Tempesta dell'anima

Titolo: Tempesta dell'anima

Autore/data: Ida59 – 9/10/2010

Beta-reader: nessuno

Tipologia: Poesia in endecasillabi (più o meno)

Rating: per tutti

Genere: introspettivo, drammatico, romantico

Personaggi: Severus, Voldemort, Silente, i Nati Babbani, Lily

Pairing: Severus/Lily

Epoca: 7° libro

Avvertimenti: nessuno

Riassunto: La tempesta infuria dolorosamente nell'anima di Severus, alimentata da colpe di un passato che, inesorabile, toglie ogni speranza di futuro.

Parole/pagine: 222/2

Nota: Scritta per il concorso Ut Pictura Poesis II ( .it/?t=51206984) del Forum "La setta dei poeti estinti" ( .it/)

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa poesia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e i versi di questa poesia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Questa poesia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Tempesta dell'anima

Gorgo scuro di tempesta violenta

impera in un mondo ove la magia,

soggiogata e schiava dell'oscurità,

con rosse iridi viola l'intimità;

dove il cielo acceca la terra

ma è travolto dal mare furioso,

per il potere negato è il valore

del sangue e bianche tombe son violate;

dove non c'è giustizia o speranza

ma solo morte e desolazione.

Luci d'incendio rosseggiano nel tuo

Presente, alle spalle l'oscurità

di scelte sbagliate in un Passato

che uccide e nega il Futuro,

portando con sé le antiche colpe

di redenzione ancora non paghe.

Brilla la luce, bianca, là in fondo,

il riflesso è nei tuoi occhi neri,

troppo stanchi per vederla, adesso,

troppo tristi per esserne attratti,

troppo colpevoli per rallegrarsi,

troppo disperati per sognare ancor

e opporsi a un crudele destino

che t'ha negato la vita e l'amore.

E il vento soffia, caldo, ardente

e t'incendia l'anima, ravviva i

ricordi di un passato perduto,

sibila là, sugli scogli aguzzi

di lancinanti, acuti rimorsi,

frusta onde di cocente rimpianto

in un gorgo infinito, tempesta

d'un povero cuore privo d'amore.

Non c'è porto dove approdare e

trovare pace; i lunghi capelli

corvini volano fieri nel vento,

s'alza come una vela il tuo nero

mantello e sul tuo volto pallido

ancora una volta aleggia lieve,

sulle tue labbra sottili, quel bianco

nome di fiore, per sempre perduto.

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