Blizzard in New York
"Cosa ci fai qui Castle? Ti avevo detto che non mi serviva nulla" perché doveva sempre fare le cose di testa sua, non una volta che le desse retta. Aveva un'emicrania epocale, probabilmente qualche linea di febbre e voleva solo starsene rintanata nel suo appartamento, sotto la coperta di lana di Johanna, a guardare film con un solo occhio aperto
"generi di conforto" le sorrise, alzò due pacchetti che teneva uno per mano, sembrava non avesse neanche sentito la sua domanda. Rimase lì fiducioso che l'avrebbe fatto entrare, prima o poi, anche per il solo fatto che nel corridoio del suo palazzo si gelava
"sta per arrivare il blizzard più forte da dieci anni e tu invece di rimanere a giocare alla playstation nel tuo caldo loft, sei vento qui?" detta così sembrava una cosa carina da fare, e in effetti lo era
"è già arrivato, veramente" aveva i capelli fradici di neve, ma lei era troppo appannata dal raffreddore per fare collegamenti, neve, bagnato, freddo si stava congelando sul pianerottolo!
"entra o ti prenderai un'influenza"
"ad essere precisi, dato le condizioni in cui sei, la prenderò soprattutto se entro"
"Castle! Vuoi entrare o no!"
"sì, sì ecco, sono entrato, grazie" fece una specie di balzo verso l'interno dell'appartamento, lasciando una pozzanghera di neve sciolta sul legno, si guardò i piedi "scusaaa" lei scosse la testa arrendendosi, richiuse la porta mentre lui si diresse senza esitazioni verso il bancone della cucina
"cosa stai facendo Castle?"
"invado i tuoi spazi, se vuoi puoi spararmi non appena risulto troppo fastidioso"
"non mi tentare…ma cosa stai cercando?"
Apriva in continuazione sportelli e cassetti della cucina "il nulla, qui è il centro di un buco nero, vero? Che ha risucchiato qualsiasi cosa possa essere commestibile, no aspetta aspetta, come non detto" buttò nel cestino dei rifiuti qualcosa che assomigliava, molto alla lontana, ad un ciuffo di sedano
Kate era rimasta a guardarlo con le mani sui fianchi, lo avrebbe strozzato, sempre così sicuro di sé da risultare irritante, ma anche così gentile e attento, soprattutto costante. Non l'aveva più mollata, dal primo libro, ne erano usciti già due e il terzo era in fase finale, ne avevano passate di tutti i colori, avevano frequentato persone diverse, tecnicamente lei in quel momento era impegnata con Josh, già 'tecnicamente', non gli aveva ancora detto che ne aveva abbastanza delle sue totali assenze. Continuò ad osservarlo e sospirò. Dovette averlo fatto in modo alquanto rumoroso perché Castle aveva alzato lo sguardo dal pianale della cucina su cui era intento a sistemare le vettovaglie che aveva portato "che c'è, ah lo so, sono irresistibile quando sono ai fornelli…immaginavo che neanche tu ne saresti stata immune"
"cosa? No, ma che…nei tuoi sogni Castle…" sì era irresistibile vederlo ai fornelli, ancora si ricordava quella mattina che le stava preparando i pancake, con quei buffi capelli arruffati che gli incorniciavano un viso assonnato e soddisfatto, e non ci fosse stato di mezzo un serial killer e un cadavere alla porta di casa… ma cosa diavolo stava pensando! Le medicine contro il raffreddore dovevano averle dopato il cervello, stava facendo pensieri su Castle?! Non sarebbe stata la prima volta e neanche l'ultima, ma aveva deciso che lui era pericoloso per lei, l'avrebbe fatta cadere in un abisso da cui sarebbe uscita a pezzi, aveva avuto due mogli, due divorzi e pure un ritorno di fiamma con ex, a cui andavano ad aggiungersi diverse dozzine di flirt affibbiategli dalla stampa, palesemente inventate, ma portavano acqua al suo mulino di negazione, lei sarebbe stata solo parte della nuova raccolta punti. Aveva deliberatamente omesso dalla lista, il suo innato senso dell'humor, la sua gentilezza, il fatto che adorasse la sua intesa con Alexis e altre due a tre cosette che avrebbero fatto pendere pericolosamente l'ago della bilancia su 'possibile'
