«Quindi secondo te è fattibile?»
«Certamente. È normale, fidati»
«Io non ne sono affatto sicuro...»
«Questa situazione è completamente surreale! Sei sempre stato sicuro, non è il caso di indugiare»
«Sai perfettamente che le emozioni sono l'ultima cosa di cui mi sia mai preoccupato! In particolare, se si tratta delle mie!»
«D'accordo. Allora ascolta il mio consiglio. Se ci tieni -»
«È stata esattamente la prima cosa che ti ho detto, che ci tengo»
«Se ci tieni, fallo. Non credo che le conseguenze possano essere dannose, non almeno se ti... Trattieni, ecco. Cioè, di certo dovrai assicurarti che tutto il discorso si fermi solo al -»
«Grazie, John». Bip, bip, bip...
Chiusa la telefonata, Mycroft Holmes si è permesso di rilassarsi, accasciandosi sulla poltrona sulla quale si trovava da quella mattina. Passandosi una mano sulla fronte, come a volersi asciugare dal sudore dovuto all'agitazione, ha consultato l'orologio con un'espressione indecifrabile. Le sei e un quarto della sera: un orario perfetto. Dopo un profondo respiro, ha sbloccato il telefonino e, digitato il numero dell'ispettore Gregory Lestrade, non è riuscito a non esitare. Questa storia della tachicardia non gli piaceva affatto, per due motivi: innanzitutto, per il fatto che, nello stesso tempo in cui il cuore gli batteva, altri organi gli provocavano impaccio (per fare un esempio, la gola gli si chiudeva cosicché gli diventa scomodo parlare); e poi, soprattutto, perché tutto questo gli accadeva solo quando aveva a che fare con lui. Con Gregory.
Dopo averci a lungo riflettuto (due notti insonni sono considerabili lunghe, e non oggettivamente a torto), Mycroft è giunto a una conclusione, riguardo a cosa sia questo disturbo.
Che sia proprio quello? Che sia "amore"? È una cosa terribile! Come può interessare così tanto alla gente, da dedicare a questo tema canzoni, film, libri, poesie?
Diventa difficile fare qualsiasi cosa, quando si è innamorati. È una condizione perfettamente paragonabile ad avere una malattia al sistema nervoso; e la cosa peggiore, è che quando alcuni pensieri gli giungevano alla testa, Mycroft non riusciva nemmeno a rendersi conto della piega preoccupante che il discorso nella sua mente sta prendendo. E perdere il controllo sui pensieri eradavvero l'ultima cosa che l'uomo in giacca e cravatta avrebbe mai potuto desiderare.
Eppure, nemmeno il suo autocontrollo ha avuto potere contro il fastidioso morbo. Infatti, dallo stomaco la sensazione troppo spesso si è propagata, fino a giungere al cervello; e qui l'amore si è insediato, infettando persino i suoi ragionamenti lucidi. A causa di questo, l'uomo ha deciso di arrendersi e provare a "far colpo" sull'oggetto del suo interesse - forse anche perché non era completamente in sé, e specialmente non lo era mentre concludeva che i motivi che rendono sensata questa azione sono pochi ed elementari, ma così validi che... Beh, tentar non nuoce. In primo luogo, Gregory eradivorziato. Questo significava che era solo, ma che non era abituato ad esserlo. Perciò, avrebbe potuto decidere di cercare un'altra donna - e questo no, Mycroft non avrebbe mai potuto sopportarlo... Soprattutto perché, volenti o nolenti, i due erano obbligati a frequentarsi (colpa di Sherlock); e come avrebbe potuto toglierselo dalla testa??
Poi, bisognava dire che i rischi che entrambi avrebbero potuto correre mettendosi insieme, apparivano grandi; ma immensi o infiniti... Quello no. No, perché così smisurata avrebbe potuto essere solo la felicità che un eventuale relazione con l'ispettore Lestrade gli avrebbe portato; una gioia che si prospettava così piena, così immensa che tutto sfumava quando confrontato ad essa.
