Se ve lo chiedete si il titolo è preso dalla canzone di Francesca Michielin, perché in questa storia Jane potrebbe decisamente ripetere parola per parola quello che il testo dice!
Non è una storia facile, avrà un finale positivo? Non credo di saper fare diversamente! È stata difficile scriverla, ma avevo voglia di raccontarla e spero che vi piaccia.
In seguito farò altre aperture ai capitoli che mi permetteranno di spiegarmi. Spero abbiate la pazienza di leggerle.
Al contrario delle altre mie FF qui non troverete il sesso in ogni capitolo, ma quando ci sarà spero che il tutto ne valga la pena.
È già M per il tema e per gli ultimi capitoli
Buona Lettura e spetto con ansia i vostri feedback
Finalmente la fine della giornata, Jane chiuse il file, guardò la lavagna dei sospetti soddisfatta, appena arrivati i riscontri scientifici avrebbero potuto fare l'arresto. Certo lei lo avrebbe fatto subito, ma il procuratore era stato chiaro, voleva un arresto da manuale e con tutte le prove pronte. E se era questo che voleva allora la sua giornata era finita, ma la carica che sentiva dentro andava scaricata.
Scese all'obitorio, aveva voglia di fare una bella corsa nel parco con Maura, il tempo era ancora clemente ed il sole che tramontava: un invito che non voleva rifiutare.
"ehi Maura?" chiamò entrando nel suo ufficio "ciao, Jane, le analisi saranno pronte domani" "oh si, no non sono qui per quelle ti va una corsa?" "no non stasera, ho un appuntamento" "oh non mi avevi detto che uscivi con qualcuno!" disse un po' triste "non quel tipo di appuntamento -rise- ho un appuntamento con il medico" "non mi avevi detto nemmeno quello. Qualcosa non va?" disse preoccupata facendo qualche passo dentro l'ufficio " una visita di controllo dalla ginecologica, ho avuto ritardi negli ultimi mesi e qualche doloretto" "sarà lo stress, il troppo lavoro?" "probabilmente" "ok allora ci vediamo per cena ti va?" "si ok, uscendo dallo studio passo a prendere qualcosa, cosa preferisci?" "oh quello che vuoi, cinese, pizza, indiano, io porto la birra, che è finita!"
Maura sorrise, Jane salutò con la promessa di vedersi presto ed uscì dall'ufficio, anche da sola ma si sarebbe fatta quella corsa.
Maura raccolse le sue cose e si diresse verso il garage, per prendere l'auto ed attraversare la città.
Jane arrivò al suo appartamento, si mise in tenuta da corsa, buttò gli abiti sporchi nel cesto ed uscì respirando gli odori di un autunno in arrivo.
Corse lungo il marciapiede, costeggiando le betulle ingiallite, rosso il cielo dietro di lei.
L'aria fresca la stava rilassando, distendendo. Raggiunse il parco; verde acceso nell'erba ai suoi piedi, piccoli scricchiolii delle prime foglie cadute, respiri profondi, aria fresca, battiti forti, muscoli tirati. Corsa perfetta.
Alcuni bambini giocavano nel grande prato, altri corridori da incrociare ed evitare, coppie sedute sulle panchine a baciarsi, anziani a chiacchierare. Serata perfetta.
Corse tutto il perimetro del parco, la tensione ormai un lontano ricordo, muscoli tesi polmoni aperti, mente libera e serena, era ora di tornare a casa.
Ancora sul marciapiede di betulle, a schivare i passanti, ora era stanca, desiderava una doccia, il cuore batteva forte, i muscoli dolevano da farla sentire bene, sensazione di pace.
Tornò al suo appartamento sudata, un po' di stretching, come Maura le aveva insegnato, de-affaticamento e doccia, calda, shampoo e balsamo. Condensa sullo specchio, fohn.
Ora era pronta per la serata con Maura.
Maura attraversò la città trafficata, semafori incroci, un piccolo incidente, automobilisti che urlano. L'appuntamento sul tardi era stata la scelta giusta, sapeva che la città a quell'ora era congestionata.
Pensava costantemente a cosa prendere per cena, odiava quando Jane le lasciava la scelta, finiva sempre che brontolava, solo con la pizza non aveva niente da dire, sorrise, pizza sia.
