1.
Il fatidico giorno era arrivato. Era tanto che lo aspettava, e ora che era davvero arrivato non riusciva a crederci. Le gambe erano molli, il cuore batteva all'impazzata e il caldo ovattava i suoni ma non le emozioni. Un anno. Era passato un anno dall'ultima volta che lo aveva visto, e si sentiva come un'adolescente alle prese con la prima cotta, quando i palmi sudano e manca la voce per la troppa emozione.
Scese dal taxi davanti al bar a cui si erano dati appuntamento e si soffermò sulla porta a vetri per darsi un'ultima occhiata. Come se lui non l'avesse mai vista senza trucco o in tuta extralarge e calzettoni di lana! Sorrise al ricordo di tutto quello che avevano condiviso negli anni e, dopo aver inspirato e espirato profondamente, fece il suo ingresso nel locale.
Era quasi l'ora di cena, e il bar era pieno di clienti per l'aperitivo. Puntò il suo sguardo verso un tavolo ben preciso, dove un ragazzo in camicia la stava evidentemente aspettando. Gli si avvicinò senza rompere il contatto visivo, lasciando che i lunghi capelli biondi svolazzassero e che buona parte degli uomini all'interno nel locale si voltasse a guardarla. Era bellissima in quel morbido vestitino di seta celeste che lasciava scoperte le gambe, slanciate da un paio di stivali di camoscio chiaro.
Quando gli fu veramente vicina, il ragazzo si alzò e le si parò davanti, rivelando una notevole differenza di altezza nonostante i tacchi di lei. Le prese la mano e gliela baciò, continuando a tenere gli occhi incatenati a quelli di lei.
- Ma come siamo diventati galanti…
Il giovane sorrise e le fece cenno di sedersi di fronte a lui, dove avrebbero potuto parlare. Si guardarono negli occhi per istanti infiniti, finché lui non rispose alla provocazione precedente:
- Che ti devo dire? Si cambia…
- Lo vedo! Tutta questa galanteria, il nuovo taglio di capelli… se mi dici che hai anche comprato una macchina al posto della moto, svengo!
Quando lo vide grattarsi il sopracciglio destro e fare una smorfia imbarazzata, credette di svenire davvero:
- Stai scherzando, vero? … Michael? Hai veramente venduto la moto per una macchina?
- Non proprio… diciamo che ora ho sia la moto che la macchina.
- Non ci credo. Michael su quattro ruote… incredibile.
Palesemente preso in giro, Michael rispose con altrettanta ilarità:
- E ti dirò di più, Maria: stai anche per farne la conoscenza!
- Sei qui in macchina?
Michael le sorrise sarcastico e continuò:
- A dire il vero l'hai già vista.
- Quando? Come? Dove?
- E' parcheggiata proprio qui davanti.
Maria si voltò verso la porta a vetri e scorse solo una lunga tre volumi grigia parcheggiata nello spazio apposito di fronte all'entrata. Non vedendo altro, fissò la sua attenzione nuovamente su Michael:
- Sono curiosa di vederla… ma soprattutto te guidarla. Non so quanto tempo è che non ti vedo alla guida di una macchina…
Si fissarono negli occhi per istanti sempre più infiniti, e le loro dita si intrecciarono a metà strada sul tavolo del bar.
- Quante altre cose non so di te, Michael?
La tristezza si era impossessata degli occhi di lei, e lui cercò di porvi fine aumentando la presa sulle sue dita:
- Non preoccuparti, Maria, è proprio per questo che siamo qui: per raccontarci cosa ne è stato delle nostre vite in questo anno di separazione. Proprio come abbiamo fatto l'anno scorso e l'anno prima ancora.
- E quello prima ancora.
- E' già il quarto anno?
- Mm mm.
Michael sapeva benissimo da quanti anni si incontravano in quello stesso bar, a quello stesso tavolo, in quel giorno preciso, ma voleva far sorridere Maria, e sembrò riuscirci perfettamente, perché la ragazza accennò un sorriso e con la mano libera asciugò la lacrima che si era formata all'angolo di un occhio.
- Come passa il tempo.
- Già… e le cose cambiano.
