Questa fanfiction è basata sullo splendido videgioco Detroit: Become Human della QuanticDream, ho preso in prestito i suoi adorabili personaggi per creare questa mia storia.

La mia storia è basata su un'ipotetica relazione sentimentale tra Connor e Hank. Non voglio offendere nessuno e spero che nessuno se la prenda. È tutta finzione perciò calma e sangue freddo gente!

La storia si svolge qualche mese dopo la rivoluzione androide, Markus e i suoi hanno protestato pacificamente portando dalla loro parte l'opinione pubblica. Josh, Simon e North sono vivi così come Carl. Kara, Alice e Luther sono fuggiti in Canada, e Connor dopo aver liberato gli androidi dalla torre della CyberLife si è unito alla causa dei Jericho.

Spero che tutto questo vi piaccia e non vi annoi.

Grazie alla mia adorata Giada che mi ha aiutata a far uscire dalla teste idee che avevo e non riuscivo esprimere. Le dico quindi grazie per aver letto tutto questo malgrado inizialmente non fosse molto favorevole a una ship Hank e Connor, ma si è ricreduta!XD

Ma è ora di viaggiare fino al freddo inverno del 2038 nel Nord degli Stati Uniti. Detroit vi aspetta, con il suo futuro ancora tutto da scrivere, con Leggi della Robotica ormai obsolete e la comunità androide che cerca di trovare il suo posto nel mondo.

Ho preso come ispirazione anche dalla cultura di base della fantascienza, in particolar modo ho preso in prestito le Tre Leggi della robotica di Asimov.

Tutte le immagine provengono dal web e così come i personaggi non mi appartengono. E ringrazio i bravissimi autori che sembrano aver interpretato il mio pensiero inconsciamente. 3

Buona lettura a chi vorrà viaggiare con me.

Detroit, 15 gennaio 2039, ore 03:13 del mattino:

Per le strade si sentiva solo il silenzio. La battaglia per la libertà era finita da due mesi e grazie alla guida pacifica ma risoluta di Markus gli androidi avevano ora guadagnato i loro diritti. Tutto era ancora in fase di elaborazione sia per gli umani che per i robot.

Il presidente Warren era stata invitata a dimettersi per il trattamento aggressivo che aveva adottato, per i campi di sterminio e per l'intervento violento dell'esercito. Il vicepresidente era subentrato e ora cercava di organizzare camera e senato in modo che sia uomini che androidi fossero soddisfatti.

Simon e Josh erano stati incaricati di trattare con gli umani a livello politico ed ora rappresentavano alla camera del consiglio gli androidi di tutto il mondo.

Gli occhi di tutta la Terra erano puntati sui fatti accaduti a Nord degli Stai Uniti e la Devianza aveva raggiunto ogni angolo abitato del pianeta.

L'opinione pubblica, ormai favorevole alla causa androide grazie al carisma pacifico di Markus si stava abituando a considerare i propri robot come membri della famiglia o comunque li tolleravano come nuova specie vivente e dotata di intelligenza.

Nella sua rocca segreta sul lago Elijah Kamski sorrideva di frequente anche se le sue Chloe lo avevo lasciato per farsi una vita propria.

Lui aveva avvertito il Cacciatore di Devianti, c'era sempre un piano B nei suoi programmi. RA9 aveva fatto il suo lavoro e ora le sue creature erano libere…

Due di queste creature, due tra le più coinvolte in tutta quella faccenda non stavano dormendo e discutevano sottovoce guardando la città dall'alto della torre della CyberLife diventato il quartier generale della causa androide che ora, come richiesto, pensavano alla produzione dei loro simili.

Markus si passò una mano sul bel viso stanco.

"Non so che cosa dirti, se senti di dover fare così dovresti farlo…"

Connor sbuffò, e tornò a guardare le poche luci accese sulla città addormentata.

17.5 km al suo obbiettivo.

"Devo andarmene da qui Markus, sono rimasto fin troppo tempo, la mia missione è compiuta."

