BPOV
Edward ed io andammo verso la camera di Renesmee per augurarle Buonanotte. Potevamo sentire la musica sin dal corridoio, perché sebbene la porta fosse chiusa, la composizione di Debussy risuonava per la casa.
Era nervosa. Infatti era solita ascoltare musica classica quando molti pensieri tormentavano la sua mente, proprio come faceva il padre. Noi però non avevamo certo bisogno di questo per capire perché fosse così pensierosa.
Domani sarebbe stato il primo giorno di scuola della sua vita.
Sebbene Renesmee fosse incredibilmente intelligente, e il suo sconfinato desiderio di essere stimolata da nuovi argomenti fosse disarmante, fino ad ora io ed Edward eravamo stati i suoi unici insegnanti. Per questo avevamo deciso, insieme a lei e al resto della famiglia Cullen, che quest'anno avrebbe frequentato la scuola superiore di questa nuova città.
Adesso che la sua incredibile crescita era finita avrebbe potuto avere amici umani senza destare sospetti, e avrebbe potuto fare più esperienze in quel mondo umano che a noi era precluso.
Edward mi guardò con quei suoi splendidi occhi dorati, in cerca di un segno di assenso. Ad un mio cenno bussò alla porta di Renesmee.
"Possiamo?" chiese quasi sottovoce.
Sentì Renesmee spegnere lo stereo. "Si, certo"
Edward aprì la porta e la trovammo sdraiata sul suo enorme letto rosa.
7 anni erano passati troppo velocemente, e la mia piccola brontolona non era più piccola. Il suo fisico era come quello di una teenager, aveva un corpo perfetto e ben proporzionato, dei meravigliosi nonchè lunghissimi capelli color bronzo e occhi di un caldo color cioccolata.
Era bellissima.
Ma non mi sarei potuta aspettare niente di meno, non quando il padre era bello tanto quanto un dio greco.
Voltai il mio sguardo su Edward, che le stava accarezzando la guancia.
Mmmm, no, molto meglio di un dio greco. Molto più bello ed intrigante di un dio greco.
Mi sedetti in fondo al letto di Nessie, accanto ad una pila di libri tutti consumati. Non so dire quanti libri avesse letto, persino la mia memoria vampiresca si trovava in difficoltà al solo pensarci, ma Edward le aveva fatto costruire un'enorme libreria che potesse contenerli tutti. La passione per la lettura l'aveva ereditata da entrambi, ma senza dubbio l'abitudine di rileggere i suoi preferiti l'aveva presa da me, e quei libri consumati ne erano una testimonianza.
Nessie guardava Edward con un sorriso forzato.
"Piccola, non preoccuparti per domani! Sarai bravissima e avrai nuovi amici!" La rassicurai.
Ancora non era convinta e mi prese la mano, permettendomi così di sentire tutti i suoi dubbi, così come Edward poteva già fare.
I suoi pensieri erano pieni di domande. E se faccio qualcosa di sbagliato? Se non dovessi piacergli? Che cosa farò se dovessi scordarmi di controllare il mio potere e toccassi qualcuno mostrandogli i miei pensieri?
Sentivo il battito del suo cuore che accelerava.
Ero così orgogliosa della mia piccola brontolona e non potevo tollerare l'idea che lei soffrisse per una cosa stupida come questa.
Edward era senza dubbio d'accordo con me, infatti le disse "Nessie, sei stata così brava per tutto questo tempo con tuo nonno Charlie e tutti gli amici umani che avevamo!" Io sorrisi per incoraggiarla. "Non avere paura! Tutta la nostra famiglia ti ama tanto, e tutti quelli che ti conoscono ti sono molto affezionati". In effetti Edward aveva ragione, lei era stata il collante che aveva aiutato la nostra famiglia e i lupi a vivere in pace e persino diventare amici.
I suoi pensieri erano però ancora molto dubbiosi ed incerti.
