Raccolta "Cristallo Nero"

Trasparenza e purezza del cristallo

ovvero

La compagna

Autore: Ida59 (novembre 2007 - aprile 2009) - Earendil (con molti appassionati inserti poetici)

Beta: nessuno

Censura: VM18

Genere: introspettivo, drammatico, avventura, romantico, erotico.

Personaggi: Severus e Crystal, con la partecipazione di Voldemort, famiglia Malfoy, Lupin, McGranitt, Harry, Hermione, Malocchio.

Pairing: Severus/ Crystal

Epoca: HP7

Avvertimenti: Lemon e What if, ma, fuor d'ogni dubbio, ora so con certezza che la mia personale interpretazione del personaggio di Severus Piton è perfettamente IC.

Riassunto: Questa storia è la mia personale visione di come avrebbe dovuto essere il 7° libro della saga di Harry Potter: è dedicata a tutte le fans di Severus Piton, in un modo o nell'altro deluse da HP7, ed è a loro offerta come consolazione.

Raccolta: Cristallo Nero. Questa è la storia che conclude la trilogia di Cristallo Nero dopo "Luci e ombre del Cristallo – ovvero – La studentessa" e "Forza e resistenza del Cristallo – ovvero – L'innamorata". Questi titoli, apparentemente complessi, hanno delle spiegazioni molto semplici. Cristallo Nero, sono gli occhi di Piton, ovviamente, profondamente neri eppure intensamente luminosi; ma vi è anche il richiamo al nome di Crystal e, cosa più complessa, il riferimento alle caratteristiche fisiche del cristallo, rapportate a quelle del personaggio di Piton. Luci e ombre, riflesse e assorbite dalle tante facce del cristallo, così come Severus è apparenza di oscurità in fondo alla quale risplende vivida la luce, per chi ha il coraggio di affacciarsi sulla sua anima. Forza e resistenza sono altre caratteristiche dei cristalli, duri a scalfirsi, ma sono anche le caratteristiche di Piton che, pur nell'infernale situazione in cui si trova, osannato dai Mangiamorte e odiato da coloro per i quali, invece, continua a rischiare la vita, prosegue a fronte alta compiendo ogni giorno il suo dovere. Trasparenza e purezza, infine, sono due caratteristiche che rendono particolarmente prezioso il cristallo, e qui stanno a significare che, finalmente, anche Piton può togliersi la gelida maschera d'impassibilità e mostrarsi trasparente alla donna che ama e, progressivamente, anche ai vari personaggi della saga e ai lettori, rivelando la reale purezza e integrità della sua anima.

Molto più facile, invece, comprendere la seconda parte del titolo: Studentessa, Innamorata e Compagna sono le fasi attraverso cui passa Crystal che, da impertinente studentessa, tramite la via indubbiamente dolorosa dell'innamoramento, arriva a essere la vera, affidabile e insostituibile compagna di Severus Piton. Per sempre.

Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale di Crystal, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Nota 1: L'evoluzione dei personaggi

Indubbiamente è il personaggio di Crystal che compie il percorso di evoluzione più complesso, di crescita e maturazione, e che, da impertinente studentessa, tramite la via indubbiamente dolorosa dell'innamoramento, arriva a essere la vera, affidabile e insostituibile compagna di Severus Piton, passando attraverso le fasi scandite anche dal sottotitolo delle tre storie (Studentessa, Innamorata e Compagna). Il suo personaggio nel progredire della storia si modifica così profondamente, con una notevole crescita in tema di maturazione, responsabilizzazione e modo di affrontare la vita.

Severus, invece, non cambia in modo particolare nella sua sostanza interiore, ma solo nel suo lasciar trasparire all'esterno la sua intimità e i titoli delle tre storie sono calibrati esattamente su questo suo evolversi. Diciamo che in "Luci e ombre" Severus affronta se stesso ed i suoi lati positivi e negativi, accettandoli entrambi e scegliendo definitivamente la luce (figurativamente rappresentata da Crystal) anche quando sembra precipitare nel baratro dell'oscurità di un omicidio ordinato. In "Forza e resistenza" metto alla prova la sua scelta per la luce e la capacità di tenervi fede anche quando si trova definitivamente scagliato nell'oscurità infernale della sua nuova vita da Mangiamorte e anche quando la luce (Crystal) sembra averlo abbandonato. In "Trasparenza e purezza", con il ritorno della luce (Crystal) nella sua vita, anche se con dolorosa intermittenza, matura progressivamente la capacità di Severus di mostrarsi agli altri per come è interiormente, cioè di rendersi "trasparente" (da qui il suo progressivo svelarsi a Hermione, Remus, Minerva, Narcissa e, infine, in modo quasi totale, ancora e proprio a Hermione che per prima aveva saputo intuire la sua vera essenza) perché, finalmente, Severus riesce a brillare di luce propria e non più solo riflessa da Crystal: ha compiuto infine il suo percorso di redenzione, sacrificando coraggiosamente la propria vita e rinascendo ad una nuova esistenza, finalmente felice.

Nota 2: L'importanza degli occhi dei personaggi

Cristallo Nero, sono gli occhi di Piton, ovviamente, profondamente neri eppure intensamente luminosi; cristalli di luce, anche se si tratta di una luce nera, ma spesso più luminosa di ogni candido fulgore; cristalli che assorbono la luce, ma, anche, la rifrangono con mille diverse sfumature, così è in quegli occhi che si può comprendere, per chi sa e vuole leggere, la sua intima essenza, il suo dolore e il suo amore, la sua disperazione e il suo coraggio, i suoi rimorsi e la sua redenzione.

Occhi come specchio dell'animo: non potrebbe esserci migliore definizione dell'uso che faccio in questa storia dei suoi occhi e della loro potenza espressiva.

Eppure, ed esattamente all'opposto, il duro cristallo degli occhi di Severus diviene anche la negazione della sua umanità, lo specchio che riflette, ma anche respinge, la rossa brace del potere di Voldemort. Su quel nero cristallo scivola impotente l'oscurità di Voldemort, finalmente sconfitta.

Ben diversi sono gli occhi Crystal, che somigliano (se pur "romanzati") a quelli di mia figlia.

Sono azzurri, ma anche grigi, sono chiari e luminosi, ma sanno essere cupi e foschi: sono screziati dall'oro del sole, ma possono anche essere percorsi da plumbee nubi.

Ed ecco che gli occhi di Crystal diventano il cielo in cui Severus si specchia, cui tende le mani tremanti, in cui vede la sua rinascita da un passato che lo ha troppo a lungo tenuto dolorosamente incatenato all'oscurità.

Diventano il punto d'arrivo e il premio supremo.

E' il sole della speranza e del futuro che illumina gli occhi di Crystal e che si riflette nell'anima di Piton dandogli la forza di compiere il suo dovere, per quanto difficile sia.

La luce del sole, piena di calore e di vita, che illumina la profonda notte degli occhi di Severus.

Nota 3: La genesi di "Cristallo Nero"

Cristallo Nero ha subito diverse vicissitudini e modifiche sostanziali dal lontano marzo 2003 fino alla sua conclusione nell'aprile 2009.

Marzo 2003 – Il primo sogno (La studentessa)

E' stato il mio primo "sogno ad occhi aperti" su Piton, fra me e me, appena mi sono innamorata del personaggio e ancora prima di sapere che esistevano le fan fiction e che ero in grado di scriverne una. Subito dopo ho scoperto il mondo delle FF, ma c'erano sul "mercato" troppe studentesse di età "avanzata", così ho optato per un'insegnante (Rhoxane di Antica Magia) che all'inizio del 2003 era uno spunto molto meno inflazionato.

Ma l'idea iniziale è rimasta lì, per anni, nella mia mente e nel mio PC, con il titolo "La studentessa" e appunti vari manoscritti di una buona parte della storia, che si sono stratificati nel tempo (compresi quelli che sono poi finiti anche nell'ultima storia della trilogia) e con un'idea solo vaga per la sua conclusione. Ma a quel tempo pensavo a tutta un'altra storia, molto "leggera" e divertente, come sono i primi capitoli di "Luce e ombre": poi i personaggi mi sono decisamente sfuggiti di mano…

Luglio-Novembre 2004 – L'idea iniziale (La studentessa)

Dopo oltre un anno, quindi a metà 2004, ho potuto ripescato l'idea: a quel tempo le fanfiction pullulavano ormai di donne d'ogni specie che venivano affiancate a Severus, quindi anche la studentessa poteva andare bene.

Il 5° libro era uscito ormai da un anno e aveva confermato in pieno ogni mia interpretazione della psicologia di Severus, mi aveva regalato lo splendido strumento dell'Occlumanzia e rivelato quella strana profezia che poteva avere mille interpretazioni.

Ho creato il personaggio di Crystal come donna molto forte perché volevo farne il cardine della storia, al posto di Harry Potter, e le ho dato un passato che rendesse la profezia adattabile anche a lei (vedi data di nascita, descrizione dei genitori che hanno sfidato tre volte Voldemort e poi ne sono stati uccisi, infanzia nell'orfanatrofio Babbano, ecc. ): nell'idea iniziale (vaghissima) sarebbe dovuta essere lei l'elemento decisivo per sconfiggere Voldemort.

Questa struttura significava che Crystal rischiava di apparire come una tremenda Mary Sue (da qui l'avvertimento nella premessa di "Luci e ombre") e ho veramente giocato col fuoco con il suo personaggio.

In quel momento, il titolo era ancora il banalissimo "La studentessa": sarebbe diventato "Cristallo Nero" solo due anni dopo e mai avrei pensato che sarebbe divenuta una trilogia.

Dicembre 2004 - febbraio 2006 – La nuova idea (La studentessa diventa Cristallo Nero e poi si sdoppia)

A fine 2004 ho interrotto la storia quando ero circa a metà perché ero ormai arrivata al momento in cui dovevo chiarirmi l'idea sul finale, ma JKR ha annunciato che il 6° libro sarebbe uscito nel luglio 2005 e non sono più riuscita a scrivere neppure una riga, nella totale incertezza circa la correttezza della mia personale interpretazione della psicologia del personaggio di Severus, timorosa di poter essere clamorosamente smentita.

Quello era anche il periodo (2005-2006) in cui ero stata ripetutamente attaccata per l'OOC "evidente" del mio personaggio e alcune mie storie erano state rifiutate da un sito (che ora non esiste più) a causa dell'OOC del personaggio.

Con l'uscita del 6° libro (luglio 2005) si è capito che la profezia aveva tutto un altro valore e gli elementi che avevo preordinato per il personaggio di Crystal erano diventati inutili per la trama, perché era la distruzione degli Horcrux l'elemento chiave per la sconfitta di Voldemort, e quello poteva benissimo farlo direttamente Severus.

Ad ogni modo, la caratterizzazione psicologica di Crystal quale donna molto forte mi è tornata poi molto comoda per affiancarla ad un Piton da tutti ritenuto assassino e traditore, ma non da me: non l'ho mai creduto tale, neppure mentre leggevo quella tremenda pagina in cui uccideva Silente!

Ecco, di questa cosa sono molto orgogliosa: dopo aver letto HP6, dai piccoli indizi che JKR aveva lasciato, sono riuscita a capire esattamente come erano andate le cose. Ho anche organizzato (ultimi mesi del 2005) un "Processo a Piton" sul "Sotterraneo di Piton" di Forla (tenutosi da febbraio a novembre 2006): su MagieSinisterForum (sella sezione "Severus Piton" .net/?f=805194) ho riportato tutte le deduzioni/arringhe difensive (molte delle quali scritte insieme a Nykyo) che, oltre un anno prima, hanno anticipato punto per punto TUTTE le rivelazioni di HP7 relative a Piton!

Dopo l'uscita del 6° libro ho anche capito che avrei dovuto dividere la storia in due parti: "La Studentessa" (intanto il titolo era già cambiato ed era diventato "Cristallo Nero") era ambientato nel 5° anno e sapevo che mi sarebbe stato impossibile gestire una storia d'amore nel corso del 6° anno, con Piton che sapeva fin dall'inizio di dover uccidere Silente, né, del resto, riuscivo a chiudere la storia all'interno del 5° anno perché nei capitoli che avevo già scritto ero ormai arrivata a primavera inoltrata e mi rimanevano ben pochi mesi prima che arrivasse il fatidico momento del Voto (che avviene appena finito il 5° anno di scuola)

Ho così dovuto modificare completamente la struttura e la trama della storia, il cui finale inizialmente programmato, per altro, era ancora vago nella mia mente (e c'era il vuoto assoluto sul "nuovo" finale) e cercare titoli aggiuntivi. Sono nati così "Luci e ombre del Cristallo – La studentessa" e "Forza e purezza del Cristallo – La compagna". Ma il secondo titolo ancora sarebbe cambiato e una nuova storia si sarebbe in seguito aggiunta.

Il nuovo finale di "Luci e ombre" prevedeva che Crystal se ne sarebbe andata, senza aver mai dichiarato il suo amore, lasciando Severus perché bloccata dalla sua paura di abbandonarsi all'amore, mentre "Forza e purezza" prevedeva la "riscrittura" di HP6 dall'esclusivo punto di vista di Severus, quindi il ritorno di Crystal e il finale con la progressiva distruzione degli Horcrux.

La lunga interruzione nella stesura di "Luci e ombre" è imputabile, infine, anche al fatto che il 2005 è stato per me un anno particolarmente denso di lavoro, con pochissimo tempo disponibile per la scrittura.

Marzo-maggio 2006 – Incidente di percorso per "Luci e ombre"

Nel marzo 2006 ho così ripreso a scrivere la storia, con le idee ben chiare, ma vi è stato un nuovo, imprevisto, incidente di percorso.

Stanca di leggere su EFP orrende storie in cui Piton violentava e torturava le sue giovani studentesse, che poi naturalmente s'innamoravano follemente di lui (ho combattuto diverse battaglie con Erika per far sparire quelle schifezze dal suo sito!), ho deciso di inserire quei terribili capitoli (dal 18 al 20) in cui Piton violentava la giovane Jamie (se ci ripenso, ancora mi chiedo come sono riuscita a scriverli: è stata una cosa veramente atroce immaginare la scena e poi metterla nero su bianco!).

Quei tremendi capitoli sono stati scritti cronologicamente prima dei capitoli 16 e 17 e la loro inserzione, inizialmente non prevista, mi ha obbligato a modificare ancora una volta la storia inserendo anche i capitoli 16 e 17 e portando Crystal a dichiarare il suo amore per Severus, per essere poi costretta a farle fare un drastico passo indietro.

Del resto, non potevo proprio costringere il povero Severus a violentare una ragazzina e poi abbandonarlo a se stesso: non avrebbe mai potuto farcela, da solo. Crystal, volente o nolente, doveva assolutamente essere al suo fianco ed aiutarlo.

In questo frangente il passato di Crystal, già dipinto a fosche tinte per il motivo di trama prima evidenziato, mi è venuto molto comodo e ho potuto modificarlo aggiungendo l'elemento di violenze subite quando era molto giovane che mi aiutava a sostenere la sua attuale paura di amare ma, al contempo, la poneva nella insostituibile posizione di poter "perdonare" Severus (e solo lui sa quanto aveva bisogno di quel perdono per potere andare avanti!) per l'atroce atto compiuto su Jamie.

