Nella penisola orientale di Palaven ha sede una prigione dedicata agli alti ufficiali della gerarchia turian, colpevoli di gravi crimini. Si riteneva pericoloso mischiarli a normali soldati, per il rischio di eventuali sommosse.
Un turian era intento a leggere sulla sua branda quando, senza alzare lo sguardo o smettere di leggere domandò « Posso sapere perché siete qui? Non mi pare un luogo di villeggiatura.»
Le persone a cui si stava rivolgendo, erano al di la delle sbarre della sua cella.
« Siamo venuti a prenderla generale Tertius.»
« Non ho mai chiesto di uscire e poi perché dovrei? Non ho motivo.»
« Ho bisogno di lei per i miei scopi.»
« Mmhh...missione?»
« Guerra.»
« Scopo?»
« Conquista.»
« Molto bene, sarà più stimolante di questo posto.»
La donna passò una scheda nella serratura che si aprì
« Bene, abbiamo perso troppo tempo, meglio andare prima dell'arrivo delle guardie.» disse il turian
« Non tema generale, sono tutte morte.»
« Tattica astuta. Senza più un nemico il vostro obiettivo vi sarebbe caduto tra le mani in ogni caso, altrimenti avreste temuto un attacco improvviso.» il generale smise di parlare per un attimo, poi proseguì « Mi piace. I vostri nomi? »
« Dasha Weaver e Isabella.»
« Cerberus?» La domanda del generale era dovuta alle armature da nemesis e phantom che indossavano
« No, lavoriamo in proprio. Ora andiamo, se ha altre domande dovranno aspettare generale.»
Al sicuro nello spazio, lontano da Palaven il turian aveva avuto il tempo per esaminare la Atlantic Codex, la nave su cui si trovava. Nella sala riunione, si preparava ad ascoltare le sue liberatrici.
« Stupenda nave. Ora, a cosa vi servo e sopratutto,cosa ci guadagno?» chiese Tetrius
« Dritto al punto generale.»
« Il tempo è una risorsa troppo preziosa per sprecarla»
« Bene. Ho detto che mi serviva per conquistare la galassia ed è vero, anche se non nel significato classico del termine. Mi serve una squadra capace di farlo, in grado di svolgere qualsiasi compito senza tirarsi indietro e senza alcun possibile rimorso. Lei è qui per selezionare questi elementi.»
« Interessante, ma avrò bisogno di qualche dettaglio in più. Come intende procedete? Quali sono gli obiettivi?»
« Ci sono tre grandi gruppi nella galassia, il Consiglio, i sistemi terminus con Omega e l'ultimo che non è un gruppo vero e proprio, non è unito ma ha il suo peso, le grandi organizzazioni criminali. Queste sono il mio obiettivo. Non voglio trattare o fare affari, voglio andare dai capi e dirgli che dovranno ubbidire a me o morire, in ogni caso non distruggerò le organizzazioni.» Dasha accennò ad un sorriso « ci saranno solo cambi ai vertici. Ma non ho intenzione di agire su Omega, preferisco che rimanga territorio neutrale.»
« Capisco...avremo contro i peggiori criminali della galassia una volta incominciato, probabilmente attireremo anche l'attenzione del Consiglio. Se le cose si mettessero male Omega sarebbe un buon rifugio.»
« Quasi giusto generale, perché i "peggiori" saranno coloro che lavoreranno per me. Lei è qui per selezionarli e studiare le strategie necessarie per gli obiettivi che io stabilirò di volta in volta. Per usare un termine umano lei è il mio stratega.»
« Saranno necessari dei fondi.»
« Non sono un problema.»
« Bene, ma veniamo al mio compenso. Io cosa ci guadagno?»
« Se le cose vanno come spero. Molti crediti, inoltre tutto quello che vuole a patto di non crearmi problemi.»
« I crediti fanno sempre comodo, ma voglio altro...vendetta. Immagino sappia per quale accusa ero in prigione?»
« Per uso eccessivo della forza e abuso di autorità. Un modo come un altro per dire che ha fatto massacrare dei pirati e provocato la morte di molti civili.»