L'altro lo guardò con un sorriso, capiva cosa volesse dire. Anche lui era stanco di stare li, di essere un punto di riferimento, voleva solo tornare ad essere il Markus di prima. Il Markus che suonava il piano e giocava a scacchi con Carl… Dio quanto gli mancava Carl, Connor aveva ragione. Il loro lavoro li era finito!

" Sai cosa ti dico amico mio? Domani che ne andiamo entrambi! North può benissimo prendere il mio posto, non vede l'ora di comandare tutti a bacchetta in effetti!"

Connor sorrise, sapeva che Markus avrebbe capito.

"Grazie…" disse solo.

L'altro annuii ricambiando il sorriso.

Il mattino dopo erano ai piedi della torre, una North scontrosa ma soddisfatta aveva accettato di fare le veci di Markus e di pensare all'organizzazione della Nuova Jericho.

Markus con la sacca in spalla e il lungo cappotto rovinato che aveva visto la rivoluzione androide aveva già chiamato Carl e non vedeva l'ora di riabbracciarlo.

Connor abbandonati i vestiti comuni si era rimesso la sua uniforme di protocollo ed era intento a sistemarsi la cravatta incurante della neve che cadeva leggera tra i suoi capelli scuri.

"Dove andrai ora?" chiese a Markus una volta che fu soddisfatto del suo aspetto (con la Devianza aveva scoperto una parte di vanità e ossessione per l'ordine).

Markus sorrise con una nuova luce negli occhi stanchi.

"A casa mia, torno da mio padre." il ricordo delle giornate trascorse con Carl a leggere saggi e discutere di filosofia gli scaldavano il cuore.

" È molto malato ma voglio stare con lui e recuperare tutto il tempo perso dall'inizio della rivoluzione, lui è la ragione per cui sono quello che sono."

" È una cosa molto bella Markus…" commentò Connor con un velo di tristezza nella voce. Markus era vivo e cosciente di essere un Deviante da molto più tempo di lui. Anche lui avrebbe voluto avere ricordi così belli, gli unici ricordi belli che aveva prima della Devianza erano confusi dal suo programma ed erano legati al Tenente Anderson.

"Tu cosa farai Cacciatore di Devianti?" chiese Markus curioso guardando l'amico che scrutava l'orizzonte, il led sulla tempia che lampeggiava gialla da qualche giorno. Era in evidente conflitto con sé stesso.

"Io… Credo che dovrei tornare a fare il poliziotto, è nel mio programma originale e so che dovrei ribellarmi… ma a me piaceva fare il poliziotto!"

Si morse un labbro ripensando all'adrenalina che gli scorreva nelle vene mentre inseguiva Rupert sui tetti della fattoria cittadina. Sapeva bene di non avere ne' vene, ne' ormoni, ne' tantomeno ghiandole… però era bello pensarlo!

"Hai un posto dove andare Connor?"

Led rosso

"Se vuoi puoi stare da me e Carl finché n-"

"No, grazie" rispose Connor con un mezzo sorriso. "Devo prima vedere il mio partner."

"Partner?" chiese Markus perplesso

"Il mio collega, il Tenente Anderson, era il mio partner durante le indagini sui Devianti."

Led blu, un sorriso dolce e un accenno di gote azzurrate

"Lui mi ha cambiato Markus…" disse piano pensando allo scorbutico Tenente di polizia.

"Credo che ci siamo cambiati a vicenda".

Markus scrutò attentamente i circuiti di Connor scansionandolo. Il battito del suo cuore era aumentato e il suo led brillava finalmente di un blu intenso, non l'aveva mai visto così in quei mesi.

"Allora devi andare da lui" aveva un sospetto riguardo l'amico ma Connor era rimasto molto protocollare e preciso e non aveva esplorato come avrebbe dovuto il vasto e complesso regno dei sentimenti.

"Credo che farò così…"

"Allora le nostre strade si dividono amico mio, senza di te saremmo stati persi."

"Lo saremmo stati senza la tua canzone Markus."

Si abbracciarono come novelli fratelli, così uguali ma così diversi e ora uniti per sempre.

Il telefono suonava.

Hank inciampò in Sumo che dormiva ai piedi del suo letto!

