Emma Swan, 22 anni, nata a Boston e trasferita a New York da appena tre mesi, si rigirava la penna tra le dita, annoiata a morte. Terzo giorno nella sua nuova università, terzo giorno di totale, assoluta noia. I suoi compagni di corso erano seri e studiosi come non credeva possibile, e si rifiutavano di scambiare qualche chiacchiera che non riguardasse il baseball nel caso dei ragazzi ed il trucco nel caso delle ragazze. Uno schifo.
Emma guardò l'ora sull'orologio da polso, e si raddrizzò sulla panca. La o il professor Mills stava per arrivare. Aveva già incontrato il professor Hopper durante la lezione di Geometria 1, il preside Gold durante la presentazione dei corsi e l'altra professoressa Mills, per Algebra 1, il che le creava un bel po' di confusione. La lezione di Analisi Matematica 1 dell'altra/altro prof Mills stava per cominciare.
Il mistero sul genere dell'insegnante si svelò mezzo minuto dopo davanti ai suoi occhi sgranati.
La professoressa R. Mills era una stragnocca da urlo, decisamente più giovane della prof Z.-Zeliiina-Mills, come diceva lei con quella vocetta acuta fastidiosissima, ma più giovane di un bel pezzo, tipo dieci anni o giù di lì. Mora, capelli corti che si arricciavano leggermente verso l'alto sulle punte, labbra perfette e gambe... neanche a dirlo. Indossava un tailleur che sembrava fatto su misura per lei. Forse lo era. In ogni caso, Analisi Matematica 1 era appena diventata la materia preferita di Emma.
La professoressa entrò nell'aula senza guardare nessuno in viso. Posò la sua borsa sulla cattedra e poi si voltò verso i suoi studenti.
«Io sono la professoressa Mills e questa è la lezione di Analisi Matematica 1. Quindi se qualcuno ha sbagliato aula questo sarebbe il momento di uscire, altrimenti passeremo insieme le prossime due ore. » disse osservando ogni singolo studente. Lasciò che passasse qualche secondo di assoluto silenzio, poi dischiuse di nuovo le labbra rosse.
«Iniziamo...»
Prese un libro e iniziò la lezione.
Emma sentì il cuore accelerare i battiti al suono della voce della professoressa. Aveva il timbro più bello che avesse mai sentito. Era sexy e autoritaria allo stesso tempo, il che la rendeva ancora più sexy. Sospirò appena, aggiustando la posizione sulla panca. Aprì il quaderno e cercò di registrare quello che stava spiegando, ma la concentrazione faticava ad attecchire. Non aveva detto il suo nome, che restava una misteriosa R.
R. Mills si avvicinò alla lavagna e iniziò a spiegare la nozione di limite e continuità, girando ogni tanto la testa per osservare i visi degli studenti, che sembravano più che confusi che altro.
«È tutto chiaro?» chiese, interrompendosi dopo mezz'ora di spiegazione, girandosi del tutto per osservarli.
Emma alzò immediatamente la mano, stirando in alto il braccio per farsi vedere meglio.
Il suo sguardo si fermò sull'unica mano alzata della classe. Una ragazza bionda, occhi chiari. Concentrò la sua attenzione su di lei.
«Mi dica signorina...?»
«Swan.» annunciò lei alzandosi in piedi. Prese un breve respiro, controllando l'agitazione e aggiustandosi gli occhiali sul naso. «Emma Swan, professoressa Mills. Ho un dubbio sul teorema dell'unicità del limite...»
«Swan…» ripeté osservando la ragazza, facendo vagare lo sguardo sul suo corpo. «Si avvicini Miss Swan e mi dica nello specifico su cosa ha dei dubbi.» disse infine avvicinandosi alla cattedra.
Emma si accigliò, presa alla sprovvista. Scavalcò un paio di ragazzi e scese i pochi scalini che la separavano dalla cattedra, fermandosi ad un passo da essa. A quella distanza, la donna era ancora più bella.
«Ehm...» balbettò, arrossendo appena. Si schiarì la voce per ritrovare la concentrazione. «Vede, ecco... Dunque, lei ha detto che |l1-l2| è minore di 2e per ogni e maggiore di zero, quindi se |l1-l2| è uguale a 0 allora l1 è uguale ad l2, giusto? Ma questo vale in qualsiasi spazio metrico, giusto? Cioè, in qualsiasi spazio topologico di Hausdorff?» chiese, sorridendo internamente. Non erano certo cose che una studentessa di quel corso poteva sapere, basandosi esclusivamente sulle conoscenze fornite dal sistema. Emma si ringraziò mentalmente per la sua curiosità quasi ossessiva nei confronti della matematica avanzata.
Regina sorrise leggermente, stupita da quella domanda.
«Molto bene signorina Swan.. vedo che qualcuno qui è più avanti rispetto al programma. La risposta alla sua domanda è sì.»
rispose passandole davanti, per poi rivolgersi agli altri studenti. Emma sorrise, soddisfatta. Aveva fatto colpo. «Bene, quello che la vostra collega ha detto è quello che vi avrei spiegato tra un attimo ma sono stata preceduta ...Se qualcuno ha domande su questo potete chiedere alla vostra collega, che sono sicura sarà felice di rispondere alle vostre domande.» disse poggiandosi alla scrivania. Il sorriso morì sulle labbra della studentessa. Guardò i compagni spalancando gli occhi. Questo non l'aveva calcolato. Deglutì arrossendo, nervosa.
«Ehm... posso tornare al posto?» chiese alla professoressa, guardandola imbarazzata. «Nessuno ha domande, tanto...»
La donna sorrise osservando il volto preoccupato della ragazza.
«Ma certo Swan, vada pure al posto.» disse facendo un passo verso di lei. Emma arrossì ancora di più e praticamente scappò verso il suo posto, rifugiandosi dietro al banco. Appoggiò la guancia alla mano sinistra e prese a scarabocchiare sul quaderno con la destra. scrisse una lunga serie di 'Swan idiota' con vari stili calligrafici.
Regina passò l'ora successiva a spiegare senza che nessuno interrompesse la sua lezione. Al suono della campanella, si avvicino alla cattedra per posare i suoi appunti mentre i ragazzi uscivano dall'aula.
Emma ascoltò con attenzione il resto della lezione. Alla fine, sfilò lentamente davanti alla professoressa con gli occhi bassi insieme al resto della classe, maledicendosi per la sua stupidità, per uscire dall'aula.
