DOPO LA BATTAGLIA

Disclaimer: I personaggi di questa storia sono proprietà esclusiva di J. K. Rowling

Rating NC 17- Slash inclusive

Pairing: scopritelo da soli

Riassunto: Versione alternativa degli eventi verificatisi dopo la battaglia di Hogwarts, perché personalmente non ho apprezzato l'epilogo… questa è la mia versione su come la storia prosegue (almeno nella mia testa, e chi dice che non sia vera?).

2 maggio 1998- dopo la Battaglia di Hogwarts

Harry, Ron e Hermione si trovano nello studio di Silente. Harry è sgusciato via dal banchetto grazie al mantello dell'Invisibilità, ed è esausto. I migliori amici lo hanno seguito a ruota. Si mette davanti al ritratto di Silente, ignorando gli altri Presidi apparentemente immersi nel sonno, e sfodera la Bacchetta di Sambuco.

-Cos'hai intenzione di fare adesso, Harry?- chiede il Silente-ritratto, gentile e discorsivo come se stessero parlando del meteo. I suoi occhi azzurri risplendono di calore e ammirazione, penetranti come quando era vivo.

-La bacchetta di Sambuco sarà anche più potente ma personalmente mi trovo meglio con la mia- dice Harry, e, tirata fuori l'amata bacchetta di agrifoglio, o ciò che ne rimane, agita la Stecca del Destino e grida: -Reparo!-

Le due estremità si saldano, e braccio e bacchetta si riuniscono in uno scoppio di gioiose scintille rosse, felici di essersi finalmente ritrovati.

-La Pietra della Resurrezione mi è caduta da qualche parte nella Foresta, e non ho intenzione di uscire a cercarla- prosegue Harry, sotto lo sguardo raggiante del vecchio Preside. –Quanto alla bacchetta…

-Harry, aspetta!-lo interrompe Hermione. Il ragazzo la guarda, sorpreso.

-Si dà il caso che io…uhm…l'abbia recuperata prima del banchetto…- dice la ragazza, e, sotto lo sguardo esterrefatto di Harry e Ron tira fuori dalle tasche del suo abito di strega la piccola pietra nera, e gliela pone con delicatezza sul palmo della mano. La guardano per qualche secondo, in silenzio.

-A vederla così non sembra pericolosa, vero? Solo un inutile sasso come tanti altri- commenta Ron per stemperare la tensione.

-Nessun oggetto è intrinsecamente pericoloso, Ronald- osserva Hermione. –Dipende tutto dall'uso che se ne fa. Ed è per questo…

Harry la interrompe, sconcertato quasi quanto Ron. –Non stai davvero pensando di usarla, giusto?

Discutono animatamente per alcuni lunghissimi minuti sotto lo sguardo serafico di Albus Silente.

Harry vola con l'immaginazione, pensa a quanto sarebbe meraviglioso riportare in vita tutti i maghi e le streghe coraggiosi che hanno sacrificato la loro vita contro Voldemort. Non c'è nessuno dell'Ordine della Fenice che non abbia perso almeno un amico o un familiare, per non parlare degli studenti che hanno combattuto e fatto da scudo a lui, Harry, quella stessa notte…

-Ma non li riporteremmo indietro veramente, no?- fa notare Ron. –Nel Racconto dei Tre Fratelli dice che quando ritornano sono poco più che fantasmi…

-'Come separati da un velo'- annuisce freneticamente Hermione. –Ma il punto è- prosegue, sempre più eccitata, gli occhi nocciola scintillanti e le guance accese –che noi abbiamo…cioè, Harry ha riunito tutti e tre i Doni! Il Mantello. La Bacchetta. La Pietra- A ogni nome traccia in aria il simbolo ai margini di una pagina delle Fiabe di Beda e il Bardo, che tanto l'aveva intrigata: un cerchio iscritto in un triangolo, completato da una riga verticale nel mezzo.

-Harry James Potter- annuncia solennemente-sei il Padrone della Morte! Lo sai cosa significa?

-Ehm…che non posso morire?- chiede Harry, intontito. Non riesce a contenere il proprio stupore. Hermione è sempre stata contraria alla ricerca delle reliquie: le ha sempre giudicate pericolose, artefatti delle Arti Oscure di poco migliori degli Horcrux. E adesso…propone seriamente di usarli?

-Questo è un dato di fatto: solo uno scemo non capirebbe che sei già risorto.

-Che cosa?- chiede Ron, strabuzzando gli occhi.