Se lo doveva raccontare sempre più spesso questo ritornello perché altrimenti avrebbe capitolato, dopo la bomba sporca ne era stata certa, se non fosse apparso Josh dietro di lei, sarebbero andati a bere qualcosa insieme, avrebbero chiacchierato, e poi…
"niente?" sussultò alle parole di Rick
"eh cosa? Cosa… che hai detto Castle?" tentò di schiarirsi la voce cercando di capire se avesse pensato ad alta voce, era sbiancata
"tu non stai affatto bene Beckett, allora riformulo, possibile che non hai NIENTE in frigo, neanche del latte? Io a quello non ho proprio pensato…"
"non importa Castle, ho del caffè se voglio qualcosa di caldo, oh, ma scusami, non ti ho offerto niente…" si rese conto di essere stata scortese e scorbutica dal momento in cui si era materializzato alla sua porta
Lo raggiunse alla dispensa in cerca della scatolina con la polvere caffè, arrivandogli molto vicino, troppo, stretti nel budello creato dal piano di lavoro e la macchina del gas, s'incastrarono per un millisecondo, fu qualcosa di impercettibile, che entrambi, invece percepirono come una scarica da mille volt, eppure non era la prima volta che entravano in contatto fisico
Kate svicolò prendendo il bollitore e fiondandosi verso il lavandino, troppo velocemente forse "ehi Beckett, non ho cattive intenzioni, volevo solo, insomma non sopportavo l'idea che tu fossi sola e malaticcia" si riferiva all'ennesimo viaggio di Josh di cui si era lamentata con lui proprio il giorno prima "insomma io…ti preparo qualcosa di caldo e me ne vado, giuro che non ti importunerò oltre" aveva cambiato espressione e tono della voce
Altro che sicuro di sé e spavaldo, aveva dovuto ricorrere a tutto il suo coraggio per presentarsi lì e non perché non volesse, ma aveva il terrore che lei lo respingesse con il suo solito piglio altezzoso, non sapeva perché, ma era giunto ad un limite, sopportava sempre meno di essere messo da parte, anche se non avrebbe fatto nulla con lei, dal momento che aveva una relazione in corso, certo non con la persona più simpatica della terra, ma chi era lui per giudicare il MotorCylce Boy…
"ehi, no scusa, è che veramente non sono molto in forma stasera…" aveva detto la prima cosa che le era passata per la mente, l'intenzione era quella di giustificare quella reazione esagerata, ma si rese conto che in realtà lo stava invitando ad andare via
"ok, ricevuto, vado via" lanciò un'occhiata alla finestra la nevicata se possibile si era infittita, sarebbe stato un problema tornare a casa, all'andata un taxi l'aveva trovato, dubitava ne circolassero ancora con quella bufera, ma questo non era un problema di Kate, d'altro canto si era autoinvitato, cosa pretendeva?
"ti ho preso delle arance, lì c'è del brodo di pollo VERO, me lo sono fatto fare da un ristorante fidato e poi…" iniziò ad elencare le provviste mentre raccoglieva a ritroso i pezzi di abbigliamento invernale che aveva seminato strada facendo, sciarpa, guanti, giaccone. Arrivò alla porta ma Kate non lo aveva seguito era rimasta al bancone della cucina "Castle!" lui si girò non riuscendo a nascondere un lampo di speranza negli occhi "grazie…Castle, io…" squillò il telefono, dall'espressione che le vide apparire in volto capì c'era Josh dall'altro capo, tempo scaduto, lui aveva fatto il suo dovere di amico premuroso, vedeva che tentennava guardando lui e poi spostando lo sguardo sul cellulare che continuava a suonare "non c'è di che Beckett, a cosa servono i partner altrimenti, rispondi o Josh potrebbe preoccuparsi" sorrise, almeno sperò che quello che aveva messo sulla faccia ci assomigliasse almeno un po' ad un sorriso. Aprì la porta da solo e uscì senza darle tempo di replicare, improvvisamente gli mancava l'aria, scese le scale quasi correndo e rischiando di scivolare sul bagnato lasciato da chi era passato prima di lui.
