Rinuncia: Ovviamente GW non è mio, mai lo è stato e mai lo sarà. ;_;

Attenzione: 1x2, 3x4, 5xSP, Yaoi, no Lemon.

Importante:

- Questa storia fa parte di "Heero e Duo Arch", una serie di storie su come io vedo la relazione tra Heero e Duo.  

Il Primo Natale Della Nuova Era - HEERO E DUO ARCH

by Ely

Capitolo 1

A.C. 197

Non era esattamente ciò che Duo aveva immaginato per il primo Natale della nuova era di pace ma tutto sommato poteva accontentarsi. Oltrepassò la porta dello chalet di montagna della famiglia Darlian e un piacevole tepore lo accolse scaldandogli il viso intorpidito dal freddo. Sorrise lievemente inalando l'odore del legno e della cenere. Avrebbe voluto trascorrere quei giorni di festa solo con i suoi quattro amici, magari in una delle tante ville di Quatre in un luogo caldo e soleggiato, invece Relena aveva fatto loro un invito che non avrebbero potuto rifiutare ed ora erano lì, nella sua casa tra le Alpi Italiane, accolti da un manto di candida neve bianca che anche se bella era pur sempre fredda e Duo odiava il freddo, lo aveva sofferto troppo da bambino ed ora amava i luoghi caldi. A pensarci bene nessuno aveva neppure pensato di rifiutare l'invito di Relena tranne Duo stesso. Ultimamente tra di loro non correva buon sangue.

Avanzò nell'ampia sala affiancato da Heero, seguito da Wufei, Quatre e Trowa e preceduto dalla stessa Relena e da Sally. Con poca grazia gettò il borsone a terra e stese le braccia verso l'alto emettendo un brontolio di piacere. Il viaggio era stato lungo e non troppo confortevole. Non era certo della compagnia che si lamentava, aveva viaggiato in macchina con Quatre e Trowa e con loro si trovava sempre molto bene, soprattutto da quando l'ex-pilota di Heavyarms era diventato più socievole e comunicativo, da quando cioè stava con Quatre. Ciò che lo aveva amareggiato in realtà era stato il fatto che Heero non aveva viaggiato accanto a lui ma in macchina con Relena; non solo con lei ovviamente, ma anche con Sally e Wufei; Il problema, però, rimaneva: Heero non era stato con lui durante tutto quel tragitto e in cuor suo Duo sapeva che non ci sarebbe potuto essere modo peggiore per iniziare quei giorni di festa.

"Era ora, cominciavo a congelare in macchina!" rese noto togliendosi poi sciarpa e piumino così come gli altri.

"Spero il posto sia di vostro gradimento," disse dolcemente Relena con un sorriso felice sulle labbra rosate sfilandosi guanti e cappello di pelliccia.

Duo storse la bocca in una strana smorfia guardandosi intorno. E come avrebbe potuto non esserlo? La casa, in legno e pietra, era calda, accogliente ed arredata lussuosamente. La stanza in cui entrarono era una grande sala con un ampio tavolo rettangolare di legno massiccio nel centro; nella parete opposta vi era, tra due ampi finestroni che davano sulla veranda, un camino così grande che a parere di Duo ci si sarebbe potuto cucinare dentro un bue intero. Sulla destra un muretto basso divideva la sala da pranzo dalla cucina e sulla sinistra una porta di legno e vetro conduceva nel sontuoso salotto. Infine in fondo alla stanza sulla destra vi era la scala che conduceva al piano superiore e sotto di essa due porte: la prima conduceva nella cantina, la seconda ad un bagno. Ovunque erano appesi quadri a tema bucolico e un paio di teste impagliate di animali con lunghe corna che molti di loro avevano visto solo nei libri.

"Possiamo accontentarci," rispose l'ex-pilota di Deathscythe con un sorrisetto forzato, nella sua voce una inconfondibile dose di sarcasmo per la quale Heero gli lanciò un'occhiata severa.

"E' perfetta Relena," affermò poi Quatre, unico a non notare il tono dell'amico dalla lunga treccia. Relena sviò il suo sguardo contrariato da Duo e sorrise al giovane biondo ringraziandolo.

"Benvenuti." Fu il semplice ed educato saluto di Pargan, il maggiordomo della famiglia Darlian; si esibì in un lieve inchino, tutto ciò che la sua vecchia schiena poteva concedergli. "Signorina Relena, le stanze sono pronte, volete riposarvi un po' prima di cena?"

Relena si volse verso i suoi ospiti che sembravano stanchi e provati dal lungo viaggio. "Credo sia una buona idea."

"Allora seguitemi, vi mostrerò le vostre camere."

In cima alle scale si apriva un piccolo salotto nel quale vi erano due morbidi divani blu su un tappeto colorato di fronte ad una grande finestra che dava sul davanti della casa. Le stanze erano disposte a L intorno a questo salottino. La prima sulla destra era stata preparata per Heero, seguiva quella per Relena, poi quella per Sally e infine quella per Wufei. A quel punto la parete piegava sulla sinistra ed una stretta scala portava ad un piano superiore dove vi erano le stanze della servitù. A sinistra della scala, sempre intorno al piccolo salotto, vi era la porta della camera di Trowa e Quatre e infine quella di Duo.

