Una precisione prima di iniziare a leggere: la storia era nata come un insieme di appunti sulla trama. Non era mia intenzione di scrivere una vera e propria fanfiction su questa idea, volevo solo condividerla con altri fans. Ma poi iniziando a buttare qualche riga, mi è venuta fuori una sorta di racconto. Avrei voluto lasciarla così, cercando di essere il più sintetica possibile, però in certe scene non potevo evitare di scrivere i dialoghi ed essere più specifica.
Ed è così che una semplice bozza di una storia, è diventata qualcosa di simile a una fanfiction lunga pagine e pagine. Dico "simile" perché noterete nella storia che passerò dal racconto a scene piene di dialoghi per poi tornare al racconto.
Premetto che non era mia intenzione, e non lo è ancora, scrivere una completa fic su questa idea perché sto scrivendo altre storie, quindi ho preferito lasciarla così, come un insieme di abbozzi di idee.
Quindi non sorprendetevi se in qualche parte andrò molto sul riassuntivo o se troverete diversi errori sui tempi dei verbi.
Per quanto riguarda i personaggi, ho considerato un misto tra la versione dei fumetti europei e quello di Ducktales recente, perciò troverete tratti di personalità di entrambe le parti. In quanto ai cattivi mi sono basata sulla versione di Ducktales dei Beagle Boys e quella del fumetto italiano e americano per Flintheart (a mio parere la versione Ducktales toglie tutto il fascino del perfido e spregevole che si legge nei fumetti).
Avviso inoltre che la storia ha tratti malinconici e angusti, forse un po' depressivi in alcune parti toccando temi un po' delicati ma senza andare troppo sul dark.
Buona lettura!
BREAK THE DISTANCE
Atto I
If I had a chance
I'd take it faster than a heartbeat
If I caught a glance,
I'd run to you like nobody was watching
But it's so hard to get to you
Cause when you see the sun, I see the moon
Buckets of water, millions of clouds
Miles of road just to get where you are
Oh I wish, it wasn't so far...
Thousands of dollars just to be near
Countless thoughts of you being here
Oh I wish, it wasn't so hard
But maybe one day we can–
Break the Distance
I know it's hard,
For everyone to understand it
But you're in my heart,
Even though it feels like we got stranded
And I wish I could get to you
See you face to face
Without a screen cutting through
Buckets of water, millions of clouds
Miles of road just to get where you are
Oh I wish, it wasn't so far...
Thousands of dollars just to be near
Countless thoughts of you being here
Oh I wish, it wasn't so hard
But maybe one day we can–
Break the Distance
Clouds will you please help me out
I need to go and see them now
Pick me up, off my feet
I know that it's crazy
But I am ready with my suitcase by me
Clouds will you please help me out
I need to go and see them now
Pick me up, off my feet
I know that it's crazy
But I am ready with my suitcase by me
Buckets of water, millions of clouds
Miles of road just to get where you are
Oh I wish, it wasn't so far...
Thousands of dollars just to be near
Countless thoughts of you being here
Oh I wish, it wasn't so hard
But maybe one day we can–
Break the Distance
Atto I
Un papero con basette e palandrana rossa si aggira lungo il molo guardandosi in giro con agitazione. Il papero in questione è Scrooge, famoso nel mondo degli affari per essere un papero che riesce sempre a ottenere quello che vuole.
Scrooge sta cercando un imbarcazione che lo porti alla sua prossima destinazione. Peccato che la maggior parte delle navi attraccate siano impegnate con dei trasporti e altri richiedano un esorbitante- secondo Scrooge- pagamento. Inoltre al solo menzionare il nome del luogo dove è diretto, fa scappare anche i pochi interessati. Quindi si ritrova a dover camminare avanti e indietro sul molo alla ricerca di una soluzione, gli basterebbe anche solo una barca sgangherata da prendere in affitto pur di muoversi da lì.
Borbottando tra sé e sé di come le persone siano diventate dei fifoni, infine individua una piccola nave solitaria attraccata al porto, che rispetto alle altre imbarcazioni non è impegnata con delle merci da caricare o scaricare. Il papero si precipita lì e senza farsi problemi salta sul ponte della prua, dopodiché si mette a impartire ordini in direzione della cabina da cui presuppone ci sia dentro il capitano e il suo aiutante.
