Fan Fiction scritta da Frankie.
Originale: s/10418464/1/Because-of-You
Sinossi: Kurt trova un diario incastrato tra i libri della biblioteca della Dalton, e anche se sa che non dovrebbe, comincia a leggerlo. Non passa molto prima che s'innamori del proprietario del diario. Le cose si complicano quando scopre chi è il vero autore.
Traduzione a cura di colfersgustin.
Capitolo 1: L'idea di te
La biblioteca della Dalton era senza dubbio il posto preferito di Kurt nell'intero edificio antiquato. Era semplicemente un'ampia stanza costruita in legno color miele con altissime librerie piene zeppe di libri, per lo più romanzi classici con sfarzose copertine in pelle e caratteri stampati in oro. Dal pavimento al soffitto, la stanza profumava di antichità, virtù e saggezza. Kurt poteva essere trovato lì prima e dopo scuola, perfino durante la pausa pranzo. Spesso si perdeva tra quegli scaffali per ore.
Per molto tempo, aveva pensato che l'aula canto in cui gli Usignoli tenevano le prove avrebbe dovuto essere la sua preferita, ma in realtà era soltanto un promemoria di come gli Usignoli, in fondo, erano un gruppo di ragazzi che non sembrava apprezzare la sua unicità e originalità. Inoltre, avevano già la loro star nella forma di Blaine Anderson, il loro re folletto. Kurt sogghignò. Sapeva che non avrebbe dovuto pensare certe cose del suo ragazzo, ma alle volte non poteva farne a meno. Blaine gli aveva detto che gli studenti della Dalton indossavano tutti delle uniformi perché erano un gruppo, e nessuno brillava più degli altri … salvo che tu non sia Blaine, evidentemente.
Ugh. Kurt si sentiva così combattuto. Non voleva essere geloso, ma, ecco. Lo era.
Tentò di non pensarci; tentò di lasciare che la tensione si attenuasse attraverso le sue dita che scivolavano sui libri. Conosceva l'ordine delle opere quasi a memoria senza dover guardare i titoli.
Il Conte di Montecristo … Storie proprio così … Canto di Natale …
Kurt sorrise. In verità non capiva il sistema utilizzato dalla Dalton per ordinare i libri. Non aveva alcun senso.
Racconto di due città …
Le sue dita affondarono nello spazio dove avrebbe dovuto esserci Delitto e Castigo.
Kurt guardò la mensola, dove le sue dita erano poggiate su un diario rivestito di pelle consumata che non aveva mai visto prima. Si guardò intorno alla ricerca della bibliotecaria, ma di lei neanche l'ombra. Tirò giù il libro lentamente, aspettandosi che qualcuno gli si avvicinasse e reclamasse la proprietà del diario smarrito, ma nessuno degli studenti intorno a lui sembrò notarlo. Tenne il libro consumato tra le mani, terribilmente curioso, ansioso di spalancarlo, ma esitò. Sembrava privato … forse si trattava di un diario.
Ma se lo fosse, perché era conficcato qui sulla mensola?
Sembrava costoso. La morbida copertina di pelle sola valeva forse qualche centinaio di dollari. Chiunque fosse il proprietario, lo stava presumibilmente cercando ovunque. Avrebbe potuto riportarlo alla reception, ma non c'erano garanzie che il libro ritrovasse il suo proprietario, infilato tra innumerevoli e dimenticati cellulari, occhiali da soli e felpe. No, aveva un dovere nei confronti di questo bellissimo diario, siccome era stato lui a ritrovarlo.
Avrebbe semplicemente aperto la copertina e cercato un nome.
Sfogliò rispettosamente la copertina interna, e poi la prima pagina, ma non c'erano nomi in vista. Girò pagine di perfetto e ordinato testo scritto a mano, e sospirò mentre i suoi occhi scorsero lungo la calligrafia fluida ed espressiva. Kurt aveva sempre avuto l'impressione che si potesse dire molto di una persona dal modo in cui scriveva, il modo in cui metteva i puntini sulle 'i' e incrociava la 't', se le parole tendevano a sollevarsi verso la fine o restavano all'altezza della linea sulla quale erano cominciate.
La scrittura di Kurt stesso era calligrafica.
Blaine scriveva più o meno come un bambino di quinta elementare un po' troppo entusiasta.
Senza che lo volesse, i suoi occhi si fermarono su di un passaggio in quattro versi … una poesia … cominciò a leggere …
"Negli occhi di lui
Ghiaccio e fuoco s'incontrano
E quando li vedo, la mia lingua è ammutolita
Ogni … singola … volta …"
Kurt trattenne il respiro. Una poesia. Una poesia d'amore.
Un altro ragazzo in questa scuola – un altro ragazzo gay – che scriveva poesie.
Kurt sfogliò un'altra pagina, trovò un'altra poesia.
"Quanto è stupido … Quanto è infantile … Quanto è masochistico amare qualcuno che sai di non poter avere …
Almeno posso amare l'idea di lui …"
Oh … un amore non corrisposto. Ancora meglio.
