobile. Poi la ragazza fece qualche passo avanti avvicinandosi a Piton. Lo sguardo carico d'odio fisso su di lui.

La professoressa spezzò quello strano incantesimo cercando di attirare l'attenzione degli altri su di sé. "Adesso basta ragazzi!" esordì "Prendete le piante che trovate sul vostro banco e ripiantatele in vasi più grandi. I vasi li potete trovare qui, a lato della cattedra."

Molte sedie si mossero, gli studenti si accalcarono vicino alla cattedra della professoressa per prendere i vasi più nuovi. Solo tre persone non si mossero. Piton, la studentessa, e Sirius. I primi due stavano fermi, uno a pochi metri dall'altra, guardandosi con disprezzo. Sirius fissava la scena dal fondo dell'aula.

Vedendo che la ragazza era ancora ferma la professoressa disse "E' meglio che vai ora cara! Sei già molto in ritardo per la prossima lezione!" poi aggiunse rivolta a Piton "Vieni qui Severus, ti aiuto a sistemarti…."

Il ragazzo si alzò e oltrepasso la studentessa dirigendosi verso la professoressa, che lo stava ancora fissando. Quando Piton fu a pochi passi dalla cattedra, uno studente la chiamò e lei distolse lo sguardo per un secondo dal ragazzo ricoperto di sabbietta. Fu una questione di un attimo, la studentessa estrasse la bacchetta e fece comparire sotto ai piedi di Piton una grande quantità di sterco di drago. Il ragazzo scivolò e vi cadde proprio in mezzo. Tutti si voltarono verso di lui, professoressa compresa. Per un lungo istante vi fu silenzio, poi uno scoppio di risa. I Grifondoro erano piegati in due dalle risate e anche i Serpeverde non poterono nascondere il loro divertimento. Solo la professoressa e Evans non ridevano, la prima era pallida, la seconda disgustata. Piton si alzò a fatica, verde dalla rabbia, consapevole della natura del colpevole che aveva osato umiliarlo davanti a tutti i suoi compagni. Si voltò e fissò il viso della studentessa. Il suo bel volto era leggermente piegato di lato, un sorriso beffardo era apparso sulle sue labbra ed una luce divertita dentro i suoi occhi. Dalla sua posizione Sirius, che era rimasto incantato dalla sua bellezza, si riscosse quando Piton allungò un dito verso di lei e parlò "Professoressa! E' stata lei!"

La professoressa spostò lo sguardo sulla studentessa ed esclamò rassegnata "Possibile che tu debba combinare un guaio dietro l'altro? Prima rovesci un secchiello di acqua gelata in testa alla signor Paciock e adesso questo…nonostante le tue capacità, stavolta sarò costretta a parlarne con il professor Lumacorno."

La ragazza rimase impassibile mentre Piton sorrise maligno. L'espulsione era una cosa possibile. Mentre la professoressa si avvicinava alla ragazza per portarla dal direttore della sua casa, una voce maschile risuonò dal fondo dell'aula.

"Non è stata lei!" Tutti si girarono a fissare Sirius sorpresi. La ragazza posò lo sguardo su di lui per la prima volta. Quello che aveva parlato era un ragazzo attraente, i capelli neri lunghi e gli occhi profondi come la notte. Per un istante i loro sguardi si incrociarono. Poi lui distolse lo sguardo, lo posò sulla professoressa e si avvicinò alla cattedra. Tutti lo fissavano mentre si avvicinava. Quando fu dietro alla ragazza si fermò un istante e prese la bacchetta che lei teneva nascosta dietro la schiena. Poi riprese a camminare e quando fu di fronte alla professoressa disse

"Sono stato io. Piton mi aveva provocato prima della lezione ed io non ho resistito a vendicarmi…"

La professoressa annuì più tranquilla. Ora nessuno sarebbe stato espulso, ma Piton ricominciò ad urlare "Non è vero professoressa! Sta mentendo! E' stata lei!"

Prima che la professoressa potesse dire o fare qualcosa, Sirius allungò la bacchetta che aveva preso dalle mani della ragazza e disse "Questa è la mia bacchetta. Se prova vedrà che quello che è stato scagliato su Piton è l'ultimo incantesimo che ho effettuato."