- Accendete i motori! Non ho tempo da perdere!
Scrooge vuole partire al più presto e dichiara a voce alta di volerlo assumere come suo navigante ufficiale. Ma dalla cabina, il cui il vetro colpito dai raggi di sole non permette di vedere dentro ad eccezione di un ombra, non esce parola. Perplesso il papero fissa il vetro della cabina, iniziando a borbottare sulla mancanza di professionalità nei confronti di un cliente pagante e della lentezza nel mettere in funzione il motore. Per lui ogni minuto sprecato è un guadagno perso.
Nel giro di qualche minuto il motore si accende e con gran sollievo di Scrooge la nave inizia a staccarsi dal molo. Scrooge quindi si dirige alla cabina per parlare con il capitano e accordarsi sul percorso da intraprendere, ma prima che possa raggiungerlo una figura esce dalla cabina. È un giovane papero con indosso una semplice divisa da marinaio di color azzurro e bottoni gialli.
I loro sguardi si incrociano per qualche secondo, secondi nel quale il giovanotto lo fissa con uno sguardo tra lo scocciato, un misto di rancore e un altro sentimento difficile da definire. Scrooge invece rimane scosso da una strana sensazione familiare che gli percuote le piume, ma decide in fretta di non prestarci caso e cerca di dialogare con il giovane marinaio, chiedendo di poter comunicare con il capitano della nave.
Per dei lunghi minuti il marinaio continua a fissare in silenzio Scrooge con le braccia conserte e un espressione poco amichevole.
- Sono l'unico capitano in questa nave- dichiara finalmente a un Scrooge sorpreso che lo vede troppo giovane e inesperto per quel ruolo- E no, non sono interessato alla sua proposta- anticipa prima che l'altro riformuli la domanda.
Il giovane papero fa per voltarsi e tornare in cabina, ma Scrooge non è un papero che si arrende facilmente.
- Aspetta!- non vuole perdere l'occasione e decide di sfruttare a suo favore il titolo di miliardario come pretesto per convincerlo- Ragazzo, tu non sai chi sono io... !- s'impunta mettendosi ben dritto, ma non riesce a terminare la frase che il marinaio lo precede.
- … lo so, lei è Scrooge McDuck.
- Come... come lo sai?
- Come so che è il famoso miliardario di Duckburg?- alza gli occhi al cielo- Dovrei proprio vivere su un isola deserta per non conoscere lei e il suo impero finanziario.
Il marinaio non è per niente impressionato dalla presenza di Scrooge, tanto meno desideroso di eseguire gli ordini di un eccentrico ricco. Anzi, è evidente dal suo sguardo infastidito e diffidente che preferirebbe scaricarlo subito piuttosto di averlo sulla sua nave.
Scrooge però continua a insistere, quasi inscenando un finto pianto per convincerlo.
Il giovane papero sembra irremovibile davanti a quella scenetta e si penta di averlo caricato, però ricordando com'era disperato sul molo e sicuro che non troverebbe nessun altro così pazzo ad aiutarlo, decide di fare un eccezione.
- A condizione che una volta arrivati a destinazione, la lascerò lì. Dovrà cercarsi un'altra imbarcazione.
A Scrooge poteva bastare come accordo visto che era un papero che se l'era sempre cavata da solo nelle sue avventure.
- Accordo fatto...- dichiara Scrooge allungando la mano come per stringergliela-... il tuo nome?
Il marinaio fissa la mano del cliente ma anziché stringergliela gli dà le spalle e fa per rientrare nella sala comandi.
- … per lei solo "Don"- dichiara poco prima di chiudere la porta alle sue spalle e lasciando Scrooge ancora nella sua posizione e alquanto irritato dal comportamento del giovanotto.
In altre occasioni avrebbe preteso rispetto da un giovanotto, ma la situazione richiedeva di sopportare la maleducazione del marinaio.
Iniziò così il viaggio dei due paperi verso un isola temuta dai marinai per le numerose superstizioni ma allo stesso tempo ricca di un prezioso materiale.