Così, ignorando l'esigenza iniziale di non far nascere tra loro alcun rapporto d'amore, affinché Crystal potesse andarsene alla fine della storia lasciando Severus ad affrontare da solo il 6° anno con il Voto e l'assassinio di Silente, l'amore tra i due protagonisti è prepotentemente venuto alla luce e Crystal gli ha infine dichiarato il suo amore, prima alla fine del capitolo 17 (la mia beta, Nykyo, in pratica mi ha imposto di scrivere questo capitolo, convincendomi che sarebbe stato troppo crudele fargli violentare Jamie senza prima lasciargli fare l'amore con Crystal!), e poi ancora nei capitoli 21 e 22, dove il cupo passato di Crystal emerge per "consolare" Severus.

Però, poiché il finale di "Luci e ombre" non poteva assolutamente cambiare, ho dovuto fare i salti mortali per riportare la storia sui binari prestabiliti, è mi sono dovuta inventare veramente di tutto (perfino l'impotenza di Severus, povero caro, del resto perfettamente giustificata dal punto di vista psicologico!) per tenere lontana i due innamorati, arrampicandomi sugli specchi per fornire una migliore motivazione della paura di amare di Crystal, fino ad arrivare alla sceneggiata finale di Severus (quanto mi è costata scriverla!).

Considerato ciò che mi è stato detto, sono molto soddisfatta se i miei lettori non hanno notato alcuno stacco tra i capitoli 14 e 15 ed i successivi: devo farmi i complimenti se sono stata così brava, perché far quadrare il cerchio mi è costata un'immensa fatica di approfondimento psicologico delle possibili reazioni dei personaggi.

Giugno 2006 – maggio 2007 – La lunga pausa

In questo periodo, all'inizio ancora molto denso di lavoro, ho gestito la parte finale del "Processo a Piton" (fino a novembre 2006) e ho aperto MagieSinisterForum (a dicembre 2006) proprio mentre JKR annunciava che il 7° libro sarebbe uscito nel luglio 2007, bruciando di un anno tutte le previsioni sull'uscita dell'atto finale della saga e togliendomi d'improvviso il tempo che credevo di avere a disposizione per scrivere il secondo atto della mia storia.

Il Forum mi ha tenuto molto impegnata nei primi mesi del 2007, mentre intanto costruivo in modo minuzioso il secondo atto di Cristallo Nero che volevo fosse, nella sua prima parte, la personale visione di Piton del 6° anno e, nella seconda parte, la mia soggettiva visione/attesa del 7° libro, con le mie personali idee su come la saga si sarebbe dovuta concludere con Piton "vivo" (sì, il timore che JKR me lo uccidesse era enorme!) e indiscusso eroe e salvatore del mondo magico.

Giugno-novembre 2007 – novembre2007-aprile 2009 – La nascita della Trilogia (ovvero, alla ricerca di un terzo titolo)

Pur avendo le idee molto chiare e di nuovo molti appunti manoscritti, non ho fatto in tempo a finire di scrivere "Forza e purezza del Cristallo" prima dell'uscita del 7° libro.

Ciò non è però stato un problema perché la struttura e la trama della storia erano ormai ben precise nella mia mente e gli avvenimenti del 7° libro non hanno per nulla intaccato la mia storia e li ho così tranquillamente ignorati, preferendo di gran lunga le mie idee rispetto ai noiosi campeggi del Trio e alle continue e involontarie incursioni di Harry nella mente di Voldemort, sua unica possibilità, senza l'aiuto di Piton, di scoprire e distruggere gli Horcrux restanti. No, decisamente molto meglio le mie idee e il nuovo Patronus che avevo ideato per Piton.

Ad ogni modo, i flash back, che dovevano comporre la prima parte della terza storia e dare la visione di Piton dei penosi avvenimenti del 6° libro, sono diventai molto più lunghi di quanto inizialmente prevedessi e mi sono resa conto che dopo 16 capitoli la storia vera e propria (cioè il "mio" 7° libro) doveva ancora cominciare.

Così ho di nuovo cambiato la struttura di Cristallo Nero, che è diventato quindi una Trilogia, e ho ancora una volta dovuto trovare un nuovo titolo: "Forza e purezza del Cristallo – La Compagna" si è sdoppiato in "Forza e resistenza del cristallo – L'Innamorata".

Quanta forza e resistenza ha dovuto avere il povero Severus, con tutto le sofferenze che gli ho inflitto in questa storia, tutto solo ad affrontare una realtà che diventava incubo, senza neppure il sostegno della sua amata Crystal! E quanta sofferenza anche per me, a scrivere questa storia in prima persona, obbligata a immedesimarmi in un Severus che lentamente scivolava verso il baratro della più totale disperazione!).

Così è nata anche l'ultimo atto, "Trasparenza e purezza del Cristallo – La Compagna", storia nella quale Crystal sarebbe veramente diventata la sua compagna, fino in fondo, e il personaggio di Piton sarebbe diventato sempre più trasparente (ma non per questo OOC) rivelando progressivamente la sua più intima natura.

Le due storie sono state scritte senza soluzione di continuità, visto che erano state pensate per essere un'unica storia e le mie idee erano ormai molto chiare sulla struttura, trama e finale e addirittura già delineate per capitoli, anche se poi, non si sa come, il numero finale dei capitoli è diventato ben oltre il doppio: da un'unica storia con 15 capitoli ho finito per concludere con due storie di 16 e 34 capitoli, pur se, a livello di trama, tutto è rimasto assolutamente invariato e ho solo aggiunto qualche "particolare" qua e là.

La stesura della terza e ultima storia (Trasparenza e purezza) ha richiesto un tempo molto lungo (novembre 2007 – aprile 2009) sia perché nel marzo 2008 ho aperto l'archivio di MagieSinesterStorie, che nei primi mesi del 2008 mi ha portato via molto tempo, sia perché l'anno 2008 è stato un anno veramente terribile in quanto a mole di lavoro, riducendo quindi drasticamente il tempo che potevo dedicare alla scrittura della storia che, dal suo canto, è diventata anche molto lunga (in assoluto la più lunga che io abbia mai scritto).

Trasparenza e purezza del cristallo

ovvero

La compagna

INDICE

1. La nuova Mangiamorte 9

2. Cristallo nero 20

3. Parole nella notte 29

4. Segreti 40

La nuova Mangiamorte

Devo andare.

Questa sera, nella tetra fortezza dell'Oscuro Signore, rifugio dell'orrore e della malvagità, si festeggia l'arrivo di una nuova adepta della spietata setta dei Mangiamorte.

Per fortuna, il nostro padrone ci ha lasciato soli, senza alcun preavviso, colto da un inaspettato impegno cui solo lui può far fronte: nessuna Cerimonia di Marchiatura delizierà quindi i miei nuovi amici.

Un sospiro rassegnato sfugge alle mie labbra, amara e sottile piega sul mio volto pallido: so bene che riusciranno ugualmente a divertirsi, ma io non sarò obbligato ad assistere.

Mi alzo controvoglia dalla poltrona e richiudo il libro, fra le cui parole ho invano cercato un conforto che non esiste.

Sono ormai passati oltre quattro mesi dalla notte in cui ho ucciso il mio amico Albus e della mia anima è rimasta solo un'ombra lacera, soffocata dall'orrore della mia tragica vita di Mangiamorte.

L'ombra dell'anima mia

fugge in un tramonto di alfabeti,

nebbia di libri e di parole.

L'ombra dell'anima mia!

Sono giunto alla linea dove cessa

la nostalgia

e la goccia di pianto si trasforma

alabastro di spirito.

L'ombra dell'anima mia!

Il fiocco del dolore

finisce,

ma resta la ragione e la sostanza

del mio vecchio mezzogiorno di labbra

del mio vecchio mezzogiorno

di sguardi.

Un torbido labirinto

di stelle affumicate

imprigiona le mie illusioni

quasi appassite.

L'ombra dell'anima mia!

E un'allucinazione

munge gli sguardi.

Vedo la parola amore

sgretolarsi.1

Ancora e sempre penso a te, mia dolce Crystal.

Nella nebbia sfocata di una nostalgia che scolpisce lacrime di alabastro sul mio volto pallido, la tua dolce immagine svanisce in un indistinto tremore del cuore. In questo labirinto di dolore che imprigiona la mia anima, dove nego ogni illusione e celo le tue labbra al mio desiderio, lo sguardo di stelle che non potrò più sfiorare si allontana per sempre e l'amore, che invano arde in me, lento e inarrestabile mi consuma.

Lascio la mia confortevole e spaziosa stanza, doveroso premio per un valente assassino, ora indiscusso braccio destro dell'Oscuro Signore, e mi avvio lungo il corridoio diretto al salone di questa macabra fortezza.

Questa sera avrò lo spiacevole onore di conoscere un'altra anima perduta che, come molte altre in questi ultimi tempi, viene a ingrossare le già pingui fila dell'armata del Male.

Mentre cammino lentamente lungo il corridoio esterno, dalle grandi bifore istoriate osservo il grigio paesaggio emergere appena dalla bruma leggera, retaggio della pioggia recente. Come solitari fantasmi, gli alberi si levano dal nulla, protendendo scheletriche dita verso un cielo addormentato, implorando le ultime gocce di pioggia di lavar via il sangue incrostato nei rami.

Mi fermo un attimo e mi avvicino alla finestra, dove minute gocce di pioggia, come lente lacrime, rigano piano il vetro e corrono via, giù, verso l'ombra del nulla. Le seguo, sfiorando appena con dita leggere la vetrata fredda, cercando di rincorrere sogni che non esistono più e speranze affogate nel ritorno di un passato opprimente.

Odo il tuo nome nel vento

e come aghi che trafiggono l'anima

i tuoi ricordi si confondono nella pioggia battente:

cerco di coglierli nello spirito,

ma fuggono via come demoni in corsa,

o sogni troppo audaci per farsi realtà.

Sei lontana, e la distanza cruda e immensa

è la prigionia che mi circonda.2

Attraverso le piccole gocce impaurite, distinguo appena tremule ombre muoversi piano: illusioni perdute di una vita bruciata, triste melodia che culla il mio cuore rassegnato, ormai incapace di guardare in alto, verso la stella del mio amore.

Qualcosa brilla, nel riflesso scuro del vetro, quasi come luce di stella, sogno perduto nell'oscurità del cielo.

E' una lacrima.

Splende nelle tenebre dei miei occhi, ostinata figlia di un sogno che non vuole morire, perla d'amore tramutata in dolore. 3

Chiudo gli occhi per trattenerla e appoggio la fronte sul vetro freddo: vorrei solo lasciarmi sprofondare in quell'inconsistente oblio, sospirato riparo a troppo penosi ricordi.

La pioggia ha un vago segreto di tenerezza

una sonnolenza rassegnata e amabile,

una musica umile si sveglia con lei

e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.

… … …

La nostalgia terribile di una vita perduta,

il fatale sentimento di esser nati tardi,

o l'illusione inquieta di un domani impossibile

con l'inquietudine vicina del color della carne.

L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,

il nostro ciclo interiore ha un trionfo di sangue,

ma il nostro ottimismo si muta in tristezza

nel contemplare le gocce morte sui vetri.

E son le gocce: occhi d'infinito che guardano

Il bianco infinito che le generò.

Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco

e lascia divine ferite di diamante.

… … …

Il canto primitivo che dici al silenzio

e la storia sonora che racconti ai rami

il mio cuore deserto li commenta

in un nero e profondo pentagramma senza chiave.

La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,

tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,

ho all'orizzonte una stella accesa

e il cuore mi impedisce di contemplarla.

O pioggia silenziosa che gli alberi amano

e sei al piano dolcezza emozionante:

da' all'anima le stesse nebbie e risonanze

che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!4

M'impongo di riscuotermi e proseguo con un amaro sospiro, invidiando fredde lacrime di pioggia che possono perdersi nel nulla.

Loro non hanno alcun dovere da compiere.

Irrigidisco il passo e mi raddrizzo, mentre il mantello ondeggia elegante alle mie spalle, e mi appresto a imboccare l'ultimo tratto di corridoio che porta al salone centrale, quando odo voci e risate dietro l'angolo.

Mi fermo di colpo e resto in ascolto, trattenendo il fiato.

La voce strascicata di Lucius porge galanti lodi alla donna, mentre lei, in un pudico gioco di cristalline risate, le respinge soave.

Il sangue mi si ghiaccia nelle vene, mentre un lungo brivido mi scende giù in profondità per la schiena.

E' proprio Lucius che stamani ha annunciato che avrebbe condotto alla fortezza la nuova aspirante Mangiamorte.

E quella, inconfondibilmente, è la voce di Crystal.

Chiudo gli occhi e mi sento morire.

No, non può essere.

Non la mia Crystal.

Non lei!

Mi artiglio il braccio sinistro con ira furiosa: questo orrendo marchio non deturperà la pelle delicata della donna che amo!

Non lo permetterò!

Non sono soli: c'è anche Rabastan con loro e le sue proposte verbali hanno ben poco di delicato.

Con circospezione mi avvicino all'angolo e mi sporgo appena.

Lestrange ha allungato il braccio attorno alla vita di Crystal, ma lei, con un gesto noncurante, ne ha allontanato la mano e prosegue affiancata a Lucius che le porge gentile il braccio: lo ignora con educata tranquillità, tornando a ridere vezzosamente con lui per più discreti complimenti appena ricevuti.

Ancora, Rabastan allunga la mano, deciso, e la pone con una pacca sul fondoschiena di Crystal che sussulta appena. Mentre si gira per liberarsi dell'indesiderato contatto, colgo i fulmini irati dei suoi occhi, lampi d'oro in un plumbeo cielo.

- Tieni le mani a posto!

Stringo i pugni e mi mordo le labbra: Rabastan allunga la lista delle mie vendette, guadagnandosi uno dei primi posti.

- Inutile che fai tanto la difficile, bella mia: se vuoi diventare una Mangiamorte, dovrai essere molto carina con me! – la apostrofa Lestrange.

Con un balzo silenzioso esco dall'angolo.

- La fortezza è al completo, stanotte, e tutti i letti sono occupati. – continua Lestrange, insolente. – Quindi, dovrai forzatamente condividerne uno. Il nobile Malfoy ha già una moglie che occupa il suo, - ghigna subdolo, - ma io sono gentile e ti permetterò d'infilarti nel mio! – conclude soddisfatto, ghermendola per un braccio per attirarla a sé.

Lucius sorride maligno, mentre incrocia il mio sguardo tagliente.

- Ho l'impressione che tu abbia un pericoloso rivale, Rabastan. – dice in un soffio, indicandomi.

- Lasciala! – sibilo, sfoderando la bacchetta.

Lestrange arretra con il busto quanto basta per evitare il pericoloso contatto, ma continua a stringere, possessivo, il braccio di Crystal, che mi guarda come se vedesse un fantasma, gli occhi spalancati che riflettono le fiamme nere dei miei.

Un lampo di luce e Rabastan rimbalza contro il muro stringendosi la mano ustionata.

- Non osare toccarla! – ringhio minaccioso, il volto teso in una maschera inespressiva. – Se vuole diventare Mangiamorte è solo merito mio che l'ho adeguatamente indirizzata in tal senso già da tempo: quindi sarà il mio letto, che doverosamente allieterà, questa notte.

Crystal non riesce a controllare lo stupore per questa mia forte affermazione: lo leggo nitido nei suoi occhi, anche se non riesco ad andare oltre, perché protegge accuratamente i suoi pensieri.

Perché è qui?

Perché afferma di voler diventare Mangiamorte, ma poi non sconfessa la mia bugia, così evidente per lei?