Harry lo guarda: si era quasi dimenticato della sua presenza. Gli spiega brevemente di come non si sia difeso quando Voldemort gli ha scagliato contro l'Anatema che Uccide- appena poche ore fa, pensa con sgomento- in questo modo distruggendo involontariamente l'Horcrux che risiedeva nel corpo di Harry da quando aveva tentato di ucciderlo quasi diciassette anni prima, e che era ignaro di aver creato.

-Wow, amico. Per tutto questo tempo avevi un pezzo di anima di Voldemort dentro di te? Questo spiega un sacco di cose- commenta Ron, sarcastico.

-Ma non perché hai sconfitto la morte- puntualizza Hermione.

Harry apre la bocca per ribattere che Silente gliel'ha spiegato, pur nel suo modo intricato e nebuloso: è stata la sua volontà di morire per proteggere tutti loro, in altre parole la sua capacità di amare, che lo ha salvato e gli ha fornito una seconda chance per tornare indietro e sconfiggere Voldemort. Poi ci ripensa, e tace. Si rende conto che l'incontro con Silente nel limbo stranamente somigliante alla stazione di King's Cross, che sia successo o meno, sarà uno di quei segreti che si porterà fin dentro la tomba.

Intanto, Hermione continua imperterrita. –Hai sconfitto la morte grazie ai Doni, Harry. Non avrei voluto che li cercassi quando c'erano ancora tutti quegli Horcrux da eliminare, stava diventando un'ossessione…ma adesso che li hai trovati quasi per caso… e che c'è la possibilità di richiamare indietro tutti coloro che abbiamo perso per colpa di Voldemort…vuoi davvero sprecarla? Pensa: rivedremo Fred, Sirius, Lupin, Tonks, Malocchio…

I miei genitori. Harry si sente attraversare da un brivido di terrore e di aspettativa.

-Fred-sussurra Ron, impietrito. Non ha versato una lacrima da quando quel maledetto muro è crollato addosso al fratello maggiore, cancellandone la risata dalla faccia: il dolore è ancora troppo recente. Harry pensa alle centinaia di vittime giù nella Sala Grande, morte per colpa sua…

-Miei cari ragazzi-li interrompe una strascicante voce rasposa. Guardano tutti in su, e incontrano lo sguardo annoiato e sprezzante di Phineas Nigellus Black, che li esamina con spassionata disapprovazione dall'alto del suo ritratto dalla cornice dorata. –Ancora una volta date prova della vostra immensa stupidità, un tratto che, ahimé, accomuna tristemente Nati Babbani e Purosangue. Come spiegherete la resurrezione dei vostri amici e familiari a tutto il mondo magico? Cosa succederà quando si saprà che i Doni della Morte non sono una leggenda?

La risposta è un silenzio atterrito dei tre ragazzi. I Presidi si sporgono dalle cornici per guardare meglio, un mago corpulento si munisce di cornetto acustico e una donna in abiti d'epoca lascia il proprio dipinto per discutere con la sua vicina, ogni pretesa di sonno ormai abbandonata.

-Scatenerete la Terza Guerra Magica, ecco cosa- conclude trionfante il Preside Black. Sembra stranamente compiaciuto di se stesso.

–E' questo che volete?- Ancora una volta, nessuno risponde. Harry sente il cuore sprofondargli nello stomaco, le sue speranze appena accese infrante come al solito.

-Bene- continua il ritratto, atteggiando il viso a un'espressione di compunta quanto simulata tristezza, – temo proprio che non rivedrò più il mio indegno nipote reprobo…

-Un momento, Phineas- dice il ritratto di Albus Percival Wulfric Brian Silente. E tutti, umani e ritratti, si precipitano a guardarlo. Il suo tono è calmo, solenne, ogni parola è piena di calma gravità.

-E' mia modesta opinione che Harry sia- perdonatemi l'espressione- 'risorto' perché era pronto a sacrificare la propria vita per tutti i suoi cari. Questo spiega perché nessuno dei suoi amici sia stato ferito nella conclusione della battaglia. E questo potrebbe spiegare perché a coloro che a loro volta hanno dato la vita per proteggerlo, in tutti questi anni, sia stata concessa una seconda opportunità. L'amore è la più grande e la migliore delle risposte, l'ho sempre sostenuto…

-Un vecchio sciocco melodrammatico, ecco cosa sei, Albus…

-La tua opinione, Phineas, per quanto non richiesta ed espressa con scarso riguardo, non risolve affatto la questione. La domanda è…Harry…signorina Granger….signor Weasley…miei coraggiosi Grifondoro…siete pronti a correre il rischio?

