Ovviamente, lei sapeva. Ne era completamente conscio.
Non alzò nemmeno la testa quando lui entrò nella stanza. Sapeva, ma non era del tutto certo che gli avrebbe facilitato il compito.
I capelli corvini le ricadevano dolcemente sul viso; non riusciva a vedere la sua espressione. No, non sarebbe stato facile.
Era sempre stata testarda. Era chiaro ad entrambi che cosЛ non si poteva andare avanti piЫ, ma da lЛ a prendere una decisione - quella decisione.
Si fece coraggio. Era la cosa giusta da fare, dopotutto.
"Alice..." cominciai.
"Lo so", mi interruppe lei.
"Lo so". Lo sapevo già.
"Denali?", mi chiese, alzando il viso. Mi stupii di vedervi un sorriso sincero.
In tutti questi anni, avevo imparato a conoscere ogni luce che attraversava i suoi occhi con le emozioni che provava; ogni ombra nel suo sguardo, ogni sorriso, ogni espressione per me erano diventati un libro aperto.
Ma ora, riusciva a confondermi. Non capivo... dopo decenni, la stavo lasciando; avrebbe dovuto odiarmi perchè avevo deciso di fare quel doloroso passo. Avrei voluto che mi odiasse: sarebbe stato tutto dannatamente più semplice; chiaramente, non voleva aiutarmi. Forse, era quello il suo modo di dimostrarmi che mi odiava.
In ogni caso, non riuscivo neanche ad avvertire dolore attorno a lei. Soltanto tranquillità... pace, appena intaccata da un velo leggero di tristezza. Incredibile. Alice riusciva sempre a stupirmi: non ero mai riuscito ad abituarmici.
Tornai alla realtà, bruscamente. "Sì".
Ma esattamente nell'istante in cui le risposi, sapevo che no era vero: non sarei affatto andato a Denali. Non mi sarei unito a nessun altro clan, in effetti: avevo bisogno di restare da solo, per un po'... anni? secoli? Sarei mai tornato dai Cullen? I Cullen, che mi avevano accolto, mi avevano restituito un po' dell'umanità che credevo perduta per sempre con il calore sincero di una vera famiglia; mi avevano supportato sempre, aiutato, avevano creduto in me quando anche io avevo perso la speranza.
E Alice? L'avrei più rivista? Il mondo era abbastanza grande da tenerci lontani per l'eternità? Sarebbe stato meglio, probabilmente.
Certo, dopo tutto ciò che avevamo affrontato e superato insieme in passato, sembrava una beffa che dovesse finire proprio ora. Era una beffa, evidentemente.
"No, non andrò a Denali. Non penso che mi unirò a nessun clan... per ora", aggiunsi in fretta, vedendo la sua espressione.
Appena ebbi finito di parlare, mi pentii di quanto avevo detto. Non potevo starmene zitto e basta? Lasciarle credere che me ne sarei rimasto tranquillo a Denali con la famiglia di Tanya... Ero così egoista da doverle dare anche questa preoccupazione? Perchè era esattamente questo che provava: preoccupazione. In fondo, era normale: mi amava ancora, dopo tutto. Questo avrei dovuto tenerlo presente... Anche se, ad essere sincero, la sua reazione distaccata mi aveva fatto venire dei dubbi.
"Ma... cosa hai intenzione di fare, allora? Da solo..." mi chiese, titubante. Non mi era mai sembrata piЫ fragile. Non andava: Alice non era fragile; era la più forte di tutti noi, più forte di me. Era assurdo; mi sembrava così... piccola.
"In fondo, saprai sempre dove sono, no? Lo vedrai nel momento stesso in cui lo deciderò..." cercai di rimediare, eludendo tuttavia la sua domanda: non avevo alcuna risposta.
"Sì... ma non sarà come saperti a Denali con gli altri..." rispose lentamente. Per un minuto nessuno ruppe quel silenzio carico di significato.
Fu lei che infine, con voce dolce ma decisa, e una nota di rassegnazione, parlò: "Perchè, Jasper?".
Vacillai. Stavo per crollare. Sarei crollato, se non me ne fossi andato alla svelta. "Mi dispiace..." mormorai, evitando ancora una volta la sua domanda a cui non sapevo rispondere.
Mi voltai, senza guardarla in volto; scesi correndo le scale, raccolsi la mia sacca coi pochi averi che avevo deciso di portare con mee mi diressi verso la porta.
Ovviamente erano tutti lì: Carlisle, Esme, Edward, Bella, Emmett, Rosalie.
Non avrei sopportato gli addii. E non avevo nessuna intenzione di cambiare idea. Li guardai per un attimo, uno per uno. La mia famiglia... l'unica che avessi mai avuto. L'unica che avessi mai voluto.
Edward capì il mio stato d'animo. Ovviamente. Mi guardò intensamente negli occhi per un attimo; non so cosa vi lesse, non riesco a immaginare che aspetto avessi. Triste? Determinato? ...Folle? Poi fece segno agli altri di lasciarmi andare.
E così, uscii nella notte.