Mi scruta negli occhi e anch'io sono costretto a mascherare ogni pensiero: non posso permettermi che Lucius, che già mi osserva con sospettosa sorpresa, faccia pericolose incursioni nella mia mente, quindi, non posso neppure lasciare che lei veda il mio immenso amore.

Non oso credere, invece, che Crystal possa essere qui per me.

Perché mia ama.

Ancora.

Sarebbe il più bel sogno che si avvera, ma, allo stesso tempo, anche la più terribile dannazione: sapere che è solo colpa mia se lei è in così grave pericolo, proprio qui, nella tana del Serpente.

- Perché non può essere lei a decidere? – chiede Lestrange, forte del suo atletico e attraente aspetto, sempre massaggiandosi la mano, ma rivolgendo verso il bel corpo di Crystal uno sguardo bramoso che lo porta pericolosamente in cima alle mie priorità di vendetta.

La bacchetta vibra nella mia mano salda e alcune scintille eruttano dalla punta.

- Hai forse dimenticato, Rabastan, che, quando il Signore Oscuro non c'è, sono solo io a dare gli ordini? – sibilo minaccioso a labbra quasi serrate, il viso come marmo.

Vorrei solo poter rivelare a Crystal tutto il mio rispettoso amore.

Vorrei sorriderle dolcemente.

Invece, quasi non ho il coraggio di guardarla negli occhi: anche lei mi crede un traditore?

Lei che un tempo ha saputo vedere oltre la mia odiosa maschera e sondare l'oscurità della mia anima, lei che conosce ogni mio atroce rimorso ma anche il mio profondo amore, anche lei mi odia, adesso?

E' qui per vendicare la morte di Silente, dopo che ho annientato anche il suo amore per me?

Vuole uccidermi?

Se solo non avessi ancora dei doveri da compiere, le offrirei subito la mia gola, inerme.

Per me sarebbe la morte più dolce, agognata perfino, se solo sapessi che questo la renderebbe felice.

Sto sognando di morire per mano della donna che amo: se non è delirare questo!

Uccidimi fermando il tempo,

e le mie ferite saranno gioia di vita

sapendo che mi ami ancora

dopo l'oblio gelido dei miei inverni:

la nebbia ci ha separato,

ma ora sei qui, miraggio reale,

fantasma di una vita che mai ho vissuto.5

Lucius mi fissa ancora con i suoi occhi di ghiaccio, probabilmente infastidito dalle mie parole che gli rammentano che sono io, ora, il preferito dell'Oscuro Signore.

Poi rompe gli indugi: porge deciso il braccio a Crystal e la conduce verso il salone, mentre Rabastan lancia il suo contrattacco.

- Ma non sarà troppo affollato, il tuo letto, Piton?

Spalanco gli occhi per un istante, stupito, mentre vedo Crystal girarsi e fissarmi, totalmente incapace di nascondere la sua spaventata incredulità.

Lucius stira le labbra in un sorriso quasi divertito: evidentemente conosce qualcosa che io non so.

- B – e – l – l - a. – sillaba silenzioso davanti al mio sincero stupore.

Rimango senza parole.

- Severus, è piuttosto evidente, per tutti noi, che la mia passionale cognata è di nuovo particolarmente interessata a te, ora che godi nuovamente della piena fiducia del Nostro Signore e sei secondo solo a lui! – spiega Lucius, insinuando maligno. – E tutti conosciamo molto bene le ossessive manie di Bellatrix!

Vedo l'orrore diffondersi sul bel viso della mia amata Crystal, mentre il cielo dei suoi occhi annuncia tempesta.

Vorrei solo poterle spiegare cosa sta accadendo.

Stringerla fra le braccia e sussurrarle tutto il mio infinito amore.

Ma non posso: il mio dovere m'inchioda a questa crudele finzione.

Rabastan le si avvicina di nuovo ed io, inorridito, lo squadro con sguardo di fuoco, cercando di impedirgli di parlare. Ma è troppo tardi.

- Dai Severus, non ti schermire! – sogghigna lascivo. – Bellatrix mi ha confidato che sei stato il suo migliore amante, l'unico che sapeva farla godere a lungo, intensamente e ripetutamente, per tutta la notte!

La sua oscena risata mi perfora la mente, mentre mi chiedo a cosa starà pensando Crystal.

- Sono quasi vent'anni che Bellatrix non entra nel mio letto, - affermo gelidamente rigido, - né intendo più permetterglielo. – sibilo deciso, il viso quale implacabile maschera inespressiva, guardando negli occhi la donna che amo infinitamente, senza poterle spiegare nulla, senza poterla tranquillizzare.

La sto facendo soffrire, lo capisco dai suoi movimenti contratti e insicuri, e mi odio per questo: io, che solo volevo la sua felicità, sono riuscito a procurarle dolore più di chiunque altro.

Ma ancora non oso sperare che la fonte delle sue sofferenze sia l'amore per me, incredibilmente ancora vivo dopo ciò che ho fatto.

Non voglio sperarlo: la delusione sarebbe insopportabile.

Eppure, per un fugace istante di miraggio, è proprio questo che ho intuito in quel suo sospiro represso.

So bene che le nostre anime sono ormai separate da quel lampo di luce verde, dalla mia gelida voce di morte che ha distrutto la nostra breve e felice unione, ma nel mio cuore arde inestinguibile la nostalgia di un sogno bruciante e doloroso: che quel passato torni a farsi realtà, superi gli abissi delle mie azioni e unisca nuovamente due anime prigioniere di un ingiusto destino.

Siamo così vicini, amore mio, ma la crudeltà di questa guerra ci separa ed io non posso neppure tenderti la mano. 6

Questa cena, che si trascina lenta, è un incubo infinito.

Crystal è alla mia destra, mentre Lucius, con Narcissa, la chiude dall'altro lato, impedendo ogni sconcia pretesa di Rabastan.

La donna che amo è al mio fianco, ma non ho neppure il coraggio di sfiorarla e pavento l'orribile momento in cui dovrò portarla in camera mia, nel mio letto, e finalmente saprò la verità.

Odio o amore?

E' terribile, ma non so che cosa desiderare.

Il suo odio significa che un giorno lei potrà essere felice, lontano da me.

Il suo amore vorrebbe dire la speranza di un futuro che rinasce, quale ostinata Fenice, dalle ceneri di ciò che credevo di aver distrutto.

Però significherebbe anche che Crystal è terribilmente in pericolo.

La sua vita è più importante della mia felicità. E del mio futuro.

Ma il mio cuore di dannato ha ripreso a battere e non vuole rinunciare alla speranza.

D'ogni dolcezza vedovo,

tristo; ma non turbato,

ma placido il mio stato,

il volto era seren.

Desiderato il termine

avrei del viver mio;

ma spento era il desio

nello spossato sen.

Chi dalla grave, immemore

quiete or mi ridesta?

Che virtù nova è questa,

questa che sento in me?

Moti soavi, immagini,

palpito, error beato,

per sempre a voi negato

questo mio cor non è?7

Rimango con il capo chinato a fissare il piatto, temendo di non riuscire più a mantenere la totale impassibilità del mio viso.

Non ho neppure il coraggio di guardarla: già la desidero troppo così, senza rivedere quanto è bella!

Non la ricordavo così bionda: i morbidi riccioli brillano d'oro alla luce ondeggiante delle candele.

Un tempo lontano, quasi in un'altra vita, le mie dita si sono immerse, infinitamente golose, in quella cascata dorata, mentre le punte dei riccioli ribelli solleticavano deliziosamente il mio viso.

Il ricordo del profumo intenso, del sole e della libertà, così fortemente connaturato a Crystal, ancora m'inebria i sensi.

Respiro a fondo, ma solo l'odore unto del cibo riempie le mie narici.

I suoi occhi sono grigi, ora, mentre io rimpiango il cielo azzurro e profondo in cui potevo perdermi e sognare l'amore.

La cena procede, con sontuose portate servite da povere Babbane rese schiave per il piacere dei Mangiamorte, che, nei tavoli attorno al nostro, allungano rapaci le mani, prenotandosi al notturno sollazzo.

L'imprevista assenza di Voldemort ha risolto, almeno per il momento, il guaio in cui si è cacciata Crystal, rinviando ogni decisione sulla sua "vocazione".

Lei discorre tranquilla con Lucius, magnificando la sua preparazione nelle Arti Oscure, cui proprio io l'avrei iniziata.

Sa bene che mentivo, quando l'ho affermato, ma ora sta approfittando della mia stessa menzogna.

Ogni tanto mi lancia qualche occhiata furtiva, troppo breve perché due menti ben protette possano scambiarsi informazioni, ma il mio cuore batte impazzito al suo sorriso, lasciandosi di nuovo irretire in vortici di illusioni mai del tutto sopite.

Appassionate parole d'amore giacciono silenziose sulle mie labbra, incapaci di spiccare il volo in questo osceno ambiente, dove il sesso è solo umiliazione imposta da mani violente che frugano senza pietà in poveri corpi indifesi.

Reprimo un sospiro, mentre finalmente mi volgo a guardare la mia amata Crystal e ardo di desiderio, intenso sogno d'amore che svanisce nella torbida ombra delle mie colpe passate.

A me repente,

con più tumulto il core urta nel petto;

more la voce, mentre ch'io ti miro,

sulla mia lingua; nelle fauci stretto

geme il sospiro.

Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo;

un indistinto tintinnio m'ingombra

gli orecchi, e sogno; mi s'innalza al guardo

torbida l'ombra.8

Rabastan afferra una ragazza e le mormora qualcosa all'orecchio.

Un istante dopo, tre povere schiave si prodigano verso di me: l'una invano implorando d'essere scelta per deliziare la mia notte, promettendomi sconosciuti piaceri; l'altra offre il piccolo seno acerbo alla mia bocca che, ostinatamente serrata, sfugge di lato in un deciso rifiuto; mentre l'ultima strofina sensualmente il ventre piatto sul mio braccio, scendendo verso la mano che, veloce, si sottrae all'indesiderato contatto.

Crystal osserva tesa la mia reazione, con gli occhi spalancati e trattenendo il respiro.

- Avanti, Severus, non fare il difficile! – esclama Rabastan contrariato. – Puoi prendertele tutte e tre, se vuoi, dato che sei tu il capo stanotte!

Allontano con gesto indifferente le tre donne e rivolgo uno sguardo d'odio intenso a Lestrange che si è di nuovo avvicinato baldanzoso a Crystal, ripetendo ancora la sconcia offerta del suo letto e promettendole, in cambio, calde raccomandazioni per la sua marchiatura.

Furioso lo allontano con una spinta decisa, poi mi alzo e mi pongo davanti a Crystal, quasi a farle scudo con il mio corpo.

- Per l'ultima volta, Rabastan, stai lontano da lei! – sibilo con voce gelida e minacciosa, il volto infine contorto da un'ira che non so più mascherare. – E' solo mia! Io l'ho istruita per un anno nelle Arti Oscure ed io deciderò se e quando sarà pronta per diventare una Mangiamorte.

Mi volto e afferro Crystal per un braccio, stringendola forte, e la trascino via da questa sala, dove troppi uomini stanno guardando lascivi il corpo della donna che amo e che vorrei per me solo, per proteggerla da tutto questo schifo!

Severus, amore mio, mi trascini veloce verso il tuo letto, vergognosamente sfuggendo al mio sguardo e ingiungendomi di non proferir parola, ma sono certa che sono ben altre le tue vere intenzioni.

Questa sera non ho potuto affacciarmi sulla tua anima, né leggere nella tua mente, come sempre ben protette da ogni incursione, ma negli sguardi di odio diretti a Lestrange ho letto il tuo amore per me.

Se solo avessi potuto dirti una parola, da nessuno udita, per tranquillizzarti!

Ti ho visto soffrire immensamente, questa sera, divorato dall'ansia di sapere perché sono qui.

Per un istante ho visto balenare la speranza, nell'infinita tristezza dei tuoi occhi neri: poi ti ho visto sopprimerla senza pietà, sospinto dalla paura per quanto può accadermi in questo posto spaventoso.

Eppure, dopo aver a lungo vagato senza meta, ora io solo inseguo l'intensa oscurità del cielo racchiuso nel tuo sguardo di tenebre, mentre mi osservi nell'ombra, con commosso stupore.9

Finalmente ti ho ritrovato e nulla al mondo potrà più dividermi da te.

Seduta innanzi a mari di paure sterminate,

propago lesto il mio silenzio nel vuoto

desiderando il tuo volto a colmarlo,

il sogno di averti qui a inebriarmi.

La paura nuota verso me

e l'attendo ferma, viva, nuda

respirando un passato che ho accanto

e che mi è lontano esistenze infinite.10

Io non ho alcun timore, Severus: ci sei tu a proteggermi!

Ti amo e voglio restare al tuo fianco, a qualunque costo.

Hai infinitamente bisogno di me e del mio amore: hai bisogno di sperare di nuovo e credere ancora nel futuro.

Ho terribilmente bisogno di te, Severus, e del tuo immenso amore: non posso più farne a meno!

Ho bisogno di amarti!

Cristallo nero

Severus trascinò dentro la maga con un ultimo strattone.

Era una camera molto spaziosa, arieggiata da due grandi bifore istoriate.

Fungeva da studio, con due grandi librerie stipate di libri che attorniavano una grossa e comoda poltrona di pelle, e da laboratorio, con un ampio tavolo da lavoro carico di provette e ampolle, e diversi vasi, contenenti misteriosi ingredienti, allineati in bell'ordine sugli scaffali. Due calderoni erano a lato del camino, spento anche in quella fredda sera d'inizio novembre.

In fondo alla stanza troneggiava un ingombrante letto a baldacchino, con pesanti tende di velluto verde scuro, in parte tirate.

Mentre Crystal osservava il luogo dove Severus aveva trascorso, in totale solitudine, gli ultimi quattro mesi dopo la morte di Silente, il mago era sempre rimasto rigidamente girato verso la porta, volgendole le spalle.

Aveva accuratamente sigillato l'ingresso, poi la sua bacchetta si era mossa nell'aria per insonorizzare l'ambiente e proteggerlo da ogni altra eventuale intrusione. Infine l'aveva riposta lentamente all'interno del mantello.

Rimase ancora a volgerle ostinatamente la schiena, le braccia tese lungo i fianchi e con i pugni serrati, quasi incapace di affrontare il momento in cui il suo destino sarebbe stato definitivamente deciso.

Temporeggiò, quasi immaginandosi che Crystal potesse aver levato la bacchetta contro di lui, attendendo un lampo, uno schiantesimo… o peggio.

Ma, alle sue spalle, ci fu solo un indistinto fruscio di abiti che si avvicinano.

Infine si voltò, occhi di fuoco e mascelle serrate, sibilando tra i denti:

- Allora, che cosa diavolo ci fai qui?

Non fece in tempo a finire la frase che Crystal gli si gettò addosso, stringendolo forte a sé:

- Ti amo, Severus, ti amo!

Rimase immobile, le braccia ancora abbandonate a lato, attonito, incredulo di quanto stava accadendo.

I suoi pensieri divennero parole che, dolorosamente, gli bruciarono le labbra:

- Ho ammazzato Silente: sono un assassino e un traditore. Come puoi amarmi, ancora?

- Non m'importa, Severus: ti amo! – esclamò la maga con impeto. – Sono certa che c'è una spiegazione. Ti amo! – continuò, le parole che si accavallavano convulse, con un leggero tono isterico. – Un accordo tra voi… la maledizione alla mano… te l'ha ordinato… non so perché. Tu gli volevi bene… non sei un codardo. Ti amo, Severus, ti amo!