La professoressa la prese, puntò la punta verso un'aiuola della serra ed esclamò l'incantesimo. Subito apparve dello sterco di drago. La professoressa sorrise.

"Professoressa!" ricominciò Piton "Non gli creda! Deve aver preso la bacchetta quando è passato di fianco a lei!"

"Non essere ottuso!" disse all'improvviso James. Non sapeva perché l'amico voleva essere incolpato dell'accaduto, ma era in ogni caso pronto a spalleggiarlo. "Come avrebbe potuto prenderla se lo stavamo tutti guardando? E poi quella è la sua bacchetta, vero Remus?"

Remus annuì e concluse "Si, l'abbiamo comprata insieme il primo anno, potrei riconoscerla tra mille…"

Anche Peter annuì convinto.

Nonostante i continui tentativi di Piton anche la professoressa si convinse e dopo aver congedato la ragazza, che dopo un'ultima occhiata a Sirius si dileguò, e aver ordinato agli studenti di tornare ai loro posti, pulì Piton dallo sporco con un incantesimo.

"Black!" disse a voce alta per attirare l'attenzione di Sirius "per punizione salterai il pasto e pulirai tutta la serra…senza usare la magia"

Black annuì e tornò al suo posto mentre Piton riprese ancora a dire che la vera colpevole era quella ragazza e continuò finchè la professoressa lo minacciò di fare compagnia a Black nella pulizia. Finalmente tornò il silenzio e gli studenti iniziarono a lavorare. Come al solito Remus e Peter si occupavano delle piante mentre Sirius e James parlavano del più e del meno fingendosi occupati.

"Grazie ragazzi per avermi appoggiato…" esordì Sirius a bassa voce mentre Remus prendeva un po' di terriccio magico.

"Di niente" rispose James "solo che di solito lo facciamo per levarti dai guai, non per farti punire quando sei innocente…"

Sirius annuì e non aggiunse nulla.

"Se vuoi possiamo fingere di andarcene e tornare a darti una mano a pulire appena la professoressa si allontana." propose Remus.

"O prenderti qualcosa da mangiare nella Sala Grande.." propose Peter, poco desideroso di saltare un pasto per pulire dello sterco di drago.

James e Remus gli lanciarono un occhiataccia e lui riprese "Oh…è finito il terriccio…vado a prenderne ancora…!" e si allontanò.

"A volte mi chiedo cosa gli passa per la testa…" disse James a Remus che fece spallucce.

Intanto Sirius era perso nei suoi pensieri, ripensava alla proprietaria di quei bei capelli corvini, che oltre alla bellezza aveva dimostrato di avere un carattere niente male, cosa che per lui non guastava in una donna…

"Ehi, Sirius, ci sei!" chiamò James per attirare la sua attenzione.

"Eh? Cosa stavi dicendo, Ramoso?" disse riscuotendosi dai suoi pensieri.

"Sei proprio imbambolato…" disse ancora James.

"…quasi come te quando pensi alla Evans…" lo canzonò Remus.

James e Sirius si guardarono e si sorrisero. Remus la sapeva lunga. Finalmente Peter tornò ed il gruppo ricominciò a lavorare.

Finita la lezione tutti si allontanarono lasciando Sirius a pulire con secchio e straccio. Piton si allontanò ridendo ed esclamando "Ben ti sta!" ma Sirius non lo degnò nemmeno di una risposta, ci avrebbe pensato in seguito a fargliela pagare.

Si levò il mantello, si arrotolò le maniche della camicia bianca e inginocchiatosi a terra nella serra deserta incominciò a pulire. Dopo dieci minuti di quel lavoro ingrato sentì una risata dietro di lui e si voltò. La studentessa di quella mattina stava appoggiata allo stipite della porta e lo guardava sorridendo.

"Cosa si prova a sorbirsi una punizione al posto di qualcuno che nemmeno si conosce?" chiese.

Sirius si voltò e disse divertito "E' una bella sensazione! Dovresti provare anche tu…"

La ragazza si staccò dalla porta, percorse la serra e dopo averlo oltrepassato si fermò di fronte a lui appoggiandosi alla cattedra in una posa strafottente. Sirius alzò lo sguardo e la guardo a lungo. I lunghi capelli corvini le circondavano il viso, i suoi lineamenti erano perfetti, gli occhi scuri e profondi come i suoi. Sirius riusciva solo a pensare che era davvero bella.