Infine veniva il punto migliore. Il punto che più di ogni altro possedeva il potere di spingere Mycroft a fare quel che altrimenti non avrebbe fatto mai: Greg eraeterosessuale! Aveva una moglie, non un marito. Quindi, che rischio ci poteva essere, a frequentarsi da buoni amici? Un'unione non era possibile. Davvero. Perciò, dolce era sognare, dolcissimo era vederlo; ma bella sopra ogni altra cosa era questa sicurezza, che non tutto dipendeva da lui, per una volta. E per una volta, la prima, non poteva andare come lui veramente desiderava.
Comunque, l'ansia c'era; e si sentiva. Infatti anche dopo aver deglutito un paio di volte, Mycroft aveva la gola secca. Fatta partire la chiamata, il maggiore dei fratelli Holmes ha portato il telefono all'orecchio con l'ennesimo sospiro; eppure, quando la voce calma dell'ispettore ha risposto nell'apparecchio, non è stato in grado di ribattere subito.
«Pronto?»
«... S-sera» è riuscito a tossicchiare, nel tentativo di celare l'agitazione.
«Holmes, sei tu? Va tutto bene?»*
«Oh sì, assolutamente. Tutto bene. Senti... A te come va, tutto a posto?»
«Sì, sì». L'ispettore era decisamente scioccato dal tono gentile usato dal suo interlocutore - non l'aveva mai sentito comportarsi così. Era talmente scioccato che gli sono sorti forti dubbi sull'identità di colui col quale stava parlando.
«Perfetto, perfetto, ne sono lieto. Volevo chiederti... Proporti una cosa».
Un verso interpretabile come "ti ascolto" dall'altra parte della cornetta ha messo l'uomo curiosamente a suo agio, a un punto tale che l'intonazione della sua voce è tornata quella di sempre: «Pensavo avessi bisogno di, come dire, staccare un po' la spina. So che sei in vacanza, ma so anche perfettamente che stai passando queste ferie a casa. E conosco quanto non sia gradevole stare da soli. Quindi, mi chiedevo se avesse potuto farti piacere passare una giornata insieme a me... Non so, in qualche posto carino. Cosa ne pensi?»
«Cosa ne... Io... Insieme?» Di fronte a tanto spavento, la prima reazione di Holmes è stata sorridere. Poi, quando i secondi di silenzio sono diventati più di 5, si è chiesto se il suo intervento fosse stato inopportuno o esagerato.
«Ebbene?» Questa unica parola ha tradito tutta la sua incertezza; ma per fortuna, l'ispettore non è parso farci troppo caso.
«È da qualche tempo che mi riprometto di andare in piscina... Questa potrebbe essere l'occasione giusta, non credi?»
Per fortuna che Lestrade non poteva vederlo, in quel momento! Il sorriso che è spuntato in viso all'uomo dagli occhi azzurri* è stato talmente grande che, per un attimo, egli ha creduto che le sue labbra si fossero rotte.
«Lo credo totalmente! Anzi, ritengo sia un'occasione da non farsi assolutamente sfuggire».
«Conosci qualche piscina gradevole in cui andare?»
«Ti invio l'indirizzo per messaggio» ha mormorato Mycroft, recuperando quel poco di lucidità che gli è rimasta.
Ho lasciato trapelare le emozioni. Sono stato esplicito. E se avesse interpretato bene (cioè, male) il mio comportamento? Se avesse capito tutto?Tali sono stati i pensieri-rimproveri che hanno attraversato la mente dell'innamorato appena chiusa la telefonata. E mentre l'inconsapevolmente amato cercava di riprendersi dalla sorpresa allungandosi sul divano, lui si alzava dalla ormai scomoda sedia per tornare a casa, a controllare cosa indossare (esattamente quel che avrebbe fatto un'adolescente al posto suo... Che vergogna, davvero) il giorno successivo.
Holmes e Lestrade si sono incontrati al di fuori dell'alto edificio dalla facciata in mattoni rossi appena prima che le porte si aprissero al pubblico. Nonostante avesse passato tutta la notte a prepararsi, e avesse continuato a inspirare profondamente per cercare di farsi passare l'agitazione, Mycroft non aveva potuto non rischiare di cadere nel panico più completo alla sola vista dell'ispettore con una borsa blu piena di cose sulla spalla.
