La prima volta… Lui la fissò. Baci. «…Non è mio», le aveva detto. «Tu sai che molto poco mi appartiene. Ma se lo vuoi… lo avrai ugualmente». «Anch'io…» la voce le si era incrinata lievemente. «Anch'io ti sto guardando… con…» «Non piangere… non voglio…» Baciò e ribaciò quel cuore che era stato ferito, che aveva conquistato… in cui era entrata senza far rumore… di cui aveva preso il posto. «Non mi perderai». «I tuoi occhi… mi bruciano…» Le asciugò le lacrime con le dita… con la bocca… ma lei sentì bagnata la guancia poggiata contro la sua. Anche lui stava piangendo… piangevano insieme… Quella sfumatura dorata della sua pelle. Perché non l'aveva mai notata prima? Sembrava quasi che risplendesse dolcemente nella penombra. Al confronto lei era così bianca… come la neve… «Io…» Il suo fremito. Io sono te, ora... Tu sei me… noi siamo uno… l'uno nell'altro…
La prima volta che avevano sentito come se qualcuno li toccasse nel più profondo, sfiorasse il cuore dall'interno.
Era il momento.
Lei fissò lui.
Non si erano mai visti così.
Non si erano mai sentiti così, in tutta la vita.
«Non aver paura».
«Non ne ho».
«Cosa… vedi?…»
«Te…»
Si avvicinarono.
«Se… se vuoi…»
«Io… voglio che tu mi abbracci…»
Il primo contatto li fece tremare entrambi.
Carezze…
Un fuoco così dolce. Da far vivere, non morire.
Le dita calde, leggere, veloci… così protettive… così appassionate… la tenerezza lieve del suo tocco… di tutto quel corpo…
Quel corpo…
Sorprendendosi di se stessa, si era trovata allora a passargli la mano sul fianco, dietro la schiena. Sfiorandolo. Poggiandola. «No, non è tuo» aveva risposto. «È MIO ora».
E aveva visto il suo sorriso. Quel sorriso così libero. Così pieno di conforto. «Allora prendilo» aveva mormorato. «Ti darò… tutto…»
La sola risposta erano stati due baci sulle palpebre.
«Queste sono… lacrime di gioia…»
«Sei tu il mio cuore ora. Non lasciarmi…»
Il paradiso, nei suoi occhi.
«Anche tu… non mi perderai mai. Te lo giuro».
«I tuoi occhi… potrei berli in due sorsi… e non avrei più sete».
Sotto il sole…
Il battito del suo cuore così potente… la sommerse, la colmò…
…la carezza del suo corpo.
Si perse in lui, racchiusa da quelle braccia come da un guscio, come ci si perde in se stessi, o nella vita.
«Io appartengo…»
«…a te».
Non importa che questo sia sogno o realtà. È la verità… l'unica verità, l'unica realtà che possa esistere.
Tutto quello che conta.
E durerà… per sempre.
Qualunque risveglio non lo cancellerà. Qualunque oblio non lo annullerà. È accaduto.
Non importa quello che ci hanno fatto. O che ci faranno. Non importa se dovremo ancora restare feriti, lottare… se saremo per sempre guerrieri… se non avremo mai una vita normale…
Noi lo renderemo reale. Noi lo faremo avverare. Lo faremo vivere.
Ti amo.
Per la prima volta.
Per l'eternità.
