Introduzione:
Once opon a time.
Lumen. Un antico regno perso tra le steppe inospitali e le montagne rocciose; in un territorio selvaggio ed inospitale della Bretagna del nord.
Ma per quanto quel nome possa risuonare pieno di luce, quello era un regno di buio e sofferenze, dove un grigio e tetro castello si ergeva alto ed imponete, inerpicandosi per le fredde e nude rocce affilate: le guglie che si stagliavano come lame acuminate che squarciavano il cielo scuro e pieno di nuvole cariche di tempesta.
Sotto di esso regnava la desolazione. Sterpaglia ed erba ingiallita ormai morta, natura che cresceva selvaggia ed incontrollata per quella landa che si espandeva a perdita d'occhio, circondata a sud da una fitta foresta ampia chilometri.
Un luogo di morte come il Signore che lo governava. Un sovrano tiranno e crudele, che da anni perpetrava guerre e stragi decimando il suo stesso popolo, di cui ormai quel poco che ne era rimasto si limitava a vivere alle pendici del monte in cui era situata la fortezza.
Il Tiranno però aveva un figlio maschio, un erede al trono: il principe Aron. Un giovane sui diciott'anni, con il fisico di chi pratica l'arte della guerra e la caccia come sport, addestrato a tale scopo fin da piccolo. I capelli del colore del grano e occhi come il cioccolato fuso, un viso ben delineato e una mascella pronunciata con zigomi alti e portamento aristocratico. Un erede degno di ogni buon re che si rispetti.
L'unica cosa che lo differenziava da suo padre era il suo cuore, al contrario di quello del genitore che era spietato e malvagio il suo aveva scoperto cosa significava provare sentimenti oltre a quelli di veder soffrire il prossimo.
In quei tempi così bui e difficili non era cosa rara che un uomo avesse certi "gusti". Molto spesso in guerra, soprattuto durante le battaglie di lunga durata, poteva accadere che gli stessi soldati fossero usi unirsi durante la notte per tenersi compagnia e anche sfogarsi e confortarsi, ed hai prigionieri stessi venisse inflitto come metodo per marcare la sottomissione a cui erano costretti.
Ma tutto quello non aveva nulla a che fare con l'amore.
Di questo ne era conscio il giovane principe, che da qualche anno a quella parte aveva per la prima volta in vita sua scoperto cos'era e cosa significasse quella parola: amore. E lo aveva scoperto proprio nella persona più impensabile che si potesse immaginare... il suo servitore.
