Cosa è successo dopo la sparatoria al Dirty Robber in occasione del matrimonio di Korsak? Maura recupererà la vista e andrà via da Boston per trasferirsi nel Maine? Lascerà il lavoro e Jane? Due capitoli. Spero vi piaccia, buona lettura.

Un grazie particolare a Laura per la consulenza medica e i consigli e a Stefy per alcune dritte! :)

Maura non avrebbe mai pensato che quella battuta di mesi fa fattale da Jane, riguardante la sua possibilità di trasferirsi un giorno in una piccola cittadina del Maine a scrivere libri, sarebbe diventata presto realtà.
Dopo la sparatoria accaduta al Dirty Robber in occasione del matrimonio di Korsak, molte cose erano cambiate.
Erano ancora vivi nella sua mente quei momenti terribili. La voce di Jane che avvisava gridando dell'arrivo del pericolo, il colpo di pistola e poi il buio...

Si era risvegliata dolorante e con un senso di angoscia che le attanagliava il cuore. Ancora intontita capì che non era nel suo letto. Cercò di aprire gli occhi ma un dolore acuto le spaccava la testa. Quando ci riuscì scorpì con orrore di non vedere nulla. Il rumore fastidioso e ritmico dell'ecocardiografo le indicò che era probabilmente in ospedale, mosse una mano che subito venne stretta in una presa forte e dolce.
"Ehi... Ciao Maur". Quella voce calda...
"Jane... ma cosa è successo... Dove sono e perchè non ci vedo e ho delle bende sugli occhi?" domandò con tono incerto e pieno di panico.
"Stai tranquilla, sei in ospedale. C'è stata una sparatoria al locale e sei stata colpita alla fronte di striscio. Però cadendo hai sbattuto la testa contro un tavolo e hai perso momentaneamente la vista, ancora non sanno dirci fra quanto la riacquisterai...". Jane aveva deciso di dirle tutto subito, lei era un medico e non era facile nasconderle niente riguardante il suo stato di salute.
Con un sospiro la dottoressa strinse ancora di più la mano di Jane "Ho capito... tu come stai?" le chiese. La detective fece un sorriso tenero che Maura non vide ma percepì dal cambiamento della voce.
"Adesso che sei sveglia bene..." le rispose "Vuoi qualcosa? Dell'acqua, magari il the fatto con la cacca dei tuoi amati Panda?"
"Jane..." una piccola risata le uscì spontanea dal cuore "Mi piacerebbe sì qualcosa di caldo sempre che possa bere"
"Certo! Il dottore ha detto che non appena ti risvegliavi e se te la sentivi, potevi bere o mangiare qualcosa" le disse senza lasciarle mai la mano. Con l'altra libera prese il thermos che si era fatta portare da sua madre, che conteneva il the ancora tiepido e appoggiandolo al petto per tenerlo lo aprì. Poi fu costretta, controvoglia ad usare anche la mano sinistra. Prese una tazza e versò il liquido ambrato "Ti metto il tuo miele preferito, così ti darà anche un po' di energia". Prima di darle la bevanda con molta cura l'aiuto a mettersi seduta, aggiungendole un paio di cuscini dietro alla testa e poi le diede da bere.
"Grazie Jane, è davvero buonissimo" le disse assaporando l'infuso sorseggiandolo lentamente per gustarlo. Poi percepì una strana tensione
"Jane... cosa c'è?" le chiese alzando la testa verso di lei, anche se non poteva vederla.
"Volevo chiederti scusa..." un sospiro strozzato le uscì dalla gola.
"Jane! Ma di cosa devi chiedermi scusa? Non hai sparato tu" le rispose cercando nuovamente le mani. Jane le afferrò prontamente accarezzandone il dorso e sedendosi sul bordo del letto.
"Non ti ho protetto Maur... avevo bevuto troppo, maledettamente troppo e mi sono accorta tardi di quello che stava accadendo. Ho abbassato la guardia e ho rischiato di perderti". Maura cercò il viso di Jane per accarezzarlo e si avvicinò di più a lei, solo allora sentì che stava piangendo. Le sue dita avevano incontrato le lacrime che le solcavano il volto.
"Jane, non piangere... Non fartene una colpa, non potevi prevederlo io sono qui. Vicino a te e non è successo niente di grave, ti preg..." non finì la frase perchè la donna si alzò di scatto e cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro "Potevo prevederlo Maura! Dovevo prevederlo, quella dannata donna era ancora libera e sapevo che doveva finire quello che aveva iniziato, ma l'ho sottovalutata e ti ha fatto male..." Maura riuscì a capire lo stato di agitazione dell'amica e conoscendola le lasciò terminare il discorso. "Non hai idea di come mi sono sentita quando ti ho vista a terra... il sangue che usciva dalla tua testa, non ti muovevi, non parlavi. Ho avuto paura Maur, capisci? Paura che tu fossi morta!" le gridò mettendosi le mani nei capelli.