Il cielo rosso era uno spettacolo, mentre camminava lungo il marciapiede. Aveva trovato parcheggio non troppo lontano dallo studio medico, qualche passo a piedi non era un dramma, sopratutto con una serata così. Da anni ormai trovarsi tra la gente non era un problema. Un sorriso ad un bambino che ride, una carezza ad un cane che la annusava, un'occhiata alla vetrina di un negozio di scarpe. Oddio è tardi!
Suonò il campanello e respirò l'aria fresca: che film vediamo stasera?
Jane aprì la porta, bussare non serviva, quando Maura la aspettava lasciava la porta aperta e le chiavi nella serratura "ciao Maura sono arrivata" chiuse la porta "sono di qua!" tolse le chiavi e le appoggiò sul tavolinetto.
"sono affamata, cosa hai preso?" "pizza" "ti amo dolcezza!" Jane appoggiò le birre sul bancone si avventò sul cartone della pizza e prese due morsi in un boccone, Maura non era in vista "scusa ma dopo la corsa lo stomaco brontolava, non vieni a mangiare?"
Maura era seduta sul divano con dei fogli sul tavolo ed il telecomando in mano
"ehi Maura tutto bene? Scegli il film per stasera?" Ma Maura fece solo un gesto con il capo, Jane la guardò, la sua espressione era tesa "ehi che succede?" disse piano e si avvicinò
Maura alzò la testa "spero niente" "che vuol dire? Cosa ti hanno detto alla visita?" "che devo tornare domani" "Maura?" adesso Jane era preoccupata " magari non è niente, mi hanno tolto un po' di sangue e domani mi faranno una visita più accurata" "che vuol dire?" "hanno visto qualcosa che non torna" "Maura giuro che adesso mi metto ad urlare" "Jane all'ecografia si vedeva qualcosa alle ovaie, potrebbero essere piccole cisti niente di che" "ma sei preoccupata" "non sono un'esperta, ma la faccia della dottoressa non mi è piaciuta ecco!" Jane sospirò "vedrai che andrà tutto bene ok? Verrò con te" "oh non è necessario" "certo che lo è! Siamo amiche e sarò di supporto va bene? Poi dopo quando diranno che non è niente andremo a cena fuori!" Maura sorrise ed annuì "ok!" "perfetto ora PIZZAA!"
per tutta la sera Jane scherzò con Maura, scelse un film comico e fece battute, sfruttò tutta la sua ironia: la sua missione era far rilassare e divertire la sua amica.
Maura riuscì a rilassarsi, Jane era l'unica che poteva, e poi si ripeteva che due cisti non erano niente di grave, si fastidiose, ma se erano sufficientemente piccole non sarebbero neanche state un problema.
Jane come sempre la fece svagare, le fece dimenticare le immagini dell'ecografia e la faccia della dottoressa, rise al film, e sorrise quando Jane decise di passare la notte. Amava quando Jane passava la notte da lei. La faceva sentire ancora meno sola.
Così al mattino Maura scese nel silenzio della sua casa, la luce entrava dalle finestre, nonostante le tende chiuse, strizzo un po' gli occhi. Preparò il caffè.
Jane si svegliò, una lunga e profonda stiracchiata sgranchì i muscoli intorpiditi, si alzò e si diresse verso la stanza di Maura. Era vuota. La luce del bagno spenta.
Scese le scale, profumo di caffè.
"buongiorno Maura!" "oh buon giorno Jane, dormito bene?" la bruna annuì, non era certo di molte parole al mattino "caffè" disse Maura porgendole la sua tazza "mhmm grazie" bofonchiò Jane e ne bevve un sorso.
Un silenzio comodo tenne compagnia alle donne ancora assonnate, per qualche minuto, poi Jane rigenerata dalla caffeina riemerse dal suo lento risveglio "allora quando hai l'appuntamento dalla ginecologa?" "nel pomeriggio, subito dopo pranzo, ma non devi venire" "senti, se ti da fastidio lo rispetto, non voglio certo impormi, ma vorrei venire per darti supporto morale, e poi con la scusa mi prendo mezza giornata libera e dopo andiamo a mangiare fuori, pago io!" disse sorridendo "non mi dai fastidio, mi dispiace crearti problemi" "ahaa ma smettila, tu sei preoccupata? Bene! Io vengo con te! È deciso! Cioè non è bene che tu sia preoccupata, intendevo..." Maura si mise a ridere "si lo so cosa intendivi, va bene, allora passo io alle due?" "no scendo io è più pratico" "ah se facciamo presto che ne dici di un po' di shopping?" Jane la fisso per un attimo "ma come io vengo con te per sostenerti, perché siamo amiche, per i sentimenti che ci legano e tu mi ripaghi così? Con lo shopping?" disse non troppo fintamente incupita "oh andiamo!" "no dico sul serio Maur, dov'è il tuo amore per me?!" le disse mentre la bionda usciva dalla stanza "ehi Maura dico sul serio!" "ti comprerò una maglia dei Red Sox" urlò dalle scale la bionda, Jane dalla cucina diede un pugno nell'aria in segno di vittoria "non posso accettare!" rispose urlando, per farsi sentire, Maura rise, scosse la testa ed entrò in camera per cambiarsi.