- Maria…
- Sì, lo so che l'ho voluto io, però…
- E' stato un bene, Maria.
- Hai ragione, ma le giornate come questa mi mettono un po' di tristezza.
Maria cercò di smorzare i toni della conversazione sorridendo, ma i suoi occhi non sembravano essere d'accordo con la sua bocca.
- E' per questo che siamo qui, no? In ricordo dei vecchi tempi.
- Giusto. Allora, cosa beviamo?
- Mm… per me un prosecco.
Michael alzò l'unica mano libera e chiamò la cameriera che servì loro un'ampia varietà di salatini e che chiese:
- Cosa posso portarvi?
- Un prosecco per la signorina e un negroni per me.
- Subito. Se volete, al bancone ci sono stuzzichini per tutti i gusti.
- Va bene, grazie.
Appena la ragazza si fu allontanata, Maria si voltò verso il ragazzo che le teneva ancora la mano ed esclamò:
- Ti ha mangiato con gli occhi!
- Non è vero!
Ribatté Michael, ammiccando un sorriso imbarazzato.
- Avanti, Michael, non puoi non essertene accorto! Non si è resa conto della mia presenza nemmeno quando hai parlato di una certa 'signorina'! Era così impegnata a sbavare che…
- Ok, basta, mi arrendo! Hai vinto! Avevo notato qualcosa, in effetti…
- Visto? Ti conosco troppo bene, mio caro, per non notare certe cose! Siamo stati insieme per quanti anni… dodici? Tredici?
- Quasi tredici.
- E sono anche abbastanza sicura che tu hai mangiato lei con gli occhi esattamente come lei ha mangiato te.
Michael si grattò nuovamente il sopracciglio e cercò di sviare il discorso:
- Andiamo a sgranocchiare qualcosa mentre aspettiamo i drink?
- Stai scherzando, vero? E lasciare che tu venga distratto dalla cameriera di prima? Mai e poi mai! … Posso averti tutto per me un unico giorno l'anno, e non ho alcuna intenzione di dividerti con miss occhioni dolci!
Michael rise di gusto, prima di guardare Maria direttamente negli occhi e rassicurarla:
- Lo sai che l'unica donna al mondo, per me, sei tu.
Maria sentì il rossore salirne alle guance dal collo, e per un attimo abbassò lo sguardo, imbarazzata. Poi tornò bruscamente alla realtà:
- Almeno oggi.
- No, sempre. Il fatto che ci incontriamo una volta l'anno non significa che non ti pensi o che tu non sia l'unica per me.
- Michael…
Le lacrime sembravano essere veramente sul punto di scendere, e solo l'arrivo della cameriera con i loro drink le fermò. Pose il negroni davanti a Michael fissandolo insistentemente e poi il prosecco di fronte a Maria, senza distogliere lo sguardo da lui, che però era troppo impegnato a fissare il verde degli occhi della ragazza seduta al suo stesso tavolo. Maria resistette alla tentazione di inveire contro la cameriera solo perché era troppo impegnata a perdersi nel mare di cioccolato degli occhi di Michael.
Bevvero il contenuto dei bicchieri raccontandosi cosa era cambiato in quei trecentosessantacinque giorni che avevano passato lontano, senza nascondersi niente.
- Hai veramente aperto uno studio?
- Sì.
- Non ci credo!
- Grazie della fiducia.
- No, dai… lo sai cosa voglio dire.
- Sì, tranquilla.
- E' che… non so come spiegartelo… già è strano immaginarti come architetto, in giacca e cravatta e con la ventiquattrore… addirittura con uno studio tutto tuo…
- Veramente non è tutto mio, sono in società con un vecchio compagno d'università.
- Qualcuno che conosco?
- Forse. Ti ricordi di Josh?
- Josh… non mi dice niente. Dovrebbe?
- Dovresti averlo visto un paio di volte.
- Non mi par…
- Ma sì! Come ho fatto a non ricordarmene! È il ragazzo che ha vomitato sulla tua gonna dopo la mia laurea!