C'avrei giurato! brontolò Duo dentro di sé mordendosi le labbra; entrò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle mentre il maggiordomo gli parlava ancora indicandogli dove avrebbe potuto trovare altre coperte nel caso avesse avuto freddo. Duo gettò a terra il suo borsone e si lasciò cadere pesantemente sul letto a pancia in sotto; chiuse gli occhi e respirò profondamente. "Sono calmo," sussurrò e poi prese a battere pugni e gambe sul materasso morbido soffocando i suoi lamenti di rabbia nella coperta sotto di sé.

Se il suo rapporto con Heero fosse stato ufficiale come quello di Quatre e Trowa, ora anche loro avrebbero avuto una stanza insieme, ma le cose non stavano così e certamente non per desiderio di Duo! Heero non voleva fare sapere agli altri cosa ci fosse tra loro e quando erano in pubblico esigeva una certa distanza, un comportamento da amici insomma e guai a pretendere di più! Heero sapeva essere terribilmente distaccato e freddo e neppure Duo, con il suo atteggiamento aperto e socievole, riusciva ad avvicinarsi se Heero non voleva. Era una cosa frustrante per l'ex-pilota di Deathscythe che invece amava il contatto, soprattutto con le persone a cui voleva bene e soprattutto con Heero per il quale sentiva di provare qualcosa che non aveva mai provato in vita sua: amore. E proprio per questo Duo aveva accettato il distacco impostogli dal compagno, aveva troppa paura di perderlo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenerlo accanto a sé. Heero era tutto ciò che aveva e tutto ciò che desiderava; quando erano soli, poi, sembrava che l'ex-pilota di Wing ricambiasse in pieno i suoi sentimenti, ma quando non erano soli...

Duo smise di prendere a pugni e calci il materasso e sospirò profondamente. Heero lo amava, ne era certo, doveva essere così per forza, anche perché lui non avrebbe potuto vivere senza quell'amore! Socchiuse gli occhi sentendosi spaventato da quanto quel legame fosse diventato forte ed importante per lui.

Si rigirò sulla schiena e fissò il soffitto in legno con travi a vista. Relena era innamorata di Heero sin dal primo momento in cui lo aveva visto. C'era nei suoi occhi un desiderio evidente quando era accanto al ragazzo da L1, anche un cieco se ne sarebbe accorto e certo Duo non poteva biasimarla per quel che provava, ma certamente poteva biasimarla per averli messi in stanze così lontane. "Heero non vuole far sapere a nessuno quello che c'è tra noi, ma scommetto la mia treccia che Relena ne sa molto più di quello che vuole far credere!"

Alzò il braccio e guardò l'orologio, ci voleva almeno un'ora prima di cena e lui era affamato come un lupo. Era una cosa per cui i suoi compagni lo prendevano spesso in giro: Duo era sempre affamato, anche se poi in realtà bastava poco per sfamarlo e tutto sommato non mangiava così tanto. Quando Wufei lo chiamava 'pozzo senza fondo' Duo si limitava ad elargire uno dei suoi soliti ampi sorrisi e rideva continuando a ingurgitare quello che aveva tra le mani. Non si era mai preso la briga di spiegare all'amico orientale che quella era una cosa che gli era rimasta da quando era bambino, da quando cioè era un orfano di strada che doveva rubacchiare per procurarsi da mangiare ed erano stati più i giorni in cui aveva avuto le pareti dello stomaco incollate che quelli in cui aveva mandato giù un pasto decente. Quel tipo di fame non si controlla e ancora ne sentiva gli effetti.

Con una rapida spinta si alzò seduto sul letto mentre il suo stomaco brontolava ancora. Non avrebbe resistito fino a cena! Saltò in piedi ed uscì dalla camera soffermandosi solo per un istante di fronte alla porta della camera di Heero. Sospirò spingendo le mani nelle tasche e poi prese a scendere le scale.

In cucina vide Pargan e una donna di mezza età dai capelli biondi raccolti in una retina e dal fisico piuttosto robusto. Insieme si stavano dando un gran da fare per preparare la cena. Duo riconobbe nella donna la cuoca di casa Darlian, l'aveva vista altre volte in quelle rimpatriate organizzate da Relena e spesso si era fermato a conversare con lei. Del resto era un ragazzo che faceva presto amicizia con tutti e la cucina era un luogo che amava in modo particolare. Poggiò i gomiti sul muretto basso e li osservò attentamente; i due non avevano sentito arrivare il ragazzo che, quando voleva, sapeva essere davvero silenzioso, non per niente era un ladro.

"La signorina Relena vuole che la cena sia pronta al massimo in un'ora. Lei ed i suoi ospiti devono essere molto affamati."

"Tranquillo Pargan, lo sarà... dimmi piuttosto chi è il giovanotto per cui ha perso la testa."

"Perché dici questo?"