Lo stringeva sempre più forte, affondando il viso nel suo petto, mentre lui ancora non ricambiava quell'abbraccio disperato, quell'amore che non riteneva di meritare.

- Sono solo un mago odioso, freddo e privo d'emozioni, incapace di provare sentimenti. – sibilò, allontanandola da sé con rigida determinazione. – Io sono solo oscurità, dolore e sangue!

- No, quella è solo la tua maschera! – si ribellò Crystal, cercando invano di riavvicinarsi a lui che la teneva lontana, con il braccio teso.

- Io sono ormai diventato la mia maschera! – mormorò con cupa amarezza.

- No, non con me, non per me che so guardare oltre a quello che vuoi mostrare, o che, forse, credi di essere stato condannato a diventare!

Il cielo degli occhi di Crystal splendeva, riscaldato da fiamme di luce dorata.

Rimase a guardarla in silenzio, quasi senza respirare, come fosse un miraggio che riportava la speranza nella sua vita, un raggio di luce che squarciava la sua oscurità, un nuovo futuro felice ancora possibile nonostante il suo passato.

Era lì per lui, incredibilmente, oltre ogni logica e razionale considerazione: nonostante l'avesse allontanata da sé, senza mai più cercarla, sebbene avesse ucciso Silente e fosse da tutti considerato un bieco traditore.

Crystal era lì perché lo amava e aveva ancora e sempre fiducia in lui.

Non riusciva a crederci.

Eppure, conosceva bene Crystal, la sua passionale Crystal, fuoco indomabile che sapeva bruciargli il cuore e il corpo: se aveva veramente vinto la paura d'amarlo, nessuna maschera, d'argento o di marmo, avrebbe potuto fermare il suo impeto.

Tanto valeva toglierle entrambe.

Poiché l'alba si accende, ed ecco l'aurora,

poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente

a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,

poiché questa felicità consente ad esser mia,

facciamola finita coi pensieri funesti,

basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto

basta con l'ironia e le labbra strette

e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.

E basta con quei pugni serrati e la collera

per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;

basta con l'abominevole rancore! Basta

con l'oblio ricercato in esecrate bevande!

Perché io voglio, ora che un Essere di luce

nella mia notte fonda ha portato il chiarore

di un amore immortale che è anche il primo

per la grazia, il sorriso e la bontà,

io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,

da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,

camminare dritto, sia per sentieri di muschio

sia che ciottoli o pietre ingombrino il cammino,

sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita

verso la meta a cui mi spingerà il destino.11

Un accenno di sorriso si adagiò infine sulle labbra sottili del mago e illuminò le fiamme nere dei suoi occhi:

- No, nessuna maschera per te, amore mio! – sussurrò piano, quasi tra sé e sé. – Per te voglio essere solo me stesso.

Crystal fu di nuovo contro il suo corpo e, questa volta, Severus la accolse nel suo abbraccio e la strinse forse a sé, senza parlare, senza respirare, per una sospirata eternità.

Poi si riscosse e sussurrò fra i suoi riccioli dorati:

- Ma questo non cambia nulla. Devi andartene da qui: sei in pericolo!

Crystal si sciolse un poco dal suo abbraccio e, ignorando totalmente le parole del mago, gli occhi pervasi da una incontrollabile passione, cominciò a parlare:

- Sei come trasparente cristallo nero, Severus, puro e luminoso. Così resistente e duro che nulla, quasi, può scalfirti. – sussurrò sfiorandogli piano la guancia, sulla quale due sottili striature lievemente più chiare ricordavano dove gli artigli dell'Ippogrifo avevano colpito. – La luce entra in te, ma tu la rifrangi e la scomponi in mille diversi raggi, fino a lasciartela sfuggire quasi del tutto. – aggiunse sorridendogli dolcemente. – Cristallo nero, freddo all'apparenza del primo tocco, eppure sai bruciare le mie mani… se solo potessi trattenerti abbastanza a lungo.

Gli occhi di Crystal rilucevano d'amore, mentre con la punta delle dita carezzava piano le labbra sottili del mago, appena dischiuse nel desiderio di lei.

- Cristallo nero, scintillante della tua luce interiore, non abbisogni d'altro e brilli in solitudine, bruciando il tuo dolore. – sospirò piano, perlacee lacrime a inumidirle gli occhi, - Cristallo nero, bello e prezioso nelle sue imperfezioni, la gemma più rara che io sola vorrei possedere.

E' nel tuo vuoto rarefatto che mi perdo,

cercando la dissoluzione nei tuoi pensieri,

è nel buio argenteo e nero dei tuoi sogni

che mi avvolgo dell'anima di cristallo,

come un profumo che lento, soave,

s'infrange silente sulle rive del mio amore.12

Crystal ancora sospirò, mentre il cielo delle sue pupille s'immergeva nella profonda notte dello sguardo di Severus.

- Cristallo nero, i tuoi occhi, amore mio, dove arde indomito il fuoco della tua anima!

Severus respirava a fatica, stringendo appena la sua donna fra le braccia, le labbra dischiuse, tremanti, e una lacrima a rigargli piano la guancia.

Crystal si sollevò in punta di piedi e, rapida, baciò quella goccia di prezioso cristallo, prima che fuggisse via, sussurrando ancora:

- Ti amo Severus!

Il mago la strinse forte a sé, affondando il viso ancora una volta nei suoi capelli, dove soffocò le sue parole:

- Crystal, amore mio!

- Perdonami, perdonami per averti lasciato solo così a lungo!

Severus continuò a stringerla a sé, sempre incapace di parlare, di esprimere l'immensa gioia di avere ancora la sua donna fra le braccia e di desiderarla di nuovo con tutto il proprio corpo, come sempre era stato, prima di quella notte orribile.13

Lei gli stava perfino chiedendo perdono, a lui, lui che era l'unico colpevole di ogni dolorosa situazione; era lì, rischiando la sua vita, solo perché lo amava.

Crystal amava lui: l'assassino, il traditore, il Mangiamorte!

Sei venuta, o luce della luce,

a dar chiarore alla luce.

Dai miei occhi

sono svanite le tenebre.

La tua luce d'amore

ha sfiorato le mie membra;

la tua pura mano

ha accarezzato il mio cuore.14

Lo amava e aveva riportato la luce della speranza nella sua vita, proprio quando lui si sentiva proteso su quel baratro di follia, ormai oltre l'orlo, incapace di resistere ancora in quell'incubo tremendo che era diventata la sua vita dalla notte in cui, sulla torre, aveva obbedito all'ordine del suo unico amico, uccidendolo.

Non meritava quell'amore, lo sapeva bene, ma ne aveva un assoluto bisogno: doveva aggrapparsi a qualcosa di bello e di pulito o sarebbe irrimediabilmente sprofondato nell'Inferno senza più riuscire a uscirne.

Aveva bisogno dell'amore di Crystal, per continuare a vivere!

E doveva vivere, per portare a compimento il suo dovere.

Aveva bisogno di amarla, con tutto se stesso, per tornare a essere un uomo, invece di un mostro.

La strinse ancora più forte a sé, come se avesse paura che potesse all'improvviso svanire, e sussurrò ancora:

- Ti amo, Crystal, ti amo!

Eppure, tenerla lì, fra le sue braccia, assaporando la più meravigliosa felicità che mai avrebbe potuto immaginare, significava farle correre un enorme pericolo: si trovava nel covo di Voldemort, dove l'orrore era la sola realtà e la morte l'unica aspettativa del domani.

Severus serrò stretti gli occhi: doveva proteggere il suo amore da tutto questo, a costo di allontanarla ancora da sé e perderla un'altra volta.

Doveva farlo, se la amava.

E lui amava Crystal, immensamente!

Eppure, non riusciva a scioglierla dal proprio abbraccio, sapeva che doveva farlo, ma non riusciva ad allontanarla da sé. Crystal gli resisteva, stringendolo forte con le braccia e lui sapeva che, se solo ne avesse perso il caldo contatto, se lei fosse di nuovo svanita dalla sua esistenza, questa volta il soffio della vita sarebbe uscito da lui, lasciandolo irrimediabilmente vuoto, incapace di continuare a vivere.

Sei il vento che sconvolge lo spirito,

sei l'essenza che mi conduce alla vita:

non allontanarti da me,

non perdere mai il contatto coi miei sensi,

perché appassirei come un sole spento,

che non sa più trovare la via al cielo.15

Crystal faceva ormai definitivamente parte di lui: simbolo di gioia intensa e luminosa speranza per il futuro e, al contempo, inesorabile terrore del presente, nel timore che, restandogli vicino, potesse accaderle qualcosa di male.

- Ti amo Severus e ho bisogno di te, quanto tu ne hai di me. – mormorò la maga, la voce soffocata contro il suo petto. - Lasciati amare! Permettimi di restare al tuo fianco, per sempre, come tua compagna!

Severus allentò un poco l'abbraccio per poterla osservare: la sua Crystal, così bella, così appassionata, voleva solo amarlo!

Questa volta non avrebbe più potuto impedirlo.

Le sorrise dolcemente, mentre altre lacrime luccicarono nel cristallo nero dei suoi occhi, facendosi strada tra le sue ciglia scure.

- Non mandarmi più via, ti prego! – lo implorò.

Le lacrime cominciarono a scendere sul suo volto pallido e teso, illuminato da un'insperata felicità: proprio lì, nell'infernale fortezza di Voldemort, negazione della vita e della pietà, la speranza stava di nuovo venendo alla luce.

Proprio per lui!

Splendeva come un sole, raggiante, nel cielo degli incantevoli occhi di Crystal, nel suo sorprendente amore per lui.

- Non ce la faccio: ho troppo bisogno di te! Non posso più farne a meno. – sussurrò piano il mago, quasi parlando a se stesso, mentre le lacrime scorrevano sul suo viso. – Tu sei l'unico sogno che è diventato realtà nel terrificante incubo della mia vita.

Con infinita delicatezza sfiorò con la mano la guancia della sua donna, in una lenta e impalpabile carezza, poi si avvicinò alle sue labbra per un dolcissimo bacio, che da troppo tempo si era imposto di non osare neppure vagheggiare.

Un appassionato sussurro d'amore, il respiro del cuore palpitante sulle labbra e il tempo che si ferma in un istante infinito di fusione delle anime.

Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto

un poco più da presso, un più preciso patto,

una confessione che sigillar si vuole,

un apostrofo roseo messo tra le parole

t'amo; un segreto detto sulla bocca, un istante

d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante,

una comunione che ha gusto di fiore,

un mezzo di potersi respirare un po' il cuore

e assaporarsi l'anima a fior di labbra!16

Un lento sfiorare di labbra, dolce e caldo, un avvicinarsi e allontanarsi, un perdersi e ritrovarsi, mentre i loro corpi giungevano a un più intimo contatto, in un desiderio che, crescendo, li univa sempre più.

Un dolce bacio pieno d'amore e delicata passione, colmo di speranze e di promesse, perdono cercato e concesso, in un desiderio finalmente ritrovato a pieno.

Un bacio vagheggiato ma mai realmente sperato, un bacio che tramutava un sogno in realtà d'amore.

- Crystal, amore mio!

Un appassionato sussurro, ardente di desiderio, mentre Severus stringeva a sé la sua donna, immensamente felice, e relegava per un momento in un recondito angolo della mente ogni sua terribile e legittima paura.

Ed ancora la baciò, con amore, con passione, con desiderio, la baciò ringraziandola d'esistere e di essere lì, con lui e per lui, tra le sue braccia, per sempre!

Crystal si abbondò all'estasi intensa di quei baci, dolci e delicati prima, infuocati e appassionati dopo, e si strinse a lui, forte, deliziandosi dell'ardente eccitazione che sentiva premere contro il proprio corpo, altrettanto infiammato dal desiderio per il mago.

Eppure, c'era qualcosa di strano: Severus le sembrava quasi stupito della propria evidente erezione.

Si staccò per un attimo, a fatica, dalle labbra del mago, per guardarlo in viso, cercando una risposta nelle sue iridi nere. Severus le sorrise dolcemente, un lieve imbarazzo sul volto: le sue guance erano imporporate dalla passione o era forse arrossito?

Il mago l'attirò nuovamente a sé, sussurrandole mille volte il suo amore: nelle orecchie, sulla gola, lungo il collo fino alla scapola.

Poi tornò a guardarla, con tutta la profonda trasparenza nera dei suoi occhi:

- Mi hai nuovamente restituito la speranza, amore mio, e la capacità di sognare. – sussurrò tra i baci che deponeva leggeri sulla pelle ambrata della maga. – Ancora una volta hai riportato in vita il mio cuore… e questa volta anche il mio corpo! – terminò con un lieve disagio, ma senza abbassare lo sguardo.

Crystal non era sicura di aver ben compreso:

- Che cosa…

Severus socchiuse un attimo gli occhi mordendosi appena un labbro poi, con molta semplicità, spiegò:

- Dopo quella orrenda notte, in cui violentai e uccisi Jamie, non sono più riuscito ad avere un'erezione. All'inizio l'ho imputato allo shock e al fatto che tu fossi lontana. - il mago si lasciò sfuggire un lungo sospiro. – Ma dopo, anche se pensavo a te e ti desideravo, e per Merlino se ti desideravo! – esclamò in un soffio affranto. - Nulla, non c'era alcuna reazione. Ho provato anche a… - altro imbarazzato sospiro, - ma non ho mai ottenuto alcuna erezione. – concluse, deglutendo la sua confessione.

Crystal sorrise dolcemente sollevando il capo, mentre gli sfiorava piano la guancia striata dalle piccole cicatrici dell'Ippogrifo.

- Avevo appena contratto quel Voto maledetto. - esclamò mordendosi le labbra, la tristezza di nuovo negli occhi neri. – Non era giusto che ti tenessi legata a me, - sospirò chiudendo gli occhi, pieni di lacrime trattenute, - un uomo che non era neppure più in grado di amarti!

- Sciocco mago testardo! – esclamò Crystal con infinita tenerezza, prendendogli il viso tra le mani. – Chissà quanto hai sofferto, amore mio, tutto solo! – disse carezzandolo piano. - Invece, ti serviva solo un po' di tempo, e stringermi nuovamente tra le braccia baciandomi con la tua infinita e delicata passione!

Si avvinse ancora al mago, cercando con voluttà le sue labbra sottili. Lui la accolse tra le braccia, stringendola forte a sé e ricambiando il bacio con ardore, lasciandola quasi senza fiato, mentre il suo desiderio si faceva sempre più imperioso.

- Ho impiegato un sacco di tempo a capirlo, ma alla fine ho compreso che sei stato tu a manovrarmi e a spingermi a lasciarti. – disse Crystal, cercando di riprendere fiato. – Perché, perché l'hai fatto, amore mio, perché hai voluto rimanere da solo in questa tragica situazione? Perché non mi hai permesso di rimanerti vicino?

Per un attimo rimase a guardarlo, ansante, poi continuò:

- Non avevi forse sufficiente fiducia nel mio piccolo amore, appena nato per te? – sussurrò incerta. – Eppure sei stato tu che lo hai fatto sbocciare, tu solo hai creato e coltivato la mia capacità d'amare!

- No amore, no! Non pensarlo neppure per un istante! – esclamò Severus attirandola di nuovo tra le braccia e stringendola convulsamente a sé, in un abbraccio quasi ossessivo. - Ero certo d'essere destinato a morire entro breve tempo, a causa del Voto, perché ero ancora convinto che avrei potuto trovare una soluzione per la maledizione alla mano di Albus. – aggiunse subito, con irruenza, ma liberandola dalla sua soffocante stretta. – Credevo fino in fondo nel tuo amore per me, Crystal! Più di quanto ci credessi tu stessa! E' solo per questo che ho fatto di tutto per spaventarti e indurti a lasciarmi, quanto più presto possibile, prima che fosse troppo tardi, solo per non farti soffrire… dopo!