"Cazzo Sumo! Solo qui devi dormire enorme palla di lardo?!"

Il grosso cane lo guardò con i suoi occhioni languidi e si rimise a dormire.

Hank scosse la testa con un sorriso, non avrebbe mai potuto prendersela con Sumo…

Si diresse sbadigliando verso la cucina guidato dal suono del suo cellulare. Chiunque fosse era insistente. Ed era un rompiballe per chiamare alle cinque del mattino!

Sperava solo di non dover uscire per un omicidio con tutta quella neve a quell'ora del mattino!

Incespicando raggiunse il tavolo e prese il telefono. Numero sconosciuto. Il telefono continuava a suonare con insistenza.

Fissò lo schermo, decise di rispondere anche solo per insultare l'idiota che aveva disturbato il suo sonno.

"Pronto?" disse con voce impastata dal sonno ma già furente.

"Buongiorno Tenente Anderson sono Connor." la voce chiara e squillante dell'androide lo lasciò senza parole.

"… Tenente Anderson? Mi sente?"

"Cazzo Connor! Sei tu!"

L'androide sbatté le palpebre perplesso, era logico fosse lui.

"Hem… si, sono io."

Hank si lasciò cadere su una sedia passandosi una mano tra i capelli spettinati.

"Porca troia Connor! Ti ho visto in televisione, pensavo ti avessero fatto fuori!"

Era da quando Connor aveva liberato gli androidi della torre che non lo vedeva. Da quando Connor gli aveva salvato la vita.

"No, sono stato a Jericho con Markus aiutandolo nella mediazione con gli umani."

"Ero preoccupatissimo cazzo! Potevi chiamarmi!"

Connor non rispose subito. Era davvero stupito della reazione del collega.

"Io… volevo chiamarla ma non pensavo le importasse di me."

"Ma che cazzo stai dicendo! Sei il mio partner stupido pezzo di plastica! Sei mio amico!"

"A-anche io la considero un amico Tenente Anderson."

"Hank"

"Cosa scusi?"

" Chiamami Hank stupido androide! E non azzardarti più a darmi del lei! Non sono poi così vecchio cazzo!"

Connor s'inbluì, felice che Hank non potesse vederlo.

"O-ok Hank allora…" disse sollevato, temeva che l'uomo fosse arrabbiato con lui.

"Dobbiamo assolutamente vederci Connor!"

Hank era felice, aveva passato gli ultimi mesi preoccupato per l'androide. Sapeva che malgrado la pace molto erano rimasti distrutti da umani arrabbiati e contrari alla causa dei Jericho. Non dubitava che in caso di bisogno Connor si sarebbe imolato per aiutare un suo simile, così come si era sacrificato per salvarlo alla torre di Channel 16. Era nella sua programmazione aiutare, umani o no, e non solo per le Tre Leggi ma per la sua natura altruista e benevola.

"Molto volentieri Ten… Hank."

"Facciamo alle 7:00 al Chicken feed?"

" Sono a 7.6 km da li, arriverò alle 7:06 secondo i miei calcoli."

"Ehm d'accordo, allora ci vediamo dopo Connor."

"A più tardi Hank."

Il Tenente Hank Anderson della polizia di Detroit attendeva con le braccia incrociate sotto una neve lieve davanti a quello che prima della rivoluzione era il suo street food preferito.

I suoi capelli grigi brillavano per i fiocchi leggeri che cadevano dal cielo. Il suo vecchio e logoro giaccone lo proteggeva dal freddo pungente di metà gennaio mentre batteva i piedi in atterra in attesa di qualcosa.

No, in attesa di qualcuno. Quel qualcuno che gli aveva più volte salvato la vita, che aveva penetrato la sua corazza di tristezza e amarezza con una gentilezza pacata ma insistente. Il suo collega androide imposto dal Capitano e dalla CyberLife. Quello che si era rivelato un poliziotto attento e scrupoloso. Un androide che aveva dimostrato compassione e dubbio. Un androide che era andato contro le stesse Tre Leggi e la Logica, il codice di base di ogni robot sin dai primi anni sessanta, prima ancora della sua nascita. Stava aspettando Connor, prodotto in serie ma unico. Era il suo Connor non un qualsiasi RK800, e lo aveva dimostrato nella torre in quell'11 novembre che sarà per sempre ricordato.