Per raggiungerlo ci vogliono quasi due o tre giorni. Lungo il tragitto il marinaio si dedica alle sue faccende e alla manutenzione della nave, evitando il più possibile il contatto o di rivolgere la parola a Scrooge. Altrettanto il ricco papero si rinchiude nella stanzetta a lui concessa per poter continuare in segreto le sue ricerche. Ricerche che tra l'altro non vuole condividere con altri. È un papero abituato a starsene da solo e diffidare degli estranei, soprattutto se c'è in gioco qualcosa di prezioso come l'oro. Eppure non può fare a meno di sbirciare ogni tanto i movimenti del giovane papero.
È la prima volta che si vedono, eppure non si sa spiegare l'atteggiamento ostile nei suoi confronti. È come se provasse rancore per qualcosa che non aveva ancora fatto.
Don si occupava anche della dispensa e di cucinare anche per Scrooge, seppure in malavoglia, sorprendendolo con la sua cucina semplice ma gustosa.
- Te la sai cavare in cucina- commentò Scrooge in uno dei tanti intenti di fare conversazione- Ammetto che alla tua età non sapevo cucinare così. I dolci poi, sono deliziosi. L'hai presa da qualche libro? Hai la ricetta?
Don rimase in silenzio come al suo solito, ma anziché guardarlo scocciato come al solito, si limitò a fissare i fornelletti della sua piccola cucina.
- … mia nonna. È sua la ricetta di questi dolci- Scrooge alzò lo sguardo dal piatto per osservare il giovane, gli occhi di lui sembrano quasi lucidi- Da bambino la osservavo cucinare e talvolta l'aiutavo. È lei che mi ha insegnato.
- Deve essere stata una brava insegnante- commentò con gentilezza intuendo nella voce del papero dell'affetto per la parente. Era la prima volta che accennava a qualcosa di personale.
- Lo è stata- concordò lui, per poi distogliere lo sguardo dai fornelletti. Si alzò in piedi e raccolse le posate per portarle al lavandino.
Il suo sguardo era tornato serio e comportandosi come se non avesse appena condiviso un ricordo, gli voltò le spalle per lavare i piatti.
Scrooge, seppur l'altro continui a non dirigergli la parola se non per questioni inerenti al tragitto, non può fare a meno di continuare a osservarlo, chiedendosi cosa ci facesse un papero così giovane su una nave e da quanto navighi in mare aperto. Quanti anni aveva? Forse non era neanche maggiorenne. Poteva un giovane come lui andarsene in giro così? Non era semplice vivere su una nave con tutti i pericoli e responsabilità che comportava, eppure il giovanotto si destreggiava come un esperto.
Quando finalmente arrivarono all'isola, Scrooge scese d'un balzo dalla nave e si precipitò verso il suo famigerato tesoro, lasciandosi alle spalle l'imbarcazione che sarebbe tornata indietro senza di lui.
Con in mano la mappa che aveva tracciato in precedenza, percorse un sentiero non privo di ostacoli e trappole, che però lui superò facilmente grazie alla sua esperienza. Ma questa sua sicurezza gli fece sopravvalutare la pericolosità del posto e finì per cadere in una trappola che lo portò a precipitare verso dei spuntoni avvelenati. Nell'attimo che comprese di essere stato un incosciente a non aver prestato abbastanza attenzione, una mano lo afferrò al volo salvandolo da morte certa. Si trattava di Don che con fatica lo rialzò. Scrooge si sorprese di vederlo lì, erano rimasti d'accordo che se ne sarebbe andato via e quindi lo guardò diffidente una volta uscito dalla trappola.
- Me ne stavo andando- spiegò il giovane papero affaticato- Ma ho pensato che avrebbe potuto cacciarsi in qualche guaio. E infatti, è così.
Ma a Scrooge non convinse la spiegazione. Nessuno fa mai qualcosa se non per ottenere qualcosa, e sicuramente Don doveva aver scoperto che lui era sulle tracce di un tesoro. Certamente lo stava pedinando di nascosto, lo aveva salvato solo per conquistare la sua fiducia e farsi indicare la strada. L'esperienza di cercatore d'oro gli aveva insegnato che doveva aspettarsi tiri mancini anche dalle persone più sprovvedute o che si fingevano altruisti, quindi senza ringraziare rifiutò l'aiuto di Don e proseguì da solo.
