Voici ma fic "Lorsque le temps s'arrête..." en italien, gentiment traduite par savira. Merci beaucoup ma belle!
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Quando il tempo si ferma…
Capitolo 1 "Soltanto qualche mese…"
Faceva molto freddo e la neve stava cadendo. Anche il vento soffiava forte in quel mese di gennaio del 1915. La nave si dirigeva verso l'Inghilterra, malgrado la guerra in Europa, molti volevano ritornare alla terra natale. Ma c'erano pochissime famiglie, invece molti giovani, giovani soldati, giovani dottori, giovani infermiere e infermieri. La nave era piena. Non molti giovani si trovavano fuori, perché il tempo era glaciale. Una giovane ragazza era vestita con un bel mantello rosso con cappello e sciarpa abbinati. Sotto il cappello si poteva vedere la frangia di capelli biondi. Lei aveva un bel nasino e delle lentiggini. Aveva dei begli occhi verde smeraldo che solitamente ridevano ma che, oggi erano pieni di tristezza e di lacrime. Sulle sue guance si mischiavano lacrime secche e lacrime bagnate. Il suo cuore era in mille pezzi… Lei lasciava la sua tanto amata America , ancora una volta per l'Inghilterra. Questa volta non era per andare nel prestigioso Collegio della Saint Paul che si era dimostrato essere un luogo freddo e glaciale…
Ma la presenza di una persona, di un ragazzo insopportabile che la prendeva in giro per il suo naso e le sue lentiggini, aveva fatto la differenza. La vita al collegio era bella e lei amava ogni giorno trascorso lì, perché lo poteva vedere, parlargli. Era talmente bello quando non faceva il ragazzo viziato e impossibile, era davvero affascinante, un vero gentiluomo. Le vacanze estive in Scozia, le più belle vacanze della sua vita… La trappola, la separazione, il ritorno in America. Gli incontri di brevissima durata… E in seguito c'era stata la dolorosissima separazione.
Era passato più di un mese e lei continuava a piangere. Era tornata malata dal treno, fisicamente e moralmente. All'ospedale dove lavorava, aveva incontrato una donna gentile che la trovava simpatica.
– Lady Brydon, buongiorno – disse Candy sorridente.
– Buongiorno Candy – disse Lady Brydon che aveva una quarantina d'anni – Come state? –
– Sono io che devo domandarvelo – disse Candy – Siete voi la paziente –
– Ma voi siete triste Candy –
– Starò meglio Lady Brydon. Lasciate che mi occupi di voi… –
– D'accordo. Io presto lascerò l'ospedale e l'America… –
– Oh…? –
– Sì, ritorno in Inghilterra, mio marito è lì… –
– Ma c'è la guerra in Europa, no? –
– Sì, ma è sempre il mio paese e il mio Donald mi manca… E poi mia figlia si sposerà –
– Felicitazioni – disse Candy
Lady Brydon la guardò. Lei voleva molto bene a Candy e voleva aiutarla…
– Candy, vorreste venire con me ed essere la mia infermiera personale e dama di compagnia? –
– Come? La vostra infermiera personale, dama di compagnia? Ma… –
– Voi siete la migliore infermiera che io abbia mai avuto, nonostante a volte la vostra goffaggine, ma il vostro sorriso e la vostra allegria mi riscaldano il cuore –
– Ma Lady Brydon, i miei amici sono qui in America… –
– Voi potete venire a trovarli… Questo vi schiarirà le idee… Voi siete triste. Qualcuno vi ha spezzato il cuore, un cambiamento per qualche mese vi farà bene –
– Soltanto qualche mese…? –
Candy rifletté un momento. Il dolore per la separazione con Terence era sempre molto presente. Lei piangeva tutte le sere, sola nella sua camera. Un cambiamento le avrebbe fatto bene… Qualche mese in Inghilterra? Perché no? I suoi amici avrebbero urlato per l'orrore ma… lei aveva bisogno di qualche cosa per tenere occupati i suoi pensieri… Allora si voltò verso Lady Brydon e disse:
– D'accordo Lady Brydon, voglio venire con voi in Inghilterra –
– Grazie Candy, grazie infinite –
Lei annunciò la notizia ad Albert al suo ritorno a casa.
