Ultimo Rapporto dal Pianeta Terra

Al Presidente della Corte d'Appello Suprema della Galassia
Nave Spaziale «Fairy Star», in Missione di Ricognizione per Raccolta di Prove
Oggetto: Terra, Terzo Pianeta del Sistema Solare

Signor Presidente, Onorevoli Membri della Corte,
Come da nostre istruzioni, siamo di ritorno dalla quattordicesima missione esplorativa richiestaci dal governo unito del Sistema Solare, riguardo il pianeta messo in quarantena alcuni cicli cosmici fa. Motivo: pericolo per le vite degli altri abitanti e possibile contagio.
Il nostro rapporto ha subito disgraziatamente un lieve ritardo del quale ci scusiamo. Apparentemente un incidente nell'avvicinarci all'atmosfera del pianeta ha causato la dismissione del personale di turno agli strumenti e il naufragio della nave sul pianeta stesso. A quanto pare un piccolo ma cruciale componente dei macchinari è andato distrutto. Non sappiamo se ciò possa essere dovuto a un sabotaggio psichico da parte di un agente indigeno. Siamo a conoscenza di altre evenienze di questo tipo accadute a diverse squadre di ricognizione interne ed esterne in precedenza.
Il sistema d'emergenza non ha funzionato per un motivo a noi ignoto. L'astronave è dunque entrata in ibernazione secondo il protocollo attendendo il risveglio naturale dell'equipaggio adibito al secondo turno, nascondendosi nel sottosuolo del pianeta senza interferire ulteriormente con gli abitanti. Al nostro risveglio, abbiamo constatato l'anomalia e abbiamo dato il via ai rilevamenti seppure in ritardo, cercando allo stesso tempo il modo di ripararla. La situazione non si presentava facile. Come la Corte sa, l'atmosfera del pianeta in questione è incompatibile con la sopravvivenza per gli adulti della nostra specie.
Gli indigeni mostrano progressi dal punto di vista dello sviluppo tridimensionale molto lievi rispetto alla nostra ultima visita: dall'uso del fuoco e della ruota sono passati solamente ad un rudimentale sfruttamento dell'atomo. Tuttavia bisogna riconoscere che sono piuttosto rapidi nella loro evoluzione: rapidità che sembra accentuarsi secondo una curva anomala, come se fosse presente uno stimolo esterno. Raccomandiamo ulteriori indagini su questo punto, anche considerati i già menzionati ripetuti incidenti.
I progressi sono molto più lenti e deludenti dal punto di vista quadridimensionale e pentadimensionale. Abbiamo riscontrato diffusi atteggiamenti infantili di distruttività, autodistruttività, egoismo e compiacimento nel causare sofferenza. Sembra notevolmente diffusa la distorta equivalenza mentale tra sofferenza altrui e benessere personale, ovvero "perché io stia bene il nemico deve star male", caratteristica di molte perniciose malattie pentadimensionali riconosciute. Sono presenti altresì in parecchi individui le condizioni "chi è diverso è un nemico" e "chi è diverso vuole attaccarmi e distruggermi", con diversi gradi di gravità. Dalle rilevazioni automatiche effettuate dai sistemi della nave nell'arco di quello che in termini di tempo locale viene chiamato "un secolo", come anche dalle nostre osservazioni personali, risulta che l'aura della specie dominante indigena appare compromessa, come "consumata", anche negli esemplari più giovani. In misura minore, la compromissione è evidente anche in alcune delle specie secondarie più sviluppate. La condizione sembrerebbe quindi chiaramente opera di un agente patogeno pentadimensionale, sebbene gli strumenti a nostra disposizione non siano riusciti ad identificarne alcuno di noto. Ciò giustifica la decisione delle autorità locali di mantenere ancora il blocco intorno al pianeta, almeno finché non si troverà una cura o un vaccino.
Tuttavia, apparentemente in questo caso si presentano diverse anomalie che ci portano a chiedere alla Corte un riesame, o almeno un'indagine più approfondita in merito. Molti indigeni terrestri sembrano consapevoli della propria condizione alterata, e si interrogano sulle cause di essa ovvero cercano di combatterla in diversi modi, sia a livello personale che interpersonale, sebbene le loro conclusioni e i loro rimedi siano del tutto empirici e spesso errati. Qualcuno di loro riesce realmente ad ottenere un miglioramento con le sue sole forze o con l'aiuto di altri. Abbiamo constatato la presenza occasionale di individui completamente sani, il che ci fa pensare che alcuni terrestri si stiano adattando e sviluppando anticorpi in grado di sconfiggere l'agente patogeno, magari utilizzabili per aiutare anche il resto della specie. Ciò consentirebbe un cauto ottimismo riguardo al decorso finale e alla decisione definitiva da prendere nei loro riguardi al termine della quarantena.
Questa evenienza è del tutto inedita nel nostro sistema galattico. Nella stragrande maggioranza di analoghe occorrenze di dissidio interiore all'interno di una specie senziente, l'esito è stato pressoché lo stesso, ovvero la divisione della razza in due tipi distinti di entità fisiche incarnanti il "bene" e il "male", senza compromessi, che in seguito si sono combattute a vicenda fino alla completa distruzione di una delle due. Si vedano i casi di Reptum, di Fullr e, in misura minore, anche del nostro astro. Del resto, proprio questo è uno dei motivi per cui ci siamo offerti volontari per la missione nonostante le difficoltà fisiche oggettive che presentava per noi, oltre al fatto che avevamo già avuto rapporti con i terrestri nel passato sia remoto che recente.