"Su vecchio mio! Conosco quella ragazza da quando era bambina, vuoi che non mi accorga di una cosa tanto ovvia? Dai, dimmi chi è, tanto non è la prima volta che li vedo, ormai li conosco."

"Cecil sei troppo impicciona..." brontolò il vecchio maggiordomo, la donna rise di gusto colpendo l'uomo accanto a se con il gomito per incitarlo a parlare. "...ok, ok! Si chiama Heero Yuy, è il ragazzo con i capelli scuri e corti."

"Oh! Niente male! Anche se ha una faccia così seria! Per la mia piccola ci vorrebbe un tipo un po' più allegro, non un musone! Duo, quello con i capelli lunghi, ecco! Quello si che è un tipo simpatico!"

Duo strabuzzò gli occhi e non poté trattenersi dal ridere. Sia Pargan che la cuoca si voltarono di scatto e il giovane pilota si coprì le labbra con una mano per soffocare la sua risata. "Non credo proprio che Relena sarebbe d'accoro con te Cecil!" esclamò sorridendole, la donna ricambiò in pieno pulendosi le mani sullo strofinaccio e accostandosi poi al muretto basso.

"Mi stavo chiedendo quando saresti sceso a salutarmi!"

"Be'... eccomi qua!" disse e la cuoca gli accarezzò dolcemente il viso.

"Sei cresciuto Duo, ti fai sempre più bello! E la tua treccia?" Duo prese la treccia nelle mani e la spostò davanti su una spalla.

"E' sempre qui."

"E' cresciuta anche lei, ti vedrò mai con i capelli sciolti?"

"Mmh... non credo... non sono un grande spettacolo!"

"Sono sicura di sì invece. Allora come te la sei passata ultimamente? Sono quasi due mesi che non ci vediamo."

Duo aprì la bocca per rispondere ma Pargan lo interruppe frapponendosi tra loro e schiarendosi la voce. "Scusatemi, ma non credo sia il momento Cecil, abbiamo una cena da preparare, te ne sei dimenticata?"

"Oh, vecchio rompiscatole! Parleremo dopo Duo, ok? A proposito, volevi qualcosa?"

"A dire il vero sì... avrei un po' fame, c'è qualcosa da sgranocchiare?"

"La cena sarà servita tra un'ora," rispose il maggiordomo in tono leggermente contrariato.

Cecil ruotò gli occhi verso l'alto e tornò ai suoi fornelli, prese due fette di pane e ci mise dentro formaggio, prosciutto e due foglie d'insalata. "Tieni Duo," disse porgendo il panino al giovane che la ringraziò felice. "Questo vecchio barbagianni non si ricorda quanto un ragazzo della tua età deve mangiare!"

Duo rise e poi, indossando il suo piumino, salutò uscendo di casa.

"Non stare troppo fuori, Duo, o prenderai freddo!"

Gli avvertimenti di Cecil giunsero all'orecchio di Duo un secondo prima che chiudesse la porta e lui rispose di non preoccuparsi. Era contento che quella donna fosse lì, con le sue premure e la sua gentilezza gli ricordavano Sorella Helen. Per un attimo rimase immobile in piedi testando la temperatura, faceva freddo, ma era un freddo secco, senza vento e quindi sopportabile. Si sedette sul divanetto imbottito sulla veranda e prese a mangiare il suo panino godendosi lo splendido tramonto di fronte a sé. Il sole, calando lentamente tra gli alti picchi delle montagne, tingeva la vallata sottostante e la neve che lo circondava di un caldo colore rosso-dorato. Il cielo poi era un alternarsi di colori che sfumavano dal dorato, al rosso, al rosa per poi sbiadire in un azzurro limpido e quindi in un blu sempre più scuro. Dalle colonie era impossibile ammirare uno spettacolo simile. Si chiese se i terrestri sapessero che fortuna avevano. Terminato il panino affondò le mani nelle tasche e sprofondò di più nel giubbotto per sentirne il calore. Rimase ancora lì e non si volse neppure quando udì la porta di casa aprirsi sicuro come era che fosse Pargan, il fedele maggiordomo.

Sentì toccarsi la spalla e d'istinto sollevò il capo. Non era Pargan, ma Heero. I suoi occhi si allargarono leggermente ed un ampio sorriso si disegnò sulle sue labbra.

"Tieni," disse il giovane ex-pilota di Wing colpendo di nuovo il compagno sulla spalla con la mano. Duo chinò il capo e vide che gli porgeva una grossa mela gialla. "Pensavo avessi fame."

Duo sorrise ancora di più sfilando una mano dalla tasca per prendere il frutto. "Grazie!!" esclamò contento mentre l'amico gli sedeva accanto. Heero teneva a lui, ovviamente teneva a lui! Questi piccoli splendidi gesti toglievano tutti i dubbi che Duo aveva, Heero non era abituato a pensare agli altri, ma preoccuparsi del compagno gli veniva quasi istintivo.

"Che fai qua fuori?"

Duo tentennò un poco preferendo omettere la parte del panino. "Mi gustavo il tramonto. Credevo stessi riposando," disse mordendo la mela.

"Non sono stanco, ho fatto viaggi ben peggiori di questo."