– Albert, buonasera… –
– Candy come va? La cena è pronta. Hai trascorso una bella giornata? –
– Sì come al solito... – disse Candy stanca – Che cosa hai preparato? –
– Pollo e patatine fritte –
– E l'insalata? Vuoi che la faccio? –
– Non vale la pena Candy, devi essere stanca –
– Andiamo Albert già cucini per noi due, almeno lasciami fare l'insalata –
– D'accordo Candy – disse Albert sorridente.
Mangiarono parlando di tutto e niente. In seguito, dopo aver lavato i piatti, Candy assunse un'espressione seria.
– Albert ho qualcosa da dirti –
– Candy? Stai bene? Non sei più malata, spero... –
– No, sto bene. Ma tu sai che sono sempre triste a causa della mia separazione con Terence...? –
– Sì – disse Albert ferito.
– Allora mi sono detta che sarebbe un bene cambiare aria per un po'... Allora ho accettato un posto all'estero... –
– All'estero? Dove? –
– In Inghilterra... –
– In Inghilterra? –
–Sì, mi occuperò di Lady Brydon soltanto per qualche mese, non per sempre –
– Ma c'è la guerra in Europa –
– Lo so... Ma sarà soltanto per qualche mese... Ritornerò... Devo schiarirmi le idee... Altrimenti rischio di diventare pazza... –
– Se è questo quello che davvero vuoi fare –
– Forse è un colpo di testa, ma forse è un'occasione che non si ripeterà più –
– Albert la guardò ferito. Lei partiva ancora... Aveva bisogno di guarire, e con un po' di fortuna, sarebbe tornata completamente guarita da Terence.
– D'accordo Candy. Io ti aspetterò qui –
– Grazie Albert. Mi spiace lasciarti ancora una volta... Sono io ad essere diventata la vagabonda al posto tuo, si direbbe... –
– In effetti – disse Albert ridendo.
Lei annunciò la notizia ai suoi amici che gridarono per il terrore. Lei era andata a vederli alla villa degli Andrew.
– Candy non ci pensi – disse Annie – Lì c'è la guerra –
– Io lavorerò per i Brydon, non per combattere in guerra – fece Candy.
– Candy – disse Archie – un cambiamento di scena ti farà bene. Torna presto da noi! –
– Sì – disse Patricia – pregherò per Alistair e per te –
– Oh Candy – disse Annie piangendo – fai attenzione! Io non voglio che tu parta! Ma se questo ti aiuterà a guarire da Terence o a superare la situazione... Prometti che tornerai da noi in buona salute? –
– Te lo prometto, Annie – disse Candy sorridendo.
Le disposizioni furono effettuate per il viaggio. Il professor Leonard, il direttore dell'ospedale, non ebbe alcun problema a lasciare che Candy fosse al servizio di Lady Brydon. Le sue colleghe dell'ospedale erano tristi di vederla partire. Fu così che lei si ritrovò sulla nave Imperatrice di Irlanda, in rotta verso l'Inghilterra. Lei era triste di lasciare i suoi amici e l'America, ma non più triste di essere separata da Terence... Asciugò le sue lacrime, il mare era un po' agitato il che provocava il mal di mare alla maggior parte dei passeggeri. Ma l'aria fresca e glaciale le fece bene. Ritornò nella cabina della signora Brydon.
– Candy – disse Lady Brydon – eccovi. Fa freddo fuori? –
– Sì, il mare è un po' agitato... Ho un po' di mal di mare –
– Andrà meglio domattina –
– Avete bisogno di qualcosa? –
– Io sto bene Candy, grazie. Voi potete andare a riposare –
– Grazie signora Brydon, ma io andrò a dormire quando andrete a riposarvi. Andiamo, vi leggerò qualcosa –
– Candy lesse alla sua patrona. Si trattava del libro "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen. Candy amava quella storia e ne discuteva regolarmente con Lady Brydon per delle ore.
– Bisogna dire che la signorina Bennet è un po' testarda – disse Lady Brydon.
– E il signor Darcy allora? – fece Candy – Anche lui è testardo quanto lei! –
– Sono fatti l'uno per l'altra, ma non sono mai d'accordo nello stesso momento –
– Si direbbe che gli dei sono contro di loro – fece Candy tristemente.
