Un ordine del tuo Signore

Fredda e tagliente come il ghiaccio. La sua voce.

"Voglio i due fratelli Lestrange."

Alzo il mio sguardo verso di lui, alla mia sinistra, voltando leggermente la testa. Lo osservo in maniera interrogativa, aspettando che mi dica qualcosa di più, qualche spiegazione di ciò di cui mi sta rendendo partecipe.

"Ho bisogno di alleati fedeli e influenti, di Mangiamorte potenti e validi. Voglio che quei due entrino a far parte della mia cerchia, per poi diventare Mangiamorte."

Terminata la frase, si volta verso di me, quel suo sguardo cupo, quei suoi occhi enigmatici, mi osservano nel buio.

Nel buio della stanza, illuminata da candele rosse scure, lo trovo ancora più tenebroso, ancora più affascinante. Negli occhi, a guardarlo da così vicino, ha schegge color rubino.

"Io non vi basto mio Signore?" domando imbronciata, strofinando leggermente la pelle morbida del mio viso contro la sua spalla nuda, forte, fredda.

"Io sono potente, abile e molto forte, molto fedele." aggiungo.

Lui mi sorride, sopporta le mie rimostranze.

Poi mi risponde: "Tu sei la migliore, in tutto …" mentre lo dice, alza sinuosamente la spalla dandomi un leggero colpo che mi fa alzare il volto e, di conseguenza, il mio sguardo verso il suo. Ci osserviamo vicini, i miei occhi neri come la notte nei suoi occhi misteriosi e cangianti di scintille infuocate, al momento di un nero perfetto.

"In tutto…" ribadisce alzando il dorso della mano sul mio collo, poi giù, fino al seno nudo, caldo. I capezzoli mi si irrigidiscono subito, al primo tocco inaspettato.

Lui mi accarezza, ora col palmo della mano, con maggiore intensità e non smette di guardarmi in viso. Neanche quando chiudo gli occhi e porto indietro la testa, perché mi piace quel che mi fa.

Mi piace, offro il mio seno al suo tocco, un tocco insistente e continuo.

Poi si frena.

Fatico un po' a tornare a prestare attenzione, mi sento già particolarmente eccitata, in estasi per lui, ma mi sforzo: "Comunque, dicevo, ho bisogno di altri di cui fidarmi, con cui formare un circolo stretto e fedele, non posso contare solo su di te, o su pochi altri non alla tua altezza. Molti di loro sono persino troppo aleatori di intenti, dal mio punto di vista."

Sospiro e rispondo lentamente: "Come desiderate mio Signore, come ritenete più giusto fare; a me andrà bene. I due Lestrange mi paiono comunque una buona scelta, volevate da me un'opinione?" domando stiracchiandomi sul morbido letto e fra le coperte, avvicinandomi con tutto il mio corpo al suo.

Per sentire il contatto, per sentire la sua pelle morbida e fredda, la conosco così bene ormai, mi fa sentire donna, mi fa sentire bella, mi fa sentire vogliosa, spregiudicata, sfrenata.

Mi avvinghio così, magnetica, a contatto con lui.

Per fargli venire voglia di me.

Ancora una volta quella notte.

"No…" mi risponde "Non volevo un' opinione Bella … voglio piuttosto che sia tu a portarli a me. E dato che li consideri positivamente, non sarà un compito troppo spiacevole." e, a queste parole, mi guarda di nuovo, con aria di sfida quasi.

"Io mio Signore?" gli domando un po' spiazzata dalla sua richiesta.

"Sì, proprio tu. Devi avvicinarli a te, al nostro gruppo, renderli totalmente inesorabilmente dipendenti ed inscindibili da te, da noi. E darmi così il tempo di studiarli, sondarli. Tu pensa a questo, il resto, lo sistemerò io.

Hai più argomentazioni di me per interessarli Bella, senza svelare i nostri intenti fin da subito. Meglio andarci cauti in questo momento. Siamo ancora troppo deboli per trovarci contro parte del mondo magico."

Alla parola "argomentazioni" che lui stesso pronuncia con un ghigno coinvolto e tendenzioso, sposta la mano fra le mie cosce, strappandomi un forte anelito di piacere, poi, con le dita, inizia a sfiorarmi i peli folti e neri.

Io lo guardo intontita da quel piacere inaspettato e confusa per quel che mi ha detto.

Lui intanto aggiunge: "Qualsiasi ragazzo, o uomo, si interesserebbe, almeno in parte, a te … sei bella, appassionata e sensuale di natura; il resto, l'indispensabile arte del sesso, quella te l'ho insegnata io … e hai imparato tutto alla perfezione, come le arti oscure d'altra parte.

Usa ciò che vuoi, se servirà, strega nera.

Sono sicuro che farai tutto quello che ti ho chiesto in maniera ineguagliabile."

Ancora incerta, ma ormai totalmente dipendente da lui e da quel che mi sta facendo, gli dico:

"Ma … mio Signore … io sono solo vostra …"

Lui a quel punto affonda le dita più in profondità, le sento fredde al tocco, leggermente ruvide a contatto con la pelle vellutata e bagnata della mia vagina.

Dita piacevoli. Pornografiche. Lentissime nei movimenti, ma inesorabili nel dare piacere.

Mi guarda, mi penetra anche con lo sguardo, lui può e sorride.

Mi tenta.

Mi allarga con grazia le grandi labbra, poi le piccole labbra. Ancora e ancora.

Arrivando infine sul clitoride. In quel momento appoggio la testa sulla sua spalla emettendo un lieve grido di piacere.

Lui avvicina la sua bocca al mio collo, poi al mio orecchio e sussurra: "È un ordine Bellatrix, un ordine del tuo Signore."

Profuma di sottobosco, sento solo questo ora che mi è così vicino.

Sa sempre ottenere quello che vuole, so solo questo in quelle condizioni inebrianti in cui mi trovo.

"Va bene mio Signore, non vi deluderò." gli rispondo convinta. Portando la sua mano, con la mia, subito sul mio seno.

Le dita del mio Signore, ormai bagnate, risalgono tutto il mio corpo, lo sento inumidito dal mio stesso liquido che fuoriesce ormai abbondante per l'eccitazione che ha provocato in me.

Mi piace questo suo tocco umido di me.

So che piace anche a lui.

Infatti non aspetta molto prima di dirmi: "Brava la mia ragazza."

Sa già che farò quel che vorrà. E lo farò al meglio.

E io so già che è contento di me, soddisfatto.

Mi afferra i fianchi nudi, esposti, pronti per lui, un po' spigolosi a dire il vero e li stringe ai suoi; forte, morboso, sconcio, come sempre.

Quando mi attrae sopra di sé e mi penetra con forza, con sempre tanta forza, ma raramente con violenza, ci guardiamo negli occhi.

Gli piace guardare la mia espressione, i miei gesti, nel momento della penetrazione.

Il momento in cui mi fa sua fino nel profondo.

Credo che guardarmi in quei momenti, lo faccia sentire bene, credo si ecciti ancora di più.

È sempre lui a dominare. Che io stia sopra o sotto, che lo faccia davanti o dietro, che ci sussurriamo frasi oscene o ansimiamo semplicemente all'unisono, è sempre lui che muove il suo bacino sul mio, che mi stringe, che dà il ritmo al mio amplesso, al mio amore, alla mia passione e alla mia vita.

Sempre lui, il mio Signore.