Sapeva che Jane desiderava la maglia di Ortiz visto che la sua era ormai così logora da essersi bucata, ma sapeva anche che per pagarla avrebbe dovuto lottare, Jane era ostinata a riguardo.
Jane sapeva che non avrebbe permesso a Maura di pagare la maglia, ma almeno sapeva che nelle ore di shopping, che si sarebbe sorbita, avrebbe almeno avuto una tappa allo store dei Sox e questo la aiutava a mandar giù il boccone amaro. Non avrebbe, comunque, rifiutato il programma di Maura, aveva visto la paura nei suoi occhi e Jane avrebbe fatto di tutto per lei, compreso festeggiare con dello shopping se era necessario.
La mattinata fu piena, con i risultati delle ultime analisi poterono fare l'arresto nelle prime ore del mattino; con gioia potevano chiudere il caso. Ma nemmeno il tempo di festeggiare che un cadavere nascosto dietro un cassonetto in un vicolo in un quartiere malfamato li aspettava. Il povero autista del camion dei rifiuti che lo aveva trovato, aveva avuto uno shock, un ragazzo, poco più che adolescente, decisamente ucciso con numerose coltellate dopo essere stato picchiato.
Jane con Frankie e Korsak setacciarono inutilmente il quartiere, nessuno aveva sentito nulla o visto qualcosa. Maura fece l'autopsia e salì alla omicidi poco dopo mezzogiorno.
"ho novità per voi" disse Maura interrompendo il dialogo, un po' a vuoto, dei detective davanti alla lavagna trasparente che usavano per le indagini "ehi Maur hai già finito?" chiese stupita "la parte preliminare, ma ho immaginato che aveste bisogno di qualcosa su cui lavorare" "decisamente" disse Korsak, Maura sorrise "come sapete Mike Suarez.." "detto il Nijno" precisò Frankie "di 19 anni è stato prima severamente picchiato e poi ripetutamente pugnalato" "severamente quando" chiese Korsak "ho rilevato quattro costole rotte, tre sul lato destro ed una sul lato sinistro, le altre incrinate" "le altre?" chiese Jane "si tutte le altre, non aveva una costola integra" i ragazzi si guardarono "contusioni ed ematomi sulle gambe e sulle braccia, ma anche sulla schiena, per lo più calci e ..." "aspetta Maur, per lo più?" "vedi che se non sono precisa poi chiedi spiegazioni? -Jane fece una smorfia- numerosi ematomi sono coerenti con impronte di scarpe, altri sono più piccoli, sopratutto nella zona dei fianchi" "ok quindi lo hanno aggredito pestato, anche da dietro, colpendolo nei fianchi per togliergli il fiato e poi?" "e poi a terra lo hanno preso a calci ripetutamente, anche se non lo pugnalavano sarebbe morto per emorragia in breve tempo, aveva un polmone perforato, la milza ed un rene, il destro, fortemente lacerati. Poi accoltellato 12 volte" "porca miseria se lo volevano morto!" "decisamente, ma una cosa è importante da dire sulle coltellate" tutti erano in attesa "sono state date quasi sicuramente da dodici persone diverse, mentre era già privo di sensi, tre di queste da mancini!" "che diavolo?" sbotto Frankie "più di una punizione esemplare, più di un'esecuzione, come la definiamo una cosa del genere?" chiese perplessa Jane, Maura fece un'espressione dubbiosa, Korsak ruppe il silenzio "non lo so Jane, ma quel ragazzo l'aveva fatto grossa, ne volevano fare un esempio, un monito per tutti!" "e se non li becchiamo ci sono riusciti di brutto!" "alcune impronte di scarpa sono definite, i ragazzi in laboratorio sono al lavoro e sui vestiti ci sono molte traccie di sangue ovviamente, siamo alla ricerca di RH diversi, sperando che qualcuno nelle percosse sia rimasto ferito" "speriamo" "sei certa che siano 12 persone diverse?" "le inclinazioni, le posizioni, le angolazioni delle ferite, la forza impressa, il fatto tre siano date chiaramente da mancini e che non ci siano traumi da difesa per le coltellate, dimostrando che era già privo di coscienza, si direi sicura al 90%"
il gruppo in elaborazione di teorie, si divise, Korsak tornò alla scrivania, Frankie si diresse da Nina nella sala computer, Maura fece un cenno a Jane che le voleva parlare "che succede?" "il caso è complicato, lo capisco se..." "no, non ti preoccupare, tanto se ci sono novità mi chiamano" "so che non ti piace abbandonare un caso, sopratutto di questa entità e adesso sono più tranquilla, davvero, resta, posso andare da sola" "ci vediamo di sotto alle due, come promesso, smettila di preoccuparti per me, nessuna catastrofe se mi allontano per qualche ora" Jane fece l'occhiolino e si sedette a lavorare alla sua scrivania.