Lei pensava alla sua situazione con Terence. Lui le aveva inviato un biglietto di sola andata per New York. Solo andata, lui voleva tenerla per sempre con lui, voleva sposarla e formare una famiglia con lei... Ma le circostanze avevano deciso altrimenti.
– Candy? – disse Lady Brydon – Sta bene? –
– Sì, sto bene Lady Brydon. Non vi preoccupate per me –
Lei non voleva inquietare la sua patrona con i suoi problemi personali. Continuarono la loro discussione sul libro e poi andarono a letto.
La traversata non fu troppo male, Candy aveva spesso il mal di mare e pregava che la traversata finisse presto. Quando la nave attraccò finalmente a Douvres, Candy tirò un sospiro di sollievo.
Le formalità furono sbrigate un po' lentamente a causa della guerra. Donald Brydon era venuto ad attendere sua moglie. Era un uomo di una cinquantina d'anni che faceva parte dell'alta società di Londra. Abbracciò sua moglie calorosamente.
– Cara – disse lui – com'è bello rivederti –
– Anche per me è bello rivederti Don– disse lei – Dov'è Melanie? –
– Aveva ancora delle spese da fare per il matrimonio, la conosci, vuole che tutto sia perfetto –
– Oh, ne sono sicura. Caro, ti presento Candy White Andrew, la mia infermiera e dama di compagnia –
– Piacere di conoscerla – disse Candy sorridendo.
– Lieto di fare la vostra conoscenza, signorina Andrew – disse Lord Brydon – Andiamo, la strada è lunga fino a Londra –
Si diressero a Londra, al castello di Lord Brydon che era grande e maestoso. Fu data a Candy una camera non molto lontana dalla camera matrimoniale, nel caso in cui Lady Brydon avesse bisogno di lei durante la notte.
Candy sistemò le sue cose. Lady Brydon le aveva comprato un nuovo guardaroba nonostante le proteste di Candy. Lei cominciava una nuova vita per qualche mese, per cercare di guarire il suo cuore che era spezzato, cercava di raccogliere i pezzi del suo cuore, uno ad uno ogni giorno, il che non era una cosa facile, perché si rispezzava ogni volta che pensava a lui.
Lei era di nuovo in Inghilterra, questa volta aveva scelto lei di venire, non come la prima volta... Ma la prima volta le aveva permesso di incontrare colui che il suo cuore avrebbe amato alla follia... Ancora lacrime... Basta.
C'era una scrivania e una sedia nella camera e nel cassetto c'era carta da lettera, delle buste e una penna. Decise di scrivere una lettera alle sue due madri che non avevano avuto tempo di andare a vederla prima della sua partenza. Scrisse anche ai suoi piccoli amici per rassicurarli.
Bussarono alla porta e una giovane cameriera entrò. Aveva l'età di Candy. Candy era voltata di schiena e non l'aveva ancora vista.
– Buongiorno, signorina, mi chiamo Louise, vi aiuterò a disfare le valigie –
Candy sussultò ascoltando la voce e il nome. Smise di scrivere, si alzò e si voltò.
– Louise? – disse Candy.
– Candy? Oh mio Dio! –
– Ma che fai tu qui? – disse Candy sorpresa.
– Lavoro qui – disse Louise abbassando la testa.
– Ah sì, mi ricordo tuo padre cadde in rovina e dovesti lasciare il collegio –
– E tu sei partita prima di me… Suor Grey mi ha detto che tu le domandasti che la punizione di Iriza fosse ridotta perché potesse passare del tempo con me. Ma quando Iriza ha appreso che mio padre era rovinato, non ha voluto essere più mia amica. Mi ha trattato come trattava te… e anch'io. Mi scuso per tutto Candy, per aver seguito Iriza nelle sue malvagità verso di te. Ora io devo servirti… –
Louise guardò il pavimento e Candy si avvicinò a lei.
– Non voglio la tua pietà, Candy – disse Louise allontanandosi.