« Ho fatto il necessario e la cosa non mi disturba, quell'attacco è avvenuto perché nessuno teme più la potenza bellica dei turian dalla fine della guerra. La mia è stata una lezione e le migliori sono quelle imparate dai sacrifici. Il vero motivo della mia detenzione è il tradimento, uno dei miei sottoposti ha fatto rapporto e il disonore della prigione è la conseguenza. Vi aiuterò con il vostro piano ma in cambio voglio la sua testa.»
« Il nome e il luogo dove si trova?»
« Pensate di riuscirci con solo noi tre? In effetti volevo chiederlo, questa nave non ha equipaggio?»
« L'aveva, ora sono tutti morti, ma basta una persona a comandarla. Riguardo al riuscirci solo noi tre, lei generale non ci ha viste in azione, ma soprattutto non conosce Isabella»
« Riconosco delle doti concezionali quando le vedo e la sua amica le ha, ma crede che possano bastare?»
« Su Isabella deve solo sapere che mi è fedele, adora le sue lame e non deve mai cercare d'impedirle di uccidere qualcuno, se sarà fortunato la ignorerà altrimenti la ucciderà. Ora il nome.»
« Molto bene. Alienis Nocet e si trova su una colonia turian Thracia, al comando della sicurezza.»

Tracia era una piccola e tranquilla colonia turian, dove il capo della sicurezza non aveva mai molto da fare. Per questo, quando Nocet ricevette un messaggio in cui gli si comunicava che era richiesto al cancello est, si avviò senza problemi. Arrivandovi dopo pochi minuti.
Erano presenti oltre a lui le due guardie del cancello e un turian che gli dava le spalle.
« Soldato che succede?»
« Un alto ufficiale da Palaven, ha chiesto di lei.»
« Salve Nocet.» disse Tetrius voltandosi.
« TE...» Il cranio esplose colpito dai proiettili della pistola del generale. Le due guardie morirono senza il tempo di reagire, un cecchino le aveva eliminate.
« È soddisfatto generale?» chiese Dasha
« Pienamente, ora meglio andare. Arriveranno presto delle pattuglie.»
« Non si preoccupi, Isabella è a caccia.»
Nuovamente sull'Atlantic Codex, il generale si sentiva soddisfatto come non gli capitava da molto tempo.
« Ammetto di essere colpito, è stata un azione magistrale. Più facile del previsto, ma lo è sempre quando tutto fila come deve. Ora manterrò la mia parola, farò in modo di trovare i migliori assassini in circolazione, ma questo non è una garanzia che accetteranno la sua offerta.»
« Mi occuperò di questo dopo che li avremo trovati, non dubito che tutti avranno un prezzo.»
« Avremo anche bisogno di una base sicura e magari di un vero equipaggio.»
« L'equipaggio verrà col tempo, per la base... quella di Cerberus dove abbiamo trovato questa nave è nei sistemi Terminus, nessuno tranne me e Isabella dovrebbe conoscerla, la ritengo un posto sicuro.»
« Concordo. Per adesso potrà andare bene»

Una settimana dopo essersi stabiliti nella base dei sistemi terminus, il generale si presentò a Dasha per annunciare che aveva quello che gli era stato chiesto
1)Tenus Etiam, drell, ha ucciso l' hanar che l'aveva reclutato per il contratto appena finito il suo addestramento. Primo e unico drell ribelle, ha ucciso tutti quelli che gli hanno dato la caccia.
2) Sunt Quis, volus, esperto informatico usa qualsiasi dispositivo informatico per raggiungere i suoi scopi. Ama prendere il controllo dell'astrauto della sua vittima e farla schiantate, facendo passare il tutto come un normale incidente.
3) Mores Quod, krogan, di fatto basterebbe questo ma è anche un signore della guerra e uno scienziato esperto in armi e armamenti di ogni tipo. Attualmente detenuto su una colonia salarian che ha cercato di distruggere con un ordigno nucleare di sua fabbricazione. Non è un sostenitore della politica pacifica intrapresa da Urdnot Wrex
4) Naomi Takara, umana, ex soldato N7 esperta nell'uso di tutte le armi. Ha lasciato l'Alleanza senza rilasciare motivazioni, ora fa la mercenaria. Per soldi fa tutto quello che vuoi.