"Nessie!" disse Edward, e dal suo tono di voce capì che aveva deciso di rivelarle la nostra sorpresa per lei. In un movimento quasi impercettibile mi guardò mentre gli facevo segno di sì con la testa e poi voltò il suo sguardo nuovamente su nostra figlia. "Tua madre ed io siamo certi che ti comporterai perfettamente. Ma sappiamo anche che non ti piace l'idea che non frequenterai la nostra stessa scuola" Edward fece un sospiro profondo prima di continuare, "Quindi abbiamo deciso che Jacob verrà a scuola con te. Così avrai un amico con te". I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa. Edward le sorrise, sapeva che l'avevamo resa felice.
Ed effettivamente lo era. "Davvero?!" stava praticamente urlando. "Allora era questo il segreto che Jacob non mi voleva rivelare?" Era balzata in piedi nel letto e saltellava su e giù, sballottando il materasso, i cuscini e tutte le coperte. Edward mi prese per mano e mi face alzare da quel letto rimbalzante, la sua espressione era rilassata e non nascondeva la sua soddisfazione.
Ero contenta nonché un po' stupita, non riuscivo a credere che Jacob avesse resistito agli assalti che Renesmee aveva senza dubbio tentato durante la giornata. Jacob non resisteva mai a qualunque sua richiesta.
"Grazie mille mamma e babbo! Adesso sono sicura che domani tutto sarà perfetto!" ci disse e venne ad abbracciarci. Riuscivo a sentire il suo odore dolce che ci avvolgeva mentre la abbracciavamo in risposta al suo entusiasmo. Feci l'occhiolino ad Edward per l'eccitazione di nostra figlia.
"OK,ok" le dissi, "é ora di andare a dormire! Domani abbiamo scuola!" Il mio entusiasmo scemò alla fine della frase. Sentì Edward stringere la presa sulla mia mano, sapeva a cosa stavo pensando.
"Buonanotte Renesmee" le dicemmo entrambi.
"Buonanotte a voi!" ci rispose con il suo solito entusiasmo.
Edward chiuse la porta e mi ritrovai a fissare il suo viso perfetto, che si trovava proprio alla mia altezza, i suoi occhi fissi sui miei.
Sapevo a cosa stesse pensando, probabilmente i miei stessi pensieri stavano attraversando la sua mente. Era tranquillo per Renesmee, entrambi eravamo certi che sarebbe stata perfetta e sapevamo che sarebbe stata al sicuro assieme a Jake, che sarebbe stato con lei praticamente tutto il tempo.
Stavo ancora ammirando i suoi occhi dorati quando percepì la sua espressione cambiare. Dalla calma alla passione.
Entrambi sapevamo che il giorno seguente non saremmo potuti stare insieme tanto quanto avremmo voluto durante le lezioni, e non volevamo certo sprecare il tempo a nostra disposizione.
Edward mi abbracciò e le sue labbra incontrarono le mie dopo che un tenue ringhio era scappato dalla sua bocca, le mie mani scorsero veloci tra i suoi capelli . La mia bocca era completamente rapita dal dolce sapore della sua pelle marmorea.
In un movimento repentino che solo lui era in grado di fare, mi prese in collo come una sposa e senza fermare il nostro bacio, mi portò al piano di sopra più veloce che poteva. E lui sapeva essere molto veloce.
Quando raggiungemmo la nostra camera, la frenesia ebbe la meglio su di lui. Mi fece scendere dalle sue braccia e mi spinse contro il muro in modo deciso ma comunque gentile. Il muro tremò solo un po'.
Se fossi stata meno concentrata su di lui avrei potuto sentire il quadro accanto a me cadere per terra, oppure il lampadario, appeso al centro della camera, oscillare vertiginosamente, oppure Renesmee, che dalla sua camera al piano di sotto si lamentava e ci suggeriva di essere meno impetuosi.
Sorridemmo entrambi alle abituali raccomandazioni di nostra figlia, ma dopo un secondo tornammo al nostro bacio con la stessa passione di prima.
Le sue mani erano scivolate sotto la mia camicia, ferme sul mio addome, mi premevano con fermezza contro la parete. Le nostre labbra bruciavano, guidate dall'ingordigia.
