2 Maggio 1998, Stamberga Strillante

Sul pavimento polveroso e graffiato della vecchia stamberga un lago di sangue si allargava dal corpo accasciato per terra. Una scia rossa si allontanava, lasciata dal grande serpente che, dopo aver attaccato letalmente, era tornato dal suo padrone, per poi abbandonare insieme la triste catapecchia, trionfanti nella consapevolezza che la bacchetta invincibile, la leggenda rivelatasi realtà, era finalmente loro di diritto.

Severus Snape respirava a fatica e perdeva sangue ininterrottamente. Con le ultime forze che gli restavano, tirò fuori dalle vesti una boccetta e se la portò alle labbra, svuotandone maldestramente il contenuto. La ferita sul collo smise di eruttare sangue e cominciò a chiudersi, mentre il suo corpo, parzialmente ristorato, recuperava le forse necessarie per combattere il veleno al quale si era abituato in lunghi mesi di preparazione per l'eventualità di un simile attacco.

Non poteva fermarsi e non poteva morire, non ancora. La sua missione non era ancora compiuta. L'uomo cercò di alzarsi in piedi, ma crollò rovinosamente in terra e perse i sensi.

Nessun altro mise piede nella Stamberga fino alla mattina seguente, e di certo nessun ragazzo dagli occhi verdi, neri capelli ribelli e una cicatrice a forma di saetta.