Si svegliò con un inaspettato senso di pace, legato ad un sogno che non riusciva a ricordare.

Strano. Aveva sognato. Non gli capitava spesso – fatta eccezione per gli incubi, naturalmente.

Si guardò attorno. Nonostante la penombra, gli oggetti attorno a lui parevano singolarmente familiari e confortanti. Tutta un'altra cosa rispetto all'atmosfera fredda e leggermente ostile che il CBI assumeva la notte, quando l'edificio era deserto.

Si mosse sul divano, quindi alzò lo sguardo al soffitto. Curioso. Era lì da appena una settimana, eppure in un certo qual modo si sentiva... a casa.

Quel pensiero lo colpì. A casa. Non avrebbe mai creduto di poter assaporare di nuovo quella sensazione. Non dopo quanto era accaduto alla sua famiglia.

Si alzò, e senza fare rumore si diresse verso la stanza di Lisbon.

Lanciò un'occhiata alla sveglia sul comodino. Le due del mattino. Lisbon dormiva profondamente, raggomitolata come una bambina.

Sedette sul bordo del letto, stendendo una mano a scostarle i capelli dal viso.

Rimase a lungo a fissarla, rigirando distrattamente l'anello che ancora portava al dito. Quindi, con un leggero sospiro, sfilò l'anello e lo ripose nel taschino della giacca.

Si chinò a posare un bacio sulla fronte di Lisbon, prima di tornare lentamente al divano.

Sorrise, mentre la sua mente scivolava di nuovo verso il sonno. Finalmente era a casa.