Sebbene non mi sia stato chiesto, abbiamo bisogno di un pilota adatto
5) Multan Neque, batarian, ex pilota militare della nuova egemonia, congedato per comportamento pericoloso, attualmente guida vecchie navi cargo, con il giusto incentivo economico potrebbe unirsi a noi.

Dasha in meno di una settimana aveva trovato le persone che cercava, tutte avevano accettato di unirsi davanti all'idea di un buon guadagno, di poter risolvere conti in sospeso e di agire per loro stessi e non per conto di altri.
Una volta che tutti avevano risolto le loro questioni, per Dasha incominciò il lavoro vero e proprio. Da allora erano passati due mesi.
Come aveva detto al Generale incominciarono ad attaccare i vertici delle più grandi organizzazioni criminali della galassia. I notiziari galattici riportarono la morte di facoltosi uomini di dubbia fama e di dichiarati criminali per le cause più varie, bombe, decapitati, incidenti d'auto, bruciati, caduti da un palazzo, colpi d'arma da fuoco, annegati e cosi via. Coloro che rimanevano in vita accettarono Dasha quale nuovo capo per rimanere tali, in cambio avrebbero versato il 50% dei loro ricavati e avrebbero agito in conformità a qualsiasi ordine ricevuto, per il resto erano liberi di agire come volevano.

Nella ex base di Cerberus, solitamente tranquilla, prima si percepì un lieve tremore a cui seguirono delle urla
« Ti ucciderò strappandoti la spina dorsale con un morso.» urlò Mores contro Spadino, un cucciolo di cane terrestre di Wesh Corgi Pembroke. L'animale si era nuovamente introdotto nel suo laboratorio e ora teneva qualcosa tra i denti.
Nel seguirlo, arrivarono entrambi alla sala comune. Usata sia per le riunioni che per rilasciarsi, dove il krogan, quasi addosso al cane, venne buttato a terra da una ginocchiata in faccia. Anche se disteso sul pavimento non perse un istante e estrasse la pistola che portava sempre con se, mentre una lama gli graffiava una guancia.
Di fronte a lui la padrona dell'animale
« ORA BASTA, GIU' LE ARMI» urlò Dasha
« Quella stupida bestia ha rubato un conduttore dal mio laboratorio.» dichiarò il krogan furioso
Lei guardò l'animale che teneva in effetti qualcosa in bocca, rivolgendosi al padrone del cane disse « Isabella ridai quell'affare a Mores, SUBITO!» Lei ubbidì ridando l'oggetto al suo proprietario, che nel frattempo si era rialzato. I due si guardarono male per alcuni istanti prima di darsi reciprocamente le spalle.
Dasha non sapeva bene cosa pensare del fatto di avere un cane nella base. Un giorno Isabella, senza dire niente, prese una navetta assentandosi alcuni giorni, non che lei avesse mai avuto dubbi del suo ritorno, per ripresentarsi in compagnia di quel cane che accudiva con la massima cura ed evidente affetto. Inizialmente l' aveva trovata strana come situazione:un assassina sanguinaria che ama gli animali e che va in giro con un cane che sembra nato per essere coccolato. In ogni caso non era sicura di poterci fare qualcosa. Se avesse provato ad allontanare l'animale sicuramente Isabella si sarebbe arrabbiata , le sue reazioni erano sempre imprevedibili e non voleva correre rischi inutili.
Tertius fece il suo ingresso in quel momento
« Bene, siete qui. Forse abbiamo un problema. Pare che una Justicar asari stia indagando su coloro che sono dietro a tutte le morti dell'ultimo mese, attualmente si trova in un pianeta dei sistemi terminus non molto distante ed è sola. Dovremmo occuparcene subito, ritengo che lei sia abbastanza abile da scoprire questo posto.»
Isabella mise una mano sulla spalla di Dasha per richiamarne l'attenzione, sul suo volto l'espressione di un bimbo che chiedeva un nuovo giocattolo.
«Vuoi occupartene da sola immagino?» aveva notato che amava uccidere biotici e se erano potenti ancora meglio, soprattutto da quando Mores aveva potenziato i loro rispettivi armamenti e sapeva bene che mettersi in mezzo tra lei e la sua preda poteva essere pericoloso.