«Buongiorno»
«'Giorno. Seguimi...» ha esordito il "Governo Inglese", precedendo l'altro attraverso porte che, ovviamente, per lui sono sempre aperte, anche prima dell'orario di apertura. Tenendo lo sguardo fisso a terra, nella sua mente poteva sentire solo una domanda, stupida, ridondante, fastidiosa: sono stato troppo brusco?
Quello, insieme al rumore dei loro passi che rimbombavano per i corridoi vuoti, era tutto quel che gli risultava udibile. E il volume di questo pensiero insidioso, si è abbassato fino ad annullarsi in qualche secondo solo quando l'ispettore ha trovato il coraggio di spiccicare parola.
«È la prima volta che vengo qui... Tutta questa eleganza è quasi eccessiva, non credi, Holmes?»
Rigirandosi in bocca i concetti che stava per sputargli in faccia, il più alto si è fermato senza preavviso, e si è voltato verso l'impaurito compagno.
«Mycroft, te ne prego». Il silenzio quasi tombale che ha seguito questa frase ha fatto rabbrividire entrambi. «Altrimenti il freddo di quest'ambiente sofisticato entrerà anche nella nostra...» Relazione? No - non ancora. Amicizia? Non sembra-
«... Amicizia». La voce timida di Gregory ha fatto sorridere il maggiore dei fratelli Holmes; e le sue labbra si sono incurvate di più quando, alzando lo sguardo, ha notato che le guance dell'uomo di fronte a lui si stavano colorando di un bellissimo rosso fuoco.
«Esattamente. Coraggio, continuiamo che ci siamo quasi, Gregory; ovviamente, lo spogliatoio è singolo - ed ecco la tua chiave». Pronunciare quel nome... Lo ha fatto rabbrividire di piacere. Amicizia. Come poteva essere tutto così informale, d'improvviso?
Calma, Mycroft. Non sei più un'adolescente...
Lasciato l'amico davanti alla sua cabina, il Governo Britannico si è diretto abbastanza speditamente verso quella che spettava a lui; ma un urlo poco virile lo ha fermato, proprio quando aveva la mano sulla maniglia. Voltato il capo istintivamente per vedere cosa mai avesse potuto spaventare Lestrade, con una mano già premuta contro il telefonino, Holmes non ha potuto non sorridere al viso scioccato dell'ispettore, in incredula contemplazione dell'ambiente in cui avrebbe abbandonato solo la borsa e... Tutti gli abiti.
«È enorme! Davvero è per una persona sola? Quanto costa tutto questo?»
«Ovviamente non costa nulla»
«Intendo davvero». La voce di Greg si è fatta improvvisamente seria.
«Non sto scherzando; alle tue tasche non costa nulla. Alle mie nemmeno, a ben guardare: è un prezzo irrisorio ai miei occhi»
«Mycroft... Non-»
«Giuro, non devi preoccuparti»
Il più grande* ha esitato. Poi, facendosi coraggio da solo, ha proposto qualcosa che non credeva sarebbe mai riuscito a dire: «Preferisco condividere lo spogliatoio con te. Se non hai vergogna, ovviamente... Non voglio una stanza del genere solo per me!»
Dire che la risposta dell'innamorato è stata studiata, è niente di diverso che una grandissima frottola. Infatti, dopo aver entusiasticamente risposto all'idea del detective, si è morso un labbro con rabbia e ha puntato lo sguardo nel vuoto, davanti a sé. Come, come avrebbe potuto controllarsi se quello si metteva in costume esattamente alle sue spalle?
Fregandosi le mani in un gesto che esprimeva una minimissima parte di tutto il suo nervosismo, Holmes ha tenuto aperta la porta, facendo entrare per primo l'uomo con la borsa blu, che gli ha sorriso nel tentativo di dissimulare il disagio che si era procurato da solo.
