E a volte credo di star bene pensando a quello che mi conviene
Dimentico il mondo che respira per averti vicina
Anima, in questa vita c'è bisogno di più anima
Per sopportare quello che c'è intorno l'anima
Che io ho lasciato fra le tue mani
Per non avere tutti i giorni uguali
L'anima che troppe volte metti sotto i piedi
L'anima che tiro fuori quando non mi credi
L'anima che a volte ti fa ragionar
Anche se hai voglia di lasciarti andare
(Pino Daniele)
Sorrisi, abbracci, qualche pacca sulle spalle. E tanto, tanto imbarazzo.
D'altronde, se l'aspettava.
Anzi, è anche meglio di molte delle ipotesi che si era fatta. Temeva di trovare rabbia, e risentimento. O peggio: indifferenza.
Invece Xander è addirittura venuto a prenderla all'aeroporto in macchina. E durante il viaggio da Los Angeles, ha chiacchierato amabilmente di un'infinita quantità di argomenti. Non è rimasto zitto nemmeno un secondo. Evidentemente anche a lui pesava, il silenzio.
E ora sono tutti lì, sorridenti e confusi, e nessuno sa cosa dire. C'è tensione nell'aria. Niente sarà più come prima, di sicuro è a questo che tutti stanno pensando. E non c'è bisogno di essere una strega per saperlo.
È per questo che non voleva tornare. Ma Giles aveva insistito. E aveva ragione.
L'Inghilterra le era servita, era stato un bel periodo, di calma. Ma è giusto riprendere la sua vita.
A tutte queste cose pensa Willow, e contemporaneamente cerca qualcosa da dire, vagando con gli occhi sulle facce dei suoi amici, non riuscendo a soffermarsi su nessuno di quegli sguardi dolorosi.
Paradossalmente, solo Anya sembra davvero felice di vederla. Lei, con cui non è mai andata veramente d'accordo, lei, che è un demone, le sorride sinceramente contenta che sia tornata. Di sicuro è la meno imbarazzata. E finalmente, si decide a rompere il silenzio:
«Allora, come sta Giles?»
«Be… bene… Sembra… un'altra persona, quando è in Inghilterra. È… nel suo elemento.»
«E… l'Inghilterra, com'era?», chiede Dawn.
«Molto… inglese. Proprio come uno se l'aspetta. Il tè delle 5, e quelle cose lì.»
«Che bella che dev'essere, l'Europa! Mi piacerebbe tanto andarci!», esclama la ragazza con entusiasmo.
Il volto di Willow, invece, si rabbuia. Anche a Tara sarebbe piaciuto tanto andare in Europa. Quante volte ne avevano palato, e fantasticando, avevano progettato un viaggio…
Anche per questo non voleva tornare. Sapeva che a Sunnydale tutto le avrebbe rammentato Tara. Non che in Inghilterra non pensasse a lei ogni momento, ma qui ovunque si gira a guardare, c'è qualcosa che gliela ricorda. E davanti alla scooby gang al completo, la sua assenza si nota ancora di più.
Un momento, però. Manca anche qualcun altro. Il sole è calato da un pezzo, strano non vederlo come sempre ronzare intorno a Buffy. Ah, sì, Xander le ha detto di quello che è successo quel giorno. Presa dal suo dolore, aveva dimenticato che anche gli altri non se l'erano passata bene. Chissà che fine ha fatto Spike. Non è che in effetti ha qualche motivo particolare per essere felice che lei sia tornata. Però è strano che non ci sia, e un po' le dispiace. O forse cerca solo un altro motivo per non pensare a Tara.
In ogni caso, qualunque cosa è meglio del silenzio che di nuovo si è creato. Per cui, Willow azzarda a chiedere: «Dov'è Spike?»
Se possibile, l'imbarazzo aumenta.
«Quest'estate, è sparito, non si è fatto vedere per un bel po'», spiega Buffy: «È tornato da un paio di settimane, ma… non è più lo stesso»
«E ha detto dove è stato?»
Interessarsi agli altri, per non pensare al proprio dolore. «[Visto Willow? Non è poi così difficile.]»
«No, di preciso non lo sappiamo. Però sappiamo che è andato… a farsi dare… un'anima.»
«Un'anima? Vuoi dire che ora Spike ha l'anima?»
«Sì», risponde solo la cacciatrice. Non sembra voler aggiungere altro. Ci pensa Anya a chiudere il quadro: «È piuttosto fuori di testa. Sente le voci, parla da solo, un momento è tranquillo, il momento dopo ti prende a pugni, ed è diventato parecchio autolesionista.»
«Spike? Autolesionista?»
Willow ripensa a una scena di due anni e mezzo prima, quando lei e Xander avevano sorpreso il vampiro nel tentativo di impalettarsi da solo. Aveva "solamente" un chip, allora. Chissà cosa poteva combinare con un'anima!
