Ed Ora, al Risveglio
Era stato un sonno dal peso necessario quanto la terra intera, quanto una morte scampata per un pelo. Il sonno della stanchezza più profonda, tanto che non si poteva più neanche chiamare stanchezza… non più una goccia d'energia nei tessuti superstiti a permettere di alzare un braccio, o allentare la stretta di una mano. Aprire gli occhi, una fatica insormontabile. E tuttavia un sonno vigile, pur senza la forza d'interrompere se stesso. La coscienza restava presente al mondo di fuori per quanto sepolta come sotto una montagna, e gli incubi del passato si mescolavano ai suoni intorno. Ognuno con la lucida consapevolezza che era un sogno. E tuttavia mantenendo intatto tutto il suo orrore. E la consapevolezza ancora più lucida che non era veramente soltanto un sogno. Che era accaduto davvero.
Un passaggio accettato a forza da uno sconosciuto. Le voci familiari intorno che ti chiamano con due nomi, che dicono di resistere e che ora andrà tutto bene. La voce della hostess che augura buon viaggio e ammonisce spettrale di non fidarsi di certe linee aeree… perché quel giorno non era fuggita… perché a bordo non aveva pensato a controllare…
Il rumore del motore che va in picchiata e l'urlo dei passeggeri. Le voci fredde degli scienziati. Il ronzio delle macchine del laboratorio. Fuggire. Combattere. Cadere. Si salveranno… credo… Dolore di ferite. Cercare inutilmente di parlare coi nemici. Se fosse stata più forte. Se fosse stata più abile. Quanti errori commessi? Ogni azione compiuta chiedendosi se era quella giusta. Se non avrebbe dovuto fare altrimenti. La responsabilità. Abbi cura di loro… Innocenti che non ce la fanno. Perché affidarli a chi… non aveva saputo averne cura? E anche quegli innocenti, non avevano forse pensato solo alla propria sopravvivenza?
Non ne avevano il diritto? Chi è che non ne ha il diritto?
Era tutto successo davvero. Il rapimento. I combattimenti. Le ferite. Le perdite. Lo sparo.
La ricerca. Il vagare. Il cercare di ricostruirsi una vita. Le risa degli uomini in nero. Le invettive della gente: Mostri! Guerre e morti inevitabili… Non voglio! Le sconfitte, sempre troppe e inaccettabili quando ci andavano di mezzo altri… quante, a causa sua? Perché non aveva fatto tutto quel che avrebbe potuto fare? Perché non era riuscita a trovare un'altra soluzione?
La disperazione. Non poter tornare come prima. Non poter salvare gli amici. Non avere più la forza per andare avanti. Non poter guarire un ferito che stava per mettere un piede in fallo…
Salta!
Prendilo!
E l'incontro coi compagni.
Le tante vittorie, i tanti innocenti salvati.
Ritrovarsi ancora vivi e interi alla fine dell'incubo.
La scoperta di un amore indissolubile che sfida l'impossibile.
Anche quello era accaduto davvero.
Sono fuori pericolo.
Il sospiro di sollievo collettivo degli altri.
Tutti fuori ora, devono riposare.
Ed ora, al risveglio…
Emerge brevemente dalla pesantezza di quel sonno, sentendo il proprio corpo che inizia a riprendersi anche se di poco, mette a fuoco per un istante le luci pulsanti degli strumenti nell'infermeria di bordo. E lo vede disteso sul lettino accanto al suo. Che socchiude gli occhi nello stesso istante. Che ricambia il suo sguardo. Sente la stretta delle loro mani ancora unite.
Non hanno la forza di parlarsi. Non è necessario, per adesso. Gli occhi dicono tutto. Sarà tempo dopo, di parole.
Tutto è accaduto davvero. Tutto è stato.
Ed ora, al risveglio, ce l'hanno fatta. Insieme.
Non dovrà più aver paura di perderlo.
Richiude gli occhi. Sente che lui fa lo stesso. Si lascia di nuovo affondare nel sonno. Ma ora è meno pesante. Più soffice. Un sonno in cui si guarisce.
E quando si risveglieranno di nuovo, saranno ancora insieme.
Tutto comincerà da capo. Tutto comincerà allora.