"Già, anch'io."

Heero lo osservò dare un altro morso alla mela ed un lieve sorriso si dipinse sulle sue labbra per scomparire un istante dopo quando Duo si volse di nuovo verso di lui. "Non hai freddo?"

Duo scosse il capo. "Questo piumino è eccezionale! Ho solo un po' freddo al viso."

"Sei pallido infatti."

"Come facevi a sapere che ero qui?"

"Me l'ha detto la cuoca e mi ha chiesto di controllare che non stessi morendo di freddo, ha anche detto che avrebbe preferito vederti mangiare il panino davanti al camino."

Duo rise mandando giù un altro boccone. "Cecil si preoccupa troppo."

"Ne parli come un'amica."

"Perché lo è. Lo sai Heero, mi piace chiacchierare con la gente e lei è proprio simpatica. Si diverte con me."

"Certo, sai far ridere tutti tu."

"Con te non mi riesce sempre," commentò il ragazzo dalla lunga treccia. "Allora, com'è la tua stanza?"

"Non male, più grande della tua."

"Ah sì? E tu che ne sai?"

"Sono venuto a cercarti in camera prima di scendere."

"Oh... se lo avessi saputo non sarei uscito da lì!" esclamò Duo con una punta di malizia che Heero sembrò non cogliere o che non volle cogliere; abbassò invece lo sguardo trovando il pavimento della veranda improvvisamente interessante. Duo deglutì e fissò l'amico smettendo per un attimo di mangiare la sua mela. "Qualcosa non va?"

"N-No."

"Su Heero!" esclamò Duo in tono allegro. "Ti conosco come le mie tasche, dimmi tutto." Heero lo guardò mordere di nuovo la sua mela, le guance gonfie per il cibo, il solito sorriso e gli occhi luminosi pieni di vita. Heero adorava quegli occhi, se ne sentiva terribilmente attratto. Quel ragazzo gli infondeva un senso di pace e tranquillità che non aveva mai creduto di poter provare in vita sua. La sua presenza era così rassicurante e piacevole, era per questo che lo amava? Heero corrugò la fronte stringendo lievemente gli occhi, amore? Era questo ciò che provava per Duo? Amore? Non ne era certo, del resto lui non aveva mai amato nessuno. No, non lo sapeva se era innamorato, non sapeva se quel che provava per il ragazzo di fronte a sé fosse solo attrazione.

Duo lo vide perdersi nei suoi pensieri e prese a parlargli con la bocca piena. "Ehi Heero... su che colonia hai spedito la tua mente?"

Il pilota dai capelli corti sorrise d'istinto volgendo lo sguardo verso il tramonto. "Su nessuna colonia."

"Non si direbbe!"

"Duo... ti dispiace essere venuto qui?"

"Mmh... diciamo che non era così che avrei voluto passare questo Natale. Volevo stare con te."

"Ma tu sei con me."

"Lo sai cosa intendo dire."

Heero chinò il viso senza rispondere, anche lui avrebbe preferito passare il Natale con Duo in altro modo, ma non avrebbe potuto rifiutare l'invito di Relena. Sospirò e si chiese come avrebbe fatto a dire al compagno ciò che aveva realmente in mente e cioè che voleva che in quelle vacanze restassero il più distanti possibili. Non voleva che gli altri si accorgessero di quello che c'era tra loro e soprattutto non voleva che se ne accorgesse Relena. Prese fiato per parlare ma Duo lo fece prima di lui mentre posava a terra il torsolo della mela.

"Non importa..." disse sapendo che Heero non era ancora pronto ad ufficializzare il loro rapporto. "... mi basta stare con te."

Heero lo vide sorridergli dolcemente e si rese conto di non avere il coraggio di parlargli. "Vedrai, staremo bene qui." Fu tutto quello che riuscì a dire e Duo annuì anche se non molto convinto. Heero era a soli pochi centimetri da lui, ma era come se fosse stato distante mille miglia. Indeciso allungò una mano per toccargli l'avambraccio, ma quando sentì l'amico irrigidirsi si tirò indietro di scatto.

"Scusa," sussurrò Duo ma Heero gli prese la mano prima che potesse nasconderla nella tasca e la strinse nelle sue. Incredibile quanto anche lui avesse sentito il bisogno di quel contatto. Alzò il viso per incontrare lo sguardo di Duo che subito si chinò in avanti per baciarlo. Heero indietreggiò e frettolosamente si guardò intorno per assicurarci che non ci fosse nessuno; quando vide che erano soli si piegò in avanti anche lui ma invece d'incontrare le labbra di Duo incontrò i suoi occhi viola colmi di un'improvvisa tristezza.

"D-Duo..." sussurrò appena e il ragazzo si alzò di scatto liberando la mano dalla presa di Heero.

"Non importa," rispose Duo voltandogli le spalle e scendendo gli scalini della veranda. "Sono qui Heero, aspetto che tu smetta di vergognarti di noi... "

"No! Io non mi..."

"Ma..." lo interrupe Duo raccogliendo nella mano la neve posata sul corrimano di legno e voltandosi di nuovo verso il compagno. "...non farmi aspettare troppo."

