DISCLAIMER: Questa storia si basa su dei personaggi creati da JK Rowling e posseduti da lei e dalle varie case editrici che ne hanno regolarmente pagato i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma solo con lo scopo di divertire me e altre persone come me.
Il mio nome è Krum, Viktor Krum, e voglio raccontarvi una storia
Capitolo 1
Mi chiamo Krum, Viktor Krum.
E' un bel nome, Viktor, significa vincitore, ed è sicuramente un nome beneaugurale. A me in un certo senso ha portato fortuna.
Ho avuto una opportunità: ho lasciato il mio paese un giorno d'inverno, con un vento a 30 gradi sotto zero, un gigante invisibile che prendeva a calci il mondo.
L'anno scolastico era già iniziato, ma qualcuno aveva rinunciato ad una borsa di studio, e loro avevano chiamato me.
Ero disposto?
Il gufo non ebbe neanche il tempo di riposarsi per quanto velocemente compilai la mia risposta. Ero disposto? Non c'era neanche bisogno di chiederlo.
Avevo passato gli ultimi 3 anni a studiare la lingua ufficiale di Durmstrang, con tutti i suoi verbi irregolari, nella speranza di venire accettato come borsista.
A studiare magia a casa con mia madre, di sera, per non perdere il passo.Ci si può presentare anche da privatisti a sostenere certi esami, non so se lo sapete. Però è più dura. Mia madre è una strega in gamba, ma non è una specialista di ogni branca della magia... così, alla fine, studiavamo tutti e due insieme, chiusi in una stanza, con la luce fioca della lampada ad olio.
E di giorno frequentavo una normale scuola Babbana in Bulgaria. Perché un'istruzione è importante, e perché nella vita non si sa mai.
Nel tempo libero, poco, invece annusavo le rose. Che nel caso mia voleva dire solo una cosa: volare.
Mia madre accendeva i fuochi sullo spiazzo vicino al bosco. Noi abitavamo in campagna per fortuna. Per il volo, intendo, perché la mattina mentre andavo a scuola non mi sentivo così fortunato di tutta quella strada da fare..
Per scacciare i lupi, diceva lei.
Per farmi compagnia, dico io. Ma lei è sempre stata una donna un po' ruvida... per cui ho sempre fatto finta di credere alla storia dei lupi. Avrei anche fatto finta di credere a Babbo Natale per farle piacere.
Beh, non volavo, solo, ovviamente... ero un ragazzo, facevo anche altro... guardavo le ragazze...
A volte coi miei amici ce ne stavamo seduti aspettando l'uscita delle ballerine dalla scuola di danza.
Erano le ragazze più carine che avessimo mai visto e con dei movimenti, anche mentre sciamavano tranquille verso casa, che le facevano sembrare esseri fuori dal mondo.
E non mi piaceva solo osservarle... Ma questa è un'altra storia.
Così, quel giorno, in mezzo a tutto quel vento e quella neve, mi ritrovai alla stazione.
Avevo una borsa di studio, una bacchetta nuova di zecca, e gli abbracci e le lacrime di mia madre. No, non ci sono altri uomini in famiglia oltre me. Ma questa è un'altra storia.
Sono tutte cose che posseggo ancora, fortunatamente.
In mano avevo il biglietto per Durmstrang , e per quanto non sia cieco e veda chiaramente che c'è di meglio rispetto a Karkaroff in questo mondo, so bene che a Durmstrang devo moltissimo e non me ne dimenticherò.
Ero povero, ma dentro di me ero ricchissimo. E lo sapevo.
Come poi io sia diventato una stella del Quidditch è tutta un'altra storia.
Questa è invece la storia di come e perché ho invitato Hermione Granger al Ballo del Ceppo