Appoggiate le cose, entrambi hanno iniziato a svestirsi; l'ispettore non si è fatto troppi problemi, mentre l'altro era voltato verso il suo armadio, e non ha esitato nemmeno un secondo a rimanere in costume solo perché aveva il pensiero altrove. Altrove... Sì insomma, sin da quando la porta si era chiusa, Mycroft non riusciva a pensare che al momento in cui avrebbe dovuto guardare il suo amico. Forse avrebbe perso il controllo; molto probabilmente, avrebbe avuto problemi a ricordarsi il suo nome. Quindi, più che altro, stava continuando a ripetersi quella parola sperando che questo potesse servire a qualcosa: Gregory, Gregory, Gregory, Gregory.
«Sei pronto?»
La voce di Gregory l'ha ridestato dal suo esercizio mentale; e sentendosi quasi completamente in grado di riuscire a farlo, il potente uomo si è voltato per rispondergli.
In realtà, però, non era affatto preparato - tutta la costruzione sintattica che aveva in mente (molto semplice, in verità: "Sì") è crollata proprio come un castello di carte davanti a una finestra aperta durante un temporale, alla semplice vista del torace nudo di... Di-di... Gregory.
Con un colpo di tosse, Mycroft ha sperato di riuscire a recuperare il controllo; la tachicardia ha ricominciato a farsi sentire, potente, ininterrompibile; e ogni cosa tentasse di fare per alleviarla non aveva il benché minimo effetto.
Devi solo dire: Sì. Non è complesso.
Risollevando lo sguardo, però, la sua gola si è bloccata peggio che prima. Con disperazione, ha tentato di lanciare un urlo, senza riflettere; ma nemmeno quello è riuscito, auto sostituendosi con un verso simile a "Gaah...".
Alzando un sopracciglio, abbastanza allarmato, Greg si è avvicinato, afferrando il polso all'intelligente individuo che appariva in enorme difficoltà. A quel contatto, dapprima lui si è irrigidito; ma subito dopo si è tranquillizzato.
«Non c'è nulla che non vada nella tua forma fisica. Non devi preoccupartene... E soprattutto, non devi ascoltare tuo fratello».
Oh-ohh, Gregory non aveva capito il vero motivo del suo malessere; meno male! Recuperando da chissà dove un po' di coraggio, finalmente il non-grasso-Holmes ha aperto la bocca.
«Lo pensi dav-ehm, abbiamo aspettato fin troppo! Andiamo, su» ha detto, tutto d'un fiato, prima di liberarsi dalla presa del detective, afferrare l'asciugamano ed uscire, diretto alla prima vasca che avesse trovato.
Lestrade l'ha rincorso e raggiunto in qualche passo.
«Mycroft?»
«Dimmi»
«Io-Ehm... Mi chiedevo se...»
Allarmato, Mycroft ha rallentato per poter guardare il suo interlocutore in volto. Continuava a dover non pensare al fatto che fossero entrambi in costume.
«Cosa?» ha chiesto, prima di deglutire.
«Se può darti fastidio il fatto che, beh, non amo particolarmente nuotare in acque troppo alte»
«Non sai nuotare?»
«Oh, come potrei fare il mio lavoro se non sapessi nuotare? No, sono capace - quantomeno, penso di essere capace di stare a galla. Ma... È solo che preferisco stare dove ci tocco»
«Non preoccuparti. Andiamo dove fanno l'idromassaggio» ha concluso Holmes, dopo qualche attimo di esitazione. Certo, entrare in quella vasca non era una mossa più azzardata di condividere lo spogliatoio. Ma due e mezzo più due e mezzo fa cinque: due situazioni abbastanza pericolose insieme facevano un solo, enorme messaggio - il punto è che metà di questo arrivava da lui; l'altra... Da Gregory.
Troppo affrettato... È prestissimo per giungere a conclusioni. Controllati, Mycroft.
«Rilassante?»
«Oh, certamente». No, in realtà era completamente il contrario. La presenza del corpo dell'ispettore a così poca distanza dal suo lo disturbava in maniera non indifferente. «Ok, stavo scherzando. In realtà è solo noioso» ha rettificato Mycroft, realizzando che, tra l'altro, le sue dita iniziavano a farsi rugose.