Si fissarono per alcuni secondi, poi Heero annuì con un leggero cenno del capo. Non sapeva cos'altro fare e, abbassando il viso, tornò a scrutare il pavimento. Un istante dopo una palla di neve lo colpì in pieno petto e lui trasalì sollevando di scatto lo sguardo. Duo, giù dalla veranda, rideva impastando tra le mani un'altra manciata di neve. "La guerra mi ha insegnato che non vivremo per sempre!" esclamò lanciandogli di nuovo la neve. Heero l'afferrò al volo anche se in parte si frantumò nella mano.

"Smettila!"

"Cos'è? Ti sei rammollito Heero Yuy?" urlò tirando la terza palla di neve.

Heero la schivò e, alzandosi dal divanetto imbottito, saltò giù dalla veranda, mentre Duo scappava ridendo ancora. Raccolse una buona manciata di neve e la lanciò all'amico colpendolo in piena schiena. "Te la sei voluta!" esclamò e prese a rincorrere Duo.

"Ma allora non sei così rammollito!"

"Ti ricordo che sono molto più allenato di te!"

"Oh! Sua eccellenza il Soldato Perfetto!" rise Duo schivando il compagno che tentava di afferrarlo, gli lanciò della neve e lo prese su una spalla. "Sono un ladro Heero, non puoi prendermi!"

"Staremo a vedere!" Scattò in avanti ma si rese conto che i vestiti pesanti e la neve ostacolavano di molto i suoi movimenti. Colpì Duo con l'ennesima palla di neve ma non riuscì ad acchiapparlo. Il ragazzo era davvero agile!

Continuarono a rincorrersi e a lanciarsi palle di neve incuranti del tempo che passava, del cielo che diventava sempre più scuro e delle mani che divenivano sempre più fredde. Le loro risa si levarono presto alte e rumorose e solo quando Quatre li chiamò per la terza volta Heero lo sentì fermandosi di colpo e voltandosi verso la casa. Duo, invece, concentrato sulla battaglia, non si fermò gettandosi addosso al compagno e facendogli piovere sulla testa una bella quantità di neve. Heero barcollò sotto il peso dell'amico e per un attimo credette di poter sostenere entrambi, l'istante dopo, però, finirono a terra sprofondando nel morbido manto bianco. Si guardarono e scoppiarono a ridere. Duo premette il viso contro il petto del ragazzo sicuro che quello fosse tutto il contatto che gli era concesso.

Sulla veranda i loro compagni, Sally e una stupefatta Relena li osservavano. "Ehi! Duo sa fare miracoli, non ho mai sentito Heero ridere così!" disse Quatre scendendo i gradini.

Relena invece aggrottò le sopracciglia piegando le braccia al petto. "Che ragazzini!" brontolò con voce carica di rabbia, non sopportava che Duo stesse così vicino a Heero e non le era piaciuto affatto il commento di Quatre, Heero non rideva mai quando stava con lei, al massimo elargiva qualche sorrisetto.

"Ehi ragazzi!" urlò Duo agitando il braccio, erano ancora a terra, ancora l'uno nelle braccia dell'altro e lui non avrebbe rotto quel contatto sin quando Heero non lo avesse voluto.

"Si può sapere cosa diavolo state facendo?" chiese Wufei giungendo loro accanto.

"Giochiamo! Hai mai fatto a pallettate di neve?" rispose Duo, si sollevò un poco e di colpo lanciò una palla di neve a Wufei che agilmente la evitò, la palla proseguì il suo volo andando a colpire Trowa sul petto.

Quatre rise e Wufei curvò le labbra in un sorriso compiaciuto. "Non mi hai preso," constatò e in quello stesso istante una palla di neve gli piovve sulla testa. Heero scoppiò a ridere affermando che invece lui l'aveva preso e come. Duo si alzò in ginocchio e affondò le mani nel freddo manto bianco ma non fece neppure in tempo a sollevare le braccia perché Trowa lo colpì con una palla di neve e lui sbilanciandosi cadde all'indietro. In pochi secondi anche Wufei e l'ex-pilota di Heavyarms si ritrovarono bagnati fino alle ossa; il gioco era ricominciato e più movimentato di prima.

Quatre li osservò divertito, vide Wufei perdere l'equilibrio e cadere all'indietro e Duo subito pronto a saltargli addosso coprendogli viso e collo con la neve. Scoppiò letteralmente a ridere quando Trowa, rincorrendo Heero, inciampò affondando di viso nel manto bianco. Quatre rise di gusto piegandosi su se stesso, ma quando si accorse dell'improvviso silenzio alzò il capo riaprendo gli occhi. I quattro compagni lo fissavano e la sua risata si spense lentamente.

"Eh eh... che c'è ragazzi? Perché mi fissate così?" chiese, li vide alzarsi ed esitante cominciò ad indietreggiare. "Su... non facciamo scherzi, eh?" balbettò e si voltò di scatto quando gli altri presero a correre verso di lui urlando. Quatre riuscì a fare ben due passi prima di finire a terra bombardato da una serie infinita di palle di neve, rise afferrando la gelida sostanza bianca e lanciandola a caso intorno a sé. Il gioco divenne una vera e propria battaglia.