Don si offese per le accuse nei suoi confronti e fece per tornarsene alla nave, ma all'ultimo si accorse di un'altra trappola ben nascosta che minacciava dall'alto un distratto Scrooge che fissava una mappa. Con un balzo veloce, quasi istintivo, si precipitò dal papero e lo spinse di lato prima che un masso cadesse a terra nel punto dove un istante prima sostava Scrooge. Il papero miliardario era frastornato dall'accaduto e nuovamente sorpreso dall'azione del marinaio che giaceva a terra vicino a lui.
- Non tutti hanno doppi fini, signor Scrooge! E neppure siamo tutti interessati alla ricchezza monetaria!- lo rimproverò Don continuando a borbottare sulla sua incoscienza e poca fiducia nel prossimo.
Scrooge non sa cosa pensare del giovane papero, perché l'aveva fatto? Non era per lui un estraneo? Non riesce neanche a scrutare in lui della cattiveria o falsità, ma per la prima volta da quando era un giovanotto provò a lasciare da parte i vecchi pregiudizi e fidarsi del prossimo. Decise quindi di farsi aiutare dal giovane papero a recuperare il tesoro.
La proposta arrivò a Don prendendolo alla sprovvista, che semplicemente era venuto a controllare per poi andarsene e non voltarsi indietro. Scrooge notò però che la proposta non sembrava far felice Don che ci rifletté su.
- Se questo serve per poter tornare al più presto alla nave e lasciare questa infernale isola, accetto.
I due paperi riprendono il cammino e insieme affrontano gli ultimi ostacoli per raggiungere il tesoro. Dopo diverse complicazioni, e tranelli che per poco non fanno perdere qualche piuma a Don, i due riescono a fuggire dall'isola con il tesoro in mano, giusto in tempo prima che la maledizione li colpisca con un'altra trappola.
Una volta in salvo sulla nave e con l'isola alle spalle, Scrooge rimane nella sua stanza a contemplare il suo tesoro e l'adrenalina che ancora gli scorre in corpo. Mentre Don è concentrato nella navigazione, Scrooge ripensa alle parole del marinaio quando l'aveva salvato. Non poteva negare che le sue parole avevano lasciato una certa amarezza in lui, e con essa avevano riportato dei tristi ricordi della sua gioventù.
Non era stato l'unico a rimproverarlo in quel modo. E seppur una parte di lui voleva mettere a tacere quelle voci, non poteva ignorare la realtà della situazione.
C'erano altri tesori che lo stavano aspettando, altri punti della sua mappa che dovevano essere esplorati, e per la prima volta dopo anni si rendeva conto che una mano gli avrebbe fatto comodo. Senza contare che avrebbe avuto bisogno di un mezzo per trasportare i suoi tesori.
Solitamente non avrebbe mai confidato in altre persone, soprattutto in uno che conosceva da qualche giorno, però sentiva che quel giovane papero gli ispirava fiducia, anche se nei suoi confronti era ancora scostante e diffidente.
Dopo averci pensato a lungo, propose al giovane di collaborare con lui alla ricerca dei tesori mancanti, anche perché avrebbe avuto bisogno di qualcuno bravo a navigare e cucinare.
- A fine viaggio avrai la tua paga. Diciamo... una quota sul guadagno... un 50... cof- si schiarisce la voce come per rettificare- … 20 per cento.
La proposta sembrò prendere nuovamente alla sprovvista Don, convinto un minuto prima che le loro strade si sarebbero finalmente separate lì. La sua espressione era quasi enigmatica e in conflitto con i suoi stessi pensieri.
- Non va bene? È una buona proposta- insistette Scrooge, abituato a contrattare. Ma Don preferì fissare il pavimento di legno- D'accordo, un 21 per cento. E sono già magnanimo. È più di quanto guadagneresti lavorando in questa nave.
- Non sono interessato al guadagno- mormorò il giovane papero.
- E allora qual è il problema?
