Colpisce.

Le ferite si aprono sul suo corpo.

Le sue membra urlano di dolore.

Il sangue sprizza dalla sua bocca.

Sente la risata del suo avversario.

Irride i suoi sforzi.

Insulta la sua volontà.

Scorge nei suoi occhi dorati la derisione.

Sembra quasi chiedersi come possa essergli capitato un tale avversario.

E' così fragile.

E' una nullità dinanzi al suo potere.

-Arrenditi, Gai Maito, per te è già finita.-grida.

Desidera la sua sottomissione.

No!

Non avrà la sua resa!

Non si arrenderà Gai Maito.

Mostrerà a tutti la forza della volontà.

Lentamente, si rialza.

Fissa il tuo avversario.

Non ha paura.

-E' finita si dice alla fine.-*gli risponde, deciso.

Non arretrerà di fronte alla sua potenza.

Mostrerà a tutti quanto l'impegno possa sopraffare il talento.

Combatterà. Soffrirà.

E la lotta per un sogno riprende, feroce.

Dunque, la frase che Gai dice (ho immaginato i suoi esami di selezione dei chunin) è di Rocky nel sesto e ultimo capitolo della saga di Stallone dedicata a Balboa. E secondo me è il migliore dei film, perché non c'è l'americanismo sfacciato che imperava negli anni 80.