"N-Non posso crederci..." brontolò Relena mordendosi le labbra.

Sally invece rise divertita e poggiò una mano sulla spalla della giovane. "In fondo non sono altro che ragazzi."

"Ma la cena è quasi pronta!"

"Lasciamoli divertirsi, la cena può anche aspettare..." disse continuando ad osservare i piloti dei Gundam; sorrise chiedendosi quanti di loro avevano avuto la fortuna di giocare così prima che la guerra iniziasse. Non conosceva molto del loro passato, ma sapeva che Heero era stato addestrato per diventare un soldato sin da bambino e che Duo era stato un orfano di guerra su una delle colonie più povere dello spazio. Forse Quatre e Wufei erano stati più fortunati, loro avevano o avevano avuto alle spalle una grande famiglia che li aveva sostenuti ed amati. Per quanto riguardava Trowa ne sapeva proprio poco, ma era pronta a giurare che non se la doveva essere passata troppo bene neppure lui. In quel momento sembravano proprio i ragazzi di diciassette/diciotto anni che erano e ciò la rese felice.

Quando finalmente rientrarono in casa erano tutti e cinque bagnati come pulcini, Duo fu sul punto di affermare di avere la neve anche nelle mutande ma si fermò un istante prima voltandosi verso Sally e Relena. "...nella maglietta." disse invece sorridendo per nascondere l'imbarazzo.

"E' meglio che vi cambiate prima di cena e vi prenderete una polmonite," consigliò Sally e tutti e cinque corsero su per le scale.

Heero aprì la porta della sua stanza e Duo gli fu subito dietro. "Hai per caso del bagnoschiuma da prestarmi?" chiese ad alta voce con il chiaro intento di dare una scusa per il fatto che stava entrando nella camera del compagno. Si chiuse la porta alle spalle e gettò le braccia al collo di un confuso Heero. Il bacio che gli diede tolse all'ex-pilota di Wing qualsiasi intenzione di allontanarlo che avesse avuto, al contrario gli cinse le braccia intorno alla vita stringendolo a sé e ricambiando il bacio. Fu Duo stesso a rompere il contatto. "Ti amo," sussurrò e Heero socchiuse gli occhi sentendosi il cuore battere più forte. Ma perché non riusciva a rispondergli anche io ti amo? Rimase invece in silenzio e gli premette una mano dietro alla nuca per stringerlo a sé e baciarlo con più passione.

Si staccarono di colpo quando qualcuno bussò alla porta e un istante dopo entrò Relena. Duo sospirò profondamente mentre Heero si piegava sulle ginocchia per cercare qualcosa nella sua valigia.

"Ragazzi, volevo sapere se le coperte nelle vostre stanze sono sufficienti, qui la notte fa molto freddo."

Come no?! Proprio per quello sei entrata qui! Pensò il ragazzo americano seccato. Ma non potevi entrare senza bussare così almeno ci vedevi e non se ne parlava più?!?

"Le coperte vanno bene, Relena," rispose Heero, poi si volse verso Duo porgendogli il suo bagnoschiuma. "Tieni," gli disse e l'altro lo guardò confuso per un istante. Improvvisamente si ricordò della scusa con cui era entrato nella stanza dell'amico. Heero non aveva alcuna intenzione di destare il ben che minimo sospetto nella ragazza che ancora li guardava dalla soglia della porta. Duo sospirò di nuovo, ormai il loro momento era andato in frantumi e Relena non se ne sarebbe andata prima di Duo. Tanto valeva uscire da lì.

"Grazie amico!" esclamò tentando di riacquistare il suo tono allegro, batté una mano sulla spalla di Heero e poi raggiunse la porta costringendo Relena ad indietreggiare nel corridoio e subito si chiuse la porta alle spalle. Così se vuoi rientrare dovrai inventarti un'altra scusa! La ragazza sembrò leggergli nel pensiero e si accigliò profondamente.

"Anche per me le coperte vanno bene, grazie!" le disse sorridendo, Relena non rispose, si limitò ad un cenno col capo e se ne andò nella sua stanza evidentemente seccata. "Uno pari," sussurrò Duo ed anche lui raggiunse la sua camera.

*****

"Domani sarà certamente una giornata splendida, l'ideale per sciare!" commentò Relena seduta al tavolo della sala da pranzo, guardò i suoi ospiti e sorrise allegramente. "Se avete finito di cenare potremmo andare un po' nel salotto."

"Sai sciare Relena?" domandò Heero incrociando le braccia sul tavolo, a dire il vero non gliene importava molto, ma Duo stava ancora mangiando la seconda fetta della torta che Cecil aveva preparato e lui voleva perdere un poco di tempo. La ragazza, felice per il suo interessamento, annuì.

"Scio da quando ero solo una bambina, papà diceva che sono nata con gli sci ai piedi."

"Mmh... io invece gli sci li ho visti solo in televisione," disse Duo con la bocca piena.