Ma Don preferì non rispondere subito e si rinchiuse nella sua stanza a riflettere.
Scrooge è ancora un volta sorpreso dalla reazione del giovane, aspettandosi da chiunque altro un po' di entusiasmo, senza contare che a fine viaggio avrebbe avuto la sua quota di guadagno.
Il giorno dopo Don lo informò che accettava l'incarico, a patto che il suo ruolo si limitasse solo a quello. Nessuno dei due doveva immischiarsi nella vita o decisioni dell'altro.
Scrooge era alquanto intrigato e perplesso dalla strana richiesta, ma non aveva problemi al riguardo e allungò la mano per concludere l'accordo. Don rimase per qualche secondo a fissare la sua mano.
- Non è un accordo se non c'è una stretta di mano, Don.
Il giovane papero sospirò e nonostante la sua riluttanza, gli strinse la mano.
- Siamo soci ora.
- Sì, signor Scrooge.
- Puoi darmi del tu, Don. È più semplice, non credi?- consigliò con un sorriso.
Fino a quel momento il giovane papero aveva dato del lei a Scrooge, come volendo stabilire una certa distanza tra i due. A Scrooge non dava fastidio, era abituato con tutti i suoi dipendenti a mantenere un certo distacco, ma nel caso di Don, se doveva averlo affianco, sentiva che doveva mettere delle buone basi per in futuro intendersi meglio.
L'altro fu colto alla sprovvista e alquanto incerto nel farlo. Poi annuì.
- D'accordo, Scrooge.
Iniziò quindi un nuovo viaggio che li portò in altre città e isole per cercare il tesoro che un leggendario pirata aveva sparpagliato in giro e di cui solo Scrooge aveva saputo decifrare i suoi vecchi appunti.
Inizialmente Don cercò di mantenersi al margine delle spedizioni guidando solo la nave, appisolandosi sulla nave nell'attesa che l'altro tornasse dalla ricerca e disinteressandosi dei tesori che Scrooge scovava. Ma in alcune situazioni si vide costretto a intervenire, come la prima volta, per aiutare o consigliare il ricco papero, e in altri casi solo per criticarlo apertamente per la sua ossessione per l'oro. Proprio per questo i due più di una volta si ritrovarono a discutere, Scrooge criticandolo di essere troppo svogliato e di poca iniziativa, e Don rimproverandolo di essere solo un affarista senza scrupoli, interessato solo al suo profitto.
- Siete tutti uguali voi ricchi!- si lasciò scappare Don in una occasione- Denaro, denaro... poco vi importa se altri ci soffrono- commentò acido fissandolo- Sei uguale a lui.
- Ne parli come se tu conoscessi a fondo quell'ambiente!- risponde Scrooge alla provocazione, senza far domande su chi si riferisse. Don non controbatté e guardò altrove con evidente fastidio, come se stesse tentando di trattenersi dal dire qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire- Sei solo un giovanotto che pretende di sapere come gira il mondo, ma sei solo alle prime esperienze. Non sai cosa sia realmente importante per sopravvivere in questo mondo.
- Non ci tengo a saperlo. Preferisco vivere tanti di questi giorni da papero semplice che uno solo come voi.
Scrooge storse il becco, ma alla fine la discussione finì come tutte le altre: entrambi sfiniti che si ritirano in stanza sbattendo la porta dietro sé.
A parte questo Don non sembrava uno che amasse parlare molto in sua presenza, infatti aveva notato che con altre persone era un altro papero, più gentile e allegro. Le volte che si rivolgeva a lui invece era per dirgli qualcosa trasportato da sentimenti ostili, come la rabbia. Ciononostante Don non dava spiegazioni di molte cose che diceva, del reale significato delle sue parole. E l'altro non faceva domande. Del resto, erano solo soci.