Maura sospirò e sorrise voltandosi per tornare nel suo ufficio.
Alle due puntuale Jane bussò alla porta dell'ufficio di Maura, mentre, quest'ultima, metteva in borsa alcuni effetti personali "pronta?" "oh Jane, si sono pronta!" chiuse il computer, lo mise nella borsa e prese la giacca "bene andiamo allora" "prendiamo la mia?" "ok ma guido io!" Maura sorrise a Jane porgendole le chiavi "non ne dubitavo!"
Jane chiuse la porta dell'ufficio e raggiunse Maura agli ascensori.
"il caso?" "è un gran casino, se hanno novità mi chiamano, potrei non avere tempo per lo shopping" Maura sorrise ed annuì
Attraversarono la città caotica parlando delle teorie di Jane e del minuzioso lavoro di ricerca che li attendeva prima di poter solo parlare con qualche sospetto. Arrivarono nello studio medico con netto anticipo, con soddisfazione di Maura, che cominciava a sentirsi nuovamente ansiosa
"tranquilla ok? Andrà tutto bene vedrai, io sono qui" la bionda annuì mentre oltrepassavano il portone color mogano dello studio.
Maura si avvicinò al banco dove un'infermiera accoglieva le pazienti "buona sera signore, come posso aiutarvi?" "sono Isles per la dottoressa Robbins, ho un appuntamento, ma sono un po' in anticipo" "si signora Isles, appena possibile la faccio accomodare" le due amiche annuirono e si sedettero nella sala d'aspetto.
Le sedie rosse erano comode, alle pareti vari poster illustravano cure e malattie e prevenzioni, un tavolinetto in mezzo alla stanza era ricoperto di riviste mediche e scandalistiche "ce n'è per tutti i gusti vedo!" Maura sorrise "vuoi leggere qualcosa? Ieri ho letto un interessante articolo sulla Gardnerella, ma ho dovuto interrompere la lettura sulla pediculosi del pupe" "blee non voglio sapere niente di nessuna delle due!" "oh sono state letture interessanti, chissà se ritrovo la rivista che leggevo ieri" "io passo, giocherò al solitario sul telefono"
pochi minuti dopo la dottoressa uscì da un ambulatorio "ciao Maura, ti faccio accomodare subito" "si grazie" la ginecologa fece cenno all'infermiera, che uscì dal suo cubicolo, Jane e Maura si alzarono per seguirla nella stanza a loro designata.