La sua bocca iniziò a scendere sul mio mento, accompagnata da profondi respiri, miei e suoi, e scese ancora più giù seguendo la linea del mio collo fino a raggiungere il punto in cui le mie clavicole si incontravano. A quella piacevole sensazione le mie mani si spostarono con entusiasmo dai suoi capelli al suo petto scolpito, di cui neppure la sua camicia riusciva a nascondere la magnificenza. Una sensazione di possessività mi prendeva ogni volta che toccavo quel corpo perfetto.
"Amore, io adoro le tue camicie" bisbigliò, e con un movimento fluido tutti i bottoni della mia camicetta rimbalzarono in tutte le direzioni, ormai era irrimediabilmente sbranata. Distrutta dall'assalto del mio marito vampiro.
"Anche io" gli risposi ed ebbi per la sua camicia lo stesso riguardo che lui aveva avuto per la mia. Il suo profumo delizioso mi avvolse accogliente e protettivo.
"Oh Bella, la mia Bella" sospirò soddisfatto tra i miei capelli poco prima di baciarmi sotto l'orecchio.
Non riuscivo a parlare, il mio desiderio per lui era troppo forte e non mi permetteva di fare altro che baciarlo a mia volta e stringerlo forte a me.
"Bella, io non ti resisto" mi bisbigliò sull'orecchio, la sua voce era rauca e seducente.
Le sue parole risvegliarono le ultime farfalle nel mio stomaco che ancora non stavano volando confusamente e concitatamente. Tutto quello che riuscì a rispondergli fu "Ma io non voglio".
Edward capì subito il senso delle mie parole, infatti le sue mani lasciarono la mia vita e scivolarono giù per sollevarmi. Un attimo dopo eravamo nel nostro letto.
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Era l'alba. Edward ed io eravamo sdraiati nel letto semidistrutto, ascoltavamo i nostri respiri che rallentavano mentre i primi raggi di luce entravano dalla finestra e facevano brillare i nostri corpi.
I suoi occhi stavano fissando i miei quando appoggiò con delicatezza la sua mano sulla mia guancia e iniziò ad accarezzare il mio viso, le labbra, la linea della mascella. Il suo tocco era semplicemente delizioso, ed il mio corpo apprezzava ogni sua iniziativa.
D'un tratto i suoi occhi dorati si spostarono sulla mia bocca. Edward sospirò e lasciò scendere la sua mano lungo il mio collo. Lentamente raggiunse la clavicola e continuò a scivolare sul mio corpo marmoreo, finché non giunse alla pancia. Il suo dito medio si fermò per un attimo sul mio ombelico e dei brividi mi scorsero lungo la schiena.
I miei sforzi di rallentare il respiro fallirono miseramente, non riuscivo mai a resistere a qualunque contatto con lui, e le sue mani erano come delle sfide al mio scarso autocontrollo.
Il suo sguardo aveva seguito la sua mano e quando raggiunse i miei fianchi, Edward rialzò il viso e mi guardò.
Io fissavo il suo viso e vidi i suoi occhi che brillavano, e svelavano ammirazione, soddisfazione e desiderio. Le medesime cose che i miei occhi gli mostravano.
Edward prese il mio viso tra le sue mani e delicatamente abbassò il suo viso sul mio finché non baciò le mie labbra con dolcezza.
Quando d'un tratto abbandonò la mia bocca per permetterci una respiro di cui non avevamo bisogno, mi chiamò, "Bella", poi continuò, "Non riesco a trovare parole degne della tua bellezza". Sembrava molto dispiaciuto e rassegnato allo stesso tempo.
"Se vuoi ti posso aiutare" gli dissi e sorrisi di ingenuamente.
"E come?" alzò un sopracciglio, dubbioso, "Non esiste nessuna parola abbastanza grande per esprimere come io ti vedo"
Gli accarezzai il viso perfetto e la mia mano destra non riuscì a trattenersi dal giocare con i suoi capelli di bronzo. "Me lo puoi mostrare" gli risposi.
Per farmi capire lottai contro il mio istinto di protezione e gli permisi di leggere la mia mente. I tuoi sorrisi, le tue carezze, i tuoi baci e i tuoi sospiri sono le migliori parole che puoi usare per mostrarmi quello che tu pensi di me.