«Meno male! Andiamo da qualche altra parte» ha esclamato l'uomo dai graziosissimi capelli grigi.
«Ma, Gregory-»
«Greg, coraggio. Nessuno mi chiama "Gregory" da millenni»
«Uhm... Come preferisci, Greg. Comunque, bastava dirlo che ti stavi annoiando! Ci saremmo spostati subito!»
«Non preoccuparti. Piuttosto... Pensa a dove andare adesso. Sei tu quello che conosce il posto!»
Alzandosi per primo, Mycroft ha provato con tutte le sue forze a guardarsi in giro. Ma quando il suo amico è uscito dall'acqua...
Wow!
«Beh?» ha fatto il detective, di fronte a un Holmes completamente imbambolato.
«Wow...»
«Cosa?»
«Huh, non trovi proprio bella l'acqua, da qui? È la cosa più pulita che abbia mai visto!» Ha esclamato il più alto, cercando di riparare goffissimamente alla figuraccia che aveva appena fatto. Ovviamente, quando Greg ha voltato lo sguardo verso la piscina, lui ha portato a termine il suo piano improvvisato, spingendolo dentro la vasca come avrebbe fatto qualsiasi ragazzino con il suo amico. E quando lui è riaffiorato, ha iniziato a ridere indicandolo, in modo esagerato, un po' per sembrare simpatico... Un po' per scaricare la tensione che lo stava uccidendo.
E anche Gregory ha riso, con la sua bellissima risata...
«Mi hai totalmente fregato!»
«Ne sono consapevole» ha mormorato compiaciuto in risposta, riacquisendo la sua solita posa, con la schiena dritta e il mento alto. «Mi è venuto proprio bene».
Per entrare nella vasca a cui Mycroft aveva pensato, i due sono dovuti uscire dalla zona al coperto del complesso, per andare verso la cosa più interessante che quella piscina aveva da offrire: una vasca all'aperto, frequentata in genere da un pubblico di persone la cui età media non superava i trent'anni. Lestrade dava l'impressione di essere il tipo di persona che frequenta questo tipo di vasche, sicuramente più divertenti rispetto a quelle che Mycroft gradiva (quelle appartenenti alla zona relax). Perciò, dato che fare un po' per uno è sempre l'opzione più saggia, e soprattutto dato che il più giovane sentiva il bisogno impellente di scaricare la tensione in un modo diverso dal solito, andare là gli è apparsa subito come la soluzione migliore, se non l'unica ammissibile.
Dunque, dopo aver indossato ciabatte e asciugamani, i due si sono incamminati abbastanza speditamente verso l'uscita; e, oltrepassata la porta di pesante vetro opaco, un rumore quasi assordante li ha sorpresi: un forte scroscio, unito a decine di voci del resto dei clienti che di qui non si facevano problemi riguardo il volume delle loro grida, probabilmente a causa del cielo azzurro che si trovava sopra le loro teste, e sembrava un miracolo fatto e finito.
Le fontane muovevano l'acqua azzurra della grande vasca facendola sembrare quella di un pulito mare in una giornata di vento, e decorando l'ambiente in modo abbastanza gradevole; il clima all'esterno, caldo ma stranamente non torrido, era perfetto per passare del tempo ammollo; il sole rendeva l'atmosfera allegra, gioiosa; l'unica cosa negativa era la quantità di persone già immerse, intente a fare rumore e a spassarsela, bagnando e cercando di affogare amici e fidanzate, urlando, nuotando e dando tantissimo fastidio al povero Mycroft, abituato alla tranquillità del suo lussuoso ufficio e della zona relax della struttura nella quale si trovava.
«Sai una cosa?»
«Mh?»
Holmes non avrebbe mai voluto sembrare scortese con il bel detective, ma era così afflitto dalla quantità di gente che lo circondava, che quel verso gli era uscito dalla gola senza che se ne accorgesse nemmeno. Lestrade però, ancora una volta, non ci ha prestato la benché minima attenzione.