Harry indossa il Mantello dell'Invisibilità sciolto sulle spalle, così che solo il davanti del suo corpo rimane visibile. Punta la Bacchetta di Sambuco sulla Pietra che tiene nel palmo aperto della sinistra, la fa ruotare tre volte, e grida

-LILY EVANS POTTER!- Una donna con lunghi capelli rosso scuro e occhi a mandorla verde smeraldo si materializza davanti a lui e lo guarda, colma d'affetto. Un sorriso le distende i lineamenti gentili, e per la prima volta Harry si accorge che è incredibilmente giovane: sui vent'anni, di poco più grande di lui.

-Mamma!-esclama e, incurante dello sguardo degli amici e delle decine di figure che osservano trattenendo il fiato, le corre incontro, tra le braccia spalancate pronte ad accoglierlo. E' morbida e calda, e la sua voce è musica. Incredibilmente, indiscutibilmente e meravigliosamente viva.

–Sono così orgogliosa, figlio mio…mio piccolo Harry…

Harry trattiene i singhiozzi, si asciuga frettolosamente gli occhi con la manica. Guarda i visi trepidanti e gioiosi degli amici, si fa coraggio e continua.

-JAMES POTTER!- un mago con gli occhiali e i capelli sparati in tutte le direzioni si unisce alla giovane donna e lo guarda con calore. –Ben fatto, figliolo- e gli sorride apertamente. Lo stesso, identico sorriso che appare sul viso di Harry.

-SIRIUS BLACK!- grida Harry, sentendo il cuore scoppiargli in petto per la gioia. E il suo padrino, elegantemente spettinato, attraente come se non avesse mai visto un solo Dissennatore di Azkaban e con un irresistibile sorriso malandrino abbraccia Harry e James e fa il baciamano a Lily.

-Sei sempre il solito incantatore, Sirius- dice lei, con affetto.

-Che gioia vederti, vecchio mio- dice James con gli occhi lucidi, e Harry potrebbe giurare che suo padre fatica a trattenere le lacrime.

-Il piacere è tutto mio. E quel dannato Malocchio aveva ragione. Mai abbassare la guardia! Bellatrix…

-Morta-dice brevemente Harry.

-Bé, consolante. E chi…?

-Molly Weasley. E per la cronaca, Harry ha sconfitto Voldemort- si affretta a dire Hermione.

-MOLLY?!- sbotta Sirius, incredulo. Non sembra aver registrato l'ultima parte.

-Ti spiegheremo tutto dopo, Sirius- dice Harry. –Lasciami finire. –Prima che possa interromperlo di nuovo, grida:

–REMUS LUPIN!

E fa girare la pietra.

Remus e Sirius si fronteggiano, si guardano, e per un momento l'universo cessa di esistere.

-Sirius…credevo…che non ti avrei più rivisto…- dice Remus, calde lacrime che gli solcano il viso. Sirius è incapace di parlare, e continua a contemplare il miglior amico, i capelli chiari folti e senza un filo di grigio, il viso giovanile e disteso.

-Sono morto?-chiede Lupin, disorientato, accorgendosi di James e Lily

-Non più- dice Sirius, e gli sorride. –Hai un aspetto magnifico, amico mio.

-Oh, Felpato- dice Remus, e incapace di dire altro lo abbraccia stretto.

-Ehm…ci siamo anche noi, quando avete finito- dice Ron.

-Sempre il solito tatto da pachiderma, Ronald- borbotta Hermione.

Ma Lupin si precipita ad abbracciare i ragazzi. Incrocia lo sguardo di Harry, e una domanda inespressa gli aleggia sul viso. Ha troppa paura per chiederlo…

-Tua moglie è morta, Remus- dice Hermione, con dolcezza- ma la riporteremo subito indietro. Harry…

-Tua moglie? Ti sei sposato?!- sbotta Sirius, gli occhi fuori dalle orbite.

Remus annuisce.

–Con chi…-inizia a chiedere. Harry grida:

–NYMPHADORA TONKS!

E una giovane strega dai capelli rosa appare davanti a loro e si fionda su Lupin, stritolandolo in un abbraccio.

–Ce l'abbiamo fatta, amore!

-Ne sono felice, mia cara- risponde lui, stringendola con affetto.

Tonks passa a salutare gli altri.

–Cugino!- dice, stringendo la mano a Sirius e sorridendogli con calore.

-Cugina- replica lui, cercando di infondere a sua volta calore nella voce, che gli esce stranamente fredda e meccanica. –Le mie congratulazioni. Temo che dovrai scusarmi per l'assenza al vostro matrimonio…motivi improrogabili, sai…

Tonks ride forte. –Sei sempre così spiritoso, Sirius! E devi vedere il piccolo Teddy… è un Metamorfo, come me…

-Avete…un…figlio?- il viso dell'ultimo dei Black è terreo. Remus evita di incrociare il suo sguardo.