– Non ho pietà di te, Louise. Mi compiaccio… Sì, ora tu devi lavorare ma ti sei anche resa conto che non ci si deve vergognare a guadagnarsi il pane. Il mio lavoro mi ha portato ancora in Inghilterra… –
– Sono la tua cameriera – disse lei piano.
– No, Louise, tu fai il tuo lavoro. Non devi vergognarti… e voglio essere tua amica se vuoi –
– Nonostante quello che ti ho fatto al collegio? –
– Noi ci ritroviamo qui, impiegate nella stessa casa –
– Non avrei mai creduto di ritrovarmi dall'altro lato. Avrei dovuto essere più gentile con il personale, ora so quanto il loro lavoro è difficile… ed essere umiliata lavorando è molto doloroso. Il primo lavoro che ho avuto, i datori di lavoro erano sgradevoli, piangevo tutti i giorni… ma i Brydon sono gentili, per fortuna… Ho avuto la fortuna di imbattermi in loro… Ma Candy tu sei la figlia adottiva degli Andrew, non hai bisogno di lavorare –
– Io mi guadagno da vivere Louise. È davvero molto soddisfacente –
– E dire che con Iriza ti prendevamo in giro. Ora darei chissà cosa per essere al tuo posto, Candy… un'orfana adottata dagli Andrew –
– Andiamo Louise, tu hai un padre e una madre, dovresti essere riconoscente al buon Dio. Io per contro darei chissà cosa per avere un padre e una madre, ricchi o poveri –
– Hai ragione Candy, sono contenta di appartenere a una famiglia anche se siamo rovinati. Come stai? Il viaggio è andato bene? –
– Oh, non me ne parlare, ero malata che non hai idea! Il mal di mare! Ma da quando siamo sulla terraferma, va meglio –
– Tanto meglio –
Mentre continuavano a parlare, Louise sistemò le cose di Candy.
– Allora Louise, non mi hai risposto… Vuoi essere mia amica? –
– Sì, Candy, grazie di cuore! Voglio essere tua amica – fece Louise sorridendo – A proposito, Candy, hai rivisto Terence in America? –
Candy sentì il cuore stringersi. Aveva ritrovato Terence solo per perderlo ancora…
– Sì –
– E allora? –
– Ebbene, io sono qui e lui è sempre in America –
– Non ha funzionato tra voi? –
– No, noi abbiamo rotto… –
– Mi spiace. Almeno, non è che sta con Iriza? –
– No! Dio non voglia! – disse Candy ridendo.
– Mi hai rassicurata. Altrimenti la vita non sarebbe veramente giusta! –
Scoppiarono a ridere e si misero a parlare di tutto e niente. Poi Louise uscì dalla camera per lasciar riposare Candy.
Le portò una leggera colazione e Candy mangiò pochissimo. Aveva ancora la nausea come sulla nave. Lei finì di scrivere le lettere, poi si mise a letto dopo aver fatto la sua preghiera. Era contenta di aver ritrovato Louise, un viso familiare, che era completamente e totalmente cambiata dopo aver toccato la povertà. Su questi pensieri chiuse gli occhi e si addormentò.
A New York, a teatro, Terence stava finendo un'altra rappresentazione di Romeo e Giulietta. Stare sulla scena sembrava essere per lui la sola cosa che gli dava un po' di piacere. Un po', perché colei per la quale recitava non era più lì… Lei era partita. Lui l'aveva lasciata partire… Voleva talmente tenerla con sé. Era andato a cercarla alla stazione; il travestimento, il ricongiungimento…
Candy, lui non aveva mai pensato di provare dei sentimenti così intensi per un altro essere umano.
Aveva quasi paura di tornare a casa. Non voleva vederla… colei che gli aveva salvato la vita… colei per cui Candy era partita… colei che era responsabile della sua infelicità, della sua depressione… Susanna Marlowe. Lei era talmente innamorata di lui, era stata così felice quando le aveva detto che aveva scelto lei. Lui si era morso la lingua dopo ciò, perché non era quello che avrebbe voluto dire… Lui voleva Candy, ma Candy era partita senza voltarsi una sola volta… Lei l'aveva lasciato… Lei non voleva più lui. Lei l'aveva lasciato a Susanna… Era ritornata da Albert… Ora che non era più incluso, lei viveva ormai con Albert… Si sarebbero messi insieme? Ma perché pensava a questo? Se lei sposasse Albert almeno sarebbe felice. In ogni caso, questo non lo riguardava più. La vita di Candy non lo riguardava più, era finita tra loro due, per sempre. Ma questo non voleva dire che il suo cuore avrebbe cessato di amarla automaticamente… Il suo cuore sanguinava, amava talmente Candy che il suo cuore sanguinava.