Anya guarda Buffy, per vedere se vuole aggiungere qualcosa, ma questa non risponde, allora di nuovo prende lei la parola: «Di preciso non so tutto quello che ha fatto, ma pare che qualche giorno fa abbia abbracciato una grossa croce a torso nudo…»
«[Possibile che c'è qualcuno che sta peggio di me?]», pensa Willow. Poi chiede: «E ora come sta?»
Nessuno risponde. Tutti guardano Buffy. Stavolta davvero solo lei può dare una risposta. È l'unica ad avere rapporti col vampiro. La cacciatrice comincia ad odiare Willow, era già piuttosto nervosa per il suo ritorno, non ha dimenticato quello che è successo soltanto pochi mesi prima. E ora, appena arrivata, già la mette in crisi chiedendole cose a cui lei sta cercando con fatica di non pensare. Ma tutti aspettano lei, non può continuare a stare zitta, deve rispondere.
«Non lo so.»
«Non lo sai? Ma, almeno fisicamente… voglio dire: le ferite che si è fatto sono profonde, è già guarito, come…»
«Ho detto che NON LO SO!», grida Buffy, esasperata: «L'ho lasciato abbracciato a quella croce, e da allora non l'ho visto più!»
Ecco, l'ha detto. Silenzio, nessuno parla. Poi Xander chiede: «Quindi potrebbe essere anche.. morto?»
«No, non credo. Sono tornata nella chiesa, e non c'era cenere ai piedi della croce.»
«E tu l'hai lasciato lì a bruciare?» Dawn è scioccata. Non ha perdonato Spike per quello che ha fatto a sua sorella, ma non ha smesso di volergli bene. E sapere che sta soffrendo un sacco, e che sarebbe potuto morire, le ha fatto un po' dimenticare quanto è arrabbiata con lui.
«Cosa dovevo fare? È impazzito, forse perché soffre troppo, ma io… non è mica colpa mia! Se vuole… punirsi, io…» Buffy tenta di difendersi, ma è la prima ad accusarsi, anche se non lo ammetterebbe mai. Anima o no, non è ancora pronta ad accettare i suoi sentimenti per Spike. Anche perché non li ha ancora capiti nemmeno lei. Le sue scuse, comunque, non reggono, lo capisce.
«[Così avresti lasciato morire Spike per altruismo?]» la deride sarcastica una voce dentro di lei: «[Poverino, soffre… se vuole uccidersi, chi sono io per fermarlo?]», e la stessa cattiva vocina le ricorda quell'alba di Natale di qualche anno prima, quando un altro vampiro con l'anima aveva desiderato morire, e lei aveva fatto di tutto per impedirglielo. Ma era diverso. Era Angel… «[E in cosa era diverso?]»
Per fortuna ci pensa Willow a zittire quella voce, distraendola dai suoi pensieri: «Non sapete neanche dove potrebbe essere? Dove vive… ancora nella sua cripta?»
«No, credo che… si fosse installato nei sotterranei del Liceo.»
«Ah, già, il Liceo…». Willow aveva saputo che l'avevano ricostruito, di nuovo sopra la bocca dell'inferno. Quasi quasi, la cosa le fa un po' ridere. Propone di andare lì a vedere com'è la situazione. Mentre la accompagnano, Xander le racconta vari aneddoti sulla ricostruzione della scuola, come quando hanno trovato quel "pezzo di sindaco", e sono venuti dei professori da varie università per cercare di capire che poteva essere, e ora si trova forse in qualche museo o laboratorio.
Ed è bello sentirlo raccontare. Come una volta, quando lui era il suo migliore amico.
«[Eri sincero, Xander? Eri sincero quando con le tue parole sei riuscito a farmi tornare in me? Ho ucciso un uomo, e avrei potuto uccidere anche voi… Davvero mi vuoi ancora bene, Xander?]»
Entrano tutti di nascosto, come facevano un tempo, nelle lunghe nottate passate in biblioteca… Ma ora è tutto diverso, dove c'era la biblioteca, c'è l'ufficio del nuovo preside, che a quanto dicono è un tipo simpatico, niente a che veder con Snyder.
Buffy li guida nel seminterrato. È tutto buio, la lampadina deve essere fulminata. Non si sente nessun rumore. Anya prova a chiamare il vampiro, nessuno risponde. Xander aveva una torcia in macchina, e l'ha portata, ma non vuole accendersi. Finalmente, dopo averla sbattuta un paio di volte contro il muro, si accende.
«ANDATE VIA!»
Il grido li prende tutti alla sprovvista. Dawn fa un salto abbracciando Buffy, Xander fa cadere la torcia, che illumina sul pavimento i pezzi della lampadina rotta.
Willow scruta l'oscurità nella direzione da cui proveniva la voce. Raccoglie a terra la pila, e la punta verso il fondo della grande stanza.
«Lasciami! Vattene! BRUCIA!»
Spike è raggomitolato in un angolo, la testa fra le braccia, che cerca di proteggersi dalla luce. Piange disperato, mentre continua a gridare: «Brucia! Brucia!»
Willow sposta il fascio di luce, non ce la fa a continuare a guardare, a sentire quelle urla. Appena la luce lo abbandona, Spike si calma, ma non tace: «La scintilla… brucia… fa male. Continua… non smette…» poi silenzio. Nessuno di loro ha il coraggio di parlare.