Edward mi regalò il più bello dei suoi sorrisi e un ringhio uscì dalla sua gola mentre ascoltava i miei pensieri. Prima che il mio elastico tornasse nel suo normale stato, le sue labbra si erano già avventate sulle mie.
Ascoltare i miei pensieri lo aveva sempre fatto andare fuori di testa.
I suoi occhi ardevano e il respiro era irregolare quando si fermò e mi rispose "Bè, allora devo impegnarmi molto più del solito", la sua voce era bassa e inequivocabile.
"Voglio che mia moglie sappia esattamente cosa intendo, lei merita di sapere quanto sia mozzafiato..." Mi morse il lobo dell'orecchio. "... e stupenda..." mi baciò la mascella e fece scorrere la sua bocca lungo la linea della mia mandibola, finché non raggiunse il mento. "...ed irresistibile"
Finalmente si spostò sopra di me e mi baciò con passione. Non saremmo riusciti a resistere molto più a lungo.
All'improvviso Edward allontanò il suo viso dal mio e mormorò con rabbia "Oh, mio Dio! Questo no! No, ti prego!".
"Che c'è? Qual è il problema Edward?" gli chiesi con ansia. Ma prima che potessi preoccuparmi riguardo alla sua reazione, sentì il rumore tenue ed inequivocabile dei passi di un vampiro nelle vicinanze del nostro giardino.
"Alice" sospirammo entrambi. La differenza tra le nostre due risposte era che io pronunciai il suo nome come una giustificazione, lui come un'imprecazione.
"Sta venendo qui per darti le sue istruzioni per il tuo abbigliamento scolastico. Ha visto quello che avevi progettato di indossare per oggi, ed è molto contrariata" spiegò Edward alzando gli occhi al cielo, era irritato tanto quanto me.
Amavo tantissimo la mia migliore amica Alice, ma alcune volte risultava davvero inopportuna. Volte come questa.
"Alice, vai via, lasciaci soli" la pregai. La mia voce era abbastanza alta perché lei la potesse sentire dal giardino. "Non ho bisogno del tuo aiuto per vestirmi!".
"Si, che ne hai bisogno" mi replicò. "Non permetterò mai e poi mai che mia sorella indossi quegli orribili pantaloni che hai in mente! E la maglietta che sceglieresti è semplicemente tremenda. Se davvero ci tieni a me non permetterai che quelle atrocità torturino i miei occhi". Alice era ferma davanti al portone adesso, ma non le stavo prestando molta attenzione. Le labbra di Edward sul mio collo avevano catturato gran parte del mio cervello. Solo il fatto che ero un vampiro e potevo pensare a più cose contemporaneamente faceva si che percepissi le sue parole.
"Bella" gridò allora Alice con la sua voce cristallina.
"Alice, appoggia al portone i vestiti che mi hai portato e torna a casa" la pregai nuovamente.
"No, non posso. Inoltre voglio vedere Nessie prima degli altri!"
"Alice per favore!" si lamentò Edward con sua sorella.
"No, Edward, non cederò! Il mio aiuto a Bella è una missione!" Sia io che Edward alzammo gli occhi al cielo alle parole de Alice. "In più credo che dovreste finirla qui e semmai continuare stasera... sono venuta anche perché avevo visto che se non l'avessi fatto vi sareste persi il vostro primo giorno di scuola... quindi BASTA! Posso assicurarvi che straccerete il record di Rose ed Emmett"
Sorrisi soddisfatta a quelle parole, e avrei voluto subito mettermi al lavoro per battere il record, ma Alice continuò rivolgendosi al fratello.
"Edward sai che è la verità, quindi lasciatemi entrare, Nessie si sveglierà tra un minuto e 32 secondi" aggiunse, conoscendo che ormai aveva vinto la battaglia.
Io ed Edward ci guardammo rassegnati. "Stanotte" disse.
"Certo, sei in debito con me di quella spiegazione". Potevo ancora vedere il desiderio brillare nei suoi occhi di caramello.
Spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo! Fatemi sapere che ne pensate e soprattutto se volete che continui a pubblicare la traduzione di questo racconto che ho già scritto in inglese.
Grazie per averlo letto! :D
