Questo fino a quando non incontrò Hiroshi, un ragazzo dolce e premuroso che aveva fatto breccia nel suo cuore. Michiru e Hiroshi si frequentavano ormai da quasi due anni, anche se nell'ultimo periodo le cose erano un po' cambiate.
Passavano sempre meno tempo insieme, anche se le loro notti continuavano a essere infuocate. Forse era proprio il sesso a tenerli ancora insieme. A dire la verità Michiru era sempre stata convinta di amarlo, di non poter provare niente di più forte per chiunque altro. Questo fino a quando non incontrò Haruka Tenou.
-Cos'hai sembri un po' tesa?- le disse Hiroshi baciandola sul collo.
-Domani incontrerò il nuovo pianista, spero che sia all'altezza-
-Non credi di essere un po' presuntuosa?-la stuzzicò mentre con le mani le accarezzava il seno
-Non ti conviene parlarmi così se vuoi farlo-, rispose Michiru allontanandogli la mano.
Hiroshi la afferrò per le spalle e la spinse al muro –Mi stai ricattando?-.
Ma dall'altra parte non ci fu risposta
-Tu lo vuoi?- le sussurrò all'orecchio
-Sai che non posso dirti di no- rispose Michiru mentre incominciava a sbottonargli il pantalone. Hiroshi allora non perse tempo, le sbottonò la camicia e le alzò la gonna; le tolse le mutandine e incominciò a toccarla.
-Oh mio dio! Hiroshi! Portami a letto-
-Michiru per una volta lasciati andare!- Michiru non amava fare l'amore in posti strani. L'avevano sempre fatto in un letto e solo raramente sul divano.
Fin da quando si erano conosciuti, Hiroshi era sempre stato più espansivo nel manifestare i suoi sentimenti. Michiru trovava il fatto di prendersi per mano o di scambiarsi effusioni in luogo pubblico ridicolo e da persone immature. All'inizio della sua storia, Hiroshi l'aveva spesso accusata di essere fredda e incapace di manifestare amore. Poi la prima volta che fecero l'amore, le fece capire che a volte è normale sentire l'esigenza di toccare la persona che ami.
Ricordava ancora oggi quella notte. Erano in gita in montagna con i rispettivi genitori. Erano rimasti da soli, con la scusa di dover scrivere una canzone. Seduti sul divano vicino al camino, Hiroshi le prese la mano e la attirò a sé. Michiru si sentiva così bene tra le sue braccia.
-Ti arrabbi se ti chiedo una cosa?- chiese esitante.
-No-
-Non hai mai la voglia di… beh ecco di….- non sapeva come continuare la frase senza sembrare una ragazza facile.
-Toccarti?- riusciva sempre a leggerla nel pensiero –Ogni volta che ti penso- continuò senza aspettare una sua conferma. Non voleva metterla in imbarazzo.
-Dici sul serio?- chiese arrossendo violentemente.
-Michiru è normale! E' più di un anno che stiamo insieme-
Hiroshi le fece alzare il viso, le accarezzò le labbra e la baciò. Fu invasa da un calore mai provato prima. Avvertiva l'esigenza di esplorare quel caldo corpo accanto al suo.
-Fai l'amore con me!- sussurrò esitante. Fu così che i due si spostarono in camera e fecero l'amore per la prima volta.
-Sei incredibile a letto. Altro che fredda e distaccata- le disse all'orecchio facendola arrossire.
Il mattino dopo Michiru si alzò presto, fece una doccia e poi bevve una tazza di caffè.
Quando Hiroshi si svegliò, la trovò in cucina mentre correggeva uno spartito.
-Buongiorno, amore. Come ti senti?-
-Bene- fu la risposta secca di Michiru.
-Sei nervosa? Chi devi incontrare?-
-Il nuovo pianista. Non ricordi? Te l'ho detto ieri!-
Michiru era davvero nervosa. In tutta la sua carriera non aveva mai trovato nessuno che fosse in grado di accompagnarla. Specialmente se suonava una sua melodia. Michiru preferiva suonare da sola, ma in questo concorso si doveva partecipare a coppia. In un primo momento aveva pensato di rifiutare, ma vincere questo concorso significava fare una svolta importante nella sua carriera.