Ma nei terrestri, appunto, pare che il dissidio non riesca a causare una scissione. La quasi totalità di loro presenta nella propria mente sia il bene che il male, impegnati in una difficile coesistenza e lotta che li impegna quotidianamente logorando le loro energie psichiche. Ciò sembra anche la causa dell'assenza quasi totale di capacità quadridimensionali e pentadimensionali nella loro razza, un'altra anomalia rispetto a tutte le altre razze galattiche, sebbene vi siano vaghi ricordi razziali di averle possedute in passato. Abbiamo potuto verificare personalmente tuttavia che alcuni di loro sono riusciti in parte a recuperare anche queste tramite sistemi sia naturali che artificiali. Ciò ci sembra un altro segnale positivo, per quanto la maggior parte degli individui in possesso di abilità residue sembrano impiegarle per scopi di conservazione del proprio ego anziché per la conservazione comune. Ci chiediamo quindi se non sia proprio questa la parte dello spirito attaccata dal patogeno.
Non possiamo fare a meno di provare ammirazione per il coraggio di queste creature imperfette che preferiscono tuttavia tenersi le proprie imperfezioni e lavorare su di esse per correggerle o reintegrarle, invece di espellerle da sé. Ci chiediamo se questo non potrebbe insegnarci un approccio totalmente nuovo, e magari migliore, alla cura delle malattie psicospirituali su altri mondi.
Riteniamo probabile che possa verificarsi una guarigione completa in futuro, se i terrestri riusciranno a non distruggersi a vicenda prima. Ci sentiamo obbligati a concludere il nostro rapporto riferendo che sono stati proprio alcuni di loro ad aiutarci a riparare la nave. Si tratta di alcuni individui catalogati tra quelli in possesso di abilità residue, recuperate apparentemente grazie ad impianti estranei installati nel corpo. Secondo la procedura standard, una volta appurata la situazione di gravità avevamo messo in stasi temporanea i terrestri più vicini, formato un simbolo di riconoscimento ed inviato il segnale psichico di soccorso avvertibile soltanto da intelligenze sviluppate oltre il Livello 2. È stato proprio il più giovane del gruppo a ricevere il nostro SOS e a fornirci, del tutto spontaneamente e senza alcuna richiesta di ricompensa, il componente necessario per la riparazione. Anche nelle menti dei suoi compagni non abbiamo percepito impulsi negativi: semmai una grande curiosità nei nostri confronti, il desiderio di maggiore conoscenza e di comprensione, e soprattutto la volontà di aiutare disinteressatamente. Senza dubbio deve trattarsi di esemplari già giunti o comunque molto vicini alla guarigione. Il solo fatto che siano stati in grado di entrare in comunicazione con noi è inoltre largamente incoraggiante per quanto riguarda la valutazione del loro sviluppo pentadimensionale. La Corte ricorderà che non si tratta dell'unico caso in cui dei terrestri sono stati d'aiuto a una specie esogena, e neanche alla nostra, come dimostra il caso di un nostro individuo giovane naufragato erroneamente sul pianeta qualche anno fa e sostenuto ed educato da diverse specie indigene finché non si è potuti giungere a prenderlo.
In conclusione, Signor Presidente e Signori Membri della Corte, suggeriamo di riferire ai rappresentanti del sistema che l'indagine non evidenzia elementi tali da consentire alla sterilizzazione dell'astro, e che anzi sia opportuno rafforzare le osservazioni e prendere semmai in considerazione una cauta politica di aiuti per favorire la risoluzione spontanea della condizione anomala, in vista di un possibile completo e felice reintegro degli indigeni nella comunità cosmica. È possibile che sia già stato intrapreso qualche passo discreto in questa direzione: abbiamo rilevato alcune tracce deboli ma chiare d'interferenza esterna nell'attività del pianeta, e almeno uno o due degli individui con cui siamo entrati in contatto diretto mostrava segni molto peculiari che lasciano pensare a un intervento mirato…
In ogni modo, l'esistenza di simili sentimenti negli umani renderebbe altamente sconsigliabile l'uso sconsiderato della forza per risolvere il problema. Sono ammirevoli e meravigliosi, soprattutto considerando l'ambiente sfavorevole in cui sono fioriti. Non soltanto per la peculiarità della situazione specifica, riteniamo che tutti noi… potremmo avere da imparare da loro.
Non riteniamo ci sia il tempo di inviare un'altra spedizione prima della risoluzione definitiva del caso. Consigliamo dunque agli osservatori già sul posto di restare in attesa e in allerta e di cercare di mettersi in comunicazione con gli umani evoluti nel caso vi siano segnali di una possibile svolta drastica imminente. Il loro contributo sarà decisivo per la salvezza del pianeta.
Onorevole Presidente, qui termina l'ultimo rapporto dal pianeta Terra.

–Buona fortuna, amici– mormorò l'esserino trasparente, mettendo giù la penna elettronica e premendo il tasto che avrebbe inviato il testo a chi lo stava aspettando. –Avevamo promesso di restituirvi il favore. Questo è tutto ciò che possiamo fare. Ora sta a voi. Speriamo che ve la caviate. Ci incontreremo di nuovo, noi e voi… quando tutto sarà finito.