Crystal lo guardava, ancora senza comprendere. Il mago sospirò e, con voce triste, sussurrò piano:

- Mi sentivo tremendamente in colpa. Ero io che ti avevo insegnato ad amare, - la sua voce si spezzò, - che ti avevo quasi obbligato ad amarmi! E a causa di un mio altro maledetto errore stavo per lasciarti… vedova!

Severus scosse la testa:

- Perdonami Crystal, mio dolce amore!

- Però, non sei morto. – asserì la maga, lentamente. – Non hai trovato la cura per lui…

- Il modo per salvargli la vita l'avevo anche trovato. – la interruppe cupo Severus. – Ma lui non ha voluto accettare quello che riteneva uno scambio infernale con il mio sangue.17

Il mago scosse deciso la testa, davanti alla muta domanda di Crystal, e tagliò corto, con secca freddezza:

- Solo un macabro Sortilegio Oscuro avrebbe potuto salvarlo. Non gli avevo rivelato la verità, ma lui un giorno lo scoprì e rifiutò di proseguire.

- Quindi era comunque condannato a morire. – affermò Crystal, trovando finalmente la conferma dei suoi sospetti. – E ha voluto sacrificarsi per salvare te dalle conseguenze di quel Voto. – aggiunse, più incerta.

Severus annuì, un'amara tristezza nello sguardo.

- Perché tu eri diventato più importante di lui per la causa, perché potevi trovare qualcosa per distruggere Voldemort ma, prima, dovevi ottenere la sua più completa fiducia.

Severus aggrottò le sopracciglia:

- Come lo hai scoperto?

- E' stato Silente a dirmelo, così come mi ha più volte esortato ad avere completa fiducia in te, qualsiasi cosa fosse accaduta.

Il mago la guardava, molto sorpreso.

- Mi ha anche preannunciato che sarebbe venuto il momento in cui solo io avrei potuto aiutarti. – raccontò Crystal sorridendo. – E' per questo che sono qui!

Severus la strinse di nuovo a sé con dolcezza e raccontò, con voce roca:

- Albus era ormai condannato, gli rimanevano solo pochi mesi di vita, ma non voleva che Draco lacerasse la sua anima diventando un assassino. Così mi ha chiesto di fare di tutto per impedirlo, - sospirò il mago, - e mi ha ordinato di ucciderlo se non ci fossero state altre alternative.

- E la tua anima? Silente non ha pensato alla tua anima? – esclamò Crystal spalancando gli occhi. - Al tremendo dolore che avresti dovuto affrontare per obbedirgli? Al terribile rimorso che ti avrebbe torturato?

- Anche io voglio bene a Draco. – mormorò amaramente Severus. – Non volevo che commettesse l'errore che io feci tanti anni fa e che ha rovinato tutta la mia vita.

Crystal sospirò e si strinse all'uomo per amore del quale era disposta a qualunque cosa: percepiva tutta la sua sofferenza, quasi palpabile nell'aria, incisa nel suo volto stanco, impressa nelle sue iridi nere.

- E quella notte, sulla torre, non hai potuto fare altro…

- No. – rispose il mago seccamente, serrando le mascelle. – Ho solo potuto obbedire al suo tremendo ordine - sussurrò con voce improvvisamente tremante, - e uccidere il mio unico amico, tornando a essere ancora un maledetto assassino!

- Non sei un assassino! – gridò Crystal, colpita dalla disperazione che aveva avvertito chiaramente nelle parole del mago. – Lui sarebbe morto ugualmente, per la maledizione alla mano.

Un'idea la folgorò:

- E per il veleno che Potter gli aveva fatto bere quella sera stessa!

Severus spalancò gli occhi, sorpreso che anche lei lo sapesse:

- Come fai a saperlo?

- Ho ottenuto di vedere nel pensatoio tutti i ricordi del ragazzo di quella notte.

- Anche quelli della sua missione con Albus? – chiese il mago, incredulo.

- Bé… - tergiversò Crystal, - forse ho fatto anche un giretto non proprio autorizzato nella sua anima. Ma era per un buon fine!

Severus sorrise, soddisfatto, e la strinse ancora a sé, baciandola di nuovo con incontenibile passione: il suo desiderio non si era certo sopito e Crystal lo faceva impazzire quando si dimostrava così perfettamente all'altezza della situazione.

- Ti amo, mia adorabile Serpeverde!

Poi tornò improvvisamente cupo, lo sguardo rivolto a terra:

- Anche se Albus era già condannato, sono io…

La voce gli si spezzò all'improvviso e lui alzò gli occhi verso Crystal, quindi strinse i denti e continuò:

- … solo io, che l'ho ucciso, con quell'Avada.

Crystal lo strinse ancora forte a sé, a lungo, di nuovo travolta dal dolore che sconvolgeva il mago bruciando a fondo la sua anima e consumandola in una lenta e infinita agonia, e solo mormorò, ripetutamente, come una dolce nenia:

- Ti amo Severus, ti amo!

Perle d'amore brillavano sulle gote della maga quando rialzò il viso e incontrò lo sguardo di Severus e solo desiderò che le sue sincere lacrime potessero infine spegnere quella torturante fiamma che straziava così atrocemente l'uomo che amava, per sostituire, al rogo di della sua inflessibile condanna, il calore di un affetto devoto e di un amore autentico. Doveva assolutamente trovare il modo per togliergli dalle mani il pugnale che il mago, in quei lunghi mesi di solitudine e di disperazione, aveva ripetutamente affondato nel proprio cuore per punirsi, cercando di recidere, non la propria vita, che aveva consacrato al compimento del suo dovere, ma tutti i legami affettivi che ancora lo congiungevano alla sua fragile umanità.18

Parole nella notte

Rimasero languidamente abbracciati a lungo, in silenzio, l'uno respirando il profumo dell'altro.

Poi Severus si riscosse: aveva avvertito i brividi di freddo di Crystal. Doveva riconoscere che quella stanza era gelida, con il camino sempre spento.

Un gesto elegante della mano e le fiamme presero ad ardere vigorose, riflettendosi nelle sue iridi scure, mentre si chinava a baciare la sua donna, con instancabile passione, per scaldarla anche con il proprio amore.

Fu la maga a rompere il successivo silenzio del loro interminabile abbraccio:

- Quindi, è per questo motivo che non sei mai venuto a cercarmi, quando sono tornata. – chiese sommessamente. – Non volevi fare di me la donna di un - la maga deglutì, - assassino.

- A dire il vero, quello è stato l'unico periodo in cui ho realmente sperato che tutto potesse finire bene. – sospirò Severus. – Avevo trovato il modo per tenere sotto controllo la Maledizione e, con Albus, eravamo fiduciosi di poter aggirare anche il Voto, se riuscivamo a convincere Draco a rinunciare volontariamente alla sua missione.19

- Quindi non avresti dovuto ucciderlo e… non saresti neppure morto! – esclamò Crystal. – Ma, allora, perché non sei venuto a cercarmi? Sapevi che ero tornata solo per te, perché ti amavo: l'avevo detto a Silente!

Il mago rimase a fissarla, il volto serio e concentrato. Poi mormorò:

- Albus mi disse solo che volevi colmare ogni ritardo nella tua istruzione magica: per questo ti aveva mandato a Grimmauld Place, sotto la tutela di Lupin.

- Non è vero! E' stato lui a obbligarmi ad andare là, impedendomi di cercarti, sebbene io l'avessi più volte implorato di rivelarmi dove potevo trovarti! – esclamò la maga con veemenza. – Mi disse che ti aveva affidato una missione importante e pericolosa, che avevi bisogno di totale tranquillità e concentrazione e che non dovevo assolutamente distrarti dal tuo dovere!

- In fondo, ti raccontò quasi la verità. – sospirò amaramente il mago, che le aveva preso il volto fra le mani e, ora, le stava accarezzando la guancia con il pollice.

- Rilevò anche il fatto che, se avessi voluto vedermi, saresti stato tu a cercarmi e, quindi, dovevo lasciarti ogni iniziativa e non cercare mai di contattarti. – aggiunse la maga con lieve tono d'accusa. – Ma tu non l'hai mai fatto: io ho creduto che…

Severus la strinse di nuovo a sé e sussurrò sulla sua fronte, con rassegnata dolcezza:

- Come hai potuto pensare, anche solo per un istante, che io potessi non amarti più?

- Ho fatto mille supposizioni diverse, Severus, una più terribile dell'altra! Ho anche pensato che tu ritenessi che il tuo amore fosse troppo pericoloso per me e ti fossi imposto di soffocarlo. – si giustificò la maga. – Credevo che il Preside ti avesse detto perché ero tornata e della mia disperazione per non poterti stare vicina. Non facevo altro che piangere ogni volta che pensavo a te… e pensavo continuamente a te! – aggiunse con voce soffocata e tesa. – Ma tu… tu non venivi neppure alle riunioni dell'Ordine. Mi evitavi deliberatamente!

Il mago continuò a stringerla tra le braccia, accarezzandole piano i lunghi capelli:

- Oh Crystal! Se solo avessi saputo la verità, - sussurrò teneramente, scuotendo piano il capo, - non sarei mai riuscito a resistere all'impellente desiderio di rivederti e sarei subito corso da te!

- Severus! – esclamò la maga sollevando il viso verso di lui che, delicatamente, le sfiorò la fronte con labbra ardenti e continuò:

- Però, ho subito mandato la pozione Antilupo a Lupin: ho scoperto che era il tuo tutore appena tre giorni prima della luna piena. Non sai quanto avrei voluto imprecare contro quel vecchio incosciente, se mai fosse servito a qualcosa, per i pericoli cui ti mandava incontro!

- La pozione! – esclamò la maga sorridendo di nuovo.

Severus annuì, serio, sollevando appena un sopracciglio.

- Ecco perché Remus mi guardava con quella strana aria incomprensibile e rimarcava che, io e la pozione, eravamo arrivate da lui contemporaneamente!

Fu la volta di Severus a sorridere:

- Sì, credo che Lupin sia quello che ha capito di più. Io, invece…

S'interruppe, mordendosi le labbra e scrollando di nuovo il capo, i lunghi capelli neri che ondeggiavano ai lati del viso, mentre Crystal lo guardava disorientata.

- Non sai quanto mi sia costato non correre subito da te e dover soffocare sul nascere ogni speranza che tu mi amassi ancora. – mormorò stringendola un po' di più. – Mi sono imposto di resistere a me stesso: non ero certo di nulla, a quel tempo. Sapevo solo che la decisione di allontanarti da me era stata quella giusta. – sospirò amaramente. – Non volevo che tu soffrissi a causa mia! Se in quel momento fossi venuto a cercati, dopo, quando tutto precipitò di nuovo togliendomi definitivamente ogni speranza, non me lo sarei mai perdonato!

Quando Crystal alzò il viso verso di lui, il cielo dei suoi occhi sfolgorava d'azzurro, percorso solo da calde folgori dorate.

- Severus, amore!

Il mago s'inclinò di nuovo per sfiorarle dolcemente le labbra, poi si perse nella travolgente passione del bacio.

Ancora ansante, mentre il suo corpo bruciava di desiderio per la donna che, finalmente, sapeva essere sempre stata sua, e solo sua, Severus continuò, con voce roca e un lieve sorriso a increspargli le labbra:

- Il ricordo dei giorni con te mi faceva impazzire, amore mio! Eri ossessivamente nei miei pensieri, di giorno, e affollavi i miei sogni la notte.

I ricordi modellano la tua immagine,

ma tu sei sempre qui,

sfolgorante presente che respiro ancora.

Non ti ho confuso nell'oblio indistinto

di anime dannate vorticanti nel vento.

Mai!

Tu sei sempre stata qui,

fantasma del passato che torna in vita

come il sole che rinasce dopo il buio della notte. 20

Il mago sospirò mordendosi leggermente le labbra, mentre di nuovo le sfiorò la guancia con il pollice, in un gesto di tenero possesso.

- Ogni giorno tornavo dietro il lago, vicino alla Foresta, dove ci incontravamo sempre in segreto. – sussurrò guardandola con dolcezza, un lieve imbarazzo nel sorriso. – Rivivevo i nostri baci innamorati e immaginavo di nuovo il tuo bellissimo corpo tra le mie braccia, - socchiuse gli occhi e sospirò, - fino a impazzire di un impotente desiderio!

Crystal lo strinse a sé e cercò le sue labbra, dolci e appassionate, ardenti e delicate, per un altro interminabile bacio che rinfocolò la loro passione, già esacerbata da così lunga lontananza.

Severus riprese a parlare solo a costo di un grande sforzo:

- Come sono stato sciocco, Crystal: me ne vergogno! Ora tu riderai di me!

La maga lo guardò sorpresa, mentre lui si apprestava a confessarle tutti i suoi reconditi timori.

- Sono stato assurdamente geloso di Lupin. – soffiò in un fiato.

- Perché lui poteva starmi vicino?

Il mago si morse le labbra, chiaramente a disagio, poi mormorò, candidamente:

- No. Pensavo che tra voi ci fosse una storia.

- Con Remus? – rise incredula Crystal. – Ma lui amava Dora!

- Già, ma io non lo sapevo. – rispose con un amaro sorriso, stirando le labbra da un lato. – Sapevo solo che Tonks amava Lupin, perché avevo visto il suo nuovo Patronus, ed ero giunto alla conclusione che lui non la ricambiasse, testimone la persistente tristezza che abbatteva quella ragazza di solito così allegramente stravagante.

Severus fissò Crystal negli occhi, con amore, e mormorò, sconsolato:

- E tu non eri mai tornata da me!

La maga comprese in un istante tutte le pene che lui doveva aver sofferto in quei lunghi mesi e si strinse di nuovo al mago che continuò, la voce soffocata nei riccioli dorati:

- Non sono riuscito a pensare ad altro che Lupin fosse ovviamente attratto da te. – spiegò con un sorriso teso. – Quale uomo, d'altronde, potrebbe mai resisterti, amore mio? – Poi il sorriso svanì subitaneo dalle sue labbra. – E ho creduto che tu lo ricambiassi!

- Povero amore mio! Sei stato geloso di Remus! – esclamò stringendolo più forte. – Quanto devi aver sofferto, Severus, tutto solo e già in quella tragica situazione riguardo al Preside!

Il mago si sciolse un poco dall'abbraccio e tornò a guardarla in viso:

- Però ti amavo troppo, - sussurrò con un filo di voce, commosso, - e ho continuato a mandargli la pozione. - Un amaro sospiro gli sfuggì dalle labbra sottili, interrompendolo per un istante. – Perché almeno lui potesse amarti, sempre, ogni notte, e darti la felicità che io non ti potevo più offrire. – terminò stringendola forte a sé e cercando ancora una volta le sue labbra, per consolarsi.

Non gli sembrava ancora vero di essere così felice, così fortunato ad avere quella donna incantevole fra le braccia, solo per sé, che lo amava al punto d'essere pronta a tutto pur di stare al suo fianco.

Era molto più di quanto avesse mai meritato.

- Perdonami, Severus, perdonami! – mormorò Crystal sulle sue labbra. – Perdonami se sono tornata da te solo ora!

Il mago le chiuse le labbra con un bacio delicato, pieno di rispettoso amore.