Buffy sente un movimento, prende il braccio di Willow e riporta la torcia verso Spike. Il vampiro non c'è più. Atterrita toglie la lampada dalle mani dell'amica, contemporaneamente voltandosi verso dove aveva percepito lo spostamento, e se lo ritrova davanti. Le sfugge un urlo, perché lui le ha afferrato una mano. Il fascio di luce è diretto verso l'alto, illumina bene il petto nudo, e soprattutto il volto di Spike. Willow si ferma prima a guardare gli orribili segni lasciati dal contatto con la croce, sul petto e sulle braccia, la pelle carbonizzata, qualche lembo staccato, a mostrare la carne, anch'essa bruciata. Poi guarda il viso del vampiro, i suoi occhi spiritati, e la paura l'assale. Anche Buffy è spaventata. Spike non ha su il volto della caccia, ma la sua espressione non potrebbe esser più terrificante. E di certo non migliora quando le sue labbra si piegano in un malvagio, isterico sorriso.
«Vuoi sentire anche tu come brucia?», chiede. È rivolto a Buffy, ma Willow non crede che l'abbia riconosciuta. È pazzo, è completamente fuori di testa.
Spike spinge indietro Buffy, la torcia cade di nuovo a terra, e si spegne.
«[Ma lui ci vede!]», pensa Willow con sgomento. Subito pronuncia sottovoce le parole dell'incantesimo, mentre forti colpi sordi cominciano ad echeggiare nella stanza, e la voce irriconoscibile di Spike sussurra: «Non smette, non smette, non smette mai…»
Dalla mano di Willow si irradia una luce bianca, di forma sferica, dapprima tenue, poi si ingrossa, e dolcemente la strega la spinge verso l'alto. Ora tutta la stanza è illuminata, e tutti possono vedere Spike che con violenza sta dando testate al muro.
«Autolesionista, l'avevo detto», commenta Anya. Buffy non sa che fare, vorrebbe scappare via di nuovo. Si volta verso Dawn, la ragazza è spaventatissima, ha le lacrime agli occhi.
«[Che idiota che sono]», si rimprovera la cacciatrice: «[Non avrei mai dovuto farla venire…]»
«Credo sia meglio andare via…» propone Xander, e Buffy non è mai stata più contenta di ascoltarlo. Anche Anya è d'accordo. Dawn si lascia muovere docilmente, ancora scioccata, voltandosi continuamente indietro verso il vampiro. Willow esita un momento, quando una risata innaturale li blocca tutti. Spike non li guarda, parla, e non si capisce se si rivolge a loro o no.
«Che altro volete da me, eh? Ancora sangue? Non vi siete stufati? Stavo meglio prima, no? Ma ora lui è tornato, per tormentarmi. Non ero già abbastanza tormentato?»
Ha smesso di picchiare con la testa, ora prende il muro a pugni, col sangue che gli cola sul viso dalla ferita che si è fatto sulla fronte. D'improvviso fa uno scatto indietro, e si volta verso il suo pubblico, tutti fermi sulla porta, attoniti, e con lo sguardo sempre più folle, recita urlando:
«William il poeta maledetto
scende giù per il viale…
Bravo ragazzo? Cattivo ragazzo? …»
Si ferma, ride, poi fissa Buffy negli occhi: «Dimmi: c'è differenza?»
Abbassa lo sguardo e nota accanto a lui una sedia capovolta, senza una gamba. Si accovaccia ad osservarla, come fosse qualcosa di straordinario. Poi all'improvviso la afferra, e la lancia con forza verso il globo luminoso creato da Willow, che si dissolve. Non appena torna l'oscurità, gli altri sono già tutti fuori. Buffy ha tirato via Dawn, e ha spinto Xander e Anya che si trovavano davanti a lei. Willow li ha seguiti su per le scale, fuori dallo scantinato. Si chiude la porta alle spalle, e tutti si fermano un momento. Le luci della scuola sono spente, ma dalle finestre del corridoio entra la luce della strada, e ci si vede abbastanza bene.
«Andiamo via», dice Buffy. Xander annuisce.
«Andate, io… resto qui», li sorprende Willow.
«Per fare cosa?», le chiede Anya. La pazzia di Spike ha spaventato parecchio anche lei.
«Vorrei vedere se posso fare qualcosa per aiutarlo», spiega la ragazza.
«Willow, l'hai visto, è fuori di sé… è pericoloso. Non… non so neanche se in queste condizioni il chip funziona. Forse, se non si rende conto di fare del male, non si attiva.»
«Non preoccuparti, Buffy», la strega sorride: «Mi so difendere.»
La cacciatrice esita, poco convinta: «Ok, ti aspettiamo fuori, se…»
«No. Andate a casa. Non vi preoccupate per me. Ci vediamo domani.», e senza aspettare altri commenti, apre la porta e torna giù, lasciando gli altri a leggere la scritta "Scantinato: vietato l'accesso agli studenti".