«C'è troppa gente nell'acqua bassa, non credi?».
Prima di rispondere, entrambi hanno guardato la parte affollata della vasca, talmente piena di gente che non si poteva assolutamente evitare in entrare in contatto fisico con almeno una persona in ogni maledetto attimo. Poi, insieme, i due amici hanno spostato lo sguardo dove il fondo della piscina si abbassava, impedendo anche ai più alti di toccarci: là la gente era molta meno - anzi, là non c'era praticamente nessuno.
«Greg, se non ti va di andare dove l'acqua è così alta, io sono disposto a calarmi in quell'accozzaglia di imbecilli, che molto probabilmente ci faranno sentire come pesci in una rete, e che senza dubbio sono già riusciti a scaldare l'acqua fino-»
«Ma ti sembra che io abbia seriamente problemi?» L'ha interrotto l'altro, prima di ripensare bene a quel che le sue parole avrebbero comportato. «Cioè, sì, come ti ho detto è un po' spaventoso per me andare dove non tocco; ma non sarà mai meno sopportabile di tutta quella calca. La quiete non mi dispiace mai».
Capendo perfettamente che l'amico gli stava facendo un enorme favore, Mycroft ha soppesato le opzioni che s'erano improvvisamente parate di fronte a lui; e ci è voluto meno di un attimo per capire che era conveniente a entrambi dirigersi là, e invece di entrare limitarsi a tenere i piedi ammollo dove nessuno li avrebbe disturbati. Perciò, senza più indugio alcuno, si è diretto al bordo della vasca, vicino ma non troppo alle scalette d'ausilio per entrare e uscire dall'acqua.
Arrivato là si è seduto, subito imitato da un palesemente nervoso Gregory che, dopo avergli sorriso, ha cercato di distrarsi - probabilmente dal pensiero della profondità dell'acqua sotto di lui, nella quale prima o poi sarebbe probabilmente dovuto entrare - guardandosi in giro. Guardare in giro! Ecco un rimedio plausibile a qualsiasi forma di indesiderati pensieri, pressioni strane e incontrollabili tremori: appena il più alto ha realizzato i benefici che un po' di distrazione avrebbe potuto portargli, ha iniziato a emulare il suo amico, squadrando in modo decisamente inquietante chiunque gli capitasse sotto gli occhi. Una donna decisamente sovrappeso, in compagnia dei figli per i quali aveva deciso di divorziare dal marito violento; un adolescente che, dopo una nuotata sott'acqua, non trovava più il resto della compagnia ed era intento a cercare almeno uno degli amici; due uomini, molto atletici, che si stavano per sfidare per vedere chi sarebbe arrivato prima dall'altra parte della vasca, salvandosi da un conto salato al ristorante; due bambini, fratello e sorella, che si schizzavano come se si volessero ammazzare reciprocamente dopo una litigata a causa di un guaio combinato in spogliatoio; tre giovani amiche (venti, ventidue anni al massimo) che cercavano disperatamente di mettersi in mostra, appena prima di tuffarsi di testa in modo (secondo le loro intenzioni) impeccabile... Oh, tutti erano così miserabili, in confronto all'ispettore di Scotland Yard che si trovava al suo fianco, che...
Che cosa gli stava accadendo? Non si stava guardando in giro; fissava l'acqua con espressione assorta, con il mento appoggiato al palmo della mano destra. Non sembrava tanto spaventato dal liquido trasparente, tuttavia; sembrava molto più impaurito di quello a cui stava pensando, che evidentemente non c'entrava con la situazione in cui si trovava.