-Oh, sì… dovrei avere le foto… Remus dice che somiglia a me ma sono sicura che ha il suo naso, tu che ne dici…

-Possiamo rimandare la conversazione a dopo, per favore?-sbotta Ron. Harry incrocia il suo sguardo e annuisce.

-FRED WEASLEY!

Fred è accolto da abbracci ed esclamazioni di giubilo, poi esce per salutare la sua famiglia, che ancora lo piange nella Sala Grande, seguito da Ron e, dopo qualche momento, da Hermione.

–Sarà meglio che lo aiuti come…uhm…la nostra versione della storia- bisbiglia a Harry.

-Buona idea.- le sussurra di rimando.

-'Perfino la Morte mi ha rilasciato in cambio di un abbonamento a vita ai Tiri Vispi Weasley!' O almeno è quello che scriverò sulla prossima pubblicità, dovrò discuterne con George…- dice Fred a Ron, allontanandosi.

-La morte deve avere un pessimo senso dell'umorismo- commenta Hermione, divertita.

-Già, quasi quanto il tuo- la punzecchia Ron.

Sogghignando, Harry pensa che gli amici non diventeranno mai una di quelle coppie sdolcinate, ammesso che il bacio che si sono scambiati nella foga della battaglia significhi che si sono fidanzati…Scuotendo la testa, riprende il suo lavoro.

Ben presto riporta in vita i fratelli Canon e tutti coloro che sono morti nella battaglia di Hogwarts poche ore prima. Si chiede se i cadaveri nella sala grande spariranno al momento della resurrezione, ma poi è circondato da visi acclamanti e familiari e nella sua mente c'è spazio solo per la gioia più pura.

-MALOCCHIO MOODY!- chiama infine. E l'ex Auror, in tutto l'ammaccato splendore della metà di naso mancante, la gamba di legno e le profonde cicatrici, appare scostandosi i lunghi capelli brizzolati.

-Sempre detto io, vigilanza costante! Quel vigliacco voltagabbana di Mundungus…-tuona, poi nota Tonks e s'interrompe. Harry non l'ha mai visto così raggiante.

–Ce l'hai fatta, ragazza, lo sapevo… ben fatto! E anche tu, naturalmente, Remus…

I Ritornati escono dalla stanza chiacchierando: rimangono solo Harry, i suoi genitori e Sirius.

-Non credi che dimentichiamo qualcuno?-dice Lily al figlio, inarcando le sopracciglia.

Harry pensa a Cedric, morto perché intralciava la strada a Voldemort, Emmeline Vance, Madama Bones, il papà di Tonks e tutti gli Auror che sono morti combattendo contro il Signore Oscuro.

–Posso resuscitare solo coloro che hanno dato la vita per me, mamma, altrimenti la storia di copertura che ci ha fornito Silente…- s'interrompe. Silente! Come può essere stato così idiota da dimenticarselo? Il più grande e coraggioso dei suoi protettori, l'uomo che ammirava più di tutti al mondo. E poi si morde il labbro e sente l'amaro in bocca. Perché l'ha manipolato dall'inizio, forgiandolo come un'arma di distruzione per gli Horcrux di Lord Voldemort finché non fosse giunta la sua ora…

'Carne da macello', così l'aveva chiamato Piton, e per una volta Harry è d'accordo con lui.

Reprime i sentimenti contrastanti, il senso di delusione e tradimento, e grida:

-ALBUS PERCIVAL WULFRIC BRIAN SILENTE!

Una cortina di fumo si materializza, si addensa e si dirada. Atomi granulosi di polvere che si portano dietro l'eco di un gemito sempre più debole. Poi, silenzio.

-Forse non ha capito bene il nome…- dice Harry, imbarazzato, guardando dalla pietra ai genitori.

-O forse la falce della Morte mi ha colto quando era già suonata la mia ora- dice il Silente-ritratto, senza perdere un'oncia della sua calma compostezza.

–Lasciami riposare in pace, Harry, te ne prego.

Harry fa per insistere, ma l'espressione di triste risolutezza del suo ex mentore lo trattiene.

-Suppongo che sia tutto, allora- dice, e fa per riporre la pietra.

-Temo di no, Harry caro- dice Lily, guardandolo con affetto misto ad esasperazione.

-Mamma?-chiede lui, alzando un sopracciglio.

