Focalizzarsi sui dettagli. Ecco l'unico espediente che gli era rimasto per impedire alla propria mente di andarsene alla deriva. Per questo se ne stava immobile sul suo divano da più di due ore, osservando il soffitto come se dovesse trovare il senso dell'intera esistenza nascosto tra le crepe nell'intonaco e le macchie di umidità.

Dopo lunghe meditazioni decise – a malincuore – che dopotutto il soffitto non era affatto cambiato rispetto al giorno precedente, né a quello ancora prima; e probabilmente non avrebbe subito particolari mutamenti neppure nei giorni a venire.

John il Rosso era stato arrestato, eppure il soffitto rimaneva sempre uguale a se stesso. Strano. O forse era naturale che le cose andassero così. Solo non riusciva a capire se questo fatto fosse in un certo qual modo rassicurante, o se invece non si trattasse di qualcosa di sottilmente inquietante.

Si risolse a distogliere lo sguardo dal soffitto per rassicurare i suoi colleghi. Era perfettamente consapevole delle occhiate apprensive che ciascuno di loro gli rivolgeva di tanto in tanto, pensando di non farsi notare.

Doveva essere qualcosa di simile a ciò che accade a chi ritorna a casa dopo una lunga degenza in ospedale: parenti e conoscenti non ti perdono di vista un istante, scrutando il tuo aspetto alla ricerca del minimo segno di ripresa – o di ricaduta.

Erano arrivati al punto di ospitarlo a turno a casa propria, in modo da non lasciarlo solo troppo a lungo. Un'idea di Lisbon, senza dubbio.

Ed era stato soprattutto per non accrescere la preoccupazione di Lisbon che si era rassegnato all'inevitabile; anche se in ogni caso non avrebbe avuto la forza di opporre resistenza.

Dal giorno dell'arresto di John il Rosso si sentiva come svuotato, spento. Privato della scopo che lo aveva sostenuto fino a quel momento, non riusciva a trovare un motivo sufficiente per interessarsi a quanto gli stava intorno.

E così si era trovato a trascorrere sere interminabili davanti alla tv, domandandosi se non sarebbe stato meglio rimanere in ufficio a fissare il soffitto. L'unica distrazione – per quanto debole – era quella di studiare i gusti e le reazioni del suo ospite.

A Cho piacevano i film d'azione, e li seguiva senza battere ciglio dall'inizio alla fine.

Rigsby si sentiva in dovere di giustificare ogni volta il programma che aveva scelto – si trattasse di un vecchio film, di un incontro di boxe o di un cartone animato – e di commentarlo di tanto in tanto, come per dimostrare che in fondo non gliene importava gran che.

Van Pelt invece preferiva le storie romantiche – più che comprensibile, ore che lei e Rigsby stavano insieme – e ogni volta dava fondo ad un'intera scatola di fazzolettini.

Almeno lei era abbastanza previdente da tenerne una scorta a portata di mano… invece Lisbon, che si ostinava a voler guardare film drammatici, finiva invariabilmente per asciugarsi le lacrime con le dita. Ormai aveva preso l'abitudine di offrirle il proprio fazzoletto quando prevedeva che stesse per arrivare una scena particolarmente commovente.

Sospirò, quindi fece girare lo sguardo per la stanza con voluta lentezza.

"Fatemi indovinare… chi è il mio baby-sitter per questa sera?"