Guardando il suo profilo, Holmes si è reso conto che la sensazione che gli provocava guardarlo era proprio come quella causata da una piacevole melodia; anzi, tutto in lui aveva quell'effetto, sia nel fisico che nel carattere. Gregory era armonioso. Piacevolmente armonioso, si è ritrovato a pensare l'innamorato - nelle espressioni del volto, nel modo di parlare, nei movimenti volontari e involontari, in qualsiasi situazione, in qualsiasi stato d'animo. Persino in quel momento, in cui sembrava che qualcosa lo stesse turbando in modo davvero, davvero pesante: dopo aver preso un respiro, e poi un altro, e ancora uno, Lestrade si è portato una mano alla bocca, le spalle in avanti - il tutto sotto lo sguardo vigile di colui il quale era talmente assorto a contemplare la bellezza di tutti quei gesti nella loro spontaneità, da non rendersi conto del loro significato. Ovviamente, per i primi 0,5 secondi...
«Gregory, tutto bene? Qualcosa ti turba?»
Alzato lo sguardo, e puntato negli occhi color ghiaccio dell'amico, l'interpellato si è passato la lingua sulle labbra ed è riuscito a rilassare i muscoli.
«Sì, assolutamente»
«No... No che non va tutto assolutamente bene»
«Già». Il detective ha spostato lo sguardo sul cielo, che iniziava a popolarsi delle prime nuvole. «Vedi, il problema è che vorrei dire-dirti una cosa, ma non sto trovando il coraggio di farlo»
«Sei già a metà strada, così dicendomi»gli ha fatto notare Mycroft.
«Come sempre, hai ragione. Eh... Io vorrei solo...»
«Coraggio: per quanto possa non sembrare, di solito non mangio le persone»
Dopo una risata, Lestrade si è schiarito la gola. «Semplicemente - forse è superfluo, o anche inopportuno dirlo. Ma, Mycroft, ci tengo che tu sappia che lo penso davvero». Qualche secondo di silenzio. «Sì, che non ti debba vergognare del tuo fisico - in effetti, per me non sei affatto brutto».
E dopo aver pronunciato queste parole, nonostante che il suo intelletto, che urlava disperatamente nel tentativo di costringerlo a buttarsi in acqua per nascondere il pericoloso color porpora di cui le sue guance si stavano tingendo, Greg non ha potuto non stare immobile ad osservare il volto dell'amico, il quale stava diventando per intero di un assolutamente adorabile rosso fuoco, reso ancor più caldo dall'espressione totalmente nuova nei suoi occhi, di sorpresa e - piacere.
Quest'ultimo si rendeva conto alla perfezione che il calore insopportabile che avvertiva su tutta la superficie della sua faccia era dovuto alla maggiore concentrazione di sangue nelle arterie che lo stava facendo arrossire in modo schifosamente manifesto, eppure non stava realizzando del tutto di stare fissando Gregory, permettendogli di rendersi conto della valanga di emozioni che lo stavano travolgendo tutte insieme, e alle quali lui non sapeva assolutamente come rimediare.
Mycroft ha cercato di riprendere in mano la situazione e la sua dignità, appena è riuscito a ridestarsi da quello stato di semi-trance, con quel poco potere che aveva ancora sulla sua mente; e, afferrato il polso dell'amico (no, non pensarci, per favore: gli hai solo preso il polso, non distrarti... NON È NULLA È SOLO IL POLSO), si è tuffato in acqua con un'energica spinta.
L'altro non ha opposto resistenza, e anche dopo essersi accorto che non toccava il fondo, non ha perso il controllo, riemergendo e prendendo un profondo respiro in modo maledettamente attraente. O meglio, non ha perso il controllo per quanto riguardava la "paura" dell'acqua alta, ma solo perché non stava assolutamente pensando a dove fosse in quel momento; infatti, quello su cui allora sentiva di avere il bisogno assoluto di concentrarsi era quell'istinto, di non lasciarsi per nessun motivo sfuggire quel momento prezioso, preziosissimo - che più che istinto, a ragione si sarebbe potuto definire "necessità". E tale necessità è diventata di gran lunga più impellente alla semplice vista del maggiore degli Holmes, ancora colorato di rosso in volto, che tentava di raggiungerlo nuotando a scatti, in preda a un'agitazione che non lasciava spazio neanche al minimo dubbio riguardo a quel che stava provando.