"Sulle colonie ci sono luoghi apposta dove ricreano l'ambiente di montagna, con tanto di neve artificiale, non ci sei mai andato?"

Duo smise di masticare e fissò Relena in silenzio per qualche secondo, poi sorrise mandando giù il boccone. "Io stavo su L2, lì la neve è scesa una volta sola perché i regolatori termici non funzionavano. Non so se hai mai visitato quella colonia."

"N-No, non mi pare, ma dicono che non sia un granché."

"E chi le ha fatto questo complimento?" chiese Duo scoppiando a ridere.

"Io ci sono andato su L2 una volta," raccontò Wufei. "Ma ero piccolo e ricordo poco, mio padre mi disse che lì la resistenza contro la Federazione era molto forte, per questo la colonia era tanto malconcia e povera."

"Già," confermò Duo, Heero lo osservò attentamente, nonostante il tono rilassato e allegro che riusciva sempre ad assumere nei suoi occhi la luce si era spenta. Incredibile come riuscissero a leggersi dentro, erano come un libro aperto l'uno per l'altro. La sofferenza che Duo provava nel riportare quel mondo alla mente velava leggermente il suo sguardo, ma le sue labbra sorridevano, le sue mani gesticolavano allegramente. La maschera che indossava era davvero resistente. "Avevamo un bel gruppo di teste calde!"

"Facevi parte anche tu di quelle teste calde, no?" chiese Relena stringendosi nelle spalle.

"No!" esclamò l'ex-pilota di Deathscythe ed il suo sguardo divenne scuro per un istante, come se l'affermazione di Relena l'avesse ferito.

"Ma se eri un pilota di Gundam."

"Non c'entra niente Relena! Era un gruppo a parte, violento... troppo violento. E poi io ero solo un bambino."

"Parli di violenza come se non l'avessi mai portata," ribatté la ragazza ma si pentì subito di ciò che aveva detto.

"Ciò che abbiamo fatto era necessario," disse Trowa mentre Quatre chinava il capo rilasciando un sospiro.

Wufei annuì e continuò. "Oltretutto noi attaccavamo OZ, era una lotta ben mirata, volevamo difendere le nostre colonie."

"Vi prego di scusarmi, non era quello che volevo dire."

"No, ma hai ragione," sussurrò Heero tenendo lo sguardo fisso sul suo piatto vuoto. "Abbiamo portato morte, ma cercavamo di lasciare fuori i civili, anche se non sempre ci siamo riusciti. Purtroppo la guerra è violenza."

Relena annuì solennemente. "E' per questo che mi sto battendo, per mantenere questa pace tanto duramente conquistata."

"E dovrai combattere ancora molto."

"Lo so, Heero, e sono pronta."

"I ribelli su L2 erano degli estremisti," raccontò Duo, sembrava che non avesse seguito l'ultimo scambio di battute e che fosse rimasto sul discorso precedente. "Attaccavano la Federazione alla cieca, non importava chi ci andava di mezzo."

"E allora come sei diventato un pilota di Gundam?" chiese Relena.

"Semplicemente perché non erano loro il gruppo di ribelli che crearono Deathscythe, come ti ho già detto erano tutta un'altra cosa."

"Il dottor G, lui è il creatore del tuo Gundam, vero?" chiese Sally giocherellando con un pezzetto di pane e Duo annuì.

"Mmh... continuo a non capire... come sei entrato a far parte di quel gruppo?" La domanda di Relena lasciò tutti un po' perplessi e Duo in particolar modo. La scrutò attentamente per qualche secondo per tentare di capire dove volesse arrivare, ma dagli occhi di lei non riuscì a cavar fuori nulla.

"Non credevo ti interessasse tanto la mia vita."

"Ammetto che sono curiosa della vita di tutti voi, avete cambiato la storia con quei Gundam e eravate solo ragazzini in fondo." Elargì un sorriso dolce e lievemente imbarazzato ma Duo ebbe la sensazione che non fosse stata del tutto sincera; lui, che bugie non le diceva mai, sentiva quando qualcuno tentava d'imbrogliarlo. Strinse lievemente gli occhi ma Relena era davvero difficile da interpretare, soprattutto perché non era a conoscenza di quanto lei sapesse a proposito di Heero e lui.

"Il nostro passato non è qualcosa che a tutti va di far conoscere, Relena," intervenne Heero.

"Oh... " sussurrò la ragazza guardando il giovane accanto a sé, sembrava più agitato lui che Duo stesso. Si volse verso l'ex-pilota di Deathscythe con lo sguardo velato di tristezza. "Non volevo metterti in imbarazzo, scusami."

Cielo Relena! O sei un'ottima attrice o non sei così stronza come pensassi, temo sia la prima però. Pensò Duo che le sorrise scotendo il capo. "Non preoccuparti, non ti direi mai nulla che potesse mettermi in imbarazzo. Comunque se proprio t'interessa saperlo mi sono imbattuto nel dottor G per caso."

"Quanti anni avevi?" chiese Sally.

"Dodici."

"Pensavo aveste iniziato tutti piuttosto piccoli."