-Stai dimenticando l'uomo che ti ha protetto da quando hai messo piede a Hogwarts, che ti ha salvato la vita innumerevoli volte, il cui coraggio ha permesso la vittoria di questa notte…

-Se stai parlando dello stesso…uomo…-dice James, con disgusto -che ci ha traditi per consegnarci al Signore Oscuro, che per la metà della sua vita è stato uno schifoso Mangiamorte…

-E che ha passato una metà ancora più grande a soffrire e a redimersi per le proprie azioni. Harry, per favore…

-Lily, no…

-Volete farmi credere che ci siamo finalmente liberati di Mocciosus e stiamo seriamente considerando di resuscitarlo? James…- si appella accoratamente Sirius, con incredulo orrore.

-La decisione spetta a Harry- dice suo pare, rassegnato.

-Oh, mamma, devo proprio?

-Ti prego, tesoro, per amor mio.

Harry sospira. Sa che lei ha ragione. Non può negare di aver giudicato male Piton per tutti quegli anni. Ma c'è dell'altro, e crede che suo padre lo ignori.

Dopo tutto questo tempo? Sempre.

Bé, è una questione che i suoi genitori dovranno risolvere da soli.

-SEVERUS PITON- scandisce, facendo ruotare la pietra per l'ultima volta.

E un uomo alto, pallido, dal naso adunco e lunghi capelli neri appare al centro della stanza. Il suo sguardo scuro indugia da un volto all'altro. Poi vede lei.

-Lily-bisbiglia Severus, perdendosi nei suoi grandi occhi verdi. S'inginocchia e gli prende la mano nelle sue, lunghe e pallide. –Potrai mai perdonarmi?

-Non so lei, ma io no di certo- interviene acidamente James. –Giù le tue zampacce da mia moglie, Mocciosus…

-Zampe? Che buffo, l'ultima volta che ho controllato, non ero io a trasformarmi in una bestia, Potter…- ribatte Severus distrattamente. I suoi occhi tornano su di Lily. Sembra ringiovanito di dieci anni, gli occhi neri non più tunnel bui e vuoti, ma vivaci e brillanti. Il viso pallido ha perso la tinta giallastra, e ogni suo movimento è carico di vitalità ed energia.

Prima che Piton e i Malandrini possano rimettersi a litigare, o ingaggiare qualche duello magico, Hermione rientra trafelata.

-Ci hanno creduto. Ho radunato tutti i Ritornati nell'ufficio da qui a mezz'ora. Dobbiamo decidere il da farsi, adesso…oh, salve, professor Piton- dice la ragazza, lanciando un'occhiata obliqua a Harry.

-Signorina Granger- replica lui, chinando appena la testa. –Anche se non credo che sarò mai più professore di questa scuola infernale, adesso che non devo salvare più il collo a Potter…

-Oh, Sev, andiamo!-ribatte Lily, scandalizzata, ma sorride.

-Davvero, è stato un lavoro ingrato. Il tuo rampollo non fa che cacciarsi nei guai. Ma me ne lavo le mani, dovrai pensarci tu, adesso…- si scambiano uno sguardo complice. Harry nota che Piton sorride. Non un sorriso sarcastico, beffardo o sardonico. Un VERO sorriso. Sirius ferma James, già con la mano sulla bacchetta.

-Dobbiamo nascondere i Doni- dice Hermione. –Abbiamo pochissimo tempo…

-Dovresti rivedere le tue priorità, signorina Granger. Per prima cosa ci assicureremo il silenzio perpetuo di tutti i Ritornati sulla questione della Pietra. La lealtà di alcuni potrebbe essere …dubbia

-Il bue che dice cornuto all'asino- borbotta Sirius, tra i denti.

-Dovremmo fargli promettere il silenzio.- concorda Harry.

-A costo della vita- rimarca Piton.

-Oh, non essere eccessivo, Sev…

-Quando dico a costo della vita, dico davvero che giureranno sulla loro vita.- ribatte Piton, in tono definitivo.

Diverse ore dopo, tutti i Ritornati hanno prestato a Harry il Voto Infrangibile di non parlare, scrivere o diffondere con alcun mezzo, magico o Babbano, nessuno degli eventi di quella sera. Ron e Hermione si sono alternati come Suggello. Harry, Ron e Hermione rimangono soli nello studio e si accasciano sulle poltrone scarlatte, sfiniti.

-Allora- esordisce Ron, con un grande sbadiglio –cosa ne facciamo dei Doni?

Hermione sorride. –Ho un piano.

-Tutto quello che vuoi, Herm. Basta che sia breve.