A Notte Fonda

«WAAAAAAAH!»
Non avrei mai voluto che succedesse questo.
Non avresti mai dovuto vedermi così.
Ma è troppo tardi. Te ne sei accorta. Dato che si tratta di te, è stato davvero stupido da parte mia pensare di farla franca.
E così, a notte fonda, entrando nella stanza in vestaglia, mi vedi. Mi vedi con… l'altra tra le braccia.
–Cosa…– ti fermi sulla soglia, incredula. –Cosa… stai facendo?!
Esito. Vorrei cercare di giustificarmi. Ma so che non servirebbe a niente. Sono stato colto sul fatto.
–Lei… stava piangendo– rispondo ugualmente, goffo.
–Stava piangendo? E tu per questo…
Lei si divincola nella mia stretta. Aggiusto la presa in modo protettivo, conscio del tuo sguardo di rimprovero. –Io… lo sai. Non sono mai riuscito a sentirla piangere. E poi, ecco…
–…E poi, sei innamorato di lei. Anzi… completamente stregato– mormori tu con calma.
–Ma… be'… io…
–Non serve che cerchi di nasconderlo. Del resto, è naturale. Ma… dovrei già avertelo detto…
Respiri profondamente, per trovare la pazienza.
–…se corri a prenderla in braccio tutte le volte che piange, non imparerà mai a dormire tutta la notte! Me la stai viziando terribilmente, lo sai?
Abbasso lo sguardo colpevole sulla manina minuscola che mi avvolge con forza il dito. Lei ha smesso di frignare e sta facendo versetti golosi con un sorriso sdentato. –Sì, be', per queste cose sono una vera frana– rispondo, sorridendo mio malgrado. –Credo di non avere affatto forza di volontà.
–Tranquillo. Non mi sono mai aspettata altro.– Dovresti rimproverarmi ma anche tu non puoi fare a meno di sorridere. –Sei solo un normalissimo papà innamorato di sua figlia. Potrei anche sentirmi messa da parte, sai.
–Non posso farne a meno– dico, perso nella contemplazione di quel visino. –È così bella. Ti somiglia tanto.
Anche col capo chino, vedo che ti scintillano gli occhi. Stai per rispondere qualcosa intenerita, quando dalla stanza accanto alla nostra si leva un altro urlo disperato.
–A quanto pare anche suo fratello si è svegliato– rido. –Dev'essere proprio vero quello che dicono dei gemelli. Uno si accorge sempre se l'altro non c'è. Se continuano così anche da grandi, ci daranno dei guai.
Tu alzi gli occhi al cielo con finto scoraggiamento, e scrolli le spalle. –Credo che dovrò andare di nuovo a preparare il latte.
–Vai, vai, mamma. Penso io a questa principessina qui.
Non avrò i tuoi poteri, ma ti sento lo stesso ridere sommessamente fra te mentre il rumore delle tue pantofole si allontana nel corridoio. Un'altra notte in bianco. E naturalmente quegli altri pigroni si guardano bene dal darci una mano. Be', poteva capitarci di peggio. A me poteva capitare di peggio. Non mi lamenterò certo di questo. Di restare sveglio a parlare alla luce della lampada, per ore, a notte fonda, accarezzando con gli occhi gli amori della mia vita.