"oh no signora mi dispiace, ma se non siete parenti lei non può entrare" disse guardando Jane "su per favore, sono venuta per starle vicino!" "mi dispiace!" "è la mia fidanzata, niente che non abbia già visto" mentì con un grande sorriso, Maura rimase sorpresa dalle parole di Jane "mi rendo conto, ma se non siete sposate non può entrare" "nemmeno mentre le fate i prelievi e cose così?" "no mi dispiace" "Jane non ti preoccupare come hai detto andrà tutto bene"
visto il ritardo la dottoressa Robbins fece capolino dall'ambulatorio "c'è qualche problema?" "no arrivo subito" "si dottoressa -intervenne tempestiva Jane- pare che non possa stare accanto alla mia fidanzata!" "oh sa ci sono delle regole, ma visto che siamo colleghe se la dottoressa Isles vuole dopo la visita ginecologica la faccio passare, ma solo in via unica e di favore"
Maura stava per declinare l'offerta, ma Jane mise una mano intorno alla vita di Maura e replicò prima che la bionda potesse dire una sola parola "gliene siamo davvero grate dottoressa, aspetterò qui buona che mi chiamate, lo apprezziamo molto!" un nuovo grande sorriso, mentre Maura guardava sempre più attonita la sfrontatezza della sua amica "prego dottoressa Isles da questa parte" disse l'infermiera un po' infastidita "ci vediamo dopo" disse Jane e poi diede un piccolo bacio sulla guancia di Maura ancora incredula di tutta la situazione "ok" fu l'unica cosa che riuscì a dire
Maura scomparve dietro la porta color mogano, Jane si sedette sulla comoda sedia rossa, sorrise all'infermiera che tornò alla sua scrivania, che non ricambiò il sorriso.
Jane continuò a sentire quella scomoda sensazione alle viscere che l'aveva accompagnata dalla sera precedente, da quando Maura le aveva detto che qualcosa non andava. Aveva sentito crearsi un nodo, pesante, duro al suo stomaco, non aveva detto niente a Maura ovviamente, ma era quella sensazione che l'aveva spinta con forza ad accompagnarla alla visita, era quella sensazione che le aveva fatto ignorare la morte di un ragazzo di 19 anni, se pur affiliato ad una gang, era stata quella sensazione che l'aveva spinta a mentire sul loro rapporto.
Aveva paura per Maura e avrebbe fatto di tutto per essere fisicamente, oltre che emotivamente, al suo fianco quando i risultati sarebbero arrivati, qualsiasi essi fossero.
Neanche un minuto dopo essersi seduta, Jane vide un uomo, presumibilmente un medico entrare nella stanza dove Maura si trovava. Due medici? Non poteva essere niente di buono.
Passò quasi mezzora prima che la ginecologa si affacciò per chiamare Jane. La bruna scattò in piedi ed entrò nell'ambulatorio, con quell'odore orrendo di ospedale e disinfettante, quel lettino verde pisello sbiadito, con il telo di carta che si rompe e sempre si aggroviglia malamente sotto il povero paziente, questa volta Maura, che era dietro al paravento a vestirsi.
I medici seri guardavano alcune foto fatte con l'ecografo.
"ehi Maura?" "vieni" la bionda si stava rimettendo le scarpe "allora?" sussurrò il detective "sono preoccupati" "non fare supposizioni, lo sai che non sei brava" "non faccio supposizioni, ma so leggere le espressioni facciali ricordi? -Jane annuì seria- credo che l'altro medico sia un oncologo"
Jane rimase pietrificata per un attimo "sarà stato solo per scrupolo vedrai, con l'assicurazione che hai magari ne approfittano anche un po'!" disse prontamente, quasi soddisfatta di se per la buona scusa, Maura accarezzo il braccio di Jane e fece un sorriso cupo. Amava la forza e l'incoraggiamento che Jane tentava di darle, ma vedeva anche il suo viso e sapeva che anche lei era preoccupata, da ieri sera.
