A bit of fun
Lanciò una rapida occhiata prima all'orologio, quindi alla pila di scartoffie ammucchiate sulla sua scrivania. Perfetto. Erano già le cinque e doveva ancora compilare tre rapporti. La settimana appena trascorsa era stata decisamente impegnativa.
Sbuffò, quindi chinò la testa fino ad appoggiare la fronte sulla scrivania. Perfino lei a volte sentiva il bisogno di una vacanza.
"Stanca?"
Jane non perdeva mai l'abitudine di entrare senza bussare. Il fatto però che il suo ingresso fosse accompagnato dal meraviglioso aroma di un caffè la indusse a soprassedere – almeno per stavolta.
"Non vedo l'ora che arrivi il week-end", ammise, prendendo la tazzina dalle mani di Jane.
"Ho capito. Ci aspettano due giorni di divano e tv".
"Se la prospettiva non ti alletta, puoi sempre rimanere in ufficio a fissare il soffitto".
"No, preferisco stare sul divano di casa tua. È decisamente più comodo".
"Patrick Jane…"
Alzò la mano per fermare le sue proteste. "D'accordo, ti lascio finire il tuo lavoro".
Si ritirò in un angolo, recuperando la tazza di tè che aveva negligentemente abbandonato su uno scaffale.
"Jane, non potresti uscire dal mio ufficio?"
"Perché? C'è forse qualche regolamento che mi impedisce di bere il tè dove più mi piace?"
Colse lo sguardo di lei – tra divertito ed esasperato – e si affrettò ad aggiungere: "Ok, lo so. Cosa penseranno gli altri? È questo il problema, vero? Lisbon, metà delle persone qui dentro sanno già di noi due… e l'altra metà sta semplicemente aspettando di averne conferma. L'unica possibile eccezione è il guardiano che ha il turno di notte il martedì e il giovedì – ma solo perché lavora qui da meno di due settimane".
Rise notando l'espressione di sgomento che si dipingeva sul volto di Teresa.
"Andiamo, pensavi davvero che nessuno se ne fosse accorto?"
"E Hightower?"
"Oh, credo che trovi la cosa molto divertente. A proposito, sta venendo da questa parte proprio adesso. Perché non le diamo una piccola soddisfazione?"
"Jane, si può sapere che cosa…?"
"Fidati di me".
Fidarsi di Patrick Jane era una delle cose che non avrebbe consigliato a nessuna persona sana di mente. Eppure finiva per cascarci ogni volta.
Prima che lei riuscisse a riprendersi quel tanto che le consentisse di opporre resistenza, Jane attraversò la stanza, le sfiorò le labbra con un bacio e si diresse verso la porta.
Sulla soglia si fece da parte per lasciar passare Madeleine Hightower – mentre un sorriso impertinente gli danzava sulle labbra.
"Agente Lisbon?"
"Sì, capo?"
Avvertì una leggera stretta allo stomaco, quindi si decise ad alzare gli occhi sul viso del suo superiore – e rimase stupefatta notandovi uno sguardo inequivocabilmente divertito.
Accidenti. Jane aveva ragione, ancora una volta.
