Come tutte le cose, ad un certo punto anche la scuola finisce. Ogni
dormitorio era pervaso da una scossa elettrica d'agitazione, compreso
quello dei Serpeverde. Draco era intento a preparare le sue valige e,
nonostante non fosse avvezzo ai sentimentalismi, non poté fare a meno di
pensare che da lì a qualche giorno non avrebbe più rivisto la Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts. Certo che sette anni erano proprio volati...
Come avrebbe fatto a casa tutto solo senza poter più sfottere Weasley o
Potter? Sorridendo divertito al ricordo delle umiliazioni inferte a quel
gruppetto d'idioti, infilò nel baule anche l'ultima maglietta. Poi lo
richiuse e si sedette sul letto. Proprio in quell'istante, sentì bussare
alla sua porta. Sollevò lo sguardo e vide Pansy sulla soglia. Con un gesto
della mano la invitò ad entrare. La ragazza si avvicinò timidamente.
Sembrava un fascio di nervi, con le unghie completamente mangiucchiate e le
occhiaie profonde che segnavano il suo viso dai tratti un po' duri. Respirò
profondamente; poi, arrossendo vistosamente e abbassando lo sguardo per
l'imbarazzo, si fermò di fronte a Draco e gli disse piano: "Ecco, io ero
passata solo per salutarti. Insomma, da domani è probabile che non ci
vedremo mai più e perciò... Volevo dirti che... Io... beh, ciao e buone
vacanze!". Fece dietro-front e arrossì, se possibile, ancor più
violentemente. Draco sollevò un sopracciglio perplesso; quindi, scuotendo
il capo, esclamò: "Ehi, lo so che sono bello da togliere il fiato, ma
almeno una parolina in più potevi sprecarti a dirla! Tipo: Mi mancherà
moltissimo il tuo fondoschiena; oppure Come posso vivere d'ora in poi
senza la tua sacra presenza?. Cose che si dicono normalmente tra amici,
insomma!". Un ghigno sarcastico si dipinse sul viso pallido, ma così bello
da far male. "Troppo male", pensò Pansy. "Volevo fare un discorso serio per
una volta! Salutarti come si deve, ecco tutto!" gridò isterica Pansy,
sull'orlo di una crisi di nervi. Draco sogghignò e rispose amaramente:
"Serio, dici? Perché, ne sei capace? E com'è che vorresti salutarmi?
Saltandomi addosso magari?" e rise divertito. La sua voce cristallina
arrivò chiara e distinta alle orecchie della ragazza, lacerandole il cuore
in mille pezzi. Ecco, non la stava prendendo sul serio. Ma che altro si
aspettava da un brutto bastardo come Malfoy? Che la capisse? Che per una
volta fosse dolce e comprensivo? Sette anni passati a sbavargli dietro,
aspettando che lui le rivolgesse anche solo uno sguardo. E invece che cosa
aveva ottenuto? Solo battutine e parole di disprezzo. Ma come poteva
odiarlo? Lui, così bello e al tempo stesso così perfetto. Quel volto
angelico, le mani affusolate, il fisico slanciato, gli occhi grigi e i
capelli morbidi e lucenti; non c'era niente di lui che non le piacesse.
Anche quando la guardava dall'alto al basso, divertendosi a prenderla in
giro. Cosa che, tra l'altro, stava facendo anche ora. Pansy sentì gli occhi
che le si riempivano di lacrime. Diavolo, lo amava. Si era ormai talmente
persa in lui, da non poter più tornare indietro. Strinse i pugni, cercando
di ricacciare indietro quello sconforto che le attanagliava l'anima. "Ma
non capisci, razza di cretino? Dopo tutto questo tempo ancora non l'hai
capito?" esplose tremando di rabbia. Draco si fece serio in volto e le si
avvicinò. Le prese le mani e si strinse a lei. Era così vicino... Pansy
riusciva a sentire il suo profumo, il cuore che batteva sul suo, il dolce
respiro sul suo viso, e ne restò ammaliata. Voleva che il tempo si
fermasse, che Draco non andasse più via... Ora stava bene e lo desiderava più
che mai. Chiuse gli occhi, come per assaporare al massimo quell'attimo
magico. Draco appoggiò le mani della ragazza sul suo petto, facendola
sussultare. Poi, avvicinando le labbra all'orecchio di Pansy, bisbigliò:
"So quel che provi... - la sua voce era così suadente, sensuale...- Tu mi ami e
soffri.". Fece una lunga pausa, senza mai scostarsi dalla sua posizione.