"Vieni qui" le disse allargando le braccia. Jane si lasciò andare in quel abbraccio caldo, appoggiando la testa sul petto della dottoressa e sentì il suo battito cardiaco, vitale, energico.
In quel momento entrò il medico che rimase interdetto. Jane si allontanò subito e a Maura mancò in modo quasi doloroso quel contatto.
"Signorina Isles, mi fa piacere vedere che si sia svegliata e che stia un po' meglio. Sono il dottor Louis e la seguirò nella sua riabilitazione. Ora vediamo un po' come sta andando in generale". Il medico pregò Jane di uscire dalla stanza, lo fece senza entusiasmo e borbottando ma eseguì l'ordine. Rimase in attesa nel corridoio. Dove nel frattempo trovò Korsak, Frankie, la madre e Nina. Spiegò loro che si era risvegliata ma che sembrava che ancora non vedesse nulla e che il medico la stava visitando.
"Dottor Louis mi dica la verità. Questa mia cecità è davvero temporanea?" domandò Maura preoccupata
"Allo stato attuale delle cose sembra che lei ne possa uscire senza gravi danni, ora dobbiamo aspettare che la botta si assorba e che il nervo ottico possa tornare funzionante".
La donna annuì piano. Il medico la visitò controllando sia il profondo taglio sulla fronte che il resto delle condizioni fisiche. Prima di togliere il bendaggio che le copriva gli occhi abbassò le tapparelle della stanza, tenendo accesa solo una debole luce ai lati del comodino.
"Ora le tolgo le bende così posso capire se i suoi occhi stanno meglio e poi prima di farla tornare a casa faremo anche una TAC di controllo". Lentamente la liberò dalle bende "Ora dottoressa apra con molta cautela gli occhi, se sente dolore li richiuda subito"
Maura eseguì la richiesta. Piano sollevò le palpebre, provando un leggero fastidio nel retro della testa. Attese qualche istante ma il suo mondo era ancora al buio. "Dottore non vedo nulla" disse sconsolata. Il medico prese la piccola torcia che aveva nel taschino e passò ad esaminare gli occhi, uno alla volta. "Bene signorina Isles, la pupilla reagisce e direi che è un buon segno, ora la portiamo a fare la TAC".
Appena uscito dalla stanza venne circondato dal gruppo che stava attendendo maggiori notizie.
"Allora dottore, cosa ha la mia Maura?" chiese ansiosamente Angela.
"Lei è la madre?" domandò il medico
"No ma è come se lei fosse mia figlia. Lo so che non può dire nulla se non siamo suoi parenti ma la prego non ci tenga all'oscuro. Noi per lei siamo la sua famiglia..." rispose la donna
L'uomo li guardò. Poi con un sospiro e un sorriso disse "Va bene, dato che la signorina Isles mi ha detto che il riferimento in caso di problemi è il detective Rizzoli posso fare un'eccezione" e fissò Jane che nervosamente si stava mangiando un'unghia "Ora la portiamo a fare un esame diagnostico e appena avrò i risultati torno da voi e vi spiego tutto nel dettaglio, ok?"
Il gruppo annuì. "Se volete entrare per salutarla potete farlo ma deve essere una visita breve, tra pochissimi minuti la portiamo via".
La stanza fu riempita da voci che Maura immediatamente riconobbe. Sorrise contenta, nonostante il pressante entusiasmo dei suoi amici. Tutto questo la faceva sempre sentire amata e protetta. Nessuno sembrò far caso a Jane che si era subito seduta nuovamente sul bordo del letto stringendo la mano di Maura. Poi arrivarono le infermiere per accompagnarla nella stanza per l'esame. Jane la seguì fino alla porta. Poi si abbassò verso di lei sussurrandole "Ti aspetto qui fuori, non ti lascio sola" e le mise un bacio sulla mano. Maura le sorrise "Lo so Jane... grazie".
Attesero ancora un'ora che i risultati venissero comunicati. Erano rimaste solo Jane e Angela. Gli altri erano dovuti tornare al dipartimento. Le due donne erano tornate nella camera con Maura. Angela cercava di tenere allegra la dottoressa raccontandole piccoli aneddoti dell'infazia della figlia, che nervosamente tentava invano di farla tacere, facendo ridere di cuore Maura che si divertiva a sua volta ad infierire sulla detective.