Si sedettero alla scrivania della dottoressa in attesa di avere notizie, i medici si voltarono per parlare "a breve arriverà un infermiere a farle un nuovo prelievo, quando avremo un quadro più chiaro allora..." " Jenna per favore, non giriamoci intorno" Jane prese la mano di Maura e la strinse dolcemente " Maura, sai che non mi piace parlare se non ho un quadro clinico preciso" "ah ma allora questo è un vizio diffuso" provò a stemperare il clima Jane, Maura la guardò dolcemente "ti prego Jenna! Ci conosciamo da anni ormai" la ginecologa sospirò "ok lui è il dottor Anderson..." "oncologo" incalzò Maura "si oncologo è un piacere conoscerla dottoressa Isles, beh almeno per me, ho letto molto del suo lavoro" "la ringrazio è molto gentile, anche io ho letto alcune sue pubblicazioni" "si si ok siete tutti dei geni nel vostro campo, ma perché lei dottor Anderson è qui?" chiese una sempre più preoccupata Jane
la Robbins tornò a spiegarsi " come ti avevo detto ieri dalla prima ecografia sono emerse delle piccole masse poco chiare, che richiedevano ulteriori analisi, ho chiamato il collega perché quando ho letto questa mattina i primi risultati del sangue nello specifico il CA-125, l'OVA-1 la speranza che fossero delle cisti è svanita" Maura sospirò "che vuol dire Maura?" la bionda guardò la sua amica con espressione tesa e occhi chiaramente lucidi "sono i marcatori del tumore" Jane strinse forte la mano di Maura "ma come sai bene Maura non indicano per forza un tumore maligno" "dottor Anderson cosa ne pensa lei?" chiese Maura cercando nella scienza la speranza " prima di tutto ripeteremo le analisi aumentando la ricerca di marcatori, per escludere i soliti sospetti e..." "quali soliti sospetti? Scusate ma qui non tutti sono medici" "certo nessun problema, mi scusi, possibili metastasi ad organi importanti come la vescica ed il seno, ci sono delle analisi che possono aiutarci ad escludere già da subito problemi maggiori, dall'ecografia risultano impegnate, cioè interessate, entrambe le ovaie, ma mi diceva la collega che ha comunque sempre avuto il ciclo" "si anche se non più regolare" "questo lo prendiamo come il primo buon segno! Ora a prescindere dai risultati abbiamo bisogno di dare un'occhiata da vicino, prelevare un campione che analizzeremo e poi decideremo il da farsi" "quali sono le opzioni?" chiese Maura "se le masse sono benigne come speriamo le toglieremo anche in laparoscopia e ripeteremo le analisi del sangue ad intervalli regolari, due ore dopo l'intervento poi 24 ore dopo e se è tutto regolare dopo tre mesi, poi sei. Ma se al prelievo del campione di tessuto, le analisi fossero a noi sfavorevoli, beh io preferirei aprire e vedere meglio, anche perché vorrei fare una pulizia senza intoppi" "c'è qualcosa che non mi state dicendo?" "no Maura non esattamente" "cosa vorrebbe dire?" chiese con tono dure Jane "che dall'ecografia non tutto è in vista e..." "...e se i tumori sono maligni, Jane può darsi che qualcosa sia nascosto quindi devono aprire per assicurarsi di non lasciare niente" intervenne decisa Maura " e dopo che si fa? Voglio dire se fossero..." chiese Jane con il cuore in gola "questo dovremmo deciderlo dopo, sulla base di cosa troveremo adesso non si può dire! Ma non fasciamoci la testa" "più facile a dirsi però!" "lo so dottoressa, ma per esperienza posso dirle che chi resta positiva ha molte più possibilità" "scusate, forse per voi è tutto chiaro, ma correggetemi se ho frainteso: farete una laparatoNonsocosa..." "laparoscopia esplorativa" la corresse piano Maura " si quella, e prenderete un pezzo di quelle masse" "si una per parte, un frammento da analizzare" aggiunse l'oncologo "poi se i risultati sono buoni potreste intervenire sempre in quel modo e toglierle, ma se i risultati non sono buoni allora vorreste aprire" "ha capito perfettamente" concluse Jenna Robbins
quando le due donne uscirono dallo studio medico erano sconvolte, Jane non aveva lasciato mai la mano di Maura nemmeno per un istante e Maura lo trovò di grande conforto. Cosa avrebbe fatto se fosse stata sola?
L'aria fresca del pomeriggio ridiede ossigeno alle due donne che si sentivano come in apnea, respirarono fortemente, sperando che le aiutasse a calmarsi
Arrivate alla macchina Jane senza nemmeno riflettere strinse Maura in un forte abbraccio, dove la bionda si lasciò andare facendosi solcare il volto da lente e disperate lacrime
"andrà tutto bene, ci sono qui io tesoro, andrà tutto bene vedrai" Maura rispose con il viso sul petto di Jane e la voce piangente "come puoi dirlo? Te lo dice il tuo istinto come ti ha detto di accompagnarmi a questo appuntamento?"
Jane rimase scossa da quanto Maura sapeva leggerla, ma doveva essere forte per lei ma sopratutto, voleva essere sincera e lucida per lei "adesso il mio istinto è in preda al panico – a Maura uscì una risata- ma ti garantisco che saremo sempre insieme qualsiasi cosa accada, adesso adiamo a casa e decisamente beviamo qualcosa di forte, poi valuteremo consulti e opzioni da prendere ok?" "ok... grazie Jane, per essere qui" "sempre Maura sempre!"
