Prologo:
Lui mi aveva lasciata, e ora io soffrivo abbandonata da colui che più amavo. Da quella fatidica sera passavo le giornate a letto in camera mia senza alcuna voglia di vivere. Tutti mi evitavano ed ero lo zimbello della scuola, la povera illusa che aveva creduto di avere in mano il cuore dell'affascinante Edward Cullen, il ragazzo più ambito della scuola.
Mi trascinai in bagno, per vedere in che condizioni mi ero ridotta; il riflesso dello specchio era un po' diverso da come ricordavo, non riuscivo a riconoscermi mentre fissavo basita una ragazza magrissima e minuta, la pelle d'avorio era sciupata, le guance erano pallide, profonde occhiaie violacee circondavano due occhi color cioccolato vuoti e spenti. Mi riscossi incredula... Non ero io, quella non potevo essere io, la vecchia me non si sarebbe mai fatta umiliare da un ragazzo, non avrebbe versato tante lacrime per qualcosa di così poco importante... No lei avrebbe reagito, si sarebbe rialzata leccandosi le ferite, ma riprendendosi entro pochi giorni e al massimo avrebbe sofferto in silenzio, mostrando al mondo il suo sorriso fiero ed ottimista.
No! Non sarebbe continuata così avevo fatto soffrire le persone che mi amavano per un bastardo che mi aveva spezzato il cuore. Ora basta, dissi a me stessa e facendomi forza rialzai la schiena e il mento decidendo di chiudere con il passato e ricominciare a vivere il presente.
All'improvviso mi venne un'idea, quale posto migliore per chiedere con il passato se non dove la verità si era rivelata? Mi mossi di scatto prendendo giubbotto e uscendo fuori nella fredda aria di Forks.
Salendo in macchina respirai profondamente e incominciai a percorrere una strada che conoscevo a memoria. Parcheggiai e scesi sfiorando l'erba umida, tra cadute e sobbalzi ero arrivata alla radura, essa al contrario del nostro amore non era mutata e mi guardava con quella pace straziante quasi volesse frasi beffe di me; lacrime calde bagnarono il mio viso e mi persi nei ricordi per un'ultima volta...
Sentii un fruscio, mi girai di scatto spaventata accorgendomi che il sole stava tramontando, davanti a me con un orribile sorriso stava Laurent, non feci in tempo a parlare che mi trovai il suo fiato sul collo e ipnotizzata dal terrore ascoltai la sua voce suadente.
"Sono passato nella villa, a quanto pare i Cullen ti hanno abbandonato eh? Oh povera, Edward deve essersi stancato di te vero?"
Con voce tremante risposi: "Ssi... Tu... che ci fai qui?"
"Mi ha mandato Victoria naturalmente, mi ha mandato per ucciderti. Ma se morirai sarai finalmente in pace e lei vuole farti soffrire per l'eternità, quale modo migliore se non quello di trasformarti?"
Il mio cervello si mise in moto velocemente, se sarei diventata una vampira avrei potuto cercarlo e vendicarmi di Victoria...
"No, ti prego uccidimi se vuoi ma non trasformarmi io voglio morire!" mentii sperando che ci cascasse.
Il vampiro mi guardò malefico con i suoi brucianti occhi rossi, mi sorrise avvicinò le labbra al mio collo e mi morse.
Sono sicura che mai avrei provato tutto quel dolore neache se fossi vissuta mille anni, lo sentì ridere e andare via e rimasi sola in quella radura con la mia sofferenza. Bruciore, dolore e poi la luce. Ero finalmente rinata.