Kurt chiuse il diario e lo tenne stretto al proprio petto in maniera protettiva, sentendosi un po' paranoico mentre fuggiva verso il suo angolo speciale della biblioteca. Il suo cuore doleva di senso di colpa al leggere i pensieri d'amore privati di qualcun altro, specialmente perché si trattava di un amore che poteva non esser mai soddisfatto, ma aveva bisogno di andare fino in fondo. Doveva seguire le tracce e capire di chi si trattasse.
… e forse avrebbe potuto unire questi due amanti.
Continuò a leggere ancora e ancora, pagina per pagina, catturato. Quasi sentiva una voce leggergli quelle parole nella propria testa.
"Lui merita rose, ed io non sono più che una spina, e continuo a pungerlo, irritarlo, riempirlo d'odio nei miei confronti …
… perché non potendo avere quest'amore, accetterò il suo odio se è ciò che lo spingerà a rivolgere i suoi occhi azzurri a me …"
Occhi azzurri, Kurt rimuginò. Azzurrò significava blu. Occhi blu. Quindi l'amato di questo ragazzo aveva gli occhi blu.
Sorrise.
"Canta come gli angeli e le sirene,
richiama il mio cuore e il mio sangue,
Lo corteggerei,
L'amerei,
accenderei una fiamma dentro di lui,
e glielo direi,
ma alle cinque in punto sono sempre lì a fissare dalla porta.
Non posso avvicinarmi a lui,
non posso toccarlo,
tutto ciò che posso fare è attendere un altro giorno …"
Canta … alle cinque in punto ogni giorno … merda!
Kurt sobbalzò sul pavimento, dove era seduto, sentendosi un po' frastornato.
Ogni giorno alle cinque in punto!
Era un Usignolo. Chiunque avesse scritto questo libro, era un Usignolo.
Kurt non ricordava di aver mai visto qualcuno soffermarsi accanto alla porta per spiare le prove … non che ci avesse mai prestato davvero attenzione. Oggi lo avrebbe fatto. Kurt tentò di ricordare chi altri tra gli Usignoli avesse gli occhi blu, a parte lui. Si morse il labbro. Avrebbe dovuto cercare un modo furtivo per controllare.
Più a lungo leggeva, più un effetto collaterale sembrava invaderlo. Si stava innamorando; innamorando delle parole scritte in questo libro, e l'anonimo autore che vagava tra le grandi sale della scuola. Logicamente, sapeva che era irrazionale. Sapeva che era sconsiderato, soprattutto perché aveva un ragazzo che, in pratica, era dolce, gentile e fedele, che lo serenava con sdolcinate canzoni d'amore e gli inviava sms con eloquenti testi di canzoni.
Ma quelle parole appartenevano ad altre persone.
Chiunque fosse il proprietario di quel diario, le parole appartenevano a lui, venivano dal suo cuore …
… ed erano rivolte a qualcun altro.
Kurt deglutì forte e sospirò.
Il tempo delle fantasie e i sogni era finito.
Col cuore pesante, chiuse il libro e si alzò dal suo nascondiglio. L'avrebbe consegnato alla reception e pregato ogni giorno affinché il proprietario lo trovasse, e affinché nella propria testa riuscisse a mettere a tacere quella fiaba.
Un uomo speciale e meraviglioso in questa scuola si stava perdendo il vero amore.
Emerse dagli scaffali e finì avventatamente contro Nick Duval, in apparenza spossato.
"Hey, Nick," disse Kurt, tentando di sembrare più spensierato di quanto non si sentisse.
"Hey, Kurt," Rispose Nick, ma poi i suoi occhi nocciola caddero sul libro tra le braccia di Kurt e il suo corpo si rilassò completamente. "Oh grazie al cielo," sospirò, tirando via il diario in pelle dalla presa di Kurt. Kurt sentì una sensazione di vuoto invaderlo appena il libro abbandonò le sue braccia. "L'ho cercato ovunque."
"Oh, beh … eccolo," Kurt disse fiaccamente. "L'ho trovato tra gli scaffali. Stavo per consegnarlo."
"Allora è una fortuna che io ti abbia trovato prima," Nick sospirò, il suo sollievo palpabile, e in parte ciò rallegrava Kurt.
Ma improvvisamente sorgeva un altro problema.
Un paio di problemi in realtà.
Kurt era certo che Nick fosse innamorato di Jeff Sterling, da morire, ma Jeff aveva gli occhi marroni.
Quindi chi era questo sconosciuto di cui aveva scritto Nick?
E, ancora più spaventoso, tutto questo significava che Kurt era innamorato di Nick Duval?
No, pensò, dandosi una scossa mentale. Nick era uno dei suoi migliori amici. Non poteva essere. Sarebbe stato troppo strano perfino da spiegare.