- Mi dispiace amore! Hai sofferto così tanto, anche a causa mia, mentre io mi dibattevo nella palude delle mie paure! – mormorò la maga, la voce incrinata dal pianto.

- Sorridimi Crystal. – sussurrò dolcemente Severus. – E baciami, solo baciami: questa notte non voglio pensare più a nulla, se non al nostro amore, così forte e intenso!

(Melisanda)

Tra le tue braccia s'impigliano le stelle più alte.

Ho paura. Perdona se non son giunta prima.

(Pelleas)

Un tuo sorriso cancella tutto un passato;

conservino le tue dolci labbra ciò che è ormai distante.

(Melisanda)

In un bacio saprai tutto ciò che ho taciuto.

(Pelleas)

Forse non saprò allora conoscere la tua carezza,

perché nelle mie vene il tuo essere si sarà fuso.

(Melisanda)

Quando morderò un frutto tu saprai la sua delizia.

(Pelleas)

Quando chiuderai gli occhi resterò addormentato.21

Severus si sciolse a fatica da quel lungo bacio infinito, il corpo fremente di eccitazione a stento trattenuta, le dita di Crystal che cercavano affannosamente di farsi largo nei suoi abiti, slacciando la camicia di pesante velluto nero.

- No! – esclamò fermandole le mani, mentre il desiderio bruciava il suo corpo che, disperatamente, urlava l'esatto contrario di ciò che la volontà aveva appena imposto alle labbra, crudelmente, di pronunciare.

Crystal si bloccò solo per un istante, stupita, poi continuò ad armeggiare con gli alamari d'argento:

- Eh no! Non vorrai mica ricominciare, anche adesso? – si ribellò, con decisione.

Severus chiuse gli occhi e strinse forte fra i denti il labbro inferiore, mentre tornava a fermare, con inflessibile determinazione, le mani che la maga aveva già insinuato sotto la camicia, strappandogli un incontrollabile gemito di piacere.

- Perché no? – si ribellò ancora Crystal. – Ti amo! E mi sembra di avertelo chiaramente dimostrato!

Severus la guardò in silenzio per un lungo momento, ansante, cercando di riprendere il controllo di se stesso, il volto teso e le labbra serrate nello sforzo.

Poi, all'improvviso, schiuse le labbra in un sorriso pieno d'amore:

- No, mio dolce tesoro! Non qui. – sussurrò scuotendo il capo. – Non ti amerò in questo Inferno, in mezzo al tremendo orrore che ci circonda e che solo i miei incantesimi hanno momentaneamente relegato fuori da questa stanza. Ma di cui io conosco fin troppo bene l'esistenza.

L'attirò ancora a sé e, delicatamente, le sfiorò il viso con labbra tremanti di desiderio:

- Per quanto io ti desideri, e tu sai bene quanto ti voglio, Crystal, visto che il mio corpo te lo sta urlando da ore, - mormorò traendo un sofferto sospiro. - no, non farò mai l'amore con te, qui, in questo luogo dannato!

Le sue labbra ardenti scesero a lambire quelle della donna che desiderava infinitamente, ma che non riusciva ad amare in mezzo agli orrori della sua vita di Mangiamorte.

Crystal si abbandonò alla languida dolcezza del suo bacio, rassegnata, ben comprendendo cosa dovesse significare per lui essere in quel luogo orribile.

Sospirò sulle labbra di Severus, stringendosi a lui e mormorò ancora:

- Ti amo...

Fu un bacio dolcissimo, casto e puro, pieno d'amore e comprensione, ma sempre bruciante d'innegabile desiderio.

Lentamente il mago si sciolse da quella bocca ardente, solo per perdersi nell'azzurro degli occhi della sua donna, che mai era stato così limpido e trasparente, proprio come luminoso cristallo che, nel riflesso dell'iride, si fondeva con il fiammeggiante cristallo nero del suo sguardo.

Egli le disse: Son caduto

nella tua insondabile trasparenza. Vedo

intorno a me, come nell'acqua,

sotto un cristallo, altro cristallo.

E affogo in un pozzo cristallino.22

- Domattina ti porterò via da questo luogo infernale. Di notte non è possibile uscire senza che scattino gli allarmi magici. – le spiegò. - Troverò un posto sicuro, solo per te, - sussurrò teneramente, - e allora ti amerò, ti amerò con instancabile passione per tutto il giorno e la notte!

Crystal sospirò, immersa nelle impetuose fiamme che avvampavano negli occhi di quel suo mago meravigliosamente testardo, rassegnandosi infine ad accettare quella infuocata promessa.

Certo che, però, in quelle condizioni, passare la notte insieme sarebbe stata una tortura insopportabile.

Si allontanò un poco dal calore dell'abbraccio di Severus e, nel riflesso rosseggiante delle fiamme, le cicatrici sul volto di Severus, per un attimo, le parvero quasi più profonde.

Erano due segni paralleli, appena accennati e più chiari della sua pelle, già così pallida: il più piccolo, all'interno, partiva appena sopra l'angolo della bocca e percorreva la guancia sinistra fino sotto all'occhio, mancato solo d'un soffio dai taglienti artigli dell'Ippogrifo. La cicatrice esterna, più lunga, correva invece dal mento fino alla tempia.

Con mano tremante le sfiorò in una delicata carezza e depose un lieve bacio sulla guancia:

- Gli artigli dell'Ippogrifo. – costatò.

Severus annuì solo con un impercettibile cenno degli occhi.

- Deve averti fatto molto male. – disse dispiaciuta.

Il mago alzò le spalle:

- Quale dolore credi mai che possa aver provato, per quei due piccoli sfregi, quando la mia anima era appena stata completamente lacerata dal gesto che avevo dovuto compiere? – chiese con cupa amarezza.

- Perché hai lasciato che restassero sul tuo volto? Certo tu potevi…

Crystal s'interruppe, turbata dallo sguardo di fuoco che Severus le rivolse.

- Tu hai voluto che rimanessero… - sussurrò appena, comprendendo il suo immenso dolore.

Un cenno affermativo si affacciò nel bagliore di quegli occhi neri, straziati da un ricordo troppo penoso perché le parole potessero avere un senso.

- … per riflettere quelle della tua anima. – concluse con voce soffocata.

Il mago emise un lungo, doloroso sospiro, mentre socchiudeva gli occhi, poi solo un sussurro stanco uscì dalle sue labbra contratte:

- Se nella mia anima ci fossero solo due piccole cicatrici, come quelle che porto sul volto, sarei l'uomo più felice della terra.

Anime in battaglia si agitano in me:

scontri immani per valori dannati,

che la follia di nessuno potrebbe capire.

Dentro di me irrompe il dolore,

quando il campo si fa deserto e gli eroi morti

giacciono indifesi sulla nuda terra

di una vita che aveva perso le sue radici.

Ancora lontana è la mia pace,

ma di quella desolazione farò pace,

e i deserti torneranno a fiorire di luce,

prima o poi.23

Crystal serrò stretti gli occhi, cercando di trattenere le lacrime: sapeva bene in quali condizioni si trovava l'anima del suo uomo, già lacerata dai rimorsi del suo passato e ora ridotta a brandelli da quel terribile gesto che aveva dovuto compiere per obbedire all'ultimo ordine di Silente.

Per non parlare di ciò che doveva aver passato in quegli ultimi quattro mesi fra i Mangiamorte, gli orrori visti e vissuti, forse anche compiuti in gesti fatalmente pietosi: non voleva neppure immaginare cosa Severus era stato costretto a fare in quella fortezza, obbligato a eseguire gli ordini di Voldemort per mantenere la propria copertura e tener così fede alle promesse fatte a Silente.

No, non voleva saperlo: le era bastato l'orrore che aveva letto nel cristallo nero dei suoi occhi quando si era rifiutato di fare l'amore con lei in quel luogo, pur desiderandola con ogni singola fibra del suo corpo.

Sentì le braccia del mago attirarla delicatamente a sé, in un rassicurante abbraccio, e la sua voce profonda sussurrare con dolcezza:

- Vedrai, sbiadiranno presto e tra qualche mese non si vedrà più alcun segno.

Ma sapevano entrambi che quelle della sua anima, ben più profonde, non sarebbero mai scomparse del tutto.

Poi la mano di Severus le sollevò piano il mento e Crystal riaprì gli occhi per immergerli nella luminosa notte delle iridi del mago:

- Avanti, amore mio, torna a sorridermi, ti prego: tu sei la mia luce, la mia speranza. Ho bisogno di te! – la implorò.

Tu sei l'unica cosa che possiedo

da quando persi la mia tristezza!24

Crystal sospirò brevemente, schiudendo poi le labbra in un incantevole sorriso, pieno d'amore, solo per il suo uomo che la rimirava adorante, come nessuno, mai, l'aveva guardata fino a quel momento.

Severus le sorrise appena, quasi timoroso di poter essere veramente felice, le sfiorò le labbra con dita tremanti e sussurrò, con infinito amore:

- Ti amo, Crystal, mio amore meraviglioso!

Infine il mago la strinse a sé, cercando ancora di ignorare il proprio implacabile desiderio.

- Ora basta, amore mio: è quasi l'alba e voglio che tu riposi, almeno un poco.

- Abbiamo tante cose da dirci, ancora. – tentò di protestare.

- No. Ora devi dormire, ti prego. – le sorrise il mago con una buffa espressione, timida e accattivante insieme.

Sollevò il braccio e le candele si spensero in un unico soffio, quindi sospinse la maga verso il fondo della stanza, ora immersa nell'oscurità rischiarata solo dalle fiamme del camino che si riflettevano, saettanti, nelle sue profonde iridi nere.

Crystal sbuffò piano, ma acconsentì, se pur di malavoglia, ad avvicinarsi all'ingombrante letto a baldacchino.

Severus aprì del tutto le cortine e tirò indietro le coperte poi si lasciò sfuggire, in un sussurro un po' imbarazzato:

- Forse è meglio se dormi vestita…

La maga ridacchiò, intimamente felice, ma annuì comprensiva. S'infilò tra le lenzuola, lasciando scivolare giù le scarpe, pretendendo però che lui la seguisse immediatamente.

Il mago sospirò, ma ubbidì infilandosi al suo fianco e lei si accoccolò stretta tra le sue braccia. Quindi gli chiese, maliziosa, ricordando la notte in cui avevano dormito abbracciati nella caverna:25

- E tu, riuscirai a dormire, tenendomi stretta a te?

- No, non credo proprio… che dormirò. – balbettò Severus, deglutendo un sospiro di desiderio e stringendola ancor di più a sé, ormai rassegnato all'inevitabile, deliziosa e infinitamente bramata tortura di sentire il corpo caldo di Crystal premuto contro il suo, senza poterlo avere.

– Ma, di certo, sono già immerso nel più bel sogno della mia vita. – sussurrò, affondando il viso nell'inebriante profumo della sua donna.

Rimase in silenzio per un poco e poi disse, in un sospiro trattenuto:

- So che sbaglio, che non dovrei permetterti di rimanere con me, che dovrei allontanarti ancora, come ho già fatto una volta. Ma…

Le sue labbra cercarono quelle di Crystal, spinte da un irrefrenabile desiderio al quale volle languidamente abbandonarsi.

Smettere di baciarla sembrava impossibile, ma sentiva anche che la sua eccitazione era al massimo, ormai quasi oltre il livello di guardia. Si ritrasse da lei, mordendosi ferocemente le labbra e mormorò, con la più completa sincerità:

- Ho bisogno di te, Crystal. Ho bisogno di credere in un sogno, per tirare avanti nell'incubo orrendo che è diventata la mia vita.

Chiuse gli occhi, nel buio della notte, ricacciando indietro una lacrima, e aggiunse, in un disperato sussurro spezzato:

- Dovrei solo mandarti via… ma ho troppo bisogno di te… da solo non ce la faccio più!

Crystal lo strinse forte, profondamente commossa dall'angoscia che percepiva acuta nella sua voce e rispose:

- E' per questo che sono tornata, amore mio! Per rimanere al tuo fianco, affinché tu non sia più solo ad affrontare tutto questo! – esclamò stringendosi a lui. – Sei così disperato!

- Non puoi immaginare cosa significa, per me, che un tempo lo sono veramente stato, - mormorò con cupa sofferenza nella voce soffocata, - tornare ora a essere di nuovo un Mangiamorte.

- Ma tu non lo sei! – sussurrò dolcemente la maga stringendogli le mani.

- Però, - Severus chiuse gli occhi e strinse i denti, - devo riuscire a fingere di esserlo. – concluse in un soffio doloroso.

- Io sarei pronta a diventarlo, per te! – esclamò Crystal, travolta dalla devastante disperazione che percepiva nel mago, e disposta a tutto pur di alleviarla.

- Non te lo permetterei mai!

Severus aveva quasi gridato quelle parole, mentre la stringeva forsennatamente a sé.

- Preferirei rinunciare per sempre a te, piuttosto che vedere questo stesso odioso simbolo deturpare anche il tuo braccio!

Il mago aveva quasi strappato via la manica della camicia nell'impetuoso gesto di sollevarla per mostrare il marchio inciso a fuoco sulla pelle candida del suo avambraccio sinistro.

Via, via da me il marchio del male:

non è sulla pelle che si veste il nero,

ma nell'anima ribelle che inerme si piega

al destino di lottare senza fine,

pur di ritrovarti al di là di tutto

e recuperare la perduta innocenza

persa nel furore ardente della vita dannata.26

Sembrava quasi un folle, il duro profilo illuminato dai cupi riflessi rosseggianti delle fiamme, con i lunghi capelli neri ondeggianti a coprirgli in parte il viso terreo, reso spaventoso dall'espressione d'implacabile odio con cui osservava la sua mano destra graffiare con tenebrosa ferocia il segno del suo rinnegato legame con Voldemort.

- No!

La mano di Crystal corse a bloccare le unghie di Severus che si erano conficcate nella pelle marchiata e la stavano lacerando con voluta crudeltà.

Il mago stava tremando, mentre piccole gocce di sangue cominciavano a uscire dalle profonde striature rosse che aveva inciso sul teschio dalla cui orrida bocca spalancata usciva il serpente.

Crystal appoggiò una mano sul braccio coprendo il marchio e con l'altra strinse a sé l'uomo che amava e che stava soffrendo così intensamente.

- Ti amo, Severus! – esclamò, il cuore in tumulto davanti a quell'angosciante disperazione. – Basta, ti prego, basta! – lo implorò.

Lui aveva reclinato il capo sul petto e abbandonato le braccia di lato, il respiro ansimante dopo quella sfuriata. Lentamente la sua mano raggiunse quella della maga, sopra il marchio, e mormorò, con amaro tormento:

- E' inutile: non riuscirò mai a liberarmene.

Crystal intrecciò le proprie dita con quelle sottili del mago e liberò il braccio, dove il sangue affiorava tra le spire del serpente e una purpurea goccia pareva scendere, come macabra lacrima, dall'orbita vuota del teschio.

La maga scivolò verso il basso e, con amore, fece per poggiare le labbra sul marchio. Severus, però, le bloccò il viso:

- No, non voglio!

- E' il tuo braccio, amore, ed è il tuo sangue! Non m'importa di quel marchio, - sussurrò intensamente, - io voglio baciare la tua carne torturata da un passato che ancora non ti lascia libero di vivere.

Il mago allentò la stretta e, mentre le labbra della donna che amava baciavano l'emblema delle sue colpe, accogliendole in sé, nuove lacrime rigarono piano le sue guance.