Andandogli incontro, Greg avrebbe voluto prenderlo finalmente fra le sue braccia, e farlo sentire al sicuro dalle emozioni che - ne era certo - lo stavano gettando in un baratro d'insicurezza, di dubbi che non sono mai, per nessuno, piacevoli. E invece, si è sentito mancare nel momento stesso in cui si è messo in moto, in quanto si è reso (finalmente) conto che il fondo era troppo in basso e che, quindi, non poteva raggiungerlo.
Per quanto si sforzasse di evitarlo, il panico si stava diffondendo in tutto il suo organismo, irrigidendogli come un terribile morbo ogni singolo muscolo; solo il contatto visivo con Mycroft stava riuscendo ad evitare che cadesse come un sasso nelle profondità di quel liquido immondo che tentava di inghiottirlo da tutte le angolazioni, stringendolo, tirandolo irresistibilmente verso il basso, ed entrando in ogni spazio risultasse raggiungibile - dentro il costume, le orecchie, persino nelle narici...
«Gregory!»
No, no, non poteva sfumare tutto in modo così orribile. Per un attimo, Mycroft era stato assolutamente certo che l'ispettore non stesse provando il panico tipico di chi - di chi ha paura, insomma. Lestrade sapeva nuotare, su quello non c'era alcun dubbio; e lui non sapeva, di conseguenza, trovare una spiegazione al perché l'altro avesse una paura così totale dell'acqua. Ma ora, a così poca distanza da lui, tutto quel che poteva leggere nei suoi movimenti, nei suoi occhi, nell'espressione contratta del suo volto... Era solo la disperazione, la nera angoscia, di chi non riesce a controllare più nulla di sé.
«Greg», ha pateticamente ansimato, una volta raggiunto. A quel richiamo, l'uomo è sembrato tornare in sé, anche se solo per un fuggevole attimo: e questo è bastato per donare coraggio e forza di continuare al più giovane. «Va tutto bene, io sono qui» ha provato a dirgli, ma le parole sembravano avere così poco effetto da spingerlo ad afferrare il detective per i fianchi, e con tutta la potenza che i suoi non-così-flaccidi muscoli erano in grado di generare, a tentare di spingerlo verso il bordo: assurdamente, questo movimento è stato un vero toccasana per la psiche del poliziotto, che è rinsavito e, al momento giusto, si è aggrappato alla scaletta di metallo che si era trovato innanzi. Voltatosi agilmente, poi, ha allungato la mano per attirare a sé l'amico-salvatore; e solo ora, al sicuro (dentro l'acqua, ma solo fino al petto e in modo stabile), con una quantità di adrenalina ancora eccessiva nel sangue, ha deciso di (o meglio, è riuscito a) stringere a sé quel maledettamente carino genio della politica, nonché di ogni altro campo, il quale ha ricambiato il gesto con un'enfasi quasi eccessiva.
Quel momento non voleva parole.
Ma quel silenzio, voleva un gesto.
I due si sono scambiati uno sguardo lungo, lunghissimo: farlo? Non farlo? Non era troppo presto?
Le loro teste s'avvicinavano senza che nessuno dei due lo volesse completamente. E l'attesa, si sa: può uccidere...
Le loro labbra si sono sfiorate come in un sogno. Realtà? Sogno? Un rinnovato rossore sui loro visi ha confermato la prima opzione; e realizzando cosa questo significasse, all'unisono si sono staccati, per uscire con tentata nonchalance dall'acqua.
Li attendevano lunghi colloqui, difficili accordi e problemi enormi; ma anche grandi emozioni, e una gioia duratura.
*Dà fastidio anche a me che si diano del tu sin dall'inizio. Ma in inglese non si usa la terza persona! Quindi mi sembra più vicino alla realtà fare così...
*Sì, Gatiss ha dei bellissimi occhi color del cielo sereno! Non l'avevo mai notato prima di.. Beh, prima di cercarlo su internet in questo esatto momento. Graves (l'attore che fa la parte di Lestrade), invece, ce li ha marroni come il cioccolato (che Mycroft ama?).
*Ovviamente, il più grande è Lestrade. O almeno, così è in questa fanfiction...
