Prologo

Erano passati vent'anni…

–Stai facendo le valigie?

–Uh–uh. Mi hanno mandato un telegramma dall'Olanda. Pare che ci sia bisogno del mio aiuto. Niente di troppo urgente, però… potrò prendere il prossimo aereo.

–Hai bisogno di qualcuno che ti accompagni?

–Non credo. Dovremmo bastare io e gli altri che sono già sul posto. Però, se ti va di venire… cioè…

–?

–Be', potresti approfittarne… per fare un salto a casa tua. Non è così lontano.

–…

–Da quanto tempo è che non ci torni? Anche l'ultima volta hai evitato di…

–…Grazie. Ma credo che per stavolta vada bene così. Fai buon viaggio.

–Sei sicura? Non voglio forzarti. Ma dopo quello che ti è capitato ultimamente avresti anche bisogno di un po' di riposo. Ascolta, se c'è qualcosa che non va… se vuoi parlarmene…

–…

–…D'accordo. Scusa. Allora vado. Arrivederci.

–…

–Ti saluterò gli altri.

–…

–…

–Aspetta.

–Sì?

–Ho cambiato idea. Hai ragione. Vengo con te. In fondo perché… voglio dire, un cambiamento d'aria mi farà bene.

–Spero che non sia solo perché temi che possa invaghirmi di qualche bella demoiselle se non mi controlli.

–Oh, non fare lo sciocco!

–Eh eh…

–Casomai dovresti preoccuparti tu che possa incontrare per caso qualche bel ragazzone per strada…

–…Eh? Scherzi, vero?

–Ah ah ah…


Erano passati vent'anni… dal giorno che ci eravamo persi…

L'uomo arrancava per la strada. La spalla gli faceva un male d'inferno. Nessuno a cui chiedere aiuto in vista.

Il vento freddo gli avvolgeva le gambe. Una frenata stridente alle sue spalle. Lo sbattere dello sportello di un'auto. Lo avevano trovato di nuovo. Era debole per il sangue perso… non riusciva più a correre molto veloce.

No. Non posso farmi prendere ora…

Strinse i denti. Costrinse i piedi a muoversi. Sentì le urla. Doveva riuscire a seminarli.

Dopo tutto questo tempo… finalmente sono sulla pista giusta…

Li aveva inseguiti per anni, fiutando come un segugio. Tracce minime negli archivi degli eserciti e della polizia. Scie di documenti segreti o di indizi distrutti. Pistole puntate alla testa di spacciatori, spie e infiltrati. Aveva dato le dimissioni dall'arma e dal lavoro per questo. Era riuscito a sottrarre le informazioni che cercava dopo una vita di paziente lavoro. E quando era stato scoperto, era dovuto fuggire. Con tutti i mezzi. In aereo… in nave… in auto… perfino a piedi.

Proprio come allora… eh eh… se ci si pensa…

E tutto stava per finire lì. A poche strade di distanza da dove era cominciato.

Se almeno riuscissi a dirlo a qualcuno prima che mi prendano… se almeno riuscissi a dirlo a… loro…

Dopo tutto questo tempo passato a cercarla…

Non ora che finalmente l'ho quasi ritrovata…

Un attacco di vertigini. Gli si offuscarono gli occhi. Barcollò.

La pallottola lo mancò. Piombò in avanti, dove scorreva il fiume. L'acqua nera lo inghiottì e gli bruciò i polmoni. Tutto divenne buio. Riuscì appena a gridare mentalmente il nome che aveva ripetuto dentro di sé ogni giorno di quegli anni, prima di perdere i sensi.

Gli uomini in nero si fermarono sulla riva. A parte un brandello di mantello, non c'era più traccia di lui.

–Sarà affogato?…

–Se non lo è, ritroveremo la traccia quando uscirà di nuovo allo scoperto. Lo sa lui come lo sappiamo noi. Nessuno ci può sfuggire.


In aereo…

Sentì una mano calda sulla sua mentre guardava assente fuori dal finestrino. Ebbe un lieve sobbalzo come se si fosse dimenticata per un attimo di non essere sola. Grandi occhi scuri la guardavano preoccupati.

–Stai bene? Non hai quasi aperto bocca. Cosa c'è che non va?

Scosse la testa. –No, scusami. Ero solo immersa nei miei pensieri.

–È dalla nostra ultima battaglia che sei cupa. Sei forse arrabbiata per esserti lasciata catturare in quel modo? Poteva capitare a tutti, sai. Nessuno te ne fa una colpa.

Lei accennò un sorriso. –Lo so. In parte forse è anche per questo, ma… Scusami. Non voglio che tu stia in ansia per me.

–Ho insistito troppo per farti venire? Non siamo obbligati a passare da Parigi se… il pensiero di rivederla ti fa star male.

Lei tornò a fissare le nuvole al di là del finestrino. –No. Stai tranquillo. Non è questo. Ho solo bisogno di riflettere un po' per conto mio.

Non è questo… non solo, almeno…

Certo, mi ha irritato essere catturata in quel modo… DI NUOVO in quel modo. Come se tanti anni non fossero passati e io non mi sapessi difendere…

Come se fossi ancora quella ragazzina ingenua che…

Che vorrei tanto poter tornare ad essere.

È questo che mi fa paura… ci stavo pensando anche prima… ma è difficile parlarne perché non è molto chiaro neanche per me.

Ho avuto due vite… sono stata due persone diverse… e così diverse l'una dall'altra… è passato tanto tempo… che non so più quanto è rimasto in me di quella di prima…

L'ultima volta che ho rivisto la mia casa… il dolore per questo è stato quasi troppo forte per me.

Se dovesse accadere di nuovo… è questo che mi spaventa…

Tutti i ricordi della mia infanzia… dei miei sogni… degli amici perduti…

E i ricordi di…


–Mio Dio! È ancora vivo!

–Presto, chiamate un'ambulanza!

–Ehi, amico? Ehi? Forza, riprenditi!

–Coraggio, signore!

–Guardategli nelle tasche. Se ha i documenti… magari c'è un numero da chiamare.

–Forza, amico! Forza!

–Ma arrivano questi dottori?

Vent'anni… in cui eravamo entrambi cresciuti e cambiati, ognuno a suo modo…

Ma non c'eravamo mai dimenticati.

Vent'anni da quando ci eravamo persi…

Il giorno che ci ritrovammo.