Erano un paio di settimane che era chiusa in casa senza fare niente. Nemmeno dopo le continue sollecitazioni di Dianna, la sua coinquilina, aveva messo piede fuori dalla porta.

Dianna non era solo la ragazza che divideva casa con Naya, ma era anche la sua migliore amica da una vita. Le due si erano conosciute alle elementari grazie alle loro mamme, che si erano viste per la prima volta durante i colloqui scolastici. Avevano quindi iniziato a fare amicizia ed a vedersi fuori dalla scuola. Da allora non si erano più separate, si volevano un gran bene e si definivano sorelle. L'una c'era sempre stata per l'altra.

Dianna non aveva mai giudicato Naya per i suoi gusti sessuali, sapeva che le piacevano le ragazze, ma mai aveva considerato la sessualità della ragazza un problema. Naya era il tipo di persona schietta e sincera, che involontariamente si era ritrovata a non sperare più nell'amore vero, quello che fa battere il cuore così forte che pensi che stia correndo. Aveva cercato davvero la "persona giusta" tra le ragazze con cui si era frequentata, ma nessuna le aveva mai tolto il fiato.

Quella sera Dianna era determinata a portare fuori Naya, anche a costo di trascinarla per i capelli. Voleva farla cantare, poiché sapeva quanto la ragazza amasse farlo e quanto si sentisse bene mentre lo faceva.

Era venerdì sera e Naya stava tranquillamente seduta sul divano, con addosso i pantaloni della tuta e la canottiera. Si era avvolta con una coperta ed aveva i capelli legati in una coda di cavallo. Indossava anche gli occhiali da vista, in modo da non stancare troppo gli occhi, che erano incollati alla televisione.

Dianna spuntò dalla cucina con una tazza di caffè bollente in mano, per porgerla all'amica dopo essersi avvicinata e seduta al suo fianco.

«Grazie» disse, rivolgendole un sorriso e prendendo la tazza fumante

«Hai intenzione di rimanere a casa anche stasera?» chiese con una mano sul fianco ed un sopracciglio alzato

«Sì, non ho voglia di uscire» disse con aria pensierosa

«Dai Naya, vieni via con me stasera e se non ti trovi bene torniamo a casa, ma almeno tenta» assunse un tono preoccupato. Era veramente preoccupata per la sua migliore amica, non aveva mai rifiutato di fare un po' di sana festa con i soliti amici del liceo, almeno fino a che la sua ultima storia non era finita per essere un fiasco.

«No, Dì, davvero, me ne sto qua tranquilla a casa con la mia calda e soffice coperta, che mi vuole tanto bene» disse con il solito viso da cucciola, che solitamente faceva scogliere Dianna, ma quella volta non si sarebbe lasciata convincere, doveva portarla fuori.

«Naya» quasi gridò e l'altra si girò spaventata «Ascoltami bene» iniziò ad avvicinarsi minacciosa, saltellando col sedere sul divano, con un sopracciglio pericolosamente alzato ed un dito puntato contro l'amica «Ora tu, senza fartelo ripetere due volte, alzi il culo da questo divano e vai a prepararti. Ti giuro che se non lo fai ti ci porto io di forza e sai che non scherzo» Naya annuì lentamente, davvero preoccupata che facendo movimenti bruschi avrebbe potuto finire male: le mosse minacciose di Dianna la intimorivano e non poco. L'altra le rivolse un sorriso, riabbassando il sopracciglio «Brava bambina»

Naya si alzò immediatamente, per poi dirigersi nel bagno e prepararsi il più velocemente possibile.

Entrambe si prepararono e dopo una ventina di minuti l'ispanica usci dal bagno e Dianna non poté fare altro che spalancare la bocca. Indossava tacchi neri semplicissimi, un vestito attillato bianco e nero con la parte superiore a forma di camicetta, labbra rosse, occhi truccati con colori scuri, che mettevano in risalto quelle perle nere posizionate al posto delle iridi. I capelli mossi erano lasciati sciolti e le cadevano sinuosamente sulle spalle, fino ad arrivare al seno.

«Wow, donna, sei uno schianto» disse con gli occhi che le brillavano.

«Grazie Dì, anche tu non scherzi» le andò incontro e la abbracciò «Dove vogliamo andare stasera?»

«Io pensavo di andare al Radiate Love, quel localino vicino a Venice Beach.»

Naya la guardò perplessa, conosceva bene il tipo di locale e conosceva altrettanto bene il prezzo d'entrata.

In realtà tutti conoscevano il Radiate Love, e chiamarlo "localino" decisamente era diminutivo. Era uno dei locali più grandi a Los Angeles, frequentato per la maggiore da star, ma anche da gente con soldi da spendere.

«Siamo in vena di spese folli?»

Dianna sorrise, sapeva bene il motivo di quella domanda. Sia lei che Naya non avevano un posto di lavoro fisso. La mora chiedeva i soldi a suo padre, che essendo un ricco imprenditore, non faticava poi molto a spedirle un bel gruzzoletto ogni fine mese. Dianna invece cambiava un posto di lavoro ogni quattro o cinque settimane. Lavorava qua e là, se la cavava bene nei bar ad intrattenere la gente e riusciva a guadagnarsi delle buone mance, fino a che, non avendo più bisogno di una barista, i suoi datori di lavoro la licenziavano.

