Uno dei tanti appartamenti di Plaza Hedone – Marzo 1954

Stavo leggendo il "Rapture Tribune" -la gazzetta di Rapture- sulla mia comoda poltrona. Mi alzai, fumai una sigaretta, osservai un po' il fondale abissale dalla finestra panoramica: Alcune alghe colorate si lasciavano muovere inermi dalle correnti marine; una famiglia di stelle color arancio oziava appiccicata alle rocce viscide; un capodoglio più annoiato di quanto lo fossi io, passò a qualche metro dal vetro e si fece abbagliare da una forte luce rosa. Era il neon installato su uno degli edifici di fronte al mio, con su scritto "The Pink Pearl Hotel". Così luminoso che rendeva il mare ancor più scuro agli occhi di chi lo osservasse.

Mi accesi un'altra sigaretta e stufo d'aspettare controllai l'orologio da tasca regalatomi anni fa da mio padre…le quattro meno dieci. Santo Dio!

–Mary, tesoro sei ancora lì dentro? Sai dovrei radermi la faccia e darmi una lavata.

L'acqua corrente della doccia fu l'unica risposta che ricevetti.

Scrutai le finestre del condominio accanto, visto che ero praticamente obbligato ad ammazzare il tempo ancora un po'.

La nonnetta del settimo piano stava ricamando l'ennesimo centrino…che ci fosse un fortunato a cui venivano regalati tutti quei centrini, o la nonnina li teneva per se accumulati da qualche parte? Non molti piani più in basso numerose coppiette zampettavano allegramente un Mambo, un festino latino-americano forse. Un distinto signore coi baffi al decimo piano attirò la mia attenzione: Scrutava anch'esso con calma la marea di grattacieli sottomarini, avvolto nel suo elegante completo gessato, immerso come me in una grossa cappa di fumo. Ci notammo a vicenda e restammo lì a guardarci divisi da tonnellate d'acqua salata, finché non cedetti al suo sguardo e abbandonai il panorama. Feci qualche passo, accesi la radio (assieme ad una terza sigaretta) ed ascoltai soddisfatto l'immancabile "Sing sing sing" di Benny Goodman. Tornai a sedermi sulla mia bella e comoda poltrona. Sfogliavo nuovamente il Rapture Tribune in cerca di un frammento che non avessi già letto, quando un articolo mi saltò all'occhio. "L'ultimo plasmide ti ha fatto crescere strane escrescenze? Visita il padiglione medico per un controllo offerto dalla Fontaine Industries! Perché Fontaine pensa sempre al suo cliente! Continua a pag. 10".

Benny Goodman alla radio lasciò spazio ad uno dei monologhi di Andrew Ryan. Dannazione, non fosse stato sabato sarei impazzito!

Un urlo terrorizzato scosse il piccolo appartamento in cui abitavamo. Gettai in un attimo il giornale a terra e mi precipitai dalla mia donna, in piedi davanti allo specchio del bagno e completamente nuda. Con il volto sgomento mi fissò, in preda alla paura.

-Tesoro cos'hai?! Che è successo?!

-Guardami!

-Ti sto guardando, che hai?!

-Sono…ingrassata…

La fissai incredulo. Decisi di tenere per me una serie di imprecazioni che avrebbero sicuramente portato ad un litigio, ma non volevo litigare con Mary. Non di sabato, diamine!

Sbuffai nervoso e con pochi passi feci per tornare al misero salottino, una sigaretta avrebbe appianato il tutto. Frugai nel taschino della camicia per tirare fuori il pacchetto di sigarette. Vuoto. Esplosi letteralmente. –Non puoi farmi prendere simili colpi cazzo! Ti sembra normale urlare come una pazza e spaventarmi a morte…

-Harold…

- …Per che cosa? Perché SEI INGRASSATA! Stiamo perdendo ogni…

-Harold!

-Che c'è adesso, cosa?!

-Non ho urlato perché sono ingrassata!

Mary uscì dal bagno avvolta in un asciugamano. La coscia sinistra presentava una grossa ciste nella parte esterna…un tumore da plasmide. –Mary quanta di quella merda hai preso ultimamente?!

Lei mi guardò, con le lacrime agli occhi. Osservai il giornale a terra e capii cosa dovevo fare.

–Vestiti, svelta!