Crystal si sollevò e, dolcemente, sfiorò un'ultima volta il marchio e le striature rosse che Severus si era appena inflitto. Si girò verso di lui e rimase a contemplare le fiamme nere dei suoi occhi, che in quel momento urlavano il violento tormento della sua povera anima.

Delicatamente gli carezzò le guance bagnate da quelle preziose lacrime e sussurrò:

- Ma tu sei già libero! Lo strazio che provi vivendo tra i Mangiamorte dimostra che tu non sei più uno di loro; i rimorsi delle tue colpe passate, che continuano a torturarti dopo tanti anni, affermano con forza che tu non sei mai stato, veramente, uno di loro.

Severus chiuse gli occhi e lasciò che le lacrime scorressero silenziose sul suo volto: sapeva che sarebbero state accolte con amore e rispetto.

La maga si adagiò al suo fianco e la strinse piano a sé, mormorando.

- Ti amo, Crystal. Grazie di esistere. Grazie di essere qui e di amarmi.

Andavo per perfidi sentieri

incerto dolorosamente.

Le tue mani mi fecero da guida.

Così pallida sull'orizzonte lontano

riluceva una tenue speranza d'aurora:

il tuo sguardo fu il mattino.

Il mio cuore impaurito, il mio tetro cuore

piangeva, solo, sulla triste via;

l'amore, delizioso vincitore,

ci ha riuniti nella gioia.27

Segreti

Ormai sei mia. Risposa con il tuo sogno nel mio sogno.

Amore, dolore e fatiche devono dormire ora.

Gira la notte sulle sue invisibili ruote

e accanto a me sei pura come l'ambra addormentata.

Nessun'altra, amore, dormirà con i miei sogni.

Andrai, andremo insieme attraverso le acque del tempo.

Nessuna attraverserà l'ombra con me,

solo tu, sempre viva, sempre sole, sempre luna.28

Per le poche ore restanti della notte, Crystal aveva dormito stretta a lui, tranquilla, le labbra appena schiuse in un inconsapevole sorriso, rosse come quelle di una bimba, e il respiro leggero come ali di farfalla.

Severus aveva trascorso quelle ore a rimirare il viso dalla liscia pelle ambrata, i lunghi capelli disordinatamente sparsi in morbidi riccioli dorati, e ogni altra parte del corpo che poteva raggiungere con lo sguardo senza muoversi, per non rischiare di svegliarla.

L'aveva intensamente e dolorosamente desiderata, mordendosi forte le labbra fino quasi a lacerarle per imporsi di restare immobile, di trattenere le mani che bramavano accarezzarla, di impedire alla bocca di assaporare quella pelle di seta, di dominare il proprio corpo che solo anelava di farla sua.

Era immensamente felice d'averla di nuovo tra le braccia, incredibilmente sempre e solo sua, così bella da stregarlo, così sensuale da irretire tutti i suoi sensi, e coraggiosa fino all'incoscienza, da aver saputo arrivare a Voldemort per amor suo!

La sua Crystal, con quel tiepido, ritmico respiro che gli solleticava il collo e la piccola mano impudente insinuata in profondità tra gli alamari d'argento della chiusura laterale della camicia di pesante velluto nero, le dita a sfiorargli la pelle, regalandogli infiniti brividi di piacere ogni volta che, nel respiro, sollevava il petto e l'inconsapevole carezza della mano della maga arrivava a lambirgli il capezzolo.

Respirare a fondo, chiudendo gli occhi in quello struggente delirio, stordito dal profumo intenso della sua donna, non gli era mai parso così bello.29

La sua Crystal, irrinunciabile e meraviglioso sogno del suo cuore ostinato, e ora incantata realtà tra le sue braccia, così morbida e calda, così strettamente premuta a sé, da rendere pazzo di desiderio il suo povero corpo.

La sua Crystal, la luce che aveva vinto ogni oscurità e gli schiudeva le porte di un futuro felice, per il quale era pronto a combattere fino in fondo, qualunque cosa avesse dovuto fare per assicurare la sconfitta dell'Oscuro Signore.

Per l'ennesima volta si morse le labbra, trattenendo ancora la struggente tensione del proprio corpo, e sospirò: era arrivato il momento di svegliarla e di mettere fine a quel delizioso tormento.

Lentamente si mosse e scivolò un poco più giù dal cuscino fino a raggiungere quella bocca che aveva desiderato per ore e, con tutta la passione repressa fino a quel momento, vi posò sopra le labbra, ardenti, entrando nel sogno della sua donna che gli si offrì completamente, con immediato trasporto.

Ancora, Severus si sentì impazzire dal desiderio e la strinse a sé, la mano che premeva forte il corpo della maga contro la propria eccitazione pulsante, la mente annebbiata, il respiro ansante e il cuore che gli batteva martellante nel petto, del tutto perso in quel bacio che era solo un piccolo e del tutto insufficiente assaggio del tanto sospirato corpo di Crystal.

Non separare

il tuo corpo dal mio, non per un minuto.

Vivi tra i miei due occhi, cavalca

il mio naso, lascia che dorma

la tua chioma tra le mie gambe, lascia impigliare

le tue dita per sempre nel mio desiderio,

e che il tuo ventre ondeggi sotto il mio

fino a che il fuoco del sangue discenda

fino ai tuoi piedi, incatenata mia.30

Era pericolosamente al limite, a un soffio dal perdere il controllo del proprio corpo che gridava, finalmente trionfante, un'eccitazione che per quasi un anno e mezzo gli era stata negata e credeva perduta per sempre.

Ma, certamente, in quelle condizioni non era in grado di amare la sua Crystal: nonostante tutti i suoi più notevoli sforzi, non sarebbe durato che pochi, brevissimi minuti, lasciandola insoddisfatta, e gli sarebbe quasi parso di approfittare del suo corpo solo per il proprio, esclusivo piacere.

Come troppi uomini già avevano fatto con lei. 31

Ma non lui.

Non lui che l'amava così tanto!

Fermò le mani che stavano stringendo con irrefrenabile brama i seni e i glutei e trasformò quei gesti di selvaggio possesso in dolci carezze, appassionate ma rispettose, delicate e ardenti insieme.

Rimase lì, per un istante infinito, a respirare l'intenso desiderio per la sua donna.

Infine s'impose di staccarsi da lei e, ancora ansante, rimase a guardarla: anche lei stava morendo dalla voglia di fare l'amore. Glielo leggeva nelle pupille dilatate, nel respiro che le sollevava il petto, il viso lievemente arrossato e le labbra dischiuse.

- Mi farai impazzire, Severus, se mi svegli un'altra volta con un bacio come questo…

- … e poi fuggo via! – sussurrò a fatica il mago.

- Già… - sospirò Crystal chiudendo gli occhi. – Ti stavo sognando.

- Perdonami se ti ho svegliato. – sussurrò sfiorandole il viso con una carezza leggera.

- Ooh… - sospirò sognante, - ma il tuo bacio era molto meglio di quello del sogno! – Gli rispose con un sorriso felice.

- Peccato io l'abbia interrotto, - sogghignò Severus, - senza neppure restituirti quello del sogno!

- Oh… ma verrà il momento che non potrai più sfuggirmi!

- Sì, amore. Presto. Te lo prometto. – sussurrò il mago in un anelito soffocato.

Crystal sospirò ancora, mentre Severus percorreva la sua guancia con una carezza in punta di dita, fino ad arrivare alle labbra, che si chinò a sfiorare appena con le proprie.

- Ma ora dobbiamo andare via, prima che qualcuno possa arrivare e, soprattutto, prima che l'Oscuro faccia ritorno alla fortezza: non voglio che ti trovi qui, assolutamente.

Si alzò dal letto e le tese la mano per aiutarla. Crystal si avvicinò e gli passò una mano sul viso, stanco ma felice, nel quale brillava il cristallo nero dei suoi occhi; percorse lieve le sottili cicatrici, poi seguì la profonda ruga verticale sulla sua fronte e sussurrò, indicando le sue occhiaie:

- Non hai chiuso occhio tutta notte!

Severus annuì, stirando le labbra da un lato, in un piccolo sorriso imbarazzato:

- Difficile dormire con te fra le braccia, dopo averti così a lungo sognata e desiderata!

Non sapevi

come per te si macerasse un cuore:

nelle notti lunghissime e insonni

quante volte apparisti, dolce stella,

lontano, irraggiungibile sogno,

tra ricordi felici del passato!32

Si morse lievemente le labbra:

– Non volevo perdermi neppure un tuo respiro, un battito di ciglia, un movimento. - Deglutì sospirando. – Ti amo!

Crystal fu di nuovo tra le sue braccia, delizioso tormento per il suo corpo che non voleva saperne di separarsi da lei.

Fu la maga, questa volta, a staccarsi da lui, che si lasciò sfuggire un gemito soffocato.

Diede un ultimo, lungo sospiro e poi l'afferrò per una mano, trascinandola velocemente fuori dalla fortezza, dove la strinse a sé per smaterializzarsi.

Erano passati due giorni e Crystal lo stava attendendo, avvolta in un pesante mantello per difendersi dal freddo, nel luogo che lui le aveva comunicato: era stato un bellissimo e selvaggio falco a recapitarle il messaggio.

Era metà pomeriggio e il freddo sole invernale si stava già accucciando dietro le colline, permettendo alle lunghe ombre degli alberi di tenere compagnia a quella irrequieta della maga che, da alcuni minuti, stava pestando a terra i piedi infreddoliti.

Il piccolo paese sonnecchiava tranquillo nel fondo della valle, ai due lati del largo torrente.

Severus comparve all'improvviso senza far rumore, nell'ombra fitta del bosco, sul viso il sorriso felice di uno studente che ha marinato la scuola, e corse verso di lei, il mantello nero che ondeggiava.

L'avvolse con foga nel suo abbraccio, quasi sollevandola da terra, poi cercò subito le sue labbra, avido di baciarle con passione, il cuore che gli batteva forte.

Si smaterializzò immediatamente, stringendola a sé in quel bacio pieno di desiderio, e si ritrovarono nel folto del bosco, quasi alle pendici delle colline: era una piccola radura, l'ultimo punto illuminato ancora dai raggi del sole che traevano riflessi iridescenti dall'acqua bassa del ruscello.

Crystal sorrise, mentre un'esclamazione di stupore le sfuggì dalle labbra: di là dello stretto pontile di legno vi era un minuscolo cottage, interamente ricoperto d'edera e abbracciato alle spalle dal bosco.

- Ma sembra la casa di Biancaneve! – esclamò.

Severus sorrise, sempre stringendola a sé, e sussurrò:

- E' vero, è proprio per questo che l'ho scelta per noi!

- Per noi?

- Sì, è qui che vivremo la favola del nostro amore. – le spiegò il mago dolcemente. – Ogni volta che potrò, appena mi sarà possibile farlo senza metterti in pericolo, io correrò qui… per amarti!

Severus cercò di nuovo le labbra della sua donna e si perse nella passione del bacio, il desiderio che pulsava con forza nel suo corpo contro il quale premeva Crystal.

Le loro bocche si separarono solo per cercare un po' d'aria, annaspando nel respiro contratto dalla reciproca bramosia.

- Oh… Severus, sì, finalmente! – esclamò la maga.

Lui sospirò e, imbarazzato, si ritrasse da lei.

Lo sguardo di Crystal appariva molto pericoloso e il mago le prese le mani, spiegando:

- Non appena ho trovato il posto giusto, ben isolato, ti ho subito mandato il messaggio, ma – spiegò sollevando appena un sopracciglio, - non ho ancora avuto il tempo di proteggerlo da occhi indiscreti.

- Va bene! – sbuffò. – Allora sbrigati a farlo! – ingiunse con un deciso cipiglio.

Il mago stirò le labbra di lato in un sorriso imbarazzato e mormorò:

- Meglio se vai dentro al caldo: sarà un lavoro lungo.

- Lungo quanto? – domandò Crystal con un certo nervosismo nella voce.

- Troppo lungo… per il tempo che ho a mia disposizione oggi.

- No! Severus, no! – quasi implorò, con voce di bimba, delusa dal significato delle sue parole, appena compreso. – Io… io credevo…

- Mi dispiace amore. – sussurrò il mago stringendola piano a sé. – Purtroppo non posso disporre del mio tempo come vorrei.

- Ma…

- Ti amo Crystal. Ma prima devo dirti tante cose importanti e proteggere bene questa casa. – sussurrò dolcemente. – Ti prego, amore mio: sorridimi.

La maga lo guardò imbronciata e Severus le sfiorò le labbra con le sue.

Non voleva cedere al suo bacio, non se poi lui se ne fosse andato via, lasciandola ancora sola.

Ma l'abbraccio del mago era così caldo e appassionato, la sua lingua premeva così delicatamente, ma insistentemente, cercando un varco tra le sue labbra e il suo corpo mostrava, tangibile e innegabile, tutto il suo desiderio per lei, che Crystal cedette subito e dischiuse la bocca offrendola alla passione del suo uomo, ardente e delicata.

Ancora prima di staccare le labbra dalle sue, Severus la sollevò tra le braccia e, con una certa fatica, si diresse verso la porta che si aprì docile al suo comando:

- Non sai quanto vorrei che questa fosse la nostra casa – sussurrò mordendosi appena un labbro, - e tu mia moglie! – completò in un soffio, quasi timoroso della reazione della maga, mentre la rimetteva a terra.

- Oh Severus! Ti amo! – esclamò stringendosi di nuovo a lui. – Ma ho una voglia pazza di fare l'amore con te! – piagnucolò.

Il mago l'avvolse tra le braccia, lasciando poi scorrere la mano sulla schiena, fino a premerla forte contro il proprio bacino e sussurrò, la voce roca soffocata tra i riccioli:

- Anche io, amore, ti desidero da impazzire. E lo sai molto bene. – sospirò, stringendola ancora di più. – Ma la tua sicurezza viene prima di tutto. – concluse con tono deciso, che non ammetteva repliche, allentando di colpo l'abbraccio.

Con dolcezza asciugò una lacrima intrappolata sulle ciglia di Crystal, sotto il cielo ancora burrascoso dei suoi occhi, e di nuovo la implorò:

- Ti prego, sorridimi. Ho bisogno del tuo sorriso!

Un sorriso imbronciato fece capolino sulle labbra increspate della maga e Severus gliele sfiorò con una carezza a fior di dita:

- Va bene, per ora mi accontento di questo.

Che vuoi che sia un sorriso,

quando il mondo ci odia e ci combatte?

Il sorriso è il fuoco nella tempesta

quando il silenzio si fa greve

e la voglia di averti spegne ogni gelo.33

Il mago dedicò molto tempo agli incantesimi di protezione della casa, affinché nulla e nessuno potesse violare quello spazio che voleva solo per il loro amore.

Per un po' Crystal era rimasta a osservarlo risentita, poi si era rassegnata, aveva acceso il fuoco nel grande camino e aveva preparato del tè caldo, trovando la dispensa ben rifornita.

La casa era veramente accogliente, anche se molto piccola: era composta di un'unica stanza al cui centro troneggiava, contro la parte di fondo, un grande camino davanti al quale si trovava un piccolo tavolo da pranzo e, poco più a lato, un confortevole divano.

Sulla sinistra vi era una grande libreria colma di libri, che rivelava il passaggio del mago in quei due giorni, oltre ad un tavolo da lavoro e diversi ingredienti per pozioni disposti sugli scaffali.

Sulla destra, appena divisa da un muretto a mezza altezza, vi era la zona notte, con un grande letto matrimoniale, dall'aria molto soffice.

