Questa è la nostra prima fanfic scritta a sei mani, speriamo possa piacervi. Piano, piano la storia si svilupperà dandovi modo ci conoscere meglio i protagonisti. AU con Rizzles!
Non deteniamo nessun diritto sui personaggi, solo sulla storia.
Napoli 1960 Jane Rizzoli figlia di un noto boss della camorra napoletana comincia a muovere i primi passi verso una carriera costellata di omicidi, sangue, violenza e donne... fino a quando conoscerà l'Amore...
Jane aveva soldi rispetto e donne.
La sua vita andava alla grande, fino a quando il suo destino incrociò quello di Maura, figlia della famiglia rivale.
Era il 1960. Jane Rizzoli all'età di 21 anni, già gestiva il business della famiglia Rizzoli in Italia. Il padre Frank era un noto boss della camorra napoletana. Si trasferì con la moglie Angela a New York per controllare gli affari insieme ai Corleone una famiglia molto potente che si stava espandendo su tutta la costa, da Boston fino a Miami.
Jane a 18 anni commise il suo primo omicidio, un suo coetaneo si permise di spintonarla facendola cadere a terra, lei lo prese per il collo e con forza lo spinse contro un muro, sbattendogli la testa più volte. In qualche modo la sua famiglia riuscì ad evitarle la prigione, ma per il padre era già tutto chiaro: sua figlia sarebbe arrivata alla cupola.
Jane si stava recando all'appuntamento con il sindaco, praticamente un burattino dei Rizzoli. Al suo fianco c'erano i suoi più grandi e fedeli amici Daniela e Tonino, nati e cresciuti nello stesso quartiere, Santa Lucia. La donna bruna non si fidava mai di nessuno, ma con Daniela era diverso. Lei si mostrò leale e fedele quando una sera Jane conobbe sua sorella Sara. Parlando con Daniela le disse che voleva conoscerla. Nonostante Sara non fosse interessata alla cosa, la sorella quasi la obbligò ad andare all'appuntamento. Da quel giorno divenne la sua compagna e le due iniziarono a vivere la loro storia tra amore e odio. Con Tonino invece era un'altra cosa. Lui era un bravo guerriero, ma molto vulnerabile. Il suo problema era la cocaina, purtroppo all'amico bastava poco per farlo parlare. Per questo motivo Jane evitava di fargli sapere troppe cose.
Arrivarono sul luogo quasi sulla cima del Vesuvio, la vista era da mozzare il fiato. Il sindaco era già li, nervoso e tutto sudato come sempre.
"Buongiorno sindaco" disse Jane
"Buongiorno signorina Jane" rispose l'uomo
"Jane" disse lei guardandolo dritto negli occhi. Il sindaco aveva una gran paura di quella donna perché il suo sguardo era tenebroso e gli faceva venire la pelle d'oca. E il suo modo di fare? Era così tranquillo e risoluto... e il suo modo di parlare? Aveva un cervello da paura.
"Mi scusi, Jane" rispose il sindaco con un leggero tremore nella voce.
"Sindaco, come promesso ha la sua carica DI NUOVO. Adesso vorrei sapere, la mia licenza per costruire l'albergo a via Carracciolo dove sta?" disse la donna bruna mettendo le mani in tasca.
"Jane, ci sono dei tempi da rispettare... sto aspettando che si sblocchino delle pratiche burocratiche e.."
"Me ne frego sindaco... Sono 5 mesi che aspetto, voglio la licenza subito, e non voglio più scuse!"
Il sindaco si asciugava il sudore sulla fronte con un fazzoletto, ma non per via del caldo. Bensì perché aveva paura. Quella donna era imprevedibile e non parlava mai a caso. Balbettando le rispose. "Domani smuoverò la Regione"
"Ecco... bravo, smuova la Regione..." rispose Jane fissandolo dall'alto in basso. Avvicinandosi e aggiunstandogli il bavero della giacca. Poi si girò guardando il panorama. Non si poteva mai capire cosa diamine le passasse nella testa in qualsiasi momento.
"Vede sindaco, fare delle scelte comporta responsabilità, io sono una donna molto esigente... ottengo quello che voglio con qualsiasi mezzo. Mi capisce sindaco, vero?" Voltò il viso guardandolo con aria minacciosa.
"Si Jane... Ho capito!" il suo balbettio era aumentato.
"Le do una settimana, non di più. Statevi bene". E si allontanò con i suoi scagnozzi, senza dar modo al sindaco di replicare.
Maura era la figlia del noto boss irlandese Paddy Doyle. Cresciuta dalla migliore amica del padre, Costance e da suo marito Arthur. La madre biologica di Maura lasciò Paddy, quando la figlia era ancora piccola. In quegli anni il boss era in ascesa e per Hope era diventato troppo difficile vivere una situazione del genere, decise così di andarsene. L'uomo la obbligò a lasciargli la figlia, con la libertà di vederla quando voleva, ma sempre sotto l'occhio vigile dei suoi scagnozzi.
Maura era una ragazza brillante, studiava all'Università di Boston per diventare medico. I rapporti con il padre non erano rosei, lo accusava sempre di aver allontanato la madre. E così quando poteva cercava di passare più tempo con lei e la sorellastra Cailin.
Mentre si stava preparando per andare all'università il padre la fece chiamare.
"Mi volevi?" gli disse con tono freddo.
"Sì Maura, stasera viene a cena Luke il figlio della famiglia Santoro. Gradirei la tua presenza".
Maura osservò il viso serio del padre... Non poteva farle questo, non poteva decidere del suo futuro. "Stasera vorrei passare del tempo con mia madre" rispose la ragazza.
"Alle 18:00 in punto Maura" Non era una richiesta ma un ordine. Il tono del padre era serio... Quanto odiava essere la figlia di un boss di Boston! Ma lei presto avrebbe finalmente preso un appartamento, sperando così di essere più lontana dal suo controllo e dai suoi ordini.
Jane tornò a casa dopo una lunga giornata. Sara l'aspettava come tutte le sere per cenare, entrò in cucina ed era già tutto pronto.
"Ciao amore". Jane si avvicinò dandole un bacio sulla guancia.
"Che mi dici?" domandò la donna bruna con una voce affettuosa, sedendosi mentre aspettava che la cena venisse servita.
"Sono stata da mia madre, non sta bene" le rispose con aria triste.
Jane prese la donna, facendola sedere sulle sue gambe "Lo so, me l'ha detto Daniela. Vuoi stare un po' da lei?"
"E tu come farai?"
"Ci penserà tua sorella a cucinare per me!" Risero tutte e due.
Sara la guardò negli occhi. "Credo di essermi innamorata di te nello stesso giorno in cui ti rifiutai, sei stata così testarda e decisa, non hai mai smesso di volermi".
Jane le spostò i capelli davanti al viso. Sara era una persona molto fragile. La sua ingenuità era stato il fattore scatenante che aveva attirato il suo interesse verso quella donna. Per un attimo si sentì in colpa per tutte le volte che l'aveva tradita con altre, ma non poteva fare altrimenti. Era nella sua natura. Ma nonostante tutto, Sara era sempre pronta a perdonarla ed aspettarla.
"Sei una persona speciale, se avessi rinunciato a te sarei stata una stupida" disse stringendola più forte a se e dandole un leggero bacio sulle labbra, che divenne ardente nel giro di pochissimi secondi. Jane si alzò tenendola in braccio, senza rompere il bacio, portandola in camera da letto. La cena poteva aspettare, quella sera voleva pensare solo alla sua Sara.
Fateci sapere cosa ne pensate! Presto il secondo capitolo. :)
