NB: Ogni Drabble o flash fic che posterò rappresenterà per l'appunto un frammento, un pezzo di un quadro più grande che altri non è la storia in se. Ci sono pezzi importanti, altri più importanti di altri e altri ancora puramente marginali ma che comunque fanno tutti parte del contesto. Per aiutarvi a mettere in ordine ho deciso di dare al titolo un carattere diverso a ciascun titolo a secondo del tempo che si svolgono i fatti:
Grassetto e Sottolineato: Passato.
Grassetto e Corsivo: Presente.
Grassetto e Rigato: Futuro.
"Light Dream"
A volte sogna. Sogna momenti che non riesce a ricordare.
Di quando la sua pelle poteva ancora essere accarezzata dal sole e sentire il cuore pulsargli nel petto. Sogna di quando ancora era all'accademia, di quando ancora era una recluta indisciplinata durante il corso della propria formazione; volti sorridenti che gli parlano, sorridono, e tutto si mischia in un confuso misto di calore sotto la pelle.
E poi, sogna lui.
Qualcuno che doveva essere importante, qualcuno che lo guardava sempre con quel cipiglio severo che però si scioglieva in un sorriso quando era nascosto da sguardi indiscreti.
Un rivale,un amico, qualcosa di molto di più; poteva vederlo chiaramente, quel sentimento impresso in quegli occhi di un viola intenso, profondo, incontaminato dalla crudeltà del mondo. In quegli occhi giusti e limpidi, poteva vederlo, qualcosa che ha perso, che non può più riavere e che gli manca terribilmente come i giorni spensierati e felici che sa, non torneranno.
Non ricorda il suo viso, non ricorda il suo nome.
Sa che è lì, sepolto in una voragine oscura impossibile da afferrare, qualcosa che aveva imparato ad amare e che non riavrà mai.
Si agita nel sonno, lì confinato nella sua cella.
Quegli occhi ancora impressi nei suoi ricordi sbiaditi scivolano nuovamente in un angolo della sua mente, sostituiti da altri occhi del medesimo colore che lo fissano freddi ed impenetrabili al suo risveglio.
In certi giorni è sicuro di scorgere qualcosa in loro, qualcosa che sa di nostalgia e di rammarico, ma è solo un attimo prima che la voce austera del Generale Munakata gli ordina di alzarsi.
Ubbidisce, sebbene di malavoglia, snudando le zanne in un sorriso affilato, pericoloso, quasi di monito, mentre le catene sciolgono la presa su di lui liberando la bestia per la caccia.
La bestia che loro stessi avevano creato e che un giorno li avrebbe uccisi tutti.