"Ehi!" disse lei "Perché mi fissi così?" chiese divertita.

"Niente…pensavo a come hai sistemato Piton…" mentì lui.

Il suo sguardo fu attraversato da un moto di disgusto. "Si…quello stupido. E pensare che anche lui è un Serpeverde…di solito ci si difende quando si è della stessa casa…invece lui mi ha accusato senza tanti problemi, mentre tu, che sei un Grifondoro…" lei sorrise e non terminò la frase.

Lui la fissò e disse "Cose che capitano…"

"Non a me…è la prima volta…" concluse lei.

I loro sguardi si incontrarono ancora. Sirius ispirò per rallentare il battito del suo cuore e aggiunse "Scusami, ma adesso devo finire la mia punizione e se continuo a parlare rischio di non fare in tempo…"

"Perché non usi la magia?" chiese lei stupita.

"Per una volta non mi va di disubbidire…" rispose lui.

"Ok…come vuoi" disse lei staccandosi per allontanarsi. "Allora io vado…Ah! Quasi dimenticavo…la mia bacchetta…"

Lui si fermo, si mise una mano nei pantaloni e le porse la bacchetta. Subito lei la prese.

"Grazie…" disse per la prima volta.

Lui la guardò stupito e disse sarcastico "Allora conosci anche quella parola!"

Lei rise. "Sì certo, solo che non mi piace usarla spesso…"

Poi puntò la bacchetta verso lo sterco e prima che lui potesse fare qualcosa pronunciò l'incantesimo e tutto svanì.

"Ecco fatto! Ora siamo pari!" disse ridendo.

Sirius si alzò un po' arrabbiato "Ti avevo detto che non volevo andare contro le regole…"

Lei rise ancora nel vedere la faccia di lui. "Beh…fino a prova contraria, sono io che sono andata contro le regole…!"

Lui la guardò un po' stupito e un po' indignato "E lo trovi così divertente?"

"Veramente sto ridendo per la tua faccia….sei tutto sporco!" Al che punto la bacchetta contro di lui e lo ripulì in un attimo. "Così va meglio, no?"

Sirius vide che la sua camicia era tornata candida come quella mattina.

"Bene….ora posso anche andare…!" disse lei allontanandosi, ma lui l'afferrò per un braccio e la fece voltare.

"E no! Non puoi mica andartene così dopo tutto quello che ho dovuto passare…"

"Veramente sei stato tu a difendermi…io non ti ho chiesto niente." rispose lei seria.

"Comunque qualcosa me lo devi…dovrai sdebitarti…" riprese lui.

"Sentiamo…e cosa vorresti in cambio del tuo eroico gesto?" disse lei canzonandolo.

Lui la tirò per il braccio verso di se. Quando fu vicina l'abbracciò cingendole i fianchi. Poi avvicinò il suo viso a quello di lei. Sentiva il suo profumo. Si guardarono nei profondi occhi scuri per lunghi istanti, poi lui disse

"Qualsiasi cosa sarai disposta a darmi…"

Lei fissò prima le sue labbra e poi mentre si perdeva nei suoi occhi mormorò "E se ti dessi uno schiaffo…ti andrebbe bene?"

Lui rispose "Fai pure, non mi importa."

"Allora preparati…" Liberò la mano destra e la mosse per colpirlo sul volto. Sirius rimase impassibile attendendo immobile il colpo che non avvenne. La mano di lei si fermò a due centimetri dalla sua guancia e si perse tra i capelli corvini di lui. Poi lei si alzò sulle punte e si avvicinò di più baciandolo lentamente. Sirius la strinse a sé baciandola. Rimasero così per lunghi secondi, poi si staccarono e lui disse

"Non so nemmeno il tuo nome…."

Lei rise e rispose "…che ci importa del nome?" e tornò a baciarlo ancora.

Più tardi quando Sirius raggiunse James, Remus e Peter nell'aula di trasfigurazione con la faccia sconvolta uno dei tre gli chiese come fosse andata la punizione.

"E' stata la punizione più bella della mia vita!" rispose lui e gli altri tre si guardarono e pensando a cosa ci fosse di bello nel pulire lo sterco di drago scoppiarono a ridere!

Continua...