"In realtà, Sally, solo io, Trowa e Heero abbiamo iniziato da bambini," affermò Wufei mandando giù un altro sorso di vino. "Nella mia famiglia abbiamo una grande tradizione per i combattimenti e le arti marziali, nonostante amassi più lo studio che la lotta cominciai l'allenamento che ero ancora piuttosto piccolo."

"E la tua famiglia Quatre? Loro sono dei pacifisti, no?" domandò la dottoressa. Il giovane dai capelli color oro annuì con un sorriso.

"E' vero, ma ero convinto che bisognasse affidarsi ad altri metodi per difendere le nostre colonie. Oz era davvero una minaccia troppo grande. Appoggiai il progetto del dottor H e siccome ero già un buon pilota mi proposero di guidare Sandrock. No, io non ho iniziato presto come te, Wufei, e nella mia famiglia certo non ci sono tradizioni militaresche."

"Allora quando hai iniziato il tuo allenamento?"

"Tardi Relena, avevo già tredici anni."

"Infatti nell'auto difesa non sei granché," commentò Heero e Quatre balbettò arrossendo leggermente.

"Eh no... lo ammetto..."

"Be'... non possiamo essere tutti super addestrati come te," ribatté Trowa ma l'amico non rispose, si limitò ad inarcare le sopracciglia e a stringersi nelle spalle.

Duo rise ed esclamò che era meglio così perché di Soldato Perfetto ne bastava uno.

"E tu Duo?" chiese Relena. "Avendo iniziato così tardi come sei nell'auto difesa?"

Il giovane pilota da L2 elargì un sorriso furbo e impertinente. "Quella è una cosa che conosco bene, non ricordo neppure quando ho cominciato a difendermi da solo, sai... sulla colonia dove stavo io non era una buona idea essere degli sprovveduti."

"Ne sono certa... scusami la domanda Duo..." disse poi chinando un po' lo sguardo. "Perché il dottor G ti affidò il suo Gundam? In fondo non eri un pilota, ma... ma..."

"Un ragazzino di strada?" terminò per togliere Relena da un imbarazzo che in realtà gli sembrò terribilmente finto. Tutti gli altri rimasero un po' stupidi dalla domanda e lo stesso Heero si volse confuso verso la ragazza accanto a sé. Duo invece non batté ciglio e il suo sorriso divenne addirittura più maligno di prima, i suoi occhi brillavano di uno strano fuoco viola. "Perché io sono un genio, principessa..." disse con semplicità. "E poi Deathscythe non era del dottor G, era mio. Io l'avevo rubato e da dove provengo ciò che rubi è tuo di diritto."

Relena batté le palpebre più volte un po' perplessa da quella risposta, di certo aveva sottovalutato il ragazzo che le stava di fronte; Duo non era un orfano di guerra, lui era soprattutto un pilota di Gundam, forte, geniale e abile come gli altri quattro ragazzi che sedevano in quella stessa stanza.

"Non posso crederci che l'hai rubato!" brontolò Wufei e Relena gli fu silenziosamente grata per averla tolta da quella situazione imbarazzante.

"Non stupirtene W-man! E' quello che avete fatto un po' tutti voi nel momento in cui avete deciso di non seguire l'originale progetto Meteora. Non avrei mai usato Deathscythe in quel modo e comunque io ero l'unico in grado di pilotarlo! Deathscythe divenne mio dal primo momento che lo vidi."

"Di tutti noi sei certamente quello che aveva sviluppato un attaccamento maggiore al suo Gundam," commentò Trowa in tono divertito. "Ci chiacchieravi addirittura!"

"Ehi! Guarda che non ero il solo! Wufei era peggio di me!"

"Non vedo cosa ci sia di male," brontolò il giovane cinese arrossendo lievemente.

Gli altri risero sentendo che finalmente la tensione generata dalle strane domande di Relena si era finalmente allentata e la ragazza si guardò bene dal creare nuovi imbarazzi, del resto non era sua intenzione rovinare le vacanze a nessuno, neppure a Duo nonostante non lo amasse particolarmente. Tutto ciò che voleva era solo sapere cosa c'era tra lui e Heero e se qualcosa tra lei e quel cocciuto giapponese potesse accadere.

Chiacchierarono ancora a lungo e quando si fece quasi mezzanotte Sally propose di andare a dormire o il giorno dopo invece di sciare avrebbero finito col passare la giornata su qualche sdraio al sole troppo stanchi anche per fare una sola discesa.

Duo sperò che Heero lo raggiungesse nella sua stanza, si sedette sul suo letto e attese, dopo mezz'ora, infreddolito e assonnato si sistemò sotto le coperte e cercò di restare sveglio ancora un po', ma presto il sonno ebbe la meglio su di lui che verso l'una cadde addormentato triste e insoddisfatto. Quella vacanza non stava affatto iniziando come aveva desiderato e sperò sinceramente che ciò che Heero gli aveva detto si avverasse e cioè che sarebbero stati bene lì. Sfortunatamente non poteva fare a meno di nutrire seri dubbi.

Continua…

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