«Sai che non posso rinunciare alle mie uscite periodiche.» disse con un alzata di spalle.

«E va bene, che Radiate Love sia.»

Entrambe uscirono dalla porta di casa, salirono in macchina e si diressero verso la zona di Venice Beach.

Dopo essere scese dalla macchina si misero in fila per entrare, era così lunga che pensarono avrebbero finito per diventare vecchie durante l'attesa.

«Dì, dici che fanno karaoke stasera?» chiese avvicinandosi al suo orecchio

«Credo di si, hai voglia di cantare?» sorrise, sapendo già la risposta

«In effetti sì» soffiò con sguardo sognante, che puntava all'interno del locale in un punto imprecisato.

Una volta entrate nel locale, si trovarono davanti almeno trecento persone, individuare un tavolo libero fu un'impresa, ma la fortuna tese una mano e ne scorsero uno libero nell'angolo destro del locale, vicino al bancone.

«Ehi, guarda là, un tavolo libero!» urlò Dianna, estasiata come avesse appena visto l'avverarsi di un miracolo.

Si divincolarono tra la folla che ballava e spintonarono come dannate fino ad arrivare al tavolo. Si lanciarono sulle seggiole come fossero ancore di salvezza da chissà quale disgrazia.

«Allora, dove sarebbe lo spazio del karaoke?» Chiese Naya, già pronta a prendere un microfono in mano e a mettersi a cantare.

«Umh...Io temo che sia quello.» Dianna indicò un punto nella parte opposta del locale, facendo quasi sbiancare Naya.

«Questa sarà un'impresa impossibile.» affermò l'ispanica, grattandosi la nuca con un'espressione preoccupata.

«Vai Naya e spintona come non ci fosse un domani!» la incoraggiò Dianna ridendo.

Naya annuì e si diresse verso l'altro lato del locale, spintonando e divincolandosi per la seconda volta tra la folla, mentre Dianna la guardava sperando che non le si sedessero sopra.

«Posso portarti qualcosa?» una voce distrasse la bionda dal controllare Naya.

Si girò di scatto, controllando la direzione da cui proveniva quella voce.

Si trovò davanti una ragazza mora, con gli occhi color cioccolato ed un sorriso contagioso, che aspettava una sua risposta con in mano un blocchetto per le ordinazioni.

«Uhm, sì...Un 'Sex on the beach', grazie."»

«Arriva subito.»

Una cameriera le passò dietro con un drink sul vassoio e la mora glielo fregò, chiedendole di prenderne un'altro. Evidentemente era una sua dipendente.

«Ecco a te.» le porse il drink con un sorriso.

«Servizio veloce!» rise.

«Piacere, mi chiamo Lea.» si sedette al tavolo e le pose la mano.

«Dianna, piacere mio.» strinse la mano che le era stata posta con un sorriso.

Quella ragazza le stava simpatica, sembrava una a posto. Aveva sentito parlare di lei ed era sicura che fosse la proprietaria del locale.

«Qual vento meraviglioso ti porta al Radiate Love, Dianna?» le chiese la mora, scrutando negli occhi verdi della ragazza davanti a lei.

«Immagino lo stesso vento che ha portato qui tutti gli altri: L'aria della festa.» disse con una risata, bevendo un sorso del suo 'Sex on the beach'.

«Mi piace l'aria della festa! Porta sempre bella gente al mio locale!» disse entusiasta.

«Ah, lo sapevo! Tu sei la proprietaria del locale: Lea Michele!»

«Immagino di avere una certa fama.» le fece l'occhiolino.

Dianna non seppe il motivo, ma arrossì visibilmente. Quel sorriso, quegli occhi color cioccolato e quel modo di fare così intraprendente le facevano un effetto piuttosto strano.

«Sì, ne hai da vendere. Tutti parlano del tuo locale, anche perché qui vengono un sacco di star.» disse abbassando lo sguardo, sentendo le guance bruciare dal rossore.

«Mmh, capisco.» sorrise di nuovo, notando l'imbarazzo della ragazza bionda, che aveva notato sin dal momento in cui era entrata nel locale «Posso offrirti altro?»

Nella testa di Dianna si accese una lampadina.

«Un lavoro?»

Naya era arrivata alla zona karaoke. Stava cantando un ragazzo asiatico, dai capelli neri e gli occhi scuri dello stesso colore, dopo sarebbe toccato a lei.

I suoi amici non facevano altro che urlargli cose come: «Harry, sei il cantante migliore al mondo!». Ovviamente lo prendevano in giro, poiché il ragazzo non sembrava esattamente il massimo nelle doti vocali.

«Andiamo Shum! Fai cantare qualcun altro o ci distruggerai i timpani!» dissero ridendo.

Però Naya aveva notato come si muoveva bene il ragazzo, doveva sicuramente essere un ballerino visto che non riesce a stare un secondo fermo mentre canta improvvisando azzeccatissimi passi di danza a tempo con la canzone. Era un piacere stare a guardarlo, era davvero bravo.