Pansy si sentiva al settimo cielo. Davvero Draco la capiva? Forse si era
comportato così solo per non perdere credibilità di fronte agli altri.
Allora, anche lui l'amava! Perché altrimenti era lì con lei, adesso? Draco
riprese il suo discorso: "Ed è proprio perché mi ami che io mi diverto a
trattarti come spazzatura; più tu soffri, più mi riempi di una
soddisfazione immensa. Non sai quanto sia bello sentire il rumore del tuo
cuore che va in mille pezzi e sapere che sono stato proprio io a spezzarlo...
Senti? Se fai attenzione, riuscirai ad ascoltarlo anche in questo preciso
istante...". Pansy sentì il mondo crollarle addosso. Come aveva potuto
parlarle così? Che cosa aveva fatto di male lei per essere trattata a quel
modo? Singhiozzando tra le lacrime si liberò dalle mani di Draco e si
allontanò da lui. Piangendo disperatamente, gridò: "Basta! Vattene al
diavolo, tu e tutti quelli come te!". Draco sorrise: "Oh, ma in questo modo
mi lasceresti da solo a bruciare tra quelle brutte fiamme! Sta pur certa
che non ce ne sono altri come me!". Pansy si sentì quasi svenire; non
riusciva più a sopportare quel dolore. "Sei solo un bastardo! Non sono il
tuo giocattolo personale, Signor Malfoy!" e, con uno scatto repentino, lo
schiaffeggiò. Draco si rabbuiò all'istante. Prese la ragazza con violenza e
la sbatté contro il muro della parete. Digrignando i denti la guardò dritta
negli occhi e, con una freddezza glaciale somigliante ad una pugnalata al
cuore, sibilò: "Attenta a quel che dici, ragazzina! Io di te posso fare ciò
che più mi piace! E, nel caso lo volessi, anche il mio giocattolo
personale!". Allentò la presa, lasciando Pansy in ginocchio sul pavimento,
mentre si massaggiava dolorante le braccia. Dandole le spalle, Draco
concluse: "Ma, siccome non mi diverti più, credo che chiederò a papà di
comprarmene uno nuovo. Magari stavolta formosa e con gli occhi neri.".
Detto ciò si passò una mano tra i capelli e, come se niente fosse, uscì dal
dormitorio e si diresse verso la Sala Grande per la cena d'addio.