A volte mi sembra di lavorare con una bimba viziata pensò « D'accordo prendi una navetta e un trasmettitore a lungo raggio, voglio essere informata il prima possibile.»
Isabella fece di si con la testa e andò a prepararsi seguita dal cane
« Mai visto una voglia di combattere cosi genuina.» affermò Tetrius
« Combattere? Si sbaglia generale, per lei è solamente un gioco. Come un gatto con il topo, immagino voglia provare il suo nuovo equipaggiamento contro un avversario davvero potente.»

Otto ore dopo, Isabella aveva rintracciato il suo bersaglio fino ad una zona cargo deserta, un posto ideale dove divertirsi ed era sola. Lei era contenta, con Dasha doveva uccidere velocemente, qui se la sarebbe presa con comodo, come piaceva a lei, gustandosi il momento.
« Vieni fuori. Lo so che sei qui» disse la justicar, in qualche modo aveva scoperto la sua presenza. Isabella era soddisfatta, significava che era in gamba.
Lei fece un salto dalla posizione sopraelevata da dove si trovava disattivando l'occultamento e mostrandosi in piedi e di fronte alla justicar.
« Chi sei? Lavori per coloro che sto cercando? Quelli che hanno ucciso un gran numero di persone in quest'ultimo mese.»
Nessuna risposta
« Dimmi dove li posso trovare e potrei essere misericordiosa con te.»
Nessuna risposta
« Mi dispiace...ma non mi lasci scelta.» la justicar scagliò una potente onda biotica contro Isabella, quello che voleva.
Stese il braccio sinistro in cui teneva la spada corta, dove una volta aveva il cannone fasico, a contatto con l'onda biotica questa sparì mentre la lama iniziò a brillare di azzurro. Lei era soddisfatta delle modifiche che Mores aveva fatto alle sue lame, come le aveva spiegato la lama sinistra, corta, poteva assorbire i poteri biotici e una volta fatto lei era era libera di usarli per potenziare i propri e le capacità della sua armatura. La spada nella sua mano destra, lunga, era stata modificata per essere attraversata da un sottile campo biotico che ne aumentava di molto l'affilatura e la capacità di taglio.
Non perse tempo, lanciò un doppio fendente, il suo attacco più forte, potenziato dall'energia stessa dell'avversaria. La justicar fu colpita in pieno e ruzzolò all'indietro rimanendo in ginocchio e stordita, sopra di lei apparve un ombra.
Isabella era saltata in volo sopra l'asari e calò bruscamente entrambe le spade, colpendo il pavimento, davanti a lei la figura dell'asari tremolava e spariva. Di colpo capì, si trattava di un esca biotica, un immagine propria costruita usando i poteri biotici. Non richiedeva molta energia ma un controllo perfetto dei poteri, solo i migliori sapevano farla.
Una delle pesanti casse di carico la travolse, appena l'esca scomparve, scagliandola a diversi metri di distanza,la sua corsa finì contro una parete. Adesso era lei in ginocchio, fece appena in tempo ad alzare lo sguardo e vide sopra di se troneggiare la justicar e attorno al suo pugno destro una sfera biotica.
L'asari colpi in pieno petto Isabella con tale forza da tenerla schiacciata e sollevata dal suolo contro la parete, ma senza un contato diretto. Il potere biotico contenuto nel pugno era stato usato come un maglio da fabbro ed era stato quello a colpire Isabella su tutto il corpo e oltre.
Lei ebbe la sensazione di venire colpita da cento pungi diversi tutti assieme su ogni parte del corpo, era sicura di aver alcune costole rotte e aveva lottato per non perdere i sensi.
L'attacco era potente ma breve e presto ricadde malamente al suolo, rimettendosi subito in piedi. Si sentiva stordita ma era ancora ottimista, gambe e braccia erano intatte come le spade, poteva ancora combattere e lei non vedeva l'ora di proseguire.
La justicar si fece avanti « Ora ti rifarò le domande di prima e mi risponderai.»
Isabella liberò i propri poteri biotici nell'armatura, come le era stato spiegato: la sua nuova armatura da phantom assorbendo i suoi poteri biotici le permetteva per un tempo limitato di andare oltre le proprie capacità quali forza, velocità e attacchi bioitici.
