(Nota: questa storia è nata dopo la lettura di "All Hail Megatron" e ne è stata in buona parte ispirata, anche se poi ha preso una direzione molto diversa… xD)
We Were Born to Die
File…00.01.00 - Prologo
Il fumo delle battaglie sembrava aver oscurato il cielo in modo permanente.
La scura, polverosa cappa della morte.
Thundercracker represse un moto di disgusto verso quel mondo, verso quel pianeta privo di speranze ed i suoi abitanti che, senza ali, restavano ancorati al suolo per essere sottoposti al tormento.
Piccole cose, fragili formiche che non si sarebbero mai sollevate al di sopra di quella coltre polverosa e sporca: umani.
Umani.
Li disprezzava nello stesso modo in cui era capace di provarne pietà. Gli umani avevano strappato l'onore ai Decepticons; erano diventati i loro giocattoli, un motivo di vergogna per un guerriero. Un motivo di vanto per un macellaio.
Thundercracker provava il bisogno di sollevarsi da quella terra sporca e infausta, ed era un bisogno continuo. Vergognosamente simile al desiderio di una fuga.
Ma era così moralmente sbagliato volerlo? Scivolare oltre le nuvole e poi più in alto, più veloce di qualunque altra cosa, più potente, più consapevole della propria superiorità verso la purezza delle stelle e degli spazi siderali che gli appartenevano.
Non si accorse di essersi fermato, di aver chiuso gli occhi per facilitare il lavoro della propria memoria nell'evocare quelle immagini ed il senso d'onore e libertà che le accompagnavano.
- Amico? – la voce di Skywarp lo riportò bruscamente nel lurido posto dove si trovavano; si voltò a fissarlo senza dire nulla.
- Ehi, cosa c'è? – c'era una tale incredulità, una inconsapevolezza così profonda nel tono, nello sguardo dell'altro che avrebbe potuto persino finire per apprezzare l'ilarità della cosa.
- Nulla.
- No, non è vero. Qualcosa c'è, andiamo… dimmelo!
Thundercracker si ostinò a tacere, tenendo lo sguardo fisso sui Decepticon che li precedevano: Megatron, ovviamente, Starscream e Soundwave. E quella era una delle peggiori processioni alle quali avesse preso parte in anni luce.
Skywarp sbuffò senza riuscire a non rendere evidente il proprio disappunto.
- Oh.
Thundercracker meditò seriamente di fermarsi, trasformarsi ed andare da qualche altra parte. Ma lo aveva già fatto abbastanza spesso di recente, e senza risultato.
Poteva almeno concentrarsi su altro, ed evitare di prestare troppa attenzione a quello che Soundwave stava dicendo.
E, tuttavia, c'era una parte di lui che non riusciva ad evitare di provare una fascinazione perversa e disgustosa per l'argomento che Megatron sembrava approvare con tanto interesse. E per quanto potesse ripetersi che si trattava solo di un interesse scientifico… non riusciva ad accettarlo.
Umani.
Usare gli umani, modificarli fino a renderli utili.
Soundwave spalancò le porte del grande hangar che ospitava temporaneamente i laboratori di ricerca e Thundercracker avvertì la sensazione di fastidio stringergli i circuiti con maggiore intensità. Quasi come se una pletora di fantasmi dei suoi antenati si fosse affacciata da qualche dimensione extratemporale per sibilargli all'orecchio: macellaio, macellaio, macellaio. E tutto questo mentre un istinto più pratico, più primordiale, l'abitudine alla guerra e alla sopraffazione gli si agitava dentro rimescolando perversamente quello che voleva e quello che trovava lecito.
Se gli umani non fossero mai esistiti non avrebbe provato nulla del genere.
Si scansò per evitare di essere spinto in avanti da Skywarp – Piantala! – ringhiò.
- Uh! Ti è tornata la voce, eh? Non trovi che sia disgustosa l'idea di questo posto? Gli umani non meritano queste attenzioni. Sono troppo fragili.
L'altro Decepticon evitò di rispondere, concentrandosi su quello che Soundwave stava continuando a spiegare.
- Tecnologia organica avanzata. Componenti tecnologiche e biologiche fuse a livello cellulare.
Starscream ne sembrava particolarmente divertito, indicò una cosa che Thundercracker avrebbe preferito non vedere – Non ci eravamo mai spinti fino a questo punto, la superiorità di queste ricerche ci permetterà di creare…
- Eccellente! – Megatron lo interruppe senza alcun ritegno.
Thundercracker sapeva come era iniziata; come avevano inizialmente progettato di realizzare delle forme umane che consentissero loro di infiltrarsi e manipolare a proprio piacimento i terrestri, ingannando i loro sensi; ma era qualcosa di così degradante… ed era stata, comunque, una ricerca inutile.
La forza bruta non aveva avuto bisogno di nessun altro aiuto.
E adesso si stavano giovando della reverse engineering per creare l'esatto opposto. Un umano modificato che possedesse le abilità per essere considerato utile, ma più nessuna volontà in modo da poter essere controllato ed eventualmente immolato senza alcuna rimostranza.
Non che fosse una cosa semplice.
Gli umani erano così fragili. E se arrivavano sul letto di metallo usato per gli esperimenti troppo debilitati si rompevano come giocattoli inutili.
Primus! Thundercracker era più che felice che quello non fosse un suo affare.
Le gracili creature di carne che non erano state ancora portate sul lettino di metallo, in attesa che l'esperimento precedente fallisse, venivano tenute in un altro laboratorio. Sorvegliate e ammanettate come se avessero davvero avuto una qualche chance di fuggire. E per andare dove, poi? La città non era altro che cenere e fiamme. Un cumulo di morti e detriti e scarafaggi nascosti nei tunnel di quella che definivano metropolitana.
Per quanto gli concerneva Thundercracker riteneva che imporre ad un Decepticon di sorvegliare gli umani fosse una perdita di tempo inutile. Dopo un giorno perdevano la forza e la voglia di opporsi, se non era accaduto già al momento della cattura.
Stavano lì, semplicemente.
Cose organiche quasi morte. Mostrando tutta la debolezza della propria razza, l'indegnità delle creature che non appartenevano al cielo. La propria incapacità di lottare.
No, era tutto una mostruosa perdita di tempo. Qualcosa che lo turbava e basta.
Gettò un'ultima occhiata all'ibrido immobile incatenato ai piedi di Megatron e non riuscì a trattenere il brivido che percorse i suoi circuiti.
(continua…)
