I PERSONAGGI NOTI DI QUESTA STORIA NON MI APPARTENGONO. FANNO PARTE DELLA SERIE TELEVISIVA 'THE WALKING DEAD' E ME NE APPROPRIO SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO. TROVERETE INVECE NUOVI PERSONAGGI DA ME INVENTATI, CHE SARANNO CO-PROTAGONISTI DI QUESTA FF. CONSIGLIO DI NON LEGGERLA NEL CASO NON ABBIATE VISTO LA SECONDA SERIE.
Capitolo I
"SEGNI"
Aveva deciso di rifugiarsi nel bosco, come sempre faceva, fin da piccolo.
Gli alberi lo ascoltavano molto più degli uomini e gli animali lo rispettavano, poiché lui rispettava loro, cacciando solo per sopravvivenza, mai per diletto.
Ed era solito ringraziare tutte le creature che si sacrificavano alle sue frecce.
Glielo aveva insegnato il vecchio John, alias 'Volpe Che Corre', discendente Cherokee e guardiacaccia della riserva naturale di Foxwood nel Connecticut.
Daryl era cresciuto lì, insieme ai suoi fratelli maggiori, prima di trasferirsi ad Atlanta.
Si ricordava appena di suo padre, ma Merle gli aveva sempre detto che non si era perso nulla.
Sua madre si era sposata tre volte e lui era l'ultimo di tre figli maschi, generati, molto probabilmente, solo per puro caso, da tre padri diversi.
La donna, infatti, si occupava di loro molto poco, lasciandoli anche per giorni interi, abbandonati a se stessi, persino senza cibo, troppo impegnata com'era a spendere i pochi soldi che guadagnava, in alcol e droga.
Di suo fratello maggiore Deacon, ne aveva poca memoria, poiché se n'era andato per conto suo, quando lui era ancora molto piccolo.
Ci aveva pensato Merle a crescerlo, a suon di pugni e rimbrotti, per farlo diventare un vero uomo, diceva.
Ed è così che era venuto su, duro come una roccia, silenzioso e scontroso, senza mai conoscere una carezza, se non quelle a pagamento delle puttane, che procurava appunto, suo fratello.
La scuola pubblica, se ne era lavate le mani quasi subito, bollandolo come un ragazzo difficile, un bullo da allontanare per il bene comune.
In realtà quello fu quasi un sollievo per lui.
Detestava le costrizioni scolastiche fatte di interminabili ore, seduto in un banco, dei 'sissignore' ripetuti, come idioti, dagli altri alunni, rinchiusi in quella squallida aula che gli faceva venire la claustrofobia.
Aveva bisogno di spazi aperti e aria pulita, per sfuggire in qualche modo al marciume di quella sua giovane vita, già segnata.
Poi a 16 anni accade qualcosa, che avrebbe cambiato per sempre il suo destino.
Spintosi nella foresta, per sfuggire ad uno degli attacchi di crudeltà del caro Merle, non era riuscito più a tornare, sorpreso da una tempesta di pioggia, come mai se ne erano viste, in quella zona.
Ovviamente a nessuno della sua sgangherata famiglia era passato per la testa di cercarlo, in fondo non era la prima volta che si allontanava da casa senza lasciar detto nulla. Così, nel tentativo di trovare un riparo, per sfuggire al temporale, era scivolato in un dirupo, rimanendo incastrato con una gamba sotto ad un albero spezzato in due da un fulmine.
Fu lì che lo trovò John, ancora intrappolato, svenuto e mezzo morto, quasi assiderato.
Al suo risveglio, in un caldo rifugio, il guardiacaccia gli aveva raccontato di essere stato guidato da un lupo, che gli aveva mostrato la strada da seguire.
Era sicuro infatti, si trattasse dello spirito di qualche suo antenato pellerossa, servitosi di quell' animale totem, secondo i dettami della loro cultura, per salvargli la vita.
Da quel giorno Daryl divenne 'Lupo Solitario' per la comunità Cherokee e' Volpe che Corre' gli avrebbe fatto da maestro.
Così il più giovane dei Dixon, in cinque anni, imparò tutto quello che c'era da sapere su animali, piante,caccia, stagioni, stelle, tradizioni, usi e costumi del popolo rosso, guadagnandosi anche da vivere come vice guardacaccia.
E quello fu il secondo miracolo della sua vita, poiché se non fosse stato per il vecchio John ed i suoi insegnamenti, sarebbe finito sicuramente in un riformatorio o peggio ancora al cimitero, per colpa della cattiva influenza di Merle.
Quando sua madre si trasferì ad Atlanta, fu costretto a seguirla, nonostante fosse cresciuto in modo apparentemente selvaggio che nulla poteva avere a che fare con la vita di una grande città.
Ma purtroppo non ebbe scelta.
La riserva indiana era stata chiusa, sei mesi prima, per il taglio dei fondi dovuti alla crisi economica delle banche americane che ne sovvenzionavano il mantenimento.
Il vecchio John era volato al cospetto dei suoi antenati, ucciso dal cancro, e Daryl ne aveva sofferto in modo indicibile poiché, in quegli anni, 'Volpe che Corre', era stato per lui, quanto di più vicino ad un padre avesse mai avuto.