Eppure Scrooge lo osservò sempre più incuriosito. Don era attento a non farsi scappare informazioni indiscrete su di sé, ed era come circondato da un alone di mistero, ciononostante era bastato poco tempo a Scrooge per constatare le abilità del giovane papero. Non solo era capace di guidare la nave anche in mezzo alle tempeste e cucinare con pochi ingredienti a disposizione, ma dimostrava un'agilità e sprezzo del pericolo, pari alla sua. Pur rifiutandosi più volte di sfaticare e venire coinvolto nelle spedizioni, Don era il primo che agiva con prontezza di fronte all'ostacolo. Come se avesse in lui un istinto da avventuriero. Dimostrava anche di sapersi difendere da solo, nelle occasioni che si scontrano con i Beagle Boys o altri predatori. Cosa che non era comune nei ragazzi della sua età.
Inoltre si era reso conto che nel breve tempo che avevano iniziato a viaggiare insieme, avevano inconsapevolmente acquisito una reciproca intesa nei gesti e nei movimenti, quasi sincronizzati, in grado di farli affrontare il pericolo come un team affiatato. Come se avessero sempre lottato fianco a fianco. Una sintonia che Scrooge mai aveva provato con altri compagni di viaggio.
Altra cosa che difficilmente poteva sfuggirgli di notare era che il papero sembrava perseguitato dalla sfortuna, una cattiva sorte capace di causare incredibili incidenti e provocare guai dal nulla. Ma ciò che lo colpì di più di Don era il carattere esplosivo. Di fronte a qualche ingiustizia o perdita di pazienza, scatenava una rabbia in grado di mettere a soqquadro un intero locale. E quando lo faceva, quasi per istinto Scrooge si teneva a larga, perché gli ricordava una persona del suo passato che aveva il suo stesso carattere irascibile e sguardo fiero. Solo che era una femmina.
- A volte mi ricordi una persona- rispose Scrooge alla domanda di Don, del perché lo stesse fissando insistentemente- Una persona molto cara a me- sorseggiò il suo thè caldo- È passato tanto tempo, eppure non c'è momento che non senta la sua mancanza.
Quelle parole sembrano mettere a disagio il marinaio che inizialmente non sa se chiudere il discorso lì o proseguire.
- Forse se ti fossi concentrato di più sui tuoi affetti anziché al denaro, ora non sentiresti la mancanza di quella persona- commentò Don con un po' di acidità.
- Non sai niente di me- replicò offeso Scrooge, quasi pentito di averne parlato- Avrai anche letto di me da qualche parte, ma non sei in grado di giudicare senza sapere quanto la vita può diventare difficile nel raggiungere le proprie mete, né quanto le proprie scelte finiscano per perseguitarti.
- Non lo so, hai ragione- e alzandosi da tavola si allontanò- Non so niente di te e tanto meno sono interessato a saperlo.
Le volte che si toccavano argomenti più personali, come la sfera familiare, Don mostrava una certa suscettibilità. Come quella volta che si trovano in un vecchio villaggio e un cercatore di tesori stava mettendo in pericolo l'incolumità dei paesani solo per impossessarsi di manufatto. Lo stesso tesoro che i due paperi stavano cercando.
Di fronte alle azioni spregevoli del cercatore di tesori, Don si sarebbe aspettato che Scrooge aiutasse quella gente. E invece Scrooge era solo interessato a non farsi precedere dal tizio, senza importargli che ciò avrebbe costretto quella gente a scappare dall'isola per evitare di morire.
Don rimase allibito quando sentì dire da Scrooge di lasciarli perdere e concentrarsi piuttosto a raggiungere il manufatto.
- Ci hanno salvato e dato ospitalità, nonostante sapessero che venivamo per il manufatto. E tu vuoi ripagargli costringendoli a scappare via, separando intere famiglie solo per un insulso tesoro!
- Sei tu che non comprendi! Se non recuperiamo per primi il manufatto, non potremmo continuare la ricerca degli altri tesori. E poi questa gente può cavarsela da sola.
- E quindi non ti faresti problemi ad abbandonarli a un destino che tu stesso causeresti!
- Anche senza di noi, il cercatore di tesori causerebbe la stessa disgrazia, quindi cosa cambia? Non sarebbe meglio cercare di trarne vantaggio invece di lasciarlo fare?
Don fece una smorfia contrariata, come se stesse trattenendosi dal fare una sfuriata.
- Non posso crederci! Hai solo in mente il tuo profitto!