Di certo non era innamorato di Nick Duval, nonostante l'improvvisa e inesplicabile sensazione di crepacuore che si stava insediando nel suo petto sembrasse differire.
"Beh, farei meglio ad andare," disse Nick, un po' turbato dall'espressione sognante del suo amico.
"Certo." Kurt lo osservò andare via, chiedendosi se non dovesse confrontarlo, se non altro per chiedere chi fosse la sirena dagli occhi blu di cui si era innamorato Nick.
Il buon senso ebbe la meglio però, e Kurt decise di attendere. Guardò Nick uscire dalla biblioteca, voltandosi una volta per salutare Kurt con un'aria ancora piuttosto confusa.
C'erano troppe domande schiaccianti, troppi enigmi.
Kurt non poteva innamorarsi di qualcuno leggendo il suo diario. Era impossibile. Anche se fosse possibile, sembrava che questo qualcuno fosse Nick Duval. Nicky. Kurt si rifiutava di innamorarsi di Nick.
Cosa ne sarebbe stato di Blaine?
Erano andati oltre la semplice fase di tenersi per mano un bel po' di tempo fa, ma non avevano fatto nulla che andasse oltre passionali pomiciate e qualche strambo lavoretto di mano. Non molto di quello che accadeva tra loro faceva ancora piegare le dita dei piedi a Kurt, e per quanto ci provasse, non riusciva a ritrovare quella sensazione.
Forse l'avrebbe ritrovata se Blaine avesse detto di voler accendere una fiamma dentro di lui …
Kurt aveva cominciato a camminare senza farci troppa attenzione, il suo corpo che si muoveva in modalità autopilota fuori dalle pesanti ante della porta. Sentì una risata provenire dall'altra parte della sala, e quando girò l'angolo, il suo cuore si raggelò in petto. Nick era in piedi, con la testa chinata, il suo volto una strana maschera di disagio e dispiacere mentre Sebastian e Hunter ridevano sonoramente come le iene che erano, e nelle mani di Sebastian, aperto su di una pagina casuale, c'era il diario in pelle. Kurt sentì le guance surriscaldarsi, bruciare attraverso il gelo che lo costringeva a restare lì, radicato in quel punto e immobile. Sfrecciò lungo il corridoio, incerto riguardo cosa fare, con gli occhi fissati sul bellissimo libro, reso ancora più meraviglioso da tutto ciò che conteneva, tutto quello che doveva significare per Nick … tutto quello che era finito per significare per lui.
Colse Sebastian di sorpresa e agguantò il diario, tenendolo stretto al petto con le braccia incrociate su di esso. Tutti e tre i ragazzi lo fissarono sorpresi, ma le guance di Sebastian in particolar modo, cominciarono a tingersi di rosa.
"Che diavolo, principessa?" Ringhiò Sebastian.
"Questi sono i suoipensieri, i suoi sentimenti e le sue parole, e tu non puoi prenderli! Non ti permetterò di sfruttarli per la tua crudeltà! Non ti prenderai gioco di Nick per questo!"
"Lo … lo hai letto?" Sebastian balbettò, e il suo volto sembrò improvvisamente diventare pallido.
"N-non intenzionalmente …" Kurt tartagliò, incerto del perché ne stesse parlando con Sebastian quando dovrebbe limitarsi a riconsegnare il diario a Nick. "L'ho trovato nella libreria. Pensavo che fosse solo un libro e … perché ne sto parlando con te?"
"Kurt," intervenne Nick, poggiando una mano sulla spalla di Kurt e stringendola gentilmente, "Quel diario non è mio. Appartiene a Sebastian."
Kurt lo lasciò quasi cadere. I suoi occhi passarono in analisi i volti che aveva davanti a turno, ancora e ancora. Nick sembrava comprensive. Hunter aveva un'aria fin troppo divertita. L'espressione di Sebastian era vuota.
"Ma pensavo … no! No, non può essere! Non può essere …"
Kurt abbassò lo sguardo verso il libro ricoperto in pelle, pieno di bellissime poesie, pensieri casuali, e saggi appassionati sulla vita e l'indecisione … e l'amore. Si sentì tradito. Sentì la propria anima spezzarsi in pezzi. Aveva visto se stesso innamorarsi del ragazzo che aveva scritto questo libro.
Ma Sebastian?
Perché doveva essere Sebastian?
Sebastian, lo stronzo con la faccia da mangusta?
Sebastian, la sventura della sua esistenza, che gironzolava e stava sempre in agguato con qualche insulto, schernendo maleficamente gli altri …
Sebastian, la sua spina nel fianco perenne …
Spina …
Oh no … Oddio no …
Le mani di Kurt tremarono mentre restituiva il diario al suo possessore, poi senza una parola ripassò lungo il corridoio, le guance in fiamme, il cuore in gola, le ginocchia così deboli che lo reggevano appena, il sangue che fluiva fino alle orecchie, così forte che non sentì Sebastian chiamarlo, o il suono dei suoi passi quando cominciò a seguirlo lungo il corridoio.