Connor, il Cacciatore di Devianti diventato a sua volta un Deviante. Non per un trauma ma per una serie di eventi che lo avevano cambiato.

Come aveva detto Hank stesso una volta in quello stesso luogo:

"I sentimenti incasinano sempre tutto, forse non siete poi così diversi da noi…"

Beh, Connor era diverso su questo non c'erano dubbi…

Hank non voleva ammetterlo ma era agitato. Era arrivato in anticipo di un quarto d'ora, cosa del tutto contrario al suo stile, e ora era trepidante e con la mente confusa.

Doveva ammettere che Connor gli era davvero mancato. L'indagine che avevano seguito insieme era stata breve ma ricca di svolte e pericoli. La loro indagine aveva cambiato il mondo. Quell'indagine aveva cambiato lui. Se non fosse arrivato Connor, con i suoi sorrisi smaglianti, il suo cercare di essere il collega ideale indagando sui suoi interessi, con la sua assoluta devozione al collega… Se non fosse arrivato probabilmente Hank non avrebbe visto l'anno nuovo. Gli aveva salvato la vita in molti modi. Gli aveva fatto capire che odiare sé stesso e gli androidi per la morte di Cole non gli avrebbe ridato il figlio. Malgrado i suoi tentativi di autodistruzione con alcool e roulette russa gli aveva fatto ritrovare la gioia del suo lavoro. Il suo amore per le indagini, non per nulla era stato il migliore della sua classe in accademia e il Tenente più giovane mai promosso nella storia della polizia di Detroit.

E ora non gli sembrava possibile sentire quell'agitazione per una macchina che tre mesi prima avrebbe volentieri sbattuto lui stesso in una discarica. Prese un profondo respiro e cercò di calmarsi, Connor l'avrebbe sicuramente scansionato per accertarsi del suo stato di salute e non voleva che lo trovasse agitato.

Un rumore lieve alla sua sinistra lo fece voltare. Nella città silenziosa dei passi leggeri sulla neve fresca rimbombavano come un botto di Capodanno.

Ed eccolo li, con la schiena dritta, i capelli perfetti tranne il solito ciuffo ribelle, la giacca e la camicia perfettamente inamidata con il nodo alla cravatta perfettamente diritto.

Pareva appena uscito dalla fabbrica, se non fosse per lo sguardo dolce e nel contempo ansioso sul suo viso completamente diverso dal Connor di inizio novembre, con lo sguardo vitreo tipico degli androidi.

Hank sbattè le palpebre e gli andò incontro con un sorriso storto mentre Connor camminava piano verso di lui.

Prima che l'androide poté fare o dire qualcosa (si era preparato 17 frasi di circostanza, 7 battute divertenti e 62 saluti amichevoli) si trovò stretto tra le braccia dell'uomo. Questo non l'aveva previsto… Hank lo strinse forte a sé, felice e grato che il suo collega fosse sopravvissuto alla rivolta e agli scontri successivi.

Era tornato, lo aveva cercato, non era più solo.

Nella frazione di secondo successivo Connor, ancora sconcertato e confuso, scansionò Hank.

Stava bene ed era più in salute dell'ultima volta che l'aveva visto. I valori di glicemia, colesterolo e trigliceridi erano decisamente migliorati e il fegato sembrava meno gonfio, solo il cuore pompava un po'troppo rapido.

Tachicardia?

Poi un nuovo pensiero e nuove sensazioni colsero il suo cervello positronico. Calore, affetto, amicizia, famiglia…

E senza nemmeno pensarci strinse Hank a sua volta grato che fosse vivo, che fosse li con lui, che fosse felice di vederlo.

Rimasero abbracciati a lungo, l'uomo con le lacrime agli occhi che non avrebbe permesso a nessuno di vedere e l'androide con il led che lampeggiava giallo, mostrando al mondo intero le sue riflessioni e le sue incertezze.

"Sei vivo Connor!"

"Si… Sono Vivo…"