-Secondo me ti preoccupi per niente-
-Come scusa? Il concorso è fra meno di un mese e ancora non ho un accompagnatore. Secondo te mi preoccupo per niente?- Era davvero arrabbiata, quando si comportava così, non lo sopportava. A volte si chiedeva come faceva ancora a sopportarlo.
Hiroshi si avvicinò a lei, poggiò le sue mani sulle spalle e le sussurrò –Lo sai che non ti batte nessuno. Sei la numero uno-
-Tu sei uno stupido- disse, alzandosi di scatto. Sapeva di sbagliare con lui ma era più forte di lei. Doveva trovare un modo per farsi perdonare, ma non adesso. Ora doveva incontrare Haruka Tenou.
Quando arrivò alla sala prove, trovò il suo agente che parlava animatamente al telefono. Quando si accorse di lei, interruppe la telefonata e la salutò.
-Qualcosa non va?- chiese allarmata. Conosceva troppo bene quell'espressione. Lo conosceva praticamente da sempre.
-Il nuovo pianista sembra non intenzionato a partecipare al concorso-
-Cosa? Ma è stato lui a contattarti, perché ora cambia idea?-
-Non lo so-
-Chiamalo, parlerò io con lui- Michiru era agitatissima. Che razza di persona poteva cambiare idea così da un giorno all'altro. Avevano ricevuto una chiamata da questo sconosciuto, che chiedeva di partecipare alle selezioni per accompagnarla al concorso e ora si rifiutava. Era incredibile.
Michiru prese il telefono con mani tremanti dalla rabbia. Il telefono squillava e solo al quarto squillo dall'altro lato alzarono la cornetta.
-Pronto posso parlare con il signor Tenou?- Solo ora si ricordava di non aver neanche chiesto il suo nome.
-Sono io. Con chi parlo?-
Al suono di quella voce il cuore di Michiru fece un salto. Non aveva mai sentito una voce così carica e profonda. Si sentì all'improvvisa agitata. Quella voce la mise in agitazione. Si trovò a pensare come sarebbe sentirla mentre le sussurrava parole dolci all'orecchio.
-Pronto? Sei ancora lì? –
Ma cosa diavolo mi prende, non è il momento di sognare ad occhi aperti pensò, mentre cercava di concentrarsi sulla telefonata.
-Sono Michiru Kaioh. Ho ricevuto la sua proposta di partecipare alla selezione per essere il mio accompagnatore al concorso. Doveva essere qui già da quindici minuti- aveva la gola secca, non riusciva a spiegarselo ma quella voce l'aveva turbata molto.
-Oh mi dispiace, ho già informato il suo agente che c'è stato un equivoco. Io non posso partecipare, ma sono sicuro che riuscirà a sostituirmi-.
Un equivoco? Ma questo individuo riusciva a immaginare che danno le stava facendo?
-Un equivoco? Ma è stato lei ad aderire alla selezione e ora vuole cavarsela così?-
-Signorina si calmi! Le ho già detto che si è trattato di un equivoco. Non sono stato io a iscrivermi alle selezioni-
-Ora capisco, non si sente in grado di suonare alla selezione e preferisce ritirarsi!-
-Come scusi?-
Ma cosa diavolo le prendeva. Come poteva parlare così a uno sconosciuto. Questo concorso la stava facendo perdere il controllo delle sue azioni.
-Posso capirla signor Tenou, non si preoccupi, del resto quasi nessuno è riuscito a suonare con me-
-Lei non ha capito proprio niente!-
-Oh mi scusi, se non è questo il motivo, venga qua e mi dimostri che mi sbaglio-
Cosa diavolo stava facendo? Perché si comportava così? Non doveva perdere altro tempo; doveva cercare subito un altro accompagnatore.
-Sarò lì nel pomeriggio-
