Severus non aveva avuto scelta.

Non se lo sarebbe mai perdonato, e lo sapeva.

Ma non aveva scelta.

Severus, mi dispiace aveva detto Silente mi dispiace che tu debba scegliere fra la tua missione e la tua vita.

Avrebbe voluto afferrare quel maledetto, vecchio manipolatore per la barba e scuoterlo, urlandogli in faccia la verità. I suoi sentimenti. Quello che provava.

Vechio stupido! voleva urlare, Vecchio stupido, non capisci? Non è fra la mia missione e la mia vita, perchè se dovessi morirei anche all'istante. Ma non sono io a dover morire. Perchè non la smetti di chiedere scusa per ogni cosa e mi lasci in pace? Fammi smettere di fare la spia. Se ti dispiace davvero, lasciami scappare con lui invece di permettermi di ucciderlo.

Avrebbe voluto fargli ingoiare ogni singola lacrima che il suo cuore aveva pianto.

Invece non aveva fatto niente.

E neanche Silente aveva fatto niente.

Scusami, Igor, aveva detto.

Igor aveva annuito.

Aveva capito.

Loro erano Mangiamorte, erano condannati. Non potevano permettersi dei sentimenti.

Ti amo, disse Severus, puntandogli contro la bacchetta.

Non è vero, aveva risposto Karkaroff, ma grazie.

Severus alzò la bacchetta.

Anche io ti amo, comunque.

Avada Kedavra.

Due parole.

Bastarono due parole e il suo cuore si raggrinzì, si perse nel buio che gli era rimasto nell'anima.

Divenne un deserto arido e ignobile.

Era meglio che quella guerra finisse presto, così avrebbe potuto raggiungere Igor, ovunque fosse.

E amarlo come non gli era stato permesso in vita.