- Cosa credevi, che i tesori sarebbero caduti nelle nostre mani senza sforzo? Non è facendosi scrupoli che si ottiene la vittoria. È così che sono diventato quello che sono!- si difese Scrooge battendosi una mano sul petto.
- A costo di cosa! Oro? Denaro?!- esclamò Don arrabbiato, per poi cercare di calmarsi. Lo guardò deluso e con tono serio- Una famiglia non deve mai essere separata. Ma se per te questo non ha valore, vai pure a recuperare il tuo prezioso manufatto. Io rimarrò qui a dare una mano a questa gente.
Detto questo, Don gli diede le spalle e si allontanò. Scrooge avrebbe voluto replicare e costringerlo a seguirlo, ma invece lo lasciò andare sentendosi un po' tradito per aver preferito quella gente anziché lui, anche se il patto che avevano stretto non includeva che Don fosse obbligato ad aiutarlo, ma solo di accompagnarlo. Se prima di allora Don era accorso al suo fianco era solo per una decisione propria. Ma questa volta non lo avrebbe aiutato.
E ripensando alle parole di Don e alle facce dei popolani non poté evitare di sentirsi vacillare. Perché quel Don aveva tale influenza su di lui? In passato non si sarebbe fatto problemi a ignorarlo e proseguire per la sua meta, ma era stato questo suo comportamento in passato a isolarlo.
Contro ogni suo buon senso, alla fine Scrooge decise di rinunciare al manufatto e aiutare la gente dell'isola. Lui e Don riuscirono a impedire che la catastrofe si abbattesse sull'isola e il cercatore di tesori finì per venire sconfitto dalle forze della natura. E quando meno se lo aspettava, la sorte lasciò tra le mani di Scrooge il famoso manufatto.
- Siamo certi che questa sia la volontà dei nostri antenati- commentò il capo del villaggio di fronte a un sorpreso Scrooge- Per averci salvato.
- Ma le vostre case... è tutto distrutto. Come farete ora? Il manufatto vi serviva per proteggere il vostro villaggio.
- È solo un oggetto. Non gli diamo tutto quel valore che voi gli date. Finché siamo salvi e rimaniamo uniti, tutto si può ricostruire- indicò la sua gente- È questo ciò che per noi è più importante.
Di ritorno alla nave, Don accese i motori mentre Scrooge si soffermò a parlare con il capo del villaggio. Lui e la sua gente li avevano accompagnati al porto.
- Manderò delle provviste e dei nuovi attrezzi per aiutarvi nella ricostruzione- confidò Scrooge al capo. L'altro lo guardò senza capire- Non sono abituato a prendere senza dare qualcosa in cambio- mentì lui con un certo disagio- Diciamo che lo considero uno scambio equo per questo manufatto.
Il capo sorrise e annuì, mentre Scrooge s'imbarcava nella nave, che prese poi il largo.
Scrooge, con in mano il nuovo manufatto, osservò la gente salutarli con il sorriso sulle labbra. Nonostante avessero appena perso parte delle loro proprietà.
Si voltò a guardare Don, che nel frattempo era uscito sul ponte di coperta e ricambiava il saluto. Aveva una dolce espressione allegra, uno dei pochi che gli aveva visto mostrare, ma con un velo di malinconia.
- Una famiglia non deve mai essere separata- ripeté il miliardario avvicinandosi a lui- Avevi ragione.
Don si sorprese che il papero si ricordasse delle sue parole e non poté evitare di smorzare il sorriso.
- Mia nonna ripeteva spesso che la famiglia è il più prezioso dei tesori.
- Tua nonna sembra una persona saggia, oltre che una brava cuoca.
- Già...
E come le altre volte, il discorso si chiuse lì perché senza aggiungere altro Don tornò nella cabina dei comandi. Scrooge si limitò a guardarlo allontanarsi e tornò a guardare l'isola ormai distante.
Il testo in inglese all'inizio del capitolo è la canzone di Ashton edminster intitolata "break the distance", canzone che ha ispirato il titolo e in parte si collega alla storia. Avrei preferito inserirla tradotta in italiano, ma non ho trovato una traduzione ufficiale, quindi l'ho lasciata in inglese. Consiglio di ascoltarla o cercare una traduzione.