Crystal sospirò osservando Severus che stava ancora recitando complessi incantesimi di protezione, muovendo la bacchetta nell'aria, in complicati ed eleganti gesti.

Aveva tolto il mantello, nel calore del grande camino scoppiettante, e indossava, su un paio di pantaloni neri attillati, una blusa di liscio velluto, sempre rigorosamente nera, apparentemente senza alcuna allacciatura.

Quasi si sentisse osservato, il mago si girò verso di lei e i loro sguardi s'incrociarono per un attimo.

Crystal sospirò e socchiuse gli occhi per un istante: come rimpiangeva l'abito che Severus indossava sempre a scuola, con quella lunga casacca dai numerosi bottoncini che per così tanto tempo aveva desiderato di slacciare!

Quando riaprì gli occhi, il mago si era avvicinato e la stava fissando intensamente: Crystal ebbe l'impressione che lui avesse intravisto quell'immagine di desiderio nella sua mente.

Arrossì.

Severus le sorrise e le prese delicatamente le mani, appoggiandole sul proprio petto, poi sussurrò:

- Ti piacevano così tanto quei piccoli bottoni?

La maga sospirò mordendosi lievemente le labbra: si sentiva sciocca ad arrossire davanti a lui per quel desiderio quasi infantile che, però, pervadeva in modo così intenso il suo essere. Ma non poteva farci nulla: era diventato veramente un chiodo fisso, così irrealizzabile come ormai le sembrava.

Severus sussurrò piano, mentre le sfiorava le labbra:

- Vorrà dire, allora, che useremo quei "bottoncini" come segnale segreto tra noi.

Crystal lo guardò senza comprendere e il mago sorrise ancora, sempre più malizioso:

- Quando mi vedrai indossare quella casacca, - sussurrò lambendole le labbra con la punta della lingua, - saprai che nulla più t'impedirà di slacciare quell'interminabile fila di bottoni neri…

Un lungo brivido percorse in profondità la spina dorsale della maga, che si abbandonò completamente al bacio del suo uomo, appassionato e ardente come non mai.

Sentiva la sua eccitazione pulsare, in basso, contro il suo ventre e le mani stringerla sempre di più contro lui, mentre il desiderio bruciava i loro corpi, così strettamente uniti. Cercò un varco, uno qualsiasi, che potesse permettere alle sue mani di arrivare a toccare la pelle di Severus che sentiva fremere sotto gli abiti, ma questi restarono baluardo impenetrabile a ogni suo tentativo.

Le labbra del mago scorrevano sul suo viso, in un rovente percorso di passione che, lentamente, dal collo scendeva sul suo seno ansante, mentre le mani, all'inverso, salivano piano dalla schiena, fasciandole stretti i fianchi, per poi allargarsi con i palmi premuti sul ventre e risalire ancora, millimetro per millimetro, cercando la sua pelle attraverso il pesante velluto dell'abito, fino a incontrarla sui suoi seni dolorosamente turgidi, stretti tra le sue mani che volevano di più, molto di più, proprio come lei.

Lasciami libere le mani

e il cuore, lasciami libero!

Lascia che le mia dita scorrano

per le strade del tuo corpo.

La passione – sangue, fuoco, baci –

m'accende con tremule fiammate.

Ahi, tu non sai cos'è questo!

E' la tempesta dei miei sensi

che piega la selva sensibile dei miei nervi.

E' la carne che grida con le sue lingue ardenti!

E' l'incendio!

E tu sei qui, donna, come un legno intatto

ora che tutta la mia vita fatta cenere vola

verso il tuo corpo pieno, come la notte, d'astri.

Lasciami libere le mani

e il cuore, lasciami libero!

Io solo ti desidero, ti desidero solamente!34

Lo senti gemere nel profondo della scollatura e poi tremare nello sforzo di fermare le mani che, solo, avrebbero voluto strapparle via quegli abiti che gli impedivano di gustare la sua pelle e di succhiare quei seni che lei gli offriva.

Un ultimo gemito soffocato e Severus sollevò il viso, negandosi infine quel soffice e caldo paradiso, mentre nere fiamme di passione bruciavano tumultuose nei suoi occhi:

- Ti desidero… da impazzire! – sussurrò ancora sulle sue labbra, ansante, incapace di rinunciare a quel rovente contatto, ma sapendo di doverlo ancora una volta negare a entrambi.

Con gli occhi appannati dal desiderio, si ritrasse infine dalla donna cui tanto anelava, mordendosi con decisione le labbra per impedirsi di baciarla ancora, e, temendo di non riuscire a controllarsi oltre, si allontanò da lei, frapponendo il tavolo tra loro e lasciandola ansante, vacillante, così improvvisamente priva del suo stringente e appassionato abbraccio.

Crystal si accasciò sul divano cercando di ritrovare il fiato e la lucidità.

Si guardarono da lontano, divisi da quella distanza che li proteggeva dalla voglia intensa che divampava nei loro occhi, giorno luminoso e notte profonda che sempre si cercavano per completarsi a vicenda.

Severus aveva appoggiato le mani sul tavolo e vi si sosteneva, il respiro affannato e la bocca lievemente aperta. Infine le sorrise appena, imbarazzato:

- Quando sono vicino a te, non riesco più a riconoscermi. – sospirò scotendo lievemente il capo. – Io, sempre così freddo e controllato, non… non capisco più nulla, quando sei tra le mie braccia! – esalò in un soffio.

La maga fece per alzarsi, ma lui la redarguì con aria di finto rimprovero, sollevando un sopracciglio:

- Non provare nemmeno ad avvicinarti, amore mio! Ho bisogno di parlarti di molte cose importanti, - sopirò, - ma tu sei troppo pericolosa per me!

- Non ho fatto nulla! – si schermì Crystal, paga del potere che aveva sul mago, benché onestamente decisa a non utilizzarlo. Anche lei ansimava ancora, dopo quello scoppio d'incandescente brama, e aveva bisogno di riprendersi.

- Lo so… lo so! – deglutì il mago, sospirando. – Sembra che io non sia più capace di resistere ai miei istinti, né sappia controllare l'impeto della passione, quando sono con te!

Un lampo passò improvviso negli occhi di Crystal.

- Forse era questo che tanto piaceva a Bellatrix. – buttò lì, provocatoria.

Severus spalancò gli occhi e si bloccò all'istante, il respiro congelato sulle labbra sottili, all'improvviso strettamente serrate.

- Devi essere stato un amante molto focoso, - insinuò, mentre una nota di gelosia avvolgeva la sua voce, - almeno stando a quello che racconta Lestrange.

Il mago deglutì a fatica, quindi si spostò dall'altra parte del tavolo e si sedette sul bordo del divano, prendendole le mani fra le sue.

- Ti amo. – sussurrò, deponendo un bacio su entrambi i palmi.

- Non avevi appena detto che era meglio se non mi stavi vicino? – chiese Crystal, un po' rigida.

- L'accenno a Bellatrix ha avuto il potere di raffreddarmi istantaneamente. – rispose imbarazzato.

- So che non è più la tua amante. – disse la maga con calma forzata. – Lo hai detto quella sera alla fortezza.

S'interruppe un attimo per scrutare a fondo i suoi occhi e Severus sostenne il suo sguardo:

- Però lo è stata. – affermò facendo scivolar via le mani da quelle del mago.

Lui sospirò a fondo, poi annuì premendo piano il labbro inferiore tra i denti:

- Sì, ma non è andata come credi.

- Io non credo nulla: Bellatrix stessa ha affermato che sei stato il suo migliore amante… e ti risparmio quel che ha aggiunto Lestrange.

- Bellatrix è una ninfomane. A quel tempo andavo ancora a scuola e lei veniva di nascosto a Hogwarts a caccia di giovani e prestanti amanti che sapessero soddisfare le sue voglie. – spiegò Severus in un soffio.

Crystal lo guardava con intensità.

- Aveva quasi dieci anni più di me ed era una donna molto sensuale ed eccitante per un ragazzo della mia età. – sospirò Severus, quasi vergognandosi di quella sua lontana debolezza. – Inoltre, conosceva moltissimi Incantesimi Oscuri e ho presto capito che potevo ottenerli in cambio delle mie "prestazioni"… se riuscivo a soddisfarla pienamente.

Crystal ridacchiò, ancora tesa:

- Devo dedurre che hai imparato molto da lei… in tutti i sensi!

Il mago abbassò un attimo lo sguardo, imbarazzato, poi tornò a guardarla: sembrava che lei fosse più rilassata, ora, anche se il suo atteggiamento, ancora parzialmente rigido, denotava che una punta di gelosia era rimasta.

- E' con lei che hai imparato tutti i tuoi trucchi, quelli che hai usato quella notte…

- No! – esclamò Severus arrossendo e afferrandole le mani, stringendogliele forte per impedirle di sfuggirgli ancora. – No, amore mio, - sussurrò con infinita dolcezza, gli occhi neri che scintillavano, - nessun trucco, mai, con te: solo il mio amore!

Fu la volta di Crystal di arrossire e abbassare lo sguardo.

Il mago l'attirò a sé e, dolcemente, le sfiorò le labbra sussurrando:

- Ti amo immensamente, Crystal, e vedere l'estasi del piacere dipingersi sul tuo viso, ancora e ancora, è la cosa più meravigliosa!

La maga si abbandonò all'abbraccio di Severus, alle labbra appassionate che sussurravano delicatamente l'amore sulla sua pelle, alle ardenti carezze, che, castamente, la sfioravano appena, di nuova persa nell'amore del suo uomo, che amava lei e solo lei.

Il mago la tenne stretta a sé, mormorandole il suo amore frammisto ai baci che disseminava sul volto e tra i capelli.

Taci

perché una notte d'amore si fa eterna

quando l'anima vive davvero.

Taci

perché sono solo un vento notturno

venuto a sfiorarti il viso

e quando l'alba verrà

saremo sempre noi, ricordi di realtà

che la notte non ha ucciso. 35

Infine si frugò al collo, sotto la blusa, e tolse una catenina da cui pendeva un piccolo medaglione d'oro, finemente inciso sui due lati e decorato da minuscoli smeraldi.

Glielo porse con aria di mistero e Crystal lo osservò curiosa: le incisioni rappresentavano due lettere svolazzanti, con i piccoli smeraldi, dall'intensa luce verde, che in due sinuose linee parallele, definivano la "S" e la "C", le iniziali dei loro nomi.

Severus sfiorò il prezioso gioiello con la punta della bacchetta e questo si aprì docilmente, rivelando le facce interne, di lucido cristallo nero, riflettente più di uno specchio. Con un altro lieve tocco della bacchetta il mago separò le due parti e consegnò a Crystal quella con la lettera "S", trattenendo per sé l'altra.36

Lentamente la portò alle labbra e sfiorò l'iniziale del nome della sua donna con dolce intensità, guardandola in profondità negli occhi.

Crystal sobbalzò sorpresa e aprì la mano, sul cui palmo il medaglione con la lettera "S" era diventato caldo.

Severus staccò le labbra dal suo lato di medaglione e la parte in mano alla maga si raffreddò istantaneamente, per scaldarsi di nuovo quando lui vi appose ancora le labbra.

Per la seconda volta il mago allontanò le labbra e poi le riavvicinò e il medaglione nella mano di Crystal si raffreddò per riscaldarsi subito dopo.

- Bacia tre volte l'iniziale – le spiegò, - e il nostro amore creerà la magia del contatto visivo tra noi, sul lato del cristallo nero.

Crystal seguì le indicazioni e girò il medaglione: la luce nera degli occhi di Severus brillava sulla lucida superficie riflettente.

- Più lo avvicini, più l'immagine s'ingrandirà: vedrai l'intera persona con l'ambiente circostante e potrai sentire anche la voce. – le spiegò ancora. – Questo sarà il nostro mezzo di comunicazione segreto.

Crystal alzò gli occhi verso il mago e gli sorrise, la mente liberamente offerta al suo penetrante sguardo.

Severus non ebbe alcun bisogno di esercitare la Legilimanzia: lo sguardo malizioso, ma al tempo stesso sognante, della maga esprimeva chiaramente la sua domanda.

- Sì, vedrai anche se ci sono i… bottoncini! – sussurrò sensualmente, prima di attirarla a sé per un altro lungo bacio.

1 Garcia Lorca: tratto da "L'ombra dell'anima mia".

2 Earendil

3 Frase ispirata dai commenti della mia beta Ale85LeoSign

4 Garcia Lorca: tratto da "Pioggia".

5 Earendil

6 Come nella seconda parte di Cristallo Nero, anche in questa terza storia alcune frasi, quali questa, mi sono state ispirate dagli appassionati commenti di Earendil.

7 Giacomo Leopardi - Dalla raccolta dei Canti: tratto da "Risorgimento".

8 Ugo Foscolo. Dalle traduzioni: Saffo.

9 Frase ispirata quasi letteralmente da un commento della mia beta Ale85LeoSign.

10 Earendil

11 Paul Verlaine: tratto da "La buona canzone".

12 Earendil.

13 Vedi cap. 18 e segg. di "Luci e Ombre del Cristallo".

14 Tagore – Dalla raccolta "L'amore", tratto da "Sei venuta, o luce della luce".

15 Earendil.

16 Edmond Rostand - Tratto da "Cirano de Bergerac", Terzo Atto, Scena IX.

17 Vedi cap. 3 e 5 di "Forza e Resistenza del Cristallo".

18 Altra lunga frase ispirata dai commenti di Ale85LeoSign.

19 Vedi capitoli 3 e 4 di "Forza e Resistenza del Cristallo".

20 Earendil

21 Pablo Neruda – Dalla raccolta "Todo el amor", tratto da "Pelleas e Melisanda".

22 Pablo Neruda – Dal poema "La spada di fuoco", tratto da XXVIII

23 Earendil

24 Pablo Neruda – Dalla raccolta "Todo el amor", tratto da "Canzone del maschio e della femmina".

25 Vedi capitolo 15 di "Luci e Ombre del Cristallo".

26 Earendil

27 Paul Verlaine. Dalla raccolta "La buona canzone", tratto da "XX".

28 Pablo Neruda. Dalla Raccolta "Cien sonetos de amor", tratto da: "Ya era mía. Reposa con tu sueno en mi sueno".

29 Questa breve scena è merito di Mony70 e del suo profumo: per sentire meglio quello che aleggiava nel mio studio, dopo che Monica se n'era andata ed io avevo iniziato a scrivere questo brano, ho tirato un respiro profondo… ed ecco nata l'immagine di quella sensuale carezza.

30 Pablo Neruda – Dal poema "La spada di fuoco", tratto da "Parla Rhodo".

31 Vedi "Luci e ombre del Cristallo – ovvero – La studentessa " capitolo 22 – L'abbraccio di due anime.

32 Tratto da "Liriche della resistenza": "Anita Fattori".

33 Earendil

34 Pablo Neruda – Dalla Raccolta "Todo el amor", tratto da "Lasciami libere le mani".

35 Earendil

36 Questo vuole essere un piccolo omaggio per la carissima Mony70: nello schema iniziale della storia, ben chiaro nella mia mente, Severus consegnava a Crystal due anelli di lucido cristallo nero che, invece, qui si sono trasformati in un medaglione, la cui faccia con incisa la lettera "S" è identica a quella raffigurata sul 7° libro, edizione inglese, versione per adulti. Lo so che nessuno è in grado di capire in cosa consiste il mio omaggio, ma Monica, cui va il mio affettuoso ringraziamento, lei saprà comprendere.

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