– Terence – disse Karen – Vuoi venire a cena con me? –
– Certo Karen, arrivo –
Andavano spesso a cena insieme dopo le rappresentazioni. A volte erano insieme alla troupe, ma questa sera, erano solo loro due. Karen aveva cambiato atteggiamento dopo aver ottenuto il ruolo di Giulietta dopo l'incidente di Susanna. Terence e lei erano diventati dei buoni amici. Dopotutto passavano la maggior parte della giornata insieme.
– Terence, tardi ancora a tornare a casa tua… – disse Karen.
– Karen, lasciami mangiare in pace –
– Non hai la pace a casa tua? –
– Come se tu non lo sapessi. Nulla è accaduto come avevo previsto. È come se mi fossi risvegliato una mattina e tutto fosse cambiato… Mi ritrovo von una ragazza a cui non avevo mai pensato come una ragazza desiderabile… E colei che volevo, colei che amo più di tutti al mondo, è partita…
– Candy… – disse Karen – ero con lei in Florida all'epoca in cui ero in crisi per aver perso il ruolo di Giulietta. Io stessa le dissi che c'era la leggenda di Romeo e Giulietta; che tutti gli attori che avevano recitato questo ruolo finivano per sposarsi. Lei non mi ha detto che era la tua fidanzata... Doveva essere ferita nel sentirmi parlare di te e Susanna in questi termini –
– Terence si ricordò dell'osservazione che lei aveva fatto quando aveva visto il poster di Romeo e Giulietta nel suo appartamento. Aveva detto che era contenta che fosse Karen che interpretava Giulietta e non Susanna, perché sarebbe stata un po' gelosa. Era dunque per questo –
– Terence, sei sicuro che la decisione che avete preso sia buona? Tu sei infelice e sono sicura che anche Candy è infelice –
– Non so, Karen. Lei non si è neanche voltata quando è partita –
– Doveva essere molto turbata – disse Karen – Guardando indietro avrebbe solamente prolungato la sua sofferenza –
– Probabilmente –
– E Susanna? Come va con lei? –
– Ho voglia di strangolarla ogni volta che la vedo... Lei avrebbe dovuto lasciarmi morire! Perché sono morto senza Candy, a ogni modo –
– Ma Susanna ti ama, Terence. Dalle un'opportunità... Fai uno sforzo te ne prego. Tutta quest'ostilità non è un bene per nessuno, né per te né per lei –
– Lo so. Cercherò di fare uno sforzo... ma ora, te ne prego, Karen, cambiamo argomento –
– D'accordo Romeo – disse Karen sorridendo.
Si misero a parlare d'altro. Terence tornò a casa sua e trovò Susanna addormentata. Era meglio così. Lui aveva promesso di cercare di essere amabile con lei. L'avrebbe vista domani. Andò nella sua camera e prima di dormire rilesse le lettere di Candy. Sentiva la sua voce ogni volta che leggeva le sue lettere che conosceva praticamente a memoria. Il giorno dopo si svegliò, si vestì e andò nella sala da pranzo dove Susanna stava facendo colazione.
– Buongiorno Susanna – le disse sorridendo.
– Terence – disse Susanna sorridendo – buongiorno. Stai bene, stamattina? –
– Sì, grazie. Mi scuso per ieri sera. Sono tornato tardi –
– Non fa nulla, Terence –
– Ti prometto che sarò qui questa sera per cena, d'accordo? –
– D'accordo Terence –
– Hai dormito bene? –
– Sì molto bene grazie. Io ho appuntamento con il dottore questa mattina –
– Ti accompagnerò –
Susanna si disse che Terence era molto gentile tutto d'un tratto. Forse aveva visto Candy ieri sera? No, Candy era tornata a Chicago per sempre... allora cosa? Si stava innamorando di lei! Il suo cuore si riempì di gioia. Era tra gli angeli. Credeva che Terence era innamorato di lei! Era su una nuvola...