Si buttò sotto la nevicata, cercava di riprendere pieno possesso delle sue facoltà, non era andato da lei con secondi fini, voleva solo…solo prendersi cura di lei, andiamo Rick, sei uno scrittore, quante volte hai usato quell'espressione come sinonimo di Amare? Cosa ti aspettavi? Che cadesse ai tuoi piedi perché le hai portato 4 arance? Si era reso conto che, inconsciamente, aveva caricato di aspettative illecite quella sua sortita. Non c'era quasi nessuno in giro, era tardi e il vento spostava i fiocchi in ogni direzione. Si alzò il bavero del giaccone e iniziò a camminare affondando nella neve che ormai era salita di qualche centimetro rendendo difficile distinguere dove finisse il marciapiede e iniziasse la strada.
"Castle! Rick!" non se l'era immaginato, una voce fin troppo familiare lo aveva chiamato, si girò verso il punto da cui proveniva il suono disturbato dal sibilo del vento, e lei era lì, con una felpa, il cappuccio tirato sui capelli, che stava correndo verso di lui
"ho dimenticato qualcosa?" si tastò la giacca in cerca del cellulare, le chiavi, era tutto lì
"sì, hai dimenticato di bere il tuo caffè"
Aveva ancora il fiatone, non sapeva neanche come avesse fatto a scendere così velocemente le scale, dire che si sentiva uno straccio era un eufemismo, ma non le importava. Aveva risposto al telefono e si era pentita istantaneamente di quello che aveva fatto, no stavolta non lo avrebbe lasciato andare via in quel modo. Rivide come in trailer tutte le volte che aveva preferito Josh a lui, sapendo che lo faceva per comodità, per paura di impegnarsi seriamente, perché se avesse fatto un solo passo verso di lui, aveva la certezza cristallina che sarebbe stata una scelta totale e definitiva, senza scappatoie
"ti congelerai Beckett" quando le aveva messo il giaccone attorno alle spalle?
"ora ti congelerai tu Castle" gli sorrise timidamente prendendogli il braccio che teneva ancora il giubbotto
Continuavano a guardarsi negli occhi, incatenati da una forza invisibile, ma assolutamente tangibile, lui non osava andare oltre, avrebbe voluto, ma vedeva la faccia di Josh ovunque, e allora ci pensò lei. Dovette mettersi in punta di piedi per raggiungerlo, era in sneakers e non sui suoi soliti tacchi vertiginosi, quindi la distanza da colmare sembrava infinita, ma poi le labbra s'incontrarono, lui cedette, lei sorrise baciandolo e parlò senza staccare le labbra da lui "non c'è più, già da qualche tempo, mi serviva solo tempo di renderlo ufficiale" la risposta non si fece attendere, lui la cinse alla vita, la tirò verso di lui e le restituì un bacio colmo di passione che fece girare la testa ad entrambi.
Erano ricoperti di fiocchi di neve, uno spazzaneve passò a pochi metri da loro riportandoli con i pedi per terra, i visi si allargarono in sorrisi complici, poi Rick, come se nulla fosse, mise su una di quelle facce da schiaffi epiche e proseguì il discorso come se nulla fosse "facciamo così, vengo a prendere il caffè, ci asciughiamo…e magari mi fai vedere uno degli episodi di Temptation Lane"
"mi sembra un ottimo piano"
La tempesta di neve che ha coinvolto New York questa notte, ha superato le previsioni dei meteorologi che già l'avevano classificata, come la peggiore da dieci anni a questa parte, pare invece che siano stati battuti tutti i record conosciuti. Si raccomanda la cittadinanza di rimanere in casa e non uscire se non per motivi di estrema urgenza.
La tempesta di emozioni che era iniziata sul marciapiede vicino al 2540 E. 3rd Street invece non sarebbe probabilmente finita mai.
FINE