La mattina della partenza, Pansy si svegliò presto. Si vestì in gran fretta e salutò tutte le sue amiche. Certo, un po' le dispiaceva lasciare la scuola; era stata una bella esperienza. Tranne che per una cosa... Cercò di dimenticare la sera precedente, ma i lividi sul braccio destro le ricordarono la bruciante verità. Almeno, fuori di lì non avrebbe avuto mai più niente a che fare con Malfoy. La disgustava talmente tanto, che non voleva sentir pronunciare nemmeno il suo nome. Raccolse le valige e fece per salire sul treno, quando una mano appoggiata sulla sua spalla la trattenne. Voltandosi nel vedere chi fosse, comprese che si trattava di Draco. E ora che voleva? Un'altra umiliazione pubblica? Serrando forte i pugni disse rabbiosamente: "Che c'è?". Draco la guardò impassibile e disse: "Sai, pensavo che potremmo anche passare sopra al piccolo inconveniente successo ieri sera. Amic... Ehm, amanti come prima?". Pansy rispose furiosa: "Non è divertente, Draco!". "Sì, hai ragione; non fa ridere per niente. In fondo, non siamo mai stati amanti, giusto? O forse quella volta che ero ubriaco, non ricordo... No, sono sicuro: anche privo di sensi, mi sarei accorto se fossi stato con te." E sottolineò quest'ultima frase con un profondo disprezzo. Pansy, decisa a non sopportare nemmeno un secondo di più quella tortura, arraffò il suo baule e se ne andò. Ma Draco le si parò davanti, sbarrandole la strada. Sempre più arrabbiata, la ragazza attese che Malfoy finisse il suo discorso. "Ehi, siamo un po' suscettibili a quanto pare! –esclamò divertito- Non volevi salutarmi come si deve?". Le prese il viso con entrambe le mani e la baciò appassionatamente. Poi, con uno sguardo freddo e con la compostezza di sempre, si sistemò i capelli e disse: "Sai, non è da tutti diventare il giocattolo personale di Draco Malfoy..." e così com'era venuto, sparì in mezzo alla folla. Pansy era letteralmente allibita. Cos'era successo? Un attimo prima la sbatte contro un muro e poi semplicemente la bacia, così, come se niente fosse? L'aveva sempre detto che Draco Malfoy era un gran bastardo. Ma restava pur sempre un bastardo tremendamente affascinante. Sorridendo, prese i bagagli e salì sul treno. In fondo, quell'ultimo giorno di scuola non era poi andato così male.
La mattina della partenza, Pansy si svegliò presto. Si vestì in gran fretta e salutò tutte le sue amiche. Certo, un po' le dispiaceva lasciare la scuola; era stata una bella esperienza. Tranne che per una cosa... Cercò di dimenticare la sera precedente, ma i lividi sul braccio destro le ricordarono la bruciante verità. Almeno, fuori di lì non avrebbe avuto mai più niente a che fare con Malfoy. La disgustava talmente tanto, che non voleva sentir pronunciare nemmeno il suo nome. Raccolse le valige e fece per salire sul treno, quando una mano appoggiata sulla sua spalla la trattenne. Voltandosi nel vedere chi fosse, comprese che si trattava di Draco. E ora che voleva? Un'altra umiliazione pubblica? Serrando forte i pugni disse rabbiosamente: "Che c'è?". Draco la guardò impassibile e disse: "Sai, pensavo che potremmo anche passare sopra al piccolo inconveniente successo ieri sera. Amic... Ehm, amanti come prima?". Pansy rispose furiosa: "Non è divertente, Draco!". "Sì, hai ragione; non fa ridere per niente. In fondo, non siamo mai stati amanti, giusto? O forse quella volta che ero ubriaco, non ricordo... No, sono sicuro: anche privo di sensi, mi sarei accorto se fossi stato con te." E sottolineò quest'ultima frase con un profondo disprezzo. Pansy, decisa a non sopportare nemmeno un secondo di più quella tortura, arraffò il suo baule e se ne andò. Ma Draco le si parò davanti, sbarrandole la strada. Sempre più arrabbiata, la ragazza attese che Malfoy finisse il suo discorso. "Ehi, siamo un po' suscettibili a quanto pare! –esclamò divertito- Non volevi salutarmi come si deve?". Le prese il viso con entrambe le mani e la baciò appassionatamente. Poi, con uno sguardo freddo e con la compostezza di sempre, si sistemò i capelli e disse: "Sai, non è da tutti diventare il giocattolo personale di Draco Malfoy..." e così com'era venuto, sparì in mezzo alla folla. Pansy era letteralmente allibita. Cos'era successo? Un attimo prima la sbatte contro un muro e poi semplicemente la bacia, così, come se niente fosse? L'aveva sempre detto che Draco Malfoy era un gran bastardo. Ma restava pur sempre un bastardo tremendamente affascinante. Sorridendo, prese i bagagli e salì sul treno. In fondo, quell'ultimo giorno di scuola non era poi andato così male.