Candy si adattò alla sua nuova vita, ma aveva un problema con il cibo. Non faceva che vomitare. Non mangiava che frutta e beveva latte e succhi di frutta.
– Candy – disse Lady Brydon – dovresti vedere un dottore perché non penso che la cucina inglese sia così malvagia... –
– Sto bene Lady Brydon, non vi date pena per me. Probabilmente è il mal di mare che continua o un'influenza gastrointestinale... Passerà –
– Domani c'è il matrimonio di Melanie, non è il caso che tu sia malata, bambina mia. Il matrimonio è alle 14, ti accompagnerò dal mio dottore di mattina presto –
– Non vale la pena... –
– Non discutere, per favore. Io ti ho portato qui, lontano dal tuo paese. Devo occuparmi di te –
– D'accordo – disse Candy sorridendo – Domani mattina senz'altro –
Melanie venne a cercarla per andare a provare dei vestiti.
– Candy vieni con me, andiamo a provare dei vestiti. D'accordo mamma? – disse Melanie.
– D'accordo, io farò un riposino – disse Lady Brydon.
Candy accompagnò, quindi, Melanie in camera. Le sue giornate erano piene. Ma quando si ritrovava sola in camera, piangeva il suo amore perduto.
La mattina seguente, Lady Brydon accompagnò Candy dal suo dottore. Lei restò nel corridoio finché Candy era nello studio del dottore.
Il dottore la esaminò per un momento.
– Signorina Andrew – disse il dottore – Le prescriverò delle vitamine –
– Per le mie nausee? È un'indigestione a causa della cucina inglese? – domandò Candy.
– Signorina Andrew... credo che la cucina inglese non abbia nulla a che vedere con le vostre condizioni, insomma non come voi credete –
– Dottore, sono malata? Che cos'ho? –
– Non siete malata signorina Andrew, voi aspettate un bambino –
– Cosa?! – gridò Candy – Ma... No, voi sbagliate... –
– Non mi sbaglio, signorina Andrew –
– Ma... Oh, no... Oh, mio Dio! –
E scoppiò in singhiozzi. No, non è possibile. La vita non poteva essere così crudele e malvagia con lei! Non dopo tutto quello che aveva vissuto!
– Io non sono sposata, non sono neanche fidanzata! E il padre del bambino appartiene a un'altra! Come ho potuto essere così stupida?! –
Il dottore guardò la povera ragazza che stava piangendo. Ce ne erano dozzine come quel caso tutti i giorni. Cercò di consolarla.
– Quando si è sposati – disse Candy.
– Sposata o no, un bambino è sempre un miracolo di Dio –
– Ma dottore... –
– Voi avete il tempo di abituarvi all'idea di diventare madre... La vostra gravidanza non sarà evidente prima di molto tempo... Il vostro bambino ha bisogno di voi. Dovete prendervi cura di voi –
– Sì, dottore, avete ragione –
– Ma certo che ho ragione! – disse lui sorridente – Prendete le vitamine tutti i giorni e nutritevi come bisogna e avrete un bellissimo bambino in buona salute –
– Non vi ho scioccato? Non sono né sposata né fidanzata... –
– Non sono qui per giudicare – disse il dottore – Sono qui per prendermi cura dei miei pazienti. La vostra vita privata non mi riguarda –
– Grazie dottore – disse Candy che cercava di sorridere.
– Prendete le vostre vitamine e mangiate molta frutta e legumi freschi. Ritornate da me per una visita tra un mese –
– D'accordo, dottore – disse Candy – Grazie ancora –
Candy asciugò le lacrime, prese la prescrizione del dottore e uscì dallo studio avendo un'aria contenta. Era il matrimonio di Melanie, non voleva inquietare Lady Brydon in quel giorno. Gliene avrebbe parlato più tardi... forse.
Ritornarono dunque al castello Brydon per il matrimonio. Candy cercò di dimenticare quel che le era stato detto. Ma era impossibile.
Cosa aveva fatto lei dunque al buon Dio per meritare una tale punizione?