Michael cominciò a ridere ricordandosi di quella scena avvenuta tanti anni prima, quando Michael e Maria erano usciti con i compagni del corso di architettura di Michael per festeggiare i neo laureati, Michael e Josh, appunto. Erano andati in un pub e i ragazzi avevano cominciato a fare a gara a chi beveva di più, col risultato che Josh, gracilino, non aveva retto più di un paio di boccali di birra e, ubriaco perso, ci aveva provato con Maria, che non aveva fatto in tempo a respingerlo prima che il danno fosse fatto.
- Oh mio Dio! Quel Josh?
Continuando a ridere, Michael continuò:
- Esatto, proprio lui.
- E tu ti sei messo in società con quel maleducato, odioso ragazzo così magro da far concorrenza a un chi…
- Michael!
Maria si zittì all'istante quando sentì una voce maschile proveniente dalle sue spalle chiamare Michael; vide un ragazzo alto e magro affiancarla e porgere la mano a Michael, che si alzò e ricambiò il gesto.
- Che ci fai qui?
- Sono uscito con qualche amico a prendere l'aperitivo, e tu?
- Io sono qui con Maria. Ti ricordi di lei?
Michael la indicò, e il ragazzo la guardò senza riconoscerla; nemmeno Maria, però, sembrava avere idea di chi fosse la persona che aveva davanti, finché Michael non fece le presentazioni:
- Maria, ti ricordi di lui? E' Josh, il mio socio. Josh, ti ricordi di Maria? E' la mia ex moglie.
Entrambi capirono immediatamente chi si trovarono davanti e si sorrisero prima di stringersi la mano:
- Q-quanto tempo, Maria…
Josh era visibilmente in imbarazzo, anche perché non capita spesso di trovare un amico in compagnia della propria ex moglie, e soprattutto è ancora più difficile vederli affiatati come sembravano essere Michael e Maria.
- …non ci vediamo praticamente da quando io e Michael ci siamo laur…
Ricordandosi improvvisamente del loro ultimo incontro, Josh si trovò ulteriormente in imbarazzo, ma lo mascherò con una battuta:
- Sarà meglio che stia lontano dall'alcool, allora!
Risero tutti insieme al ricordo di un episodio successo prima che tanta acqua passasse sotto i ponti.
- Torno dai miei amici. È stato un piacere rivederti, Maria.
- Anche per me, Josh.
Il ragazzo si allontanò, e Michael e Maria tornarono a sedersi.
- Tu conosci me esattamente come io conosco te, Maria, quindi di' quello che stai pensando.
- Io?
- Sì, tu… è inutile che cerchi di non ridere.
A quel punto Maria scoppiò e cominciò a ridere così di gusto che le lacrime scendevano copiose sulle due guance rosa.
- Avanti, Maria.
La incalzò Michael, coinvolto da quella risata senza saperne il motivo.
- Che dire… sono felice di vedere che ha messo su qualche chilo, dai tempi del college. Forse ora regge meglio l'alcol!
Michael l'ammonì con lo sguardo, ma nemmeno lui riuscì a essere serio, così prese un pezzetto di pane e glielo lanciò, incurante che fossero in un locale molto alla moda e anche di un certo spessore.
Ancora con le lacrime agli occhi, Michael chiese a Maria di andare:
- Rischiamo di far tardi al ristorante, andiamo?
- Certo.
- Vado a pagare e torno.
Maria aspettò Michael seduta al loro tavolo, pensando alla stranezza della loro situazione vista da fuori: due ex che si danno appuntamento in un bar e scherzano e ridono e si dichiarano il loro reciproco amore come fosse il loro primo appuntamento.
In realtà erano stati insieme quasi tredici anni, quattro dei quali come marito e moglie, poi avevano capito e si era lasciati di comune accordo. E da allora, ogni anno, in quello stesso giorno, si trovavano in quel bar per prendere l'aperitivo insieme e cenare.
- Ehi, bella addormentata.
- Mm?
Maria si riscosse dai suoi pensieri per vedere Michael, in piedi accanto a lei, che l'aspettava.
- A cosa stavi pensando?
- A niente d'importante. Andiamo.
Uscirono dal bar fianco a fianco, la mano di Michael appoggiata sulla schiena di Maria, e gli sguardi di chiunque all'interno del locale rivolti verso di loro.