Poi entrò il dottor Louis e il silenziò calò. "Abbiamo il risultato della TAC, la botta ha causato un versamento interno all'occhio che non permette al nervo ottico di lavorare correttamente, perciò fino a quando non si riassorbe lei non potrà riacquistare la vista. Ma non preoccupatevi, credo che fra tre settimane o forse meno tutto si risolverà. Dipende sempre molto da paziente a paziente" disse con un sorriso "Ora vi lascio delle indicazioni di terapia che la signorina Isles deve seguire e quali medicinali prendere. C'è qualcuno che può seguirla?"
Jane subito si fece avanti "Ci penso io!"
"Tesoro non essere ridicola, come puoi stare tutto il giorno con Maura se devi lavorare? Non puoi prenderti un mese di vancanza e lo sai. Mi occuperò io di lei e se poi non passi la nottata al dipartimento, la sera starai con lei, sei d'accordo Maura?" chiese per pura formalità, dato che aveva già deciso.
La dottoressa le sorrise "Grazie Angela sei sempre gentile, se non è per te di troppo disturbo mi farebbe piacere"
"Ma' e che cavolo! Cosa volevi che ti rispondesse? L'hai praticamente obbligata a dirti di sì... Non cambierai mai!" le rispose e poi si rivolse al medico che ridacchiava sommessamente "Dottore possiamo portarla a casa ora?"
Il medico annuì "Certo mi raccomando seguite le indicazioni che vi lascio ci rivediamo fra una settimana, se però ci fossero dei miglioramenti o peggioramenti chiamatemi subito".

Le donne uscirono, Maura venne aiutata a salire in auto, Jane le allacciò la cintura di sicurezza e poi si mise alla guida. Angela le avrebbe raggiunte dopo, si sarebbe recata prima a fare un po' di spesa per preparare la cena e parlare con Korsak, per avvisarlo che per un certo periodo di tempo non avrebbe potuto stare al bancone del Dirty Robber.
Jane guidava con estrema prudenza e contrariamente al suo solito andava ad una velocità al di sotto del limite imposto dal codice stradale. Maura se ne accorse e sorrise dolcemente. Arrivate all'appartamento l'aiutò ad entrare accompagnandola fino al divano. "Ok eccoci a casa, ora tu stai tranquilla qui che penso a tutto io. Ho avvisato in centrale che per questa sera non sono disponibile, Frankie e Korsak copriranno il mio turno. Ti preparo un bel the e che ne dici di un bel bagno caldo intanto che aspettiamo che torni mia madre. Poi una bella cena e ti porto a letto!" disse Jane mettendosi subito all'opera. Maura non resistette e si mise a fare una battuta "Jane però non è carino che tu approfitti di me in queste condizioni..."
La mora rimase con il bollitore in mano lo sguardo stupito, per un momento non capì a cosa si riferisse l'amica. Poi all'improvviso si rese conto di cosa aveva detto e arrossì vistosamente, balbettando rispose "Maur! Ma cosa hai capito, non intendevo quello... assolutamente no! Oh no!"
La dottoressa si mise a ridere e poi fingendosi offesa continuò a tormentarla "Jane non mi sembra il caso di negare con tanta decisione, se ti da fastidio l'idea di portarmi a letto basta dirlo..."
"Uh no, cioè sì... no, non... sì... Che diavolo Maura! Non capire male..." un sospiro angosciato le uscì dalla bocca "Intendevo che ti porto in camera tua e ti metto a letto..."
La bionda le fece cenno di raggiungerla. Jane corse da lei e si sedette al suo fianco. "Jane Rizzoli, sei davvero divertente da prendere in giro sai? Avevo capito non preoccuparti, volevo solo giocare un po' con te" le prese il viso con le mani e cominciò a toccarlo, per capire se l'espressione che si stava immaginando sul volto della sua amica era reale. La detective a quel tocco si lasciò andare, chiuse gli occhi e si avvicinò di più alla donna di fronte a lei.
"Lo sai che davvero hai una struttura ossea bellissima Jane" mentre lo diceva le sue mani seguivano i contorni del viso. Partendo dalla fronte per poi continuare muovendo delicatamente le dita sugli zigomi fino a fermarsi sulle labbra, che sfiorò un paio di volte. Jane le dischiuse leggermente facendo un sospiro quasi impercettibile "Maur..." il suo tono era roco e aveva l'aria di essere un avvertimento. La dottoressa continuò a muovere il pollice avanti e indietro sulla bocca. Non poteva vedere gli occhi carichi di passione della detective ma sentiva che il suo respiro era diventato irregolare. Jane dolcemente lasciò che le sue labbra baciassero le dita di Maura che ebbe un sussulto e la sua pelle si riempì di brividi facendola gemere "Oh Jane..."
"Maura... Maura!"
"Ragazze eccomi!" Angela era tornata...