Prima di morire, gli aveva donato la sua preziosissima balestra, costruita dal suo trisavolo, capotribù pellerossa, con il legno donatogli da una quercia guardiana: alberi millenari che la tradizione indiana, crede siano i depositari degli spiriti della foresta.
Ed è proprio grazie a quel regalo che aveva avuto salva,ancora una volta, la vita, in questa apocalisse abbattutasi sul genere umano.
Infatti, nonostante negli anni successivi si fosse dovuto adattare alla vita di città, non aveva mai dimenticato gli insegnamenti del suo maestro e, quando poteva, scappava nei numerosi boschi sparsi ai confini cittadini, per tornare ad essere semplicemente 'Lupo Solitario'.
Se ci pensava, ogni cosa fino ad allora aveva avuto un senso.
La pessima educazione familiare lo aveva reso forte, i saggi insegnamenti del suo mentore, gli avevano garantito la sopravvivenza, evitandogli di morire di fame e sete o di divenire egli stesso cibo per gli erranti. (1)
Ma adesso non riusciva a darsi pace, dopo la visione della piccola Sofia, baby zombie, venuta fuori dal granaio di Hershel, con la sua magliettina consunta e il suo viso angelico, così orrendamente rattrappito e sfigurato.
Tratteneva Carol fra le braccia, quel giorno, sentendo su di se il suo dolore di madre, proprio lui, che era cresciuto praticamente senza averla, una madre.
Fino ad allora, la certezza di ritrovarla e riportarla sana e salva alla fattoria, non lo aveva mai abbandonato.
Era stato per giorni sulle sue tracce e i segni di un destino meno crudele, c'erano tutti.
Il ritrovamento della sua bambola, i fiori Cherokee lungo la via, la visione di Merle che gli aveva salvato la vita, la pallottola di Andrea, miracolosamente finita lontana dal cervello.
Anche quello era stato uno degli insegnamenti di John: interpretare i segni che si mostrano, come le tracce di un animale nel bosco, in modo da individuare la via giusta da seguire, per arrivare al nostro destino.
Questo soleva ripetergli spesso il vecchio guardacaccia.
Di impare a vedere 'i segni'
Eppure si era perso di nuovo, lungo il tormentato cammino della sua vita.
Nonostante tutto,aveva seguito quei segni.
Aveva creduto in essi, e fatto una promessa a Carol.
Ma Sofia era morta e con lei la speranza. E buona parte delle sue credenze, era andata a farsi benedire.
Un rumore sordo, proveniente dalle sue spalle, lo riportò alla realtà.
Si nascose dietro un albero, sfilandosi la balestra dalla schiena, e tenendosi pronto a lanciare frecce a qualsiasi cosa fosse apparsa da dietro quel fottutissimo cespuglio che gli sbarrava la strada.
Zombie.
Di sicuro, un errante solitario allontanatosi dalla strada, forse per fame.
Udì un rumore di passi.
Trattenne il respiro e sentì il cuore accelerare.
Ecco venir fuori… Un cervo!
Espirò sorridendo.
Finalmente un pasto vero, carne succulenta per lui ed il gruppo.
Hershel aveva del bestiame, ma dopo aver sorpreso uno zombie in un canale d'acqua, nessuno si fidava a mangiare la carne di un animale probabilmente contaminato.
Si sapeva ancora troppo poco di quel morbo che aveva colpito l'umanità, resuscitando i morti, e nessuno aveva voglia di rischiare.
Ringraziò mentalmente lo spirito dell'animale e si scusò con lui per la vita che fra poco gli avrebbe tolto.
Prese la mira e scoccò la sua freccia, ma in un nanosecondo, l'animale, come attratto da un altro rumore, scattò in avanti.
Tuttavia non così velocemente, poiché poco dopo, finì al suolo morente.
Quando le donne di casa lo videro rientrare trascinando l'animale morto, lo accolsero con un applauso.
Significava carne fresca per più giorni e non solo qualche pollo spelacchiato o verdure.
Anche alla fattoria stava iniziando a scarseggiare il cibo, ridotto solo ai frutti donati dal lavoro dei campi, a cui però non ci si poteva dedicare al meglio, in quanto si era in un numero troppo esiguo.
Quella sera, l'odore della brace inebriava gli animi, resi più miti dallo stomaco pieno.
Tutti conversavano piacevolmente, dimenticandosi, per un attimo, dell'inferno fuori.
Solo Carol, ancora troppo addolorata, non vi partecipava, mentre Daryl era più silenzioso che mai.
Aveva consumato il pasto assorto in mille interrogativi.
Preso dall'entusiasmo per la buona caccia, lì per lì, non se n'era nemmeno accorto.
Ma qualche ora dopo, aiutando le donne a sfasciare la carcassa dell'animale, quel particolare gli era saltato subito all' occhio.
Il cervo era stato ucciso da una freccia dritta al cuore.
Ma quella freccia, non era la sua.
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(1)L' infanzia di Daryl l'ho romanzata un po'