Lanciò la spada corta contro l'asari, un attacco rapido che riuscì a evitare a malapena. Una distrazione che permise a Isabella, grazie alla sua velocità potenziata ,di colpire l'asari alla gamba. Sicura di averne reciso i muscoli e la sua capacità di muoversi, si allontanò per sicurezza non ritenendo l'avversario finito e recuperò la spada
La Jusaticar sentiva un male atroce, ma era decisa a non arrendesi, liberò il suo potere lanciando ondate su ondate di energia, per quanto veloce, il suo avversario non poteva evitare un attacco a 360° gradi, capace di scaraventare lontano anche le pesanti casse attorno a loro.
Isabella vide le onde energetiche e sorrise. L'attacco fu bloccato dalla spara corta, lei percepì quella energia ricaricare la propria e con piacere la usò in attacchi non mortali al suo nemico. Adesso che poteva, voleva divertirsi con calma.
La justicar provava dolore intenso, aveva diversi tagli profondi su tutto il corpo dalla testa alle gambe, dovevano essere una quindicina. Aveva capito troppo tardi che era la sua stessa energia a ritornarle contro e ora sia per le ferite che per gli sforzi compiuti non era in grado di usare altri poteri, si sentiva stremata. In quel momento si pentì della sua superbia di non voler portare un arma, erano secoli che non ne usava una perché da secoli i suoi poteri e abilità erano stati sufficienti contro ogni nemico.
Urlò atrocemente quando il naso le venne tagliato di netto e ogni volta che una parte di lei veniva amputata, prima un orecchio poi l'altro, poi delle dita e cosi via. Il suo avversario, chiunque fosse, la stava tagliando a pezzi. Si avvicinava occultata amputando parti di lei con la lama e allontanandosi subito dopo senza fretta.
Le pareva quasi che traesse piacere da questo.
Alla fine una lama le penetrò il braccio sinistro attraversandolo e inchiodandolo al suo fianco, cadde in avanti pronta a morire.
Isabella si ergeva sopra di lei, per prudenza l'aveva trafitta con la spada corta , finché l'aveva in corpo eventuali poteri residui erano bloccati. Quindi si chinò in avanti per accettarsi che fosse ancora cosciente, se la preda non si accorgeva di quello che succedeva si perdeva meta del piacere, accertatasi che lo fosse le alzo leggermente e delicatamente il capo quindi le mise la spada lunga sotto il collo, con la lama che toccava la pelle e molto lentamente incominciò a incidere. Dalla sua posizione e da come teneva la testa dell'asari poteva vederne il volto e lo sguardo di terrore della preda che sentiva la lama penetrare lentamente e gli urli che emetteva. Quando vide delle lacrime solcarle le guance non pote resistere ad un momento di vero piacere, un ondata di calore in tutto il corpo.
Si sentiva soddisfatta, si tolse il casco e chinatasi in avanti leccò quelle lacrime miste a sangue e ringraziò l'asari.
Le lasciò la testa, afferro la spada lunga, una mano sull'elsa e l'altra sulla lama e tirò verso l'alto, poggiando il piede sul collo di lei. Pur non vedendolo poté sentire i suoni gutturali della sua vittima e il rumore della carne tagliata. Alla fine tutto tacque.
Isabella teneva la testa sollevata e l'ammirava. L'avrebbe portata a Spadino, era sempre contento quando le portava nuovi giocattoli.
Fece qualche passo per andarsene,sentì qualcosa di strano ma non di nuovo. Prese il casco e comunicò tramite il trasmettitore a lungo raggio che il bersaglio era eliminato. Quindi, si mise la mano tra le gambe e si sentì bagnata, non era la prima volta che le succedeva dopo una bella uccisione. Sapeva che anche Dasha dopo certi combattimenti sentiva il bisogno di fare sesso, forse era lo stesso per lei ma fare sesso non le era mai interessato e non lo aveva mai fatto, dubitava potesse essere meglio di uccidere. Improvvisamente si chiese come sarebbe stato fare sesso con Dasha.
Si ricompose, recuperò le sue cose, applicò del medi gel sulle ferite e si avviò alla navetta. Aveva diverse ore di viaggio prima di tornare a casa e una vaga idea